I Mestieri nell'Antica Roma

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  1. Cornelio Scipione.
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    Nell'antica Roma abbiamo una pluralità di lavori e di specializzazioni, e i cittadini Romani erano produttivi e lavoravano e l'immagine dei fannulloni Romani e del solo otio è falsa; Roma è una città produce!
    I maggiori campi in cui Roma era competitiva e estremamente produttiva erano:l'Artigianato,l'edilizia,commercio,industria tessile, ceramica e la produzione di laterizi.
    Con il termine Taberna si intende una bottega o un magazzino, praticamente tutti gli spazi negli edifici che non non erano utilizzati in ambito abitativo, erano taberne.
    Poi abbiamo le officinae, che erano dei laboratori dove si produceva.
    I Negotiatores erano tutti coloro che lavoravano in attività legate al commercio.
    Per indicare il mestiere bastava aggiungere la parola Arius al luogo di lavoro, esempio: Taberna = Tabernarius.
    Gli aristocratici sdegnavano i piccoli mercanti, e sdegnavano i lavori umili.
    I piccoli commercianti vendevano a domicilio, ognuno con il proprio tono da banditore, ed erano: pescivendoli, fruttivendoli, uccellatori, i pollivendoli, e i macellai vari.
    Spesso questi piccoli commercianti erano di origine straniera(orientali-ellenici) ed è questo uno dei motivi del perchè gli aristocratici lì disprezzavano.
    La concorrenza a questi bassi livelli di commercio era estremamente agguerrita, per cercare di accaparrarsi i clienti dei quartieri.
    I Liberti spesso riuscivano ad arricchirsi iniziando dai mestieri più umili.
    Le donne spesso si occupavano di attività di tessitura e cucito.
    I fanciulli iniziavano spesso come discepoli nei laboratori con gli artigiani.
    Le iscrizioni funerarie spesso , anzi, molto spesso fanno riferimento al lavoro che la persona svolgesse in vita e ogni volta veniva rappresentato anche il dio, o la dea che era la protettrice del lavoro che svolgeva; insieme ai nomi del defunto troviamo nelle epigrafi molti nomi dei familiari insieme al nome del defunto, per ricordare le persone care , come se l'amore del marito defunto per la propria moglie(per esempio) non finisce con la morte ma resterà per sempre tale.
    Tra le numerose epigrafi funerarie sono stati scoperti moltissimi lavori anche molto curiosi, come per esempio l'Alipilus: il depilatore di ascelle.
    Già Numa Pompilio(re dopo Romolo) creò le prime associazioni dei lavoratori, i Collegi, come per esempio quello dei Fornai che avevano un ruolo indispensabile per Roma e che quindi ottennero molto benefici dallo stato; i laboratori in cui si faceva il pane erano i mulini ad acqua.
    I Collegi in età repubblicana contavano molti membri per associazione , come per esempio il collegio dei calzolai contava ben 300 persone iscritte.
    Le associazioni godevano di privilegi, in cambio però dovevano garantire al meglio il loro lavoro per sostenere il loro impegni per la Capitale.
    Col tempo i Collegi vennero usati per scopi politici, e così vennero sciolte definitivamente da Cesare per poi essere regolarizzate successivamente da Augusto in modo da essere monitorate direttamente dall'Imperatore.
    Nel Foro erano presenti molte botteghe di orefici, macellai, mercanti di perle, e mercanti vari, e vennero creati col passare del tempo gli spazi a seconda dell'utilizzo: un esempio era il Forum Conquinum che era il mercato dei cuochi, ovvero dove quest'ultimi potevano trovare di tutto per la loro cucina; poi c'era il mercato del pesce...ecc...
    Non passò molto tempo che il Foro divenne sempre più una piazza politica , molte botteghe furono costrette a trasferirsi fuori il Foro, compreso il mercato che occupava tutta la piazza centrale del Foro; in pratica restarono solo le botteghe più prestigiose.
    Il boom del commercio dell'olio ci fu con la vittoria Annibalica.
    Il Tevere attirò numerose attività di trasporto e di commercio e dla nascita di cantieri navali, anche militari.
    I Senatori non lavoravano perchè non potevano, ma tutti avevano le loro attività , in cui ci lavoravano centinaia di schiavi di propria proprietà.L'incasso dell'attività andava ovviamente al senatore, ma l'importante era far vedere che loro non lavorassero direttamente sulla loro attività.
    La maggior parte dei Senatori erano dei latifondisti; mentre la classe degli Equites erano grandi commercianti, e i piccoli traffici sono in mano agli schiavi e ai liberti, anche se questi ultimi non raramente riuscivano a diventare ricchissimi, come per esempio il personaggio di Trimalcione nell'opera di Tacito.
    Gli artigiani erano anche commercianti, perchè erano loro stessi che vendevano i prodotti da loro costruiti.
    Poi c'erano i lavori dediti allo spettacolo, come i gladiatori e gli attori.
    I Gladiatori erano considerati la feccia della città, erano uomini che Roma come stato disprezzava, perchè vendevano il loro corpo per dare spettacolo; eppure i gladiatori erano amatissimi dalla popolazione, le persone non parlavano d'altro, era uno degli argomenti principali dei discorsi dei Romani, come noi parliamo di calcio e della nostra squadra preferita, e come noi facciamo scritte per la città (esempio: Forza Lazio, Forza Roma...ecc...), anche i Romani scrivevano o lasciavano piccoli graffiti sui muri esaltando il loro gladiatore preferito.
    C'è una specie di controsenso, perchè i Gladiatori non avevano diritti, perchè facevano un lavoro indegno per la morale romana perchè usavano il corpo per far soldi, però erano amatissimi da tutti e al Colosseo ci si accaniva tifando il proprio beniamino proprio come noi andiamo allo stadio a tifare la nostra squadra.
    I Gladiatori ,avendo un bel fisico scolpito e molto attraente per le donne, spesso si affittavano come accompagnatori o come gigolò per le donne aristocratiche e per dei festini erotici.
    Per quanto riguarda gli attori, la situazione non è diversa, perchè anche loro usavano il corpo per lavorare e fare spettacolo, e soprattutto nel pantomimo in cui sia le attrici sia gli attori dovevano recitare esclusivamente muovendo il corpo in odo estremamente sensuale, visto che molto spesso questi spettacoli erano a sfondo erotico.
     
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