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Argomento difficilissimo, per poterlo affrontare spezzerò un po' il discorso in 4 punti.
1)Che cos'è il matrimonio? O cosa non è? (per la Chiesa cattolica ovviamente) Il matrimonio non sono due persone che si incontrano e, dopo aver scoperto che si vogliono bene, decidono di mettesi insieme per condividere una vita in comune. Il matrimonio è una vocazione (e come tale esattamente e in tutto e per tutto uguale a quella del sacerdozio) attraverso cui Dio ti chiama a sé attraverso l'altro. Quindi non sei tu che ti metti insieme a quella persona perché gli bene, ma è Dio che legandoti con l'amore all'altra persone ti vuole fare intraprendere il viaggio che ti condurrà a Lui. Per questo Gesù dice "non separi l'uomo ciò che Dio ha unito". Il matrimonio rappresenta quindi quello stato di coscienza in cui l'uomo ha capito che Dio ha scelto quella donna (o quell'uomo) per farlo giungere a Sé e la conseguente libera accettazione. Rompere quindi un matrimonio significa rompere il percorso che Dio aveva tracciato per te.
2) In cosa consiste il sacramento del matrimonio? Questo è ulteriormente problematico e non avendo io studiato teologia non sono ancora riuscito a sviscerare bene il problema. In tutti gli atri sacramenti avviene una sorta di trasformazione ontologica: Eucarestia il pane e il vino diventano il corpo e il sangue, nel battesimo, cresima, ordinazione riceviamo lo Spirito Santo, nella confessione vengono cancellati i peccati e così via. Nel sacramento del matrimonio non interviene (se non ho frainteso io) alcun cambiamento ontologico, io rimango io, l'altro rimane l'altro, tant'è vero che il sacramento dura "fiché morte non vi separi" e ci si può risposare. Quindi diciamo che è un sacramento un po' atipico, in quanto il cambiamento della persona avviene nell'arco della vita in cui si sta in sieme, grazie al modo in cui si sta assieme, si potrebbe dire che l'altro sia il "sacramento"
3) Il problema del ridurre tutto a norma ecclesiastica
Il grosso, grossissimo problema è che, che io sappia, il 97% delle persone che si sposano oggi in Chiesa, non hanno minimamente in mente né il punto 1, né il punto 2. L'altro grossissimo problema è che la Chiesa, a quel che me appare, se ne freghi del fatto che la gente ignori il punto 1 e 2 e li sposa lo stesso. Sono tantissimi che si sposano non credendo minimamente e che la Chiesa sposa lo stesso. Forse perché crede in buona fede che il sacramento le aiuti, forse perché è ingenua, forse perché è buonista, o anche perché, come ho scoperto di rencente, la Chiesa non può rifiutarsi di celebrare le nozze a due battezzati che lo richiedono (per quanto non faccia poi molto per tentare di dissuaderli). A quel che appare a me la Chiesa usa due pesi e due misure, prima elargisce con grandissima superficialità un sacramento come se questo non fosse di nessuna importanza e poi diventa severissima quando il matrimonio va in frantumi, difendendo a spada tratta il sacramento. A parer mio deve difenderlo prima e dopo, in caso contrario non puoi punire il fedele che manco capiva cosa stava facendo, colpendolo magari quando ha davvero trovato la fede. È un controsenso.
4) Un problema in via di soluzione? Se da una parte il problema può essere risolto attraverso il riscorso alla sacra rota, e a titolo informativo sappiate che in tre casi mi sono trovato a parlare con persone che potevano benissimo ricorrervi ma non l'hanno fatto (dopo che mi ero anche attivato per trovare dei contatti) salvo poi lamentarsi del fatto che non possono fare la comunione; il sinodo ha ribadito una sorta di prassi già abbastanza in uso. La persona divorziata, fatti salvi i casi in cui può sciogliere il matrimonio attraverso la sacra rota, va dal vescovo, spiega la situazione (marito violento che picchia la moglie o i figli/donna che picchia i figli/o altra situazione oggettivamente grave) e anche se risposato o convivente (per questioni che il vescovo riterrà accettabili) è ammesso alla comunione.
PS, visto che avete tirato in ballo Berlusconi vi dico che quando ha divorziato da Veronica Lario di fatto, se si era confessato, poteva benissimo, dal punto di vista formale, tornare a fare la comunione, in quanto era cessato l'adulterio. Per la Chiesa Berlusconi è ancora sposato con Carla Elvira Lucia Dall'Oglio, la sua prima moglie, quindi l'amante era semmai Veronica Lario. Ora che è con Francesca Pascale, a meno di non avere con lei un rapporto puramente platonico è tornato all'adulterio.
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