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CITAZIONE (IAmMarko @ 22/8/2017, 19:28) Credo che Francesco abbia risposto in maniera esauriente, anche ignorando i dubia e i cardinali. Francamente non vedo grossi dubbi interpretativi sul capitolo 8: imposta un discorso di discernimento personale e locale nelle mani dei vescovi - e dei confessori - che consente di superare l'eccessivo giuridismo nel quale era caduta la Chiesa cattolica. Scusa se hai letto i dubia, e hai letto i punti in questione della familiaris consortio e della veritatis splendor, non capisco come tu non veda il problema. O meglio lo capisco se guardi il problema da un'ottica protestante, dove il magistero e la tradizione non costituiscono alcuna autorità, per cui si possono benissimo contraddire.
CITAZIONE (IAmMarko @ 22/8/2017, 19:28) Cum Petro e sub Petro non ha questa accezione originaria di netta sottomissione; se guardiamo alla storia della Chiesa, l'uniformità è recente. Per secoli - almeno per tutto il I millennio - c'era forte difformità nella pratica pastorale, pur con unicità di fede, tanto in occidente quanto in oriente. Impossibile dare una norma rigida per tutti: la situazione sociale dell'Argentina non è quella della Svezia e non esiste una soluzione pastorale che vada bene nell'uno e nell'altro caso. Verrebbe meno l'universalità della Chiesa, con la quale l'unicità deve sempre essere in equilibrio.
Qui non si parla di pastorale, o della pratica, qui si parla di intepretazione di un documento magisteriale, documento sulla cui interpretazione cardinali e vescovi sono in disaccordo, sono perfino in disaccordo sul fatto che il papa abbia o no risposto ai dubia. Io, da cattolico, che sono laico (nel senso che non sono consacrato) e non sono un pastore, guardo ai miei pastori per sapere dove è bene andare, se i pastori iniziano a dirmi cose discordanti fra loro vengono meno al loro compito, il compito supremo del papa è proprio quello del pastore.
Se io leggo il testo di AL, la nota della CE Argentina e il Dubium n1, mi verrebbe da rispondere che è lecito rispondere tanto con un sì quanto con un no. Non esiste creare il caos nei fedeli. I cardinali non sanno che pesci pigliare e dovrei saperlo io? Io mi sono perfino rifiutato di scrivere sull'argomento dopo essere stato "mangiato vivo" dalle due fazioni contrapposte, mentre a me interesserebbe solo capire. Sia chiaro, non è un mio problema, ma da cattolico mi preme sapere quale sia la dottrina della Chiesa, che non è mai stata un "così è se vi pare". Al ha mandato in confusione tanti cattolici, se il papa, che è l'unico che ha l'autorità, intervenisse per riportare chiarezza, gliene saremmo tutti grati. Io al momento sono giunto ad una riflessione che salva capra e cavoli, il problema è che non so se è giusta.
E il dubium n1 è ancora niente, il due è più complicato. Io qui risponderei più sicuro di sì, ovvero che esistono norme morali assolute, tuttavia, credo, Al non mette in discussione questo, quanto piuttosto il fatto che il non rispettare queste norme sia di assoluto impedimento al sacramento. Ma qui entriamo in un ambito dove davvero la mia è solo un'opinione, è materia da teologi, non di semplici fedeli. Per quanto io sia ferrato, non ho mai studiato teologia morale, né i manuali del confessore, la parte a me nota è quella della pecora, perché pecora sono, io da pecora sono tenuto a seguire il mio pastore, il pastore invece ha il compito di non far finire la pecore nei burroni. Sono lavori complementari ma diversi. Io mi devo sforzare di essere una buona pecora, il prete di essere un buon pastore.
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