Domande su Garibaldi

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    Che cosa si aspettavano da Garibaldi personaggi così diversi come Cavour, Vittorio Emanuele II e Mazzini? E che cosa, invece, i contadini meridionali?
     
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    Hai qualche idea in merito da proporre?

    Guarda caso sto leggendo: Christopher Duggan, La forza del destino - Storia d'Italia dal 1796 ad oggi, Laterza, Roma - Bari, 2013, ISBN 9788858109359, ma sono appena all'inizio. Se trovo qualcosa di interessante nel seguito della lettura lo faccio sapere.
     
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    Non avevo notato l'nteressante discussione.

    CITAZIONE (mimipi @ 12/4/2021, 12:21) 
    Che cosa si aspettavano da Garibaldi personaggi così diversi come Cavour, Vittorio Emanuele II e Mazzini? E che cosa, invece, i contadini meridionali?

    Cavour -almeno negli ultimi mesi immediatamente precedenti, senza a mio parere averlo veramente progettato con largo anticipo né auspicato ideologicamente- probabilmente si aspettava pressappoco quello che Garibaldi effettivamente fece.
    Vittorio Emanuele probabilmente si aspettava -temendolo- che Garibaldi combinasse qualche guaio di livello internazionale destabilizzando il regno delle Due Sicilie e -vuoi mai- il potere temporale su Roma, magari fino al punto da causare la necessità di un intervento pacificatore di qualche potenza internazionale.
    Mazzini sicuramente si aspettava -temendolo- che Garibaldi avrebbe fatto pressappoco quello che effettivamente fece, finendo col mettere tutte le carte in mano a Casa Savoia e di fatto rendendo l'Italia sì una, ma alquanto poco libera e per nulla repubblicana e in definitiva creando una frattura di lungo periodo fra la questione istituzionale e quella sociale.

    I contadini meridionali, ammesso che retrospettivamente siano riconducibili ad una identità complessivamente omogenea, probabilmente si aspettavano che Garibaldi spazzasse via il campo dai potentati locali più o meno baronali, cioè che facesse ciò che essi stessi nei decenni precedenti già avevano sperato -ma invano- dalla monarchia borbonica e probabilmente auspicavano un futuro di progresso economico e di modernità senza necessariamente fare caso al modello istituzionale monarchico piuttosto che libertario o unitario piuttosto che federale.

    Per carità: mie impressioni personali.
     
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    Ciao, a riguardo dell'argomento qua è spiegato abbastanza bene:

    www.youtube.com/watch?v=wjXfFYf69zA
     
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    CITAZIONE (DrBarde @ 24/5/2021, 11:55) 
    . . . qua è spiegato abbastanza bene . . .

    Grazie della segnalazione, molto appropriata in effetti.

    Riassuntino per chi è di corsa (o non ama seguire filmati invece di leggere un testo)? ;)
     
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    perché molti meridionali dicono che Garibaldi fosse un assassino?
     
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    Probabilmente anche i Fatti di Bronte hanno avuto il loro peso.
     
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    a mio parere l'Italia doveva essere Unita. Molte idiozie si son detti nei confronti del Fratello G. Garibaldi. Idiozie che oggi lo Stato dovrebbe mettere a tacere
     
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    CITAZIONE (MeIpsum84 @ 24/2/2023, 13:14) 
    Idiozie che oggi lo Stato dovrebbe mettere a tacere

    Eh no! Lo Stato deve favorire la ricerca e anche quella storica, la diffusione della cultura nelle scuole e altrove, ma non deve mettere a tacere, questo lo fanno le dittature, non le democrazie. E l‘unione non si ottiene per decreto.
     
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    C'è sempre stato -e in questi anni è persino ulteriormente riemerso, soprattutto sul web- una sorta di revanscismo antinunitario e filoborbonico in alcune parti del Sud Italia.
    Ciò è legato principalmente a malintese forme di "identità" specifica rispetto al resto d'Italia (ma prodotte a mio parere dalla semplice persistenza di sacche di ignoranza, perché a ben vedere ogni parte d'Italia è straordinariamente specifica da ogni punto di vista, culturale, sociale, linguistico e persino geomorfologico rispetto a tutte le altre), ma ha anche argomentazioni profonde nella presunzione di un particolare teorico legame fra le popolazioni meridionali e la vecchia monarchia locale in termini di particolarissima contrapposizione classista nella quale un monarca a Napoli o a Palermo era percepito come garanzia contro eccessi di una classe medio-alta locale (questa era una vecchia questione medievale che nel XIX non era più vera da molto tempo, ma persisteva tenacemente nell'opinione comune).
    Ricordiamoci poi che non avendo la forza militare per contrastarlo materialmente, la morente dinastia borbonica aveva puntato tutto sulla demonizzazione propagandistica della figura personale di Garibaldi, con non pochi effetti sulla credulità popolare.
    A ciò si aggiunga che l'Unità fu seguita da un lungo periodo di ostilità da parte della Chiesa sia verso la dinastia regnante unitaria che verso le aggregazioni politiche progressiste che attorno a figure come quella di Garibaldi (personalmente anticlericale al massimo livello) andavano formandosi e ultimo ma non affatto irrilevante che dopo l'azione militare di Garibaldi la situazione economica e sociale ereditata dal regime borbonico era così disgraziata che partirono subito tensioni violente sia in Sicilia che a Napoli ed altrove tanto nella direzione di maggiori istanze progressiste quanto semplicemente attorno a delicati equilibri che erano stati rotti, con il risultato che se non (e in effetti non) propriamente Garibaldi, però le truppe unitarie che lo seguirono e fino ancora per non pochi anni furono coinvolte in sanguinosi tentativi eversivi e autrici di sanguinose forme di repressione.

    Suggerirei di andare a vedere lemmi di Wikipedia come Brigantaggio postunitario oppure per esempio Rivolta del Sette e Mezzo e tanti altri che risalendo da lì si possono trovare. Ci sono persino dei film di vario orientamento su questi argomenti.

    Di nuovo, capiamoci che Garibaldi non ne era direttamente coinvolto (anzi in qualche caso intervenne nei confronti dell'opinione pubblica e della politica del tempo), ma la nomea era facilmente comprensibile: in fondo aveva abbattuto una dinastia per poi non poter fare altro che mettere tutto quanto in braccio ad un'altra.
     
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    Mi sembra che su Cavour e Garibaldi ci siano già diversi elementi (Barbero è un valido divulgatore). In giornata vedo di spiegare un po' la posizione di Mazzini.
     
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    In ritardo, è un periodaccio :rolleyes: , ecco qualche nota. Le biografie dei tre e gli eventi storici del periodo sono ovviamente reperibili in rete.

    Mazzini si era formato soprattutto sulle letture di Foscolo e dei giacobini francesi. Dopo il fallimento dei moti carbonari del 1820-21 e dei suoi stessi tentativi rivoluzionari nel ‘33-34 si convinse che un'Italia libera e unita potesse nascere solo dalla partecipazione popolare. Rinnegata dunque la carboneria, fondò la Giovane Italia. Per lui l’impegno rivoluzionario andava considerato come una missione disposta da Dio e richiedeva uno spirito di sacrificio che poteva scaturire solo dalla fede, non più finalizzata al trascendentale ma al progresso sociale e civile dell’umanità.
    Cavour era un convinto monarchico, contrarissimo al repubblicanesimo rivoluzionario di Mazzini e riteneva indispensabile una rete di alleanze per liberare Lombardia e Veneto dall'Austria.
    Garibaldi, pur repubblicano e mazziniano, fu sempre tiepido nei confronti di Mazzini, per lui troppo ideologizzato e lontano dal popolo. Divenne monarchico in vista di più concrete possibilità di azione e affiancò con i suoi volontari l’esercito sabaudo.
    I tre si trovarono per così dire a confronto soprattutto durante la II guerra d'indipendenza, gli eventi successivi e la spedizione dei Mille. Ognuno tentò di perseguire i suoi scopi e fu deluso dagli altri: Cavour dalle iniziative rivoluzionarie di Garibaldi a sud, che poi si decise a “cavalcare”; Garibaldi da Cavour e dal re; Mazzini da Garibaldi.

    Qualche episodio meno noto in riferimento a Mazzini.
    Era a Londra quando lesse sul Times che Napoleone III si accingeva alla guerra con l'Austria in alleanza con il Piemonte. Deplorò l'intervento dello straniero, ma quando molti repubblicani che avevano partecipato sotto la guida di Garibaldi giudicarono l'armistizio di Villafranca un tradimento della causa nazionale, Mazzini pensò di poter riprendere il suo ruolo rivoluzionario in Italia. Scrisse persino a Vittorio Emanuele II perché riprendesse la guerra senza la Francia: sarebbe stato il popolo a decidere se poteva essere re o presidente della repubblica. Non ebbe risposta.
    Sperava comunque di influenzare le azioni di Garibaldi e in parte vi riuscì. Inizialmente si recò in Toscana, dove intendeva riunirsi con gli insorti siciliani di Crispi, ma Ricasoli -capo del governo dopo le dimissioni di Cavour -, che lo aveva protetto, se ne liberò: la Toscana si sarebbe riunita al Piemonte con un referendum ed era pericoloso che divenisse la sua base operativa.
    Mazzini infatti, non avendo fondi per armare un esercito, si “dedicava” alla preparazione di bombe simili a quelle di Orsini, l’attentatore di Napoleone III. E due scoppiarono proprio nel palazzo di Ricasoli!
    Mazzini andò a Lugano e poi a Londra. Cavour tornò al governo e il parlamento respinse una mozione mazziniana contro la cessione di Nizza che aveva raccolto 800mila firme. Mentre Cavour conduceva trattative diplomatiche con il regno delle due Sicilie, Mazzini spingeva Garibaldi a muoversi con i Mille.
    Poiché costui rifiutava di farlo senza ricevere un segnale dai siciliani mandò un appello che ebbe seguito: il 4 aprile del 1860 ci fu effettivamente una rivolta a Palermo. I mazziniani Pilo e Corrao andarono in Sicilia per indirizzarne lo svolgimento.
    E finalmente, a maggio, arrivò Garibaldi. Una peculiarità interessante della spedizione è che molti repubblicani parteciparono al suo programma di cooperazione con la monarchia rimanendo tali e Mazzini continuò a esercitare un’influenza morale sullo stesso Garibaldi.
    Il che non gli risparmiò ulteriori delusioni.

    Edited by virelle - 26/2/2023, 10:08
     
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    Sì, vero. Ma la domanda, quella posta da MeIpsum84, che però non s‘è fatto più vivo dopo il mio commento alla funzione dello Stato,
    CITAZIONE
    perché molti meridionali dicono che Garibaldi fosse un assassino?

    ammesso che quanto affermato sia vero, dato che l’affermazione non è confermata da prove o documenti, non ha ancora trovato risposta al di là del mio riferimento, non so quanto giusto, ai fatti di Bronte e delle considerazioni, certo importanti, di LA.

    Non nascondo però la mia impressione che domande su temi davvero importnti, buttate però giù così sinteticamente, non siano poste per iniziare una discussione approfondita, ma piuttosto per veder confermata un‘opinione preconcetta come appunto quella espressa da MeIpsum84 nel suo secondo intervento:
    CITAZIONE
    a mio parere l'Italia doveva essere Unita. Molte idiozie si son detti nei confronti del Fratello G. Garibaldi. Idiozie che oggi lo Stato dovrebbe mettere a tacere


    Edited by dceg - 25/2/2023, 21:18
     
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    :oops: In questi giorni sono più distratta del solito. Se ne parla abbastanza in rete: lo giudica pessimo un "filone" del meridionalismo. Ecco un esempio:
    CITAZIONE
    Garibaldi, il massone assassino, stupratore, corsaro, pirata e ladro. https://www.quotidianodigela.it/garibaldi-...pirata-e-ladro/

    Segue una ricostruzione sui generis delle sua biografia. Ecco la conclusione:
    CITAZIONE
    L’eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi ha il curriculum pieno di nefandezze, di assassini e stupro di ragazzine, corsaro, pirata, ladro, però per la bibliografia ufficiale è un eroe senza macchia, non riconosciuto dai Savoia, tanto da trovarcelo in tutte le piazze delle nostre città. Il costo che abbiamo dovuto pagare per la costituzione dell’unità d’Italia, è stato grande, mentre il nord ha tratto solo vantaggi, perché ancora sotto il dominio Austriaco. W l’Italia unita a scapito del sud. La costituzione dell’Italia unita, al meridione è costata lacrime e sangue, con la disgrazia di non poterne parlare, perché il fine è molto alto e i crimini commessi sono tutti giustificati. Ma la cosa più vergognosa è che i nordisti, non soddisfatti dei vantaggi immediati, continuano a tenere il meridione come colonia del popolo settentrionali sfruttandolo spudoratamente, senza alcun ritegno.

    Interessante questo pezzo sul massacro di Bronte (https://www.inuovivespri.it/2019/12/03/la-...-gli-inglesi/#_) che reca in calce il testo dell'editto di Nino Bixio.
    E qui una sintesi della vicenda, senz'altro disonorevole. https://www.altaterradilavoro.com/la-stori...unione-europea/
     
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    L‘editto di Bixio però non c‘è!
     
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