Domanda su Giovanni Giolitti

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    Storia della questione meridionale dall'italia postunitaria alla metà del xxi secolo.
     
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    Non vorrei sembrare presuntuoso, ma non riesco a capire se stai chiedendo informazioni sul argomento, oppure opinioni?
     
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    CITAZIONE (lolita7 @ 11/6/2022, 19:15) 
    Storia della questione meridionale dall'italia postunitaria alla metà del xxi secolo.
    La sottolineatura è mia

    Spendere qualche parola in più non guasterebbe. Il nome è nuovo, maliziosetto, ma la richiesta si situa nel filone già da tempo iniziato sotto altre, sedicenti semplici, spoglie. E mi chiedo: sarai mica la portavoce d'una classe intera che si deve preparare all'esame di maturità?

    Comunque visto che siamo ancora nel primo quarto del XXI secolo ritengo sarà difficile prima di ventott'anni darti una risposta esauriente.
     
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    comunque dceg contro l'acidità le consiglio un biochetasi, e contro la rabbia repressa verso le nuove generazioni un po' di buona sana psicoterapia <3
     
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    Né acidità, carissima, né rabbia repressa o no tanto meno verso le nuove generazioni, ma certi dubbi mi vengono in mente, e sinceramente li esprimo. Quanto alla psicoterapia, l‘ho praticata io stesso, e spero anche con un certo successo, per oltre tre decenni, e non ho esitato a ricorrerci io stesso, quando ne ho sentito il bisogno. Ma, scusa, perché invece di sentirti offesa, non hai semplicemente risposto ai miei dubbi?

    Edited by dceg - 12/6/2022, 14:39
     
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    frapalin no, in realtà lo leggerei con piacere anche dopo la scadenza che ho adesso. Grazie!
     
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    CITAZIONE (frapalin @ 12/6/2022, 14:29) 
    CITAZIONE (lolita7 @ 12/6/2022, 13:03) 
    frapalin no, in realtà lo leggerei con piacere anche dopo la scadenza che ho adesso. Grazie!

    Benissimo, te lo posterò appena sarà disponibile in libreria

    Ha scritto altri libri?
    E ne ha in cantiere altri in futuro?
     
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    CITAZIONE (frapalin @ 12/6/2022, 02:10) 
    CITAZIONE (lolita7 @ 11/6/2022, 19:15) 
    Storia della questione meridionale dall'italia postunitaria alla metà del xxi secolo.

    Ti consiglio di cercare testi e trattati del prof. Alessandro Mola, è il massimo esperto in Italia proprio di Giolitti. Inoltre mio suocero lo conosce personalmente, sta attendendo la pubblicazione di un libro proprio su Giolitti per cui il prof. Mola gli ha scritto la prefazione.

    con tutto il rispetto per le amicizie di tuo padre lessi molti anni fa di Mola "declino e crollo della monarchia" e lo considero uno dei più brutti saggi storici mai letti, di un esasperante e mal documentata faziosità filo monarchica . se ricordo bene, sono passati anni e l'età non aiuta, c'era una sfegatata difesa del comèportamento dei Savoia prima e dopo l'8 settembre. Ma per carità , tutti i gusti sono gusti
     
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    A. A. Mola (che conobbi da studente a Torino nei primi anni '60, frequentavamo la stessa facoltà, e per cui, come ho già detto nutrivo una, spero ricambiata, istintiva antipatia) è, credo dichiaratamente, monarchico, per cui non mi meraviglio molto del giudizio di Lucrezio, che di simpatie sabaude mi pare ne abbia pochine.

    Edited by dceg - 12/6/2022, 18:05
     
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    Ovviamente che propugni idee sfacciatamente monarchiche non me lo rende simpatico, ma è il modo in particolare che colpisce, , ho ritrovato il libro e anche qualche indicazione sulle "perle" che contiene , se interessa , man mano che mi vengono in mente ve le propongo .
    Ad esempio in "declino e crollo della monarchia in Italia " , mondadori 2006 , pag 290 291 commenta così il rattato di pace alla fine della seconda guerra mondiale :

    "È stato detto che se l'Italia fosse rimasta monarchica i vincitori non avrebbero imposto un trattato tanto punitivo come quello del 10 febbraio 1947. Gli argomenti a sostegno di tale ipotesi sono numerosi e convincenti. In primo luogo, benché abdicatario e all'estero (ma non è affatto detto che dovesse ri manervi sino alla morte né che fosse condannato al silenzio) Vittorio Emanuele III avrebbe potuto farsi ascoltare. Avrebbe potuto ricordare il ruolo dell'Italia nei suoi quarantasei anni di regno: la svolta liberale d'inizio Novecento, le ragioni profonde dell'impresa di Libia («la grande proletaria si è mos sa» disse Giovanni Pascoli), l'intervento nella Grande guerra, la riscossa dopo Caporetto, quando al convegno di Peschiera ni il re in persona a spiegare agli Alleati, inizialmente scettici, che l' l'Italia ce l'avrebbe fatta... Il re avrebbe potuto rievocare il favore mostrato da capi di Stato e uomini politici nei confronti del governo italiano fra il 1922 e (almeno) il settembre 1938, i I plausi, le attestazioni di stima, la realtà delle relazioni diplomatiche col Regno (che era e rimase sempre altra cosa dal regime e, ancor più, dal Pnf e dai suoi gerarchi). I vincitori avrebbero incontrato molto imbarazzo ad attribuire il 25 luglio 1943 a merito proprio e di non meglio precisati «elementi democratici del popolo italiano» stendendo il silenzio più imbarazzato sull'azione protagonista della Corona, anzi del re stesso, che si confrontò direttamente con Mussolini."

    Se volete possiamo soffermarci su ogni singola parte di questa sequela di affermazioni , per ora mi limito a dire che non vi è traccia di citazione donde siano tratte queste convinzioni ad iniziare dallo stupefacente incipit "è stato detto " senza la minima traccia nè nel testo nè in nota (per altro quest' ultime pressechè assenti) di chi l' ha detto , dove e quando.
    Può essere benissimo che i testi indicati dall' amico Frapalin siano di ben diversa levatura.
    Per questo non si tratta di condividere o meno le idee , ma si fa fatica a dire che sia stato scritto da uno storico
     
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    Quel che Lucrezio fa rimarcare è la mancanza di citazioni delle fonti, che in genere avvengono nelle note, e che sono una delle caratteristiche dei lavori degli storici, indispensabili per la verifica delle affermazioni. Per fare un esempio: in un libro di storia che sto leggendo e che ha 1532 pagine, il testo ne occupa 1103, il resto sono note (244 pagine), fonti, bibliografia, indici dei nomi e dei luoghi ecc.
    La critica è rivolta al metodo, prima ancora che al contenuto.
     
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    dceg non sarei riuscito a chiarire meglio !
     
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    Grazie!
     
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