Il papato nel XV secolo

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    Il papato nella prima metà del XV secolo
    Agli inizi del XV secolo si vanno diffondendo le idee dei conciliaristi, cioè di coloro che asseriscono la superiorità dei vescovi riuniti in concilio nei confronti del papa. Approvata nel concilio di Pisa (1409) e confermata nel concilio di Costanza (1414-8), la teoria conciliarista viene contestata dal papa Eugenio IV (1431-47), in opposizione al quale, però, i vescovi eleggono un antipapa nella persona di Felice V (1439), aprendo il cosiddetto «Piccolo scisma», che si conclude dopo dieci anni con l’abdicazione di Felice (1449).

    Il papato nella seconda metà del XV secolo
    Il papato risente della temperie culturale rinascimentale e vi contribuisce.
    Il primo papa rinascimentale può essere considerato Niccolò V (1447-55). Egli amministra il suo regno come gli altri signori coevi e, come loro, si distingue per il suo mecenatismo. È lui che crea la biblioteca vaticana. È lui che dà disposizione a Leon Battista Alberti di edificare la basilica di S. Pietro e di rinnovare l’urbanistica del Vaticano. Oltre ad abbellire la città, i papi non dimenticano di arricchire se stessi e favorire i propri parenti. Adesso, ancora di più rispetto al passato, diventare papa è visto come una ghiotta occasione per elevare la condizione propria e quella dei propri parenti, un vero e proprio affare.
    Callisto III (1455-8) riporta in auge la politica nepotista, che accomunerà tutti i papi di questo periodo.
    Mentre si dichiara contrario ad ogni forma di conciliarismo, Pio II (1458-64) si comporta da sovrano assoluto, tanto da poter essere considerato il primo “papa-re”.
    Non è da meno Sisto IV (1464-71), il cui nepotismo, il gusto del fasto e i continui interventi nella politica italiana, fanno di lui un tipico rappresentante del papa rinascimentale.
    In Innocenzo VIII (1484-92) prevalgono invece le doti del mecenate: sotto di lui operano Pinturicchio, Mantegna, Filippo Lippi e il Perugino e la curia diventa uno dei centri artistici più attivi del tempo.
    Il nepotismo ritorna con Alessandro VI (1492-1503) a conferma di un papato, che è intento più a questioni temporali che spirituali. Se pensiamo all’ammonimento di Cristo «lasciate i vostri beni e seguitemi», non possiamo non constatare che i papi fanno esattamente il contrario, macchiandosi, quanto meno, del reato di concussione e di simonia!

    Conclusioni
    Nel XV secolo il papa acquista le sembianze di un principe rinascimentale, amante del lusso e della bellezza e impegnato in una spregiudicata politica di favore per parenti ed amici (nepotismo).
     
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    è corretta la spiegazione del perchè non vi sia Papa Pietro? https://it.aleteia.org/2013/09/19/perche-n...nome-di-pietro/
     
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    Sì, prevalgono l'origine divina dell'investitura (onde il primo cambio del nome) e occhieggia la superstizione, su cui ironizza questo sito (https://psicosi2012.wordpress.com/2013/03/...papa-di-colore/), che però la ritiene in certo senso alle spalle
    CITAZIONE
    Solo per curiosita’, nel 983, venne eletto un cardinale romano di nome Pietro. Dopo la sua elezione, il pontefice scelse ovviamente di cambiare il suo nome e divenne Giovanni. Dunque, se proprio vogliamo essere pignoli, nella storia c’e’ gia’ stato un Petrus Romanus, ma niente di eclatante e’ poi avvenuto.
     
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2 replies since 23/10/2011, 19:13   1516 views
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