Quando si voterà nel Lazio?

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  1. Italo-romano
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    Questione di stringente attualità, amici, pertanto vi propongo questo articolo che mi pare la sintetizzi in maniera abbastanza efficace:



    http://roma.corriere.it/roma/notizie/polit...142366450.shtml



    Corriere della Sera >
    roma >
    Regione Lazio, Cancellieri : meglio voto subito
    Ma è scontro con Polverini

    DOPO LO SCANDALO
    Regione Lazio, Cancellieri : meglio voto subito
    Ma è scontro con Polverini
    Alemanno e Casini: election day in primavera, no di Zingaretti. La presidente: impossibile votare a dicembre


    ROMA - Polverini e Alemanno, a braccetto come forse mai capitato finora, da una parte. Zingaretti dall'altra. In mezzo le istituzioni: il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, a cui tutti si rivolgono come fosse un oracolo, e il prefetto Giuseppe Pecoraro. Domanda semplice, risposta molto meno: quando si vota nel Lazio? Fosse per la Cancellieri, la decisione già ci sarebbe: «Lo statuto del Lazio - dice - lascia spazio a diverse interpretazioni. Il ministero e l'avvocatura dello stato hanno dato la loro consulenza e io ho espresso la mia personale opinione». Che era di votare a dicembre, il prima possibile. La Polverini, però, non è dello stesso avviso e pensa ad un nuovo appuntamento al Viminale. Cancellieri è alla finestra: «Come ho sempre detto e stabilisce la legge - aggiunge - spetterà a Polverini indire le elezioni e fissarne la data». La governatrice, dimettendosi dalla Regione, sembrava sul piede di guerra: «Questa gente la mando a casa io», campeggiava sui suoi manifesti, sparsi in tutta la città. I Radicali, con un tocco di perfidia, glielo ricordano: «Polverini è chiacchiere e manifesti: si voterà nel 2013», dice Giuseppe Rossodivita.

    Renata PolveriniRenata Polverini
    Ipotesi che prende corpo, a sentire le dichiarazioni dell'ex presidente, spalleggiata da Alemanno: interessi che confluiscono, visto che dilazionare la data del voto serve al centrodestra per riorganizzarsi ed è utile alla Polverini che proprio a quel centrodestra (col quale ha litigato, fino a farsi uscire le vene dal collo) chiede un «salvacondotto» per il futuro. Lei è stata chiara: «Difficile votare a dicembre». E la sua ombra politica, l'assessore al Bilancio Stefano Cetica, aggiunge: «Le elezioni nel 2012 sono tecnicamente impossibili». Segue botta e risposta infuocato con Esterino Montino (Pd). Ora anche Alemanno sposa la linea-Polverini: «Sono d'accordo con lei. Bisogna puntare all' election day ». Che poi è anche il sogno di Pier Ferdinando Casini, altro protagonista del Risiko laziale: «Ogni elezione costa 28 milioni euro: bisogna risparmiare soldi, punto e basta. È una questione di buonsenso, considerando che si tagliano servizi sociali e si sono sprecati fondi in consiglio regionale».

    Nicola Zingaertti (Jpeg)Nicola Zingaertti (Jpeg)
    Zingaretti, che da quando è sceso in campo sulla Regione mollando la corsa al Campidoglio si trova allo scoperto, vuole accelerare i tempi: «Gravi i tentativi per rimandare le elezioni. La frattura tra cittadini e istituzioni si aggraverebbe ancora di più». Il presidente della Provincia chiama in causa il Capo dello Stato: «Le parole del Presidente Napolitano sono un forte e chiarissimo monito alla politica: occorrono segnali di sobrietà e cambiamento». Sulla stessa lunghezza d'onda i dirigenti del Pd: «Alemanno e Polverini tengono il Lazio in ostaggio», dice Michele Meta. Vincenzo Maruccio (Idv) chiede che «intervenga il governo».

    Il centrodestra prende tempo, per capire l'aria che tira prima di prendere decisioni complicate: presentare o no il simbolo, scegliere il candidato per la Regione, capire il futuro politico di Alemanno. Il sindaco continua a dire pubblicamente di non volersi dimettere ma da Bari, alla convention della sua «Nuova Italia», lancia una frase sibillina: «Voglio continuare a fare il sindaco, ma non con questo Pdl e se a livello nazionale crolla tutto». Secondo il Pd è un segnale di fuga. Chissà. Molto dipenderà anche da Berlusconi e da cosa vorrà fare: candidarsi o no, azzerare il partito, favorire la scissione? Alemanno pensa «alle primarie», ad «un simbolo nuovo da presentare a Roma e nel Lazio», attacca il Pdl «che non ha una proposta politica: per questo siamo giù nei sondaggi», invoca il «basta a brutte immagini» e teme una «delegittimazione storica, dopo quest'incendio dentro casa». Il sindaco sembra prendersela anche con Angelino Alfano: «Ci aspettavamo che si costruisse un modo per lavorare insieme, ma il momento di svolta non c'è mai stato». Interviene Gianni Sammarco, coordinatore romano: «Alemanno sbaglia su Alfano». E il sindaco corregge il tiro: «Nessuna accusa ad Alfano: sia lui il primo interprete del cambiamento». Ci scappa una polemica anche col presidente della Camera: «La scissione di Fini - dice Alemanno - fu una mazzata». Replica il leader di Fli: «Venni cacciato e se Alemanno era presente a quella decisione votò a favore, perché so chi votò contro». Piovono frecciate.

    Ernesto Menicucci7 ottobre 2012 | 13:20

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