CITTADINANZA ALLO STRANIERO DA 5 ANNI IN ITALIA: SIETE D'ACCORDO?
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CITTADINANZA ALLO STRANIERO DA 5 ANNI IN ITALIA: SIETE D'ACCORDO?

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  1. lupog
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    Approvato dal Consiglio
    dei ministri Ddl su cittadinanza


    E' stato approvato oggi dal Consiglio dei ministri il Ddl, il Disegno di legge, presentato da Giuliano Amato, ministro dell'Interno, che porta dagli attuali dieci a cinque anni i tempi per poter richiedere la cittadinanza italiana.

    Si tratta di una riforma che stabilisce, tra l'altro, alcuni punti per i minori immigrati: la cittadinanza alla nascita per i figli di stranieri che risiedono in Italia da almeno cinque anni e che verrà ritenuto italiano anche il minore che risiede e studia nel nostro Paese da 5 anni.

    La domanda di cittadinanza verrà accolta dall'amministrazione se l'immigrato dimostrerà una reale integrazione e, naturalmente, di aver soggiornato nel nostro Paese con regolare permesso. Negli anni passati, in media, sono state presentate circa 10mila domande per ottenere la cittadinanza ma con il Ddl approvato oggi "prevediamo diventino 18 mila" ha spiegato il ministro dell'Interno Giuliano Amato.

    fonte: la Repubblica
     
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  2. Dati e Fatti
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    Sono potentemente d'accordo.
    O si integrano con rapidità coloro che hanno saputo adattarsi al nostro ethos (way-of-life, occomediavololovuoidire), o è inutile parlare di società multietnica, e di convivenza.

    Non possiamo pensare alla globalizzazione come ineluttabile, per poi lottare contro l'integrazione degli stranieri...

    PS: perhcé ho votato, ma non è stato conteggiato il mio voto? :blink:
     
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  3. lupog
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    la vicenda di Hina, la ragazza pachistana uccisa dal padre a Brescia dà l'occasione a Magdi Allam di pronunciarsi sul problelma della cittadinanza agli immigrati sottolineando come non sia il problema quantitativo della cittadinanza concessa agli immigrati dopo 5 o 7 anni di residenza bensì qualitativo della preventiva verifica della condivisione ed accettazione dei valori della società da parte dell'immigrato.

    questo la stralcio a mio parere più significativo dell'editoriale di Allam sul Corriere del 19 agosto



    A maggior ragione il governo e l'opposizione, oltre a far riferimento a legittimi ideali che ispirano la rispettiva scelta politica, dovrebbero avvalersi dell'esperienza di chi ci ha preceduto sul piano dell' accoglienza degli immigrati. E per nostra fortuna l'Europa non è all'anno zero sul piano dell'integrazione degli immigrati. Ebbene l'insegnamento principale che si trae è che la conoscenza della lingua e dei valori fondanti la società deve essere un prerequisito per la concessione del visto d'ingresso per ragioni di lavoro o di ricongiungimento familiare. Un test da effettuarsi nel proprio Paese d'origine presso le ambasciate o i consolati europei, che attesti la ferma volontà di intraprendere il percorso dell'integrazione. E che quindi va necessariamente verificato all'inizio del percorso, non alla fine, in prossimità del traguardo della richiesta della cittadinanza.
    E' indubbio che l'integrazione comporta un costo: si tratta di stabilire chi deve pagare e qual è il prezzo. Se l'acquisizione degli strumenti atti a favorire il processo di integrazione avviene prima, il costo è individuale, a solo carico dell'aspirante immigrato, limitato alla frequentazione di un corso di lingua, cultura generale e educazione civica. Se, invece, avviene dopo, a pagare siamo tutti noi, la società autoctona d'accoglienza e l'insieme degli immigrati, con un ben più pesante costo in termini di prevenzione, gestione e repressione dei fenomeni di emarginazione ed eversione che scaturiscono proprio dalla difficoltà o mancanza di volontà di integrarsi e di condividere i valori.

    fonte: Corriere della Sera
     
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  4. Empereur
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    Ho votato no, ma cambierei la mia opinione se il famoso "foglio di via" si trasformasse da un pezzo di carta ad una vera e propria azione, con la quale si accompagna l'interessato fino al confine e lo si obbliga a lasciare il paese. La cambierei anche se gli immigrati, di qualsiasi nazionalità, smettessero di addure la propria nazionalità come causa di ogni proprio male.

    Sei italiano e non trovi lavoro? Sfortuna.
    Sei immigrato in italia e non trovi lavoro? Razzismo.
     
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  5. ShakeUp
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    Sono fermamente contrario per ragioni che andrò a spiegare...
    Ad ogni modo, questa è una manovra prettamente politica per poter avere quel milione di voti in più per assicurarsi le vittorie politiche.
     
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  6. Dati e Fatti
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    CITAZIONE (Empereur @ 25/8/2006, 14:05)
    Ho votato no, ma cambierei la mia opinione se il famoso "foglio di via" si trasformasse da un pezzo di carta ad una vera e propria azione, con la quale si accompagna l'interessato fino al confine e lo si obbliga a lasciare il paese. La cambierei anche se gli immigrati, di qualsiasi nazionalità, smettessero di addure la propria nazionalità come causa di ogni proprio male.

    Sei italiano e non trovi lavoro? Sfortuna.
    Sei immigrato in italia e non trovi lavoro? Razzismo.

    Questa volta non mi trovi d'accordo.

    Trovo il tuo discorso un po' troppo tagliato con l'accetta.

    Il fatto che (come sempre e dovunque) tra i più deboli ci sia qualche piagnone, non autorizza a pensare che lo stato di debolezza non esista.
    Poi non credo tu voglia dire che in molte zone d'Italia il razzismo non ci sia, e non sia un ostacolo all'integrazione, vero?

    Detto questo: che la povertà, la discriminazione, ecc. siano terreno di coltura
    anche per la manovalanza del crimine, lo dicono decenni di studi sociologici, non io.
    E se pensiamo di risolvere il problema alle frontiere, stiamo freschi.
    E' come illudersi che aprire l'ombrello fermi la pioggia.
     
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  7. bedoz
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    io sono d'accordo per il principio, bene espresso da dati e fatti e per un motivo che è maggior numero di immigrati cittadini maggiore entrate allo stato ome tasse, che in un periododi recessione economica come questa può essere una buona cosa...
     
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  8. <_.:geko:._>
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    d'accordissimo!!!!!!

    in fondo molti immigrati vengono in italia e si integrano perfettamente, trovano un lavoro, fanno figli e quindi entrano a tutti gli effetti nella società e quindi è anche giusto e doveroso chi li si riconoscano ufficialmente all'interno di questa società.
     
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  9. Danny wright
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    Sono contrario alla riforma,io voglio vivere in un'Italia di italiani,non in una società multietnica,per me tra gli immigrati c'è brava gente,ottimi lavoratori e gente molto rispettosa,ma ci sono anche delinquenti ladri e quant'altro di peggio che c'è,quindi per prevenire non facciamo entrare nessuno,in modo che non entrando nessuno,ci preveniamo anche dalle cosidette "mele marcie "che sono la minoranza.Sono qui da poco quest'immigrati e già ci chiedono di togliere i crocifissi dalla classe,di costruirgli edifici religiosi per i loro culti e quant'altro.Inoltre come saprete i mussulmani hanno come usanza di considerare meno la donna e per loro è quasi nella normalità violentarsi una donna,ed io non intendo far correre anche un minimo rischio alle nostre donne che ciò accada.Bisogna prevenire,e per prevenire non facciamo entrare più nessuno,o,come in Germania e Grecia,mettere un tetto massimo annuo di immigrati che possono entrare.Il lavoro diamolo prima agli italiani,e poi agli immigrati,così come casa e servizi sociali,ma non sempre è così.E poi un giorno a voi piacerebbe mandare vostro figlio in una scuola multietnica?Per scuola multietnica intendo una scuola senza insegnamento della religione cattolica per rispetto di altri,una scuola dove magari gli italiani sono la minoranza,dove bulgari,rumeni,albanesi e quant'altro si farebbero gioco di loro nelle proprie lingue,insomma in un'Italia dove comandano gli stranieri,a voi piacerebbe sinceramente??
    A me no,a voi non so...
     
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  10. Lore3891
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    Gli immigrati sono da almeno dieci anni parte fondamentale del nostro paese, perché le nascite di italiani di origine italiana tende sempre a calare, e l'immigrazione è un'ottima soluzione alla crisi demografica.
    Ovviamente sono favorevole, anche per altre ragioni, ma questa riforma dovrebbe essere accompagnata da un più severo controllo sulle immigrazioni regolari, e soprattutto sul loro sfruttamento
     
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  11. .::DragoNero::.
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    Nonostante la mia contrarietà verso la concessione della cittadinanza agli immigrati ( soprattutto in modo così semplicistico ) faccio buon viso a cattiva sorte e, dati alla mano, trovo corretto accettare questa incapacità dell' italiano "puro" di procreare a fronte di una natalità straniera di gran lunga superiore.

    Mi rendo conto, altresì, che l'Italia degli italiani é destinata a scomparire per diventare simile agli Stati Uniti dove, é notorio, non esiste una "pura razza" americana ( a parte gli indiani, ormai confinati nelle riserve federali ). Essendo porto privilegiato dell'immigrazione dal nordafrica l'Italia, insieme alla Spagna, non può far altro che attutire l'impatto "donando" la cittadinanza ha chi ne potrebbe aver diritto.

    Ma il punto nodale é: siamo certi che questa forma di integrazione riduca veramente l'annoso problema dell'immigrazione clandestina ? Non é, forse, un'attrattiva maggiore per quei poveri disgraziati che partono dalle coste libiche ? E poi: aver diritto a definirsi italiani significa rispettare le leggi, gli usi, le tradizioni, conoscere alla perfezione la lingua del Paese ospitante. Non mi sembra che il tentativo britannico, maturato ben prima del nostro, abbia portato a così sensibili miglioramenti. Al contrario: inglesi di terza generazione non si pongono scrupoli nel compiere atti vergognosi contro la Patria di cui sono rappresentanti per diritto acquisito.

    Meditiamo, per favore.
     
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  12. Dati e Fatti
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    Beh, l'alternativa?
    Chiudere le frontiere?
    Sarebbe come pensare di fermare la pioggia aprendo l'ombrello.
    Quanto alla razza, pensiero personale, non me ne può fregare di meno.
     
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  13. .::DragoNero::.
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    Forse la chiusura temporanea delle frontiere é una buona soluzione.

    In Australia, essendo isola dai confini non facilmente controllabili, la chiusura delle frontiere ed il flusso migratorio programmato hanno permesso all'ex colonia inglese di non trovarsi con un sovraffollamento indesiderato. Se un italiano desidera lavorare nella terra dei canguri deve presentare domanda presso l'Ambasciata di Roma, inserirsi in un elenco telematico e sperare.

    Anch'io non pongo differenza di razza o provenienza. Poco m'importa d'avere sul mio territorio un algerino o un cinese. M'importa che l'algerino ed il cinese in questione abbiano casa, lavoro, paghino regolarmente le tasse e non abbiano debiti con la giustizia. Anche per questo vedo il flusso programmato come la migliore soluzione possibile. Come da me enunciato poc'anzi alcuni Paesi già lo fanno. Con successo.
     
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  14. Dati e Fatti
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    Già, ma l'Australia si affaccia (ed è circondata) da oceani immensi.
    Nessuno potrebbe pensare di arrivare sin lì su una carretta del mare con un viaggio incubo di 7 giorni.
    Attraversare il canale di Sicilia in 7 giorni è già un incubo, figurati il Pacifico... Questa è la sola ragione per la quale funziona (in Australia) quella politica.
    Seconda obiezione (non volermene): come fa uno che arriva in Italia da emigrante, ad avre di già lacoro, casa, eccetera?
    Con una legge Bossi-Fini che comlica le cose all'inverosimile?
    E? praticamente impossibile che un Italiano, che non ti ha mai visto in faccia, ti dia un posto di lavoro per consentirti di sbarcare da noi, specie se sei libico, marocchino, sudanese, eccetera.
    Se sei svizzero, magari no.
    Eppure gli svizzeri sono (alla lettera) extracomunitari.
     
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  15. Lore3891
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    La cittadinanza italiana non dovrebbe essere concessa sulla base di quanti anni uno ha passato nel nostro paese, ma di quanto conosce della nostra CULTURA, quanto si è "integrato".
    Questo è il modo per prevenire (con efficacia???) i problemi che si verificano invece in Inghilterra e in Francia.
     
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38 replies since 4/8/2006, 14:50   1308 views
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