Fede e Ragione

La razionalità allontana da Dio? Il pensiero dominante della società moderna cambierà?

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    Esattamente. Non è un problema e non sono io che lo dico, ma bensì il fondatore della matematica moderna Hilbert. Poiché, per arrivare ad oggi, il passato deve essere già avvenuto, esso si è attualizzato, e quindi se si postula un universo eterno, si sostiene che un'infinità di tempo sia già avvenuta, mentre, nel caso del futuro, il tempo infinito è solo potenziale, nl senso che il tempo tenderà all'infinito, ma non lo raggiungerà mai. Puoi vedere il futuro come una cifra numerica che continua ad aumentare, essa, per quanto tempo passi, non sarà mai attualmente infinita.
    Quindi il futuro non sarà mai infinito, e per questo l'argomentazione non si applica. Come puoi vedere, non è una distinzione arbitraria.

    scusami ma... se dici che il tempo tende a infinito significa che non ha una fine. l'infinito non è una cosa che si può raggiungere, ma appunto l'indicazione di un qualcosa che non ha una fine.
     
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    Caro SorenMathijsen, torno a dirti che il modo di impostare la questione è sbagliata.
    Non a caso il sito (e il tuo avatar) sono di aspirazione americana.
    In America non hanno mai saputo affrontare la questione religiosa in modo decente, come dimostra tutta la campagna creazionismo Vs evoluzionismo, separando nettamente la fede dalla ragione. Non mi stupisce che quindi come contrapposizione siano nati movimenti culturali che hanno come obbiettivo il ristabile il nesso perduto fra fede e ragione, ma nel farlo hanno sposato un'idea ridotta di ragione.
    Io da europeo non ho assolutamente bisogno di un riavvicinamento così pasticciato, perché in europa i cristiani non hanno mai permesso che fede e ragione venissero scisse, per quanto abbia infuriato una certa campagna illumista prima e anticlericale poi.

    Tutte le dimostrazioni del sito si basano su teorie, non prove oggettive. Siamo molto al di là delle dimostrazioni. Cosa accadrebbe al tempo se si raggiungessero gli 0 gradi Kelvin? Si fermerebbe? E cosa accade nei buchi neri, nei quali, secondo Hawking, il tempo non esisterebbe?
    Hawking asserisce che “come recenti progressi della cosmologia dimostrano, le leggi della gravità e della meccanica quantistica ammettono la possibilità che molti universi appaiano spontaneamente dal nulla".
    Ma sono tutte teorie, di fatto anche le teorie dimostrate possono essere messe in discussione una volta che si trova una spiegazione migliore.
    Quindi, io mi auguro che la fede poggi su pietre angolari migliori di queste supposte teorie del tempo, dello spazio e dell'infinito, perché altrimenti basterebbe una nuova scoperta scientifica per gettare nello sconforto moltissime anime semplici, un po' come accadde quando si scoprì che la terra non era al centro dell'universo.

    Senza contare che tutto il discorso è puramente astratto, senza prove materiali io non potrei dimostrare l'esistenza di una persona, un conto è affermare che la preposizione Obama esiste è ragionevole (non irrazionale), un conto è affermare che l'esistenza di Obama è dimostrabile a partire da principi logici matematici.
    Non facciamo l'errore degli illuministi, la matematica è un'ottima cosa, è il più elaborato sistema logico astratto che l'uomo abbia mai scoperto, ma come non potrà mai negare Dio, non potrà mai dimostrarlo.

    Ma, ancora più semplicimente, se dici di credere in Gesù, perché pensi che si sia incarnato? Se il principio astratto fosse autoevidente e dimostrabile sarebbe bastato quello per la fede degli uomini. Quello che cambia e radica la fede è l'incontro con un'umanità diversa, che la ragione riconosce essere più corrispondente alla natura umana. La fede è innanzitutto il rapporto con Qualcuno, non un teorema astratto.
    Io diffido molto da chi parte dai teoremi e poi dall'alto cala tutto il resto, non mi interessa sostituire una dittatura laicista con una dittatura religiosa.

    Il cattolicesimo è per sua natura restio a questa riduzione, forse perché, a differenza di certi razionalisti, non a ha paura ad accettare il paradosso (e bada bene che padosso non è sinonimo di irrazionale).
    Non è forse un paradosso la duplice natura di Cristo? Vero uomo e vero Dio? E non è un altro paradosso il fatto che Maria sia la Madre di Dio? E non è forse un altro paradosso logico la trinità?
    Se avrai a che fare con qualche psicoanalista ti potrà confermare che il paradosso è l'asse paradigmatico attorno al quale ruota la natura umana.
    Il fatto che anche in natura esistano dei paradossi (e quello della luce lo è a tutti gli effetti) mi fa capire che esistono cose che alla mente umana si presentano come tali, con buona pace della contraddizione logica astratta. Così pure so che alcuni modelli matematici hanno dimostrato che le orbite degli elettroni sono tutte perpendicolari fra loro anche quando queste orbite sono più di tre. Il fatto che ovviamente 4 direzioni possano essere contemporaneamente perpendicolari fra loro è un paradosso.
    Dobbiamo accetare che il paradosso esiste anche in natura e trovo questa accettazione molto più razionale di chi lo nega per preservare una certa idea di ragione o di logica.
     
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  3. Nozomi ©
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    Fede e ragione sono concetti complicati a sussistere in una stessa mente. Per quanto mi riguarda, nonostante abbia avuto un'educazione cattolica rigidissima mi considero non credente. La condizione umana è angosciante e la vivo un po' come Igmar Bergman nei sui film, una disperata ricerca di Dio (che in realtà non c'è).
    Certamente la natura è inquietante solo per la sua stessa esistenza e Dio come concetto è la risposta più facile a domande difficili. Pur tuttavia non ne vedo la necessità.
    Se poi pensiamo che la presenza di Dio nella Storia è piuttosto assenteista nei momenti più bui (Primo Levi diceva che Dio e Auschwitz non possono coesistere) occorre aggiungervi a corollario anche il Dilemma del Male, che non è poco.
     
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  4. Roman
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    Tutto è Ragione, e soltanto Ragione.
    Noi siamo fatti di Ragione.

    In questo concetto è ricompreso tutto ciò che noi riusciamo a essere e a sentire, a narrare e a rappresentare: le idee, le convinzioni, le prove che dimostrano e le prove che negano, e la definizione stessa degli oggetti del nostro racconto, delle nostre dimostrazioni.
    La Ragione ha creato dio, e ha formulato la dimensione trascendentale, nei quali ha condensato una serie di sensazioni e di interpretazioni del mondo, di immaginazioni e di ipotesi: alcune di queste sono fuori dall'evidenza empirica, e altre appaiono illogiche, o discutibili, e qui subentra una delle tante facoltà creative della Ragione, che elabora allora anche la dimensione della Fede.
    Il meccanismo è lo stesso che presiede a ogni fruizione dei prodotti della Ragione, in specie quelli artistici: la finzione scenica, per esempio, che ci fa partecipi di eventi teatrali, che sapppiamo essere finti, ma che ci emozionano e ci coinvolgono come se fossero veri.
    In generale, tutto nell'arte, nella comunicazione, nelle rappresentazioni è finto, e nulla è falso.
     
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    Il biologo evoluzionista Richard Dawkins sostiene che la religione è un prodotto del nostro cervello e che il nostro cervello è un prodotto dell'evoluzione. I questo senso la religione sarebbe un prodotto dell'evoluzione. Questo non significa però che per questo divenga vera.
    cit. da: www.sueddeutsche.de/wissen/intervie...hirns-1.3146378

    Edited by dceg - 4/9/2016, 23:45
     
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  6. Roman
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    CITAZIONE (dceg @ 4/9/2016, 20:14) 
    Il biologo evoluzionista Richard Dawkins sostiene che la religione è un prodotto del nostro cervello e che il nostro cervello è un prodotto dell'evoluzione. I questo senso la religione sarebbe un prodotto dell'evoluzione. Questo non significa però che per questo divenga vera.

    Già nei Veda è scritto che "l'uomo ha inventato dio".

    Per altro, anche Topolino è un prodotto dell'evoluzione.
     
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    CITAZIONE (Roman @ 5/9/2016, 11:04) 
    Per altro, anche Topolino è un prodotto dell'evoluzione.

    ...ed ottimo e piacevolissimo, per di più!
     
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  8. DaunoApulo
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    secondo me se credo in Dio non posso credere nella religione: la fede (Dio) fa parte dello spirito , la religione (uomo) quasi fa la parte di uno Stato, con le sue leggi, riforme etc...ma tutto ciò che vi è all'interno delle religioni (ottime dal punto di vista teorico) tende ad allontanare la vera e propria spiritualità, e spesso la teoria religiosa è in contrasto con l'applicare la religione stessa. Ovviamente è solo un mio pensiero
     
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  9. Aeroplano Italiano
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    Io ho maturato un pensiero molto semplice: la religione non è un viaggio nella natura di Dio, ma nella natura umana.
    Il cristianesimo mi è più chiaro se penso a cosa fa un padre terreno per un figlio e quello che fa Dio per i figli.
    Penso così: per capire Dio, la Madonna e il resto, guarda una famiglia.

    Vi dico questa, da insegnante: gli allievi che amo di più, sono i peggiori. Quelli in difficoltà, li sento più figli miei. I virtuosi sono più autonomi e hanno meno bisogno di me. Ecco, posso pensare che, mentre faccio questo, un altro Padre guardi me, come io guardo i più deboli. Senza la necessità di guardare gli altari, esiste - io credo - una paternità universale. Vabbé, poi su questo si costruisce una teologia. Ma la teologia non può creare la paternità. Perché questa può essere dimostrata solo dall'esperienza, non dalla teoria.
     
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  10. DaunoApulo
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    Gesù difatti discese per chi aveva bisogno, per i peccatori, non per coloro che già vivevano "nel Signore"
     
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    CITAZIONE (Aeroplano Italiano @ 13/10/2016, 17:53) 
    Ma la teologia non può creare la paternità. Perché questa può essere dimostrata solo dall'esperienza, non dalla teoria.

    Pienamente d'accordo. Da questo punto di vista possiamo leggere la Bibbia come l'opera di spiegare la paternità di Dio, da parte di uomini che hanno avuto esperienza diretta.
     
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    per rispondere a questa domanda fondamentale, occorrerebbe uscire dal concetto molto semplificato di Dio quale entità suprema organizzatrice dell'universo, tra l'altro sempre vagamente ed in qualche modo antropomorfa. Questo concetto di "Dio" deriva dalla costruzione umana con tutti i suoi limiti ed il povero repertorio dell'uomo che non riesce a concepire modelli diversi da ciò che conosce o che immagina utilizzando elementi comunque conosciuti. Nessun uomo può, ad esempio, immaginare un colore completamente nuovo senza mescolare quelli conosciuti. Si finisce spesso nella più fuorviante delle semplificazioni: laico o credente? Ma credente in cosa o in chi? Il Dio umano deve essere per forza soggettivato. Se Dio è la proiezione sul monitor universale del meccanismo centrale di controllo, se Dio è paternità, la mia razionalità che si fonda principalmente nel prendere atto della limitatezza umana, me lo fa rifiutare con decisione. Però credo, credo nella vastità di ciò che non posso conoscere né immaginare.
     
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  13. Aeroplano Italiano
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    Condivido il ragionamento. E aggiungo: tanto meno una cosa è visibile, tanto più ci sforziamo d'immaginarla, naturalmente commisurando l'immaginazione ai dati della nostra esperienza.

    Io mi stupisco che esistano delle forze invisibili e tenaci. Ieri mi stava male un piccolo allievo. Lo conosco da appena due settimane. Tossiva molto forte. L'ho portato fuori dall'aula. Poi gli ho preso un té e ho telefonato alla mamma. Dentro di me sentivo una grandissima forza protettiva.

    Se vedo uno che si fa un taglio a un braccio, quasi sento il taglio sul mio braccio. Se posso prestare soccorso, sento che devo farlo. La leva è una fratellanza.
    Sono un uomo qualunque, ma queste forze esistono.
    L'apparenza di Dio può essere fuorviante: è la sostanza che conta, cioè l'amore e la compassione di cui Dio è fatto. Importa il volto di Dio? Forse si, ma nel senso del sentimento che dà al volto un'espressione.
     
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  14. Aeroplano Italiano
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    Penso che la razionalità sia fatta di equazioni, che devono essere soddisfatte. La razionalità spiega bene come vanno le cose.
    La sapienza non coincide sempre con la razionalità: risolve - o non risolve - le equazioni logiche. Essa non sempre spiega come vanno le cose, ma spiega come va la vita.
     
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    Che cos'è la fede? È il credere in ciò che appare evidente? No: per me è evidente che esiste un Essere necessario, eterno, supremo, intelligente; ma questa non è fede, è ragione. Non ho nessun merito nel pensare che questo Essere eterno, infinito, che è la virtù, la bontà stessa, voglia che io sia buono e virtuoso.

    Ho barato, non l'ho scritto io, l'ha scritto Voltaire alla voce "Fede", in altri scritti disse che, se anche non esistesse, bisognerebbe inventarlo, cosa che l'uomo ha fatto dall'origine dei tempi, il Dio attuale è un'evoluzione del pensiero e dell'esperienza umana, la fede è, o dovrebbe essere l'aspirazione al bene assoluto e credere in esso, per quanto possa essere raggiunto sulla terra compatibilmente con la natura umana e la realtà fisica.

    Edited by Romeottavio - 24/11/2016, 19:42
     
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