Fede e Ragione

La razionalità allontana da Dio? Il pensiero dominante della società moderna cambierà?

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    CITAZIONE (Romeottavio @ 24/11/2016, 19:31) 
    Che cos'è la fede? È il credere in ciò che appare evidente? No: per me è evidente che esiste un Essere necessario, eterno, supremo, intelligente; ma questa non è fede, è ragione. Non ho nessun merito nel pensare che questo Essere eterno, infinito, che è la virtù, la bontà stessa, voglia che io sia buono e virtuoso.

    Ho barato, non l'ho scritto io, l'ha scritto Voltaire alla voce "Fede"

    Bé in realtà è Platone, forse prima ancora è Socrate.
     
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    E da che maestri credi abbia imparato Voltaire, siamo figli dei nostri padri.
     
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    CITAZIONE (Romeottavio @ 24/11/2016, 19:45) 
    E da che maestri credi abbia imparato Voltaire, siamo figli dei nostri padri.

    Voltaire forse sì (era il primo illuminismo), ma mi pare che la filosofia moderna attuale abbia ammazzato Platone e Aristotele.
    Temo che l'evidenza non appartenga più alla categoria del razionale.

    Laciamo stare stare Dio, oggi avere un pene non è un'evidenza sufficiente per dire che il proprietario è un uomo.
    Quindi stando alla razionalità raziocinante che va in voga ora già dire di essere un uomo è un atto di fede e non di ragione.

    Ps per curiosità hai mai letto Mimesis di Auerbach?
     
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    Mai sentito nominare, visto le recensioni, direi che non è il mio campo, non mi interesso di letteratura da qualche decennio.
    Sul fatto che la filosofia ottocentesca e novecentesca si sia evoluta, io direi meglio involuta in sistemi esoterici che con la filosofia classica e la razionalità hanno poco a che fare, arrivando a metodi semantici e di pensiero che sembrano più teologici che logici, sono d'accordo, chiamare Kierkegaard, Dostoevskij, Nietzsche, Heidegge, Sartre o Marx ecc..filosofi, per la mia particolarissima e personalissima sensibilità, è un'assurdità, addirittura non viene compreso tra i filosofi Mazzini, la Filosofia secondo me, è ricerca, usa la scienza come uno strumento per indagare la realtà, ma non è una scienza e non può giungere a sistemi compiuti, solo a tesi morali, poi ognuno può avere le proprie personali idee.
     
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    chiamare Kierkegaard, Dostoevskij, Nietzsche, Sartre o Marx ecc...filosofi, per la mia particolarissima e personalissima sensibilità, è un'assurdità, poi ognuno può avere le proprie personali idee.

    Dostoevskij non viene incluso nei manuali di filosofia. Ognuno è libero di organizzare il proprio sapere, ci mancherebbe, ma le codificazioni di solito poggiano su basi metodologiche condivise dai competenti della disciplina. Si può contestarle adducendo delle argomentazioni, la "sensibilità" personale non mi sembra lo strumento adatto...
     
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    Hai tutte le ragioni Virelle, ma che vuoi farci, io mi fermo a Voltaire, non mi lego a questa schiera, morrò pecora nera...... :lol:
     
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    CITAZIONE (Romeottavio @ 25/11/2016, 09:47) 
    chiamare Kierkegaard, Dostoevskij, Nietzsche, Heidegge, Sartre o Marx ecc..filosofi, per la mia particolarissima e personalissima sensibilità, è un'assurdità,

    E, tralasciando Dostoevskij che come giustamente virelle ha osservato non s'annovera tra i filosofi, come definiresti costoro? O son "filosofi" quelli che ti piacciono e "non filosofi" quelli che non ti piacciono? ;) :o:
     
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    CITAZIONE (dceg @ 25/11/2016, 10:46) 
    CITAZIONE (Romeottavio @ 25/11/2016, 09:47) 
    chiamare Kierkegaard, Dostoevskij, Nietzsche, Heidegge, Sartre o Marx ecc..filosofi, per la mia particolarissima e personalissima sensibilità, è un'assurdità,

    E, tralasciando Dostoevskij che come giustamente virelle ha osservato non s'annovera tra i filosofi, come definiresti costoro? O son "filosofi" quelli che ti piacciono e "non filosofi" quelli che non ti piacciono? ;) :o:

    Ovviamente, a livello personale ognuno ha la propria concezione della Filosofa, come l'ha dell'arte, della musica, della letteratura ecc....ovviamente rispettando le posizioni altrui.
    Se dovessimo parlare di Picasso, ad esempio, sarei solo io a dire che lo considero un imbrattatele, ma credo di avere il diritto di affermarlo, come l'ha chi lo considera un genio.

    Fëdor Michajlovič Dostoevskij (in russo: Фёдор Михайлович Достоевский?; [ˈfʲodər mʲɪˈxajləvʲɪtɕ dəstɐˈjɛfskʲɪj] ascolta[?·info]; Mosca, 11 novembre 1821[1] – San Pietroburgo, 9 febbraio 1881[2]) è stato uno scrittore e filosofo russo.


    PS: Dostoevskij ha una voce nel Dizionario di Filosofia della Treccani, definito filosofo da Wikipedia al lemma Dostoevskij ed anche a quello Esistenzialismo, e non solo:

    www.filosofico.net/dostoevskij.htm

    www.giornalediconfine.net/anno_2/n_2/16.htm

    Edited by Romeottavio - 25/11/2016, 11:24
     
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    A quanto ho letto su wiki, che comunque non è la fonte di verità assoluta, Dostoevskij, come altri tra cui Leopardi viene annoverato tra i precursori dell'esistenzialismo. Non necessariamente chi ha scritto opere letterarie alla cui base sta una certa visione del mondo, diciamo pure una "filosofia", è "filosofo" in senso proprio. In tal senso potrebbero essere considerati filosofi anche autori di musiche o di opere figurative. Anche sotto le sculture di Giacometti o nei quadri di Segantini in quelli di Egon Schiele c'è una "filosofia".
    A proposito di Picasso, questa tela, che ho rivisto giusto domenica scorsa, è imbrattata benino, non ti pare?
     
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    De gustibus non est disputandum. :)
    Che la Treccani, Wiki e Filosofico.net non siano fonti di verità assoluta è innegabile, chi conosce la verità assoluta? Io no!

    Se il pescatore vuol fare una buona pesca, deve recarsi dove si trova il pesce, ma il pesce va sempre contro corrente: quindi deve andare da quella parte. Kierkegaard, Diario
     
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    anche i filosofi si arrabattono come possono, sono uomini quindi limitati dal loro povero repertorio. Credo che razionalità e qualche passo verso la consapevolezza rendano inaccetabile la fede poiché preconfezionata da altri e servita come assoluta. Poi statuette e figurine, storielle e miracoli e la prospettiva di una vita anche oltre la morte, la rendono attraente (marketing), mentre la minaccia di punizione divina (eterna!) costituiscono elementi di controllo e fidelizzazione del "consumatore" (cioè il fedele)
     
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    CITAZIONE (Pencroff39 @ 25/11/2016, 11:52) 
    Credo che razionalità e qualche passo verso la consapevolezza rendano inaccetabile la fede poiché preconfezionata da altri e servita come assoluta.

    Che cosa è per te la "fede"?
    Se tua moglie (sorella, fidanzata, o chi vuoi tu) ti dice: "corri al supermercato perché ho visto sul volantino che c'è in offerta quel prodotto che ti piace tanto", andare al supermercato senza vedere il volantino sarebbe un atto di fede o di ragione?
     
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    ho ragione di pensare che sia così e ci vado, non è mica fede ma solo ragionevole certezza che sia così. Si è sbagliata? pace, torno indietro. Non vedo cosa c'entri la religione

    quindi se credo alla mia compagna che mi ha indicato un'offerta al supermercato, alla stessa stregua dovrei credere ad un uomo che pretende di spiegarmi verità "divine"? Magari con tanto di mitra (inteso il vistoso cappello, non l'arma...)
     
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    CITAZIONE (Pencroff39 @ 25/11/2016, 18:42) 
    ho ragione di pensare che sia così e ci vado, non è mica fede ma solo ragionevole certezza che sia così. Si è sbagliata? pace, torno indietro. Non vedo cosa c'entri la religione

    Ah ma è questo il punto.
    Per questo ti ho chiesto che cosa è per te la fede. Fede e religione non sono sinonimi. La fede è in effetti un metodo della ragione che ti porta a fidarti di quello che ti dice un altro.
    La religione è invece un sistema che cerca di mette insieme il tutto per darne una spiegazione univoca, religione deriva infatti da religo, rilegare, mettere insieme.


    CITAZIONE (Pencroff39 @ 25/11/2016, 18:42) 
    quindi se credo alla mia compagna che mi ha indicato un'offerta al supermercato, alla stessa stregua dovrei credere ad un uomo che pretende di spiegarmi verità "divine"? Magari con tanto di mitra (inteso il vistoso cappello, non l'arma...)

    Scusa ma quale sarebbe la differenza?
    Se alla tua compagna si rivelasse Dio in prima persona (è un'ipotesi che la ragione non può scartare) e te lo riferisse cosa ci sarebbe di diverso dall'esempio del supermercato?
    Ovviamente il tuo crederci o no dipenderebbe da una serie di ragioni:
    Sta scherzando?
    Ha avuto un ictus?
    Le hanno fatto un brutto scherzo?
    È stata drogata?
    È stata manipolata?
    Ha davvero incontrato Dio?

    Tu come faresti a rispondere a tutte queste domande? Con la ragione ovviamente!
    Ti accerteresti che non ti stia prendendo in giro, la porteresti dal medico, le chiederesti cosa le è successo e come fa a dire che Dio le ha parlato, le faresti fare le analisi del sangue. In ultimo la ragione deve prendere in considerazione l'ipotesi che la tua compagna sa quel che dice e non ti vuole ingannare.

    Questo è la fede, un metodo conoscitivo della ragione.
     
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    la fede è accettare verità senza elaborarle.
    La mia compagna è una donna, quindi umana, ergo non può avere queste verità/rivelazioni. Crederei che fosse impazzita o manipolata (quindi eterodiretta). Per me il concetto di "Dio" è una proiezione umana, frutto del limitato repertorio umano che crea astrazioni partendo dal sé. qui sta il punto. C'è un grande mistero sull'esistenza che non siamo in grado di percepire, come gli ultrasuoni per intenderci. Non è Dio, entità semplificante. Non so cos'è e non lo saprò mai perché i miei atomi, che ora tutti insieme formano il mio essere, si disperderanno
     
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