Profeti

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    Un possibile rapporto tra le esperienze mistiche degli sciamani e l'epilessia è una tesi formulata oramai molto tempo fa.
     
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    Non vedo alcuna necessità di individuare crisi epilettiche nella tradizione neotestamentaria riguardante Paolo.
    Si tratta di una figura altamente problematica e da analizzare con accuratezza e cautela, forse persino non prendere sempre del tutto e letteralmente sul serio, eppure c'è una sua ampia produzione scritta che mi pare proprio non abbia a che fare con nulla del genere, nè tantomeno con lo sciamanesimo.
    A tirarla per i capelli (ma proprio tirando forte) la stranezza riguardo a lui potrebbe consistere al massimo nella narrazione del momento della conversione, che però viene descritta (sostanzialmente da lui stesso per quanto attraverso la tradizione degli Atti degli Apostoli, non veramente in prima persona nelle Lettere) come legata ad una esperienza fuori dall'ordinario non individuale ma collettiva (cioè qualcosa che ha colpito sebbene con differente gradualità più persone presenti contemporaneamente nel medesimo luogo).

    Però di fondo il punto è che la questione non va deviata denigrando grossolanamente: il nodo centrale per il riconoscimento della verità evangelica sta nel solo fatto della resurrezione, tutto il resto è secondario: orbene la testimonianza della resurrezione a saperla leggere sotto il vaglio storico e filologico è impressionante per quanto sia probante, non esiste fatto storico dall'antichità fino alle soglie del XX secolo che sia dimostrato meglio e più credibilmente anche sottoponendolo ad un esame critico rigorosissimo (particolarmente per ciò che si trova scritto in Giovanni), per quanto alla fine pur con tutte le prove e le testimonianze rimanga nell'ultimo passaggio logico del nostro individuale intelletto una questione di fede, di fronte alla quale si può essere credenti oppure non credenti.
     
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    Dal mio punto di vista di non credente i profeti al giorno d'oggi non fanno notizia per almeno due motivi: innanzitutto perché le grandi religioni monoteiste propongono ai fedeli una verità completa e rivelata che non lascia spazio a particolari innovazioni dottrinarie; in secondo luogo perché, come diceva l'utente Friedrich, in un'epoca dominata dalla scienza possibili profeti miracolosi o illuminati facilmente vengono identificati come impostori o ciarlatani.
    Detto questo, ritengo necessario non svilire figure importanti per miliardi di persone, come San Paolo o Maometto, etichettandoli come epilettici deliranti. Credere alle loro parole è materia di fede.
     
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17 replies since 10/11/2021, 16:52   265 views
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