Le Abitazioni Private (domus e insulae) e l'Urbanistica dell'Antica Roma

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  1. Cornelio Scipione.
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    E' difficile studiare gli edifici privati in una cittàancora viva, perchè ha risentito di moltissimi mutamenti; mentre è estremamente più facile studiare gli edifici privati di una città morta nel periodo Romano e che mai più a visto cambiamnti: questo è il caso di Pompei.
    Le case in età pre-Repubblicana erano chiuse da un perimetro continuo perchè aveva lo scopo di difendere il proprietario; avevano un cortile interno che veniva usato per le prese di luce per la casa e per raccogliere l'acqua piovana. Questo tipo di casa viene chiamata Casa ad Atrio.
    Venivano fatte con materiali reperibili in zona, come mattoni crudi, legno, paglia e altri derivanti vegetali per i tetti.
    In età repubblicana compaiono le case in opera cementizia; avevano 2 cortili interni: uno per l'acqua piovana e uno decorativo con molti ornamenti.
    C'è in questa età lo sviluppo delle Domus Unifamiliari.
    Bisogna aspettare il periodo Neroniano per veder comparire le Insulae.
    Le insulae avevano 4 o 5 piani, erano abitazioni multiple ed economiche con il piano terra che veniva usato per attività commerciali(negozi).
    Questo tipo di abitazione non erano altro che alloggi popolari o semipopolari piuttosto spartani.
    La nascita di edifici così alti nasce per esigenze di spazio, perchè visto che le opere pubbliche toglivano sempre più spazio alle abitazioni, l'unico modo era rucuperare in altezza; un'altra caratteristica importante è che le Insulae sono presenti esclusivamente a Roma.
    In età Repubblicana le zone monumentali erano situate a macchia di leopardo come se fossero isole in un mare di abitazioni.
    Il Palatino,l'Aventino e il Celio erano quartieri ricchi di Domus aristocratiche, mentre la Sub ura e il trastevere erano zone più popolari.
    Grazie allo studio della città di Pompei, sappiamo che gli schiavi vivenao nelle domus dei padroni, o nelle strutture pubbliche al quale erano adetti.
    A Pompei, lo sviluppo in altezza era limitatissimo, infatti era raro vedere edifici alti più di 2 o 3 piani, il che ci fa pensare che le aree edificabili non fossero molto costose.
    Da Cesare in poi, il processo di monumentalizzazione andò sempre a scapito di zone abitative, a tal punto da cancellare interi quartieri che spesso erano popolari, ma è successo, anche che raramente, che le opere pubbliche andarono a scapito di domus aristocratiche.
    La nascita delle Insulae è quindi una necessità, ma anche se gli appartamenti erano ridotti e senza servizi di ogni genere, il tutto era compensato dalla presenza di terme.
    Le Terme soddisfacevano ogni necessità del cittadino, infatti in quelle più grandi si trovavano anche: biblioteche , ambienti di balneazione, giardini, zone di ristorazione, numerosissimi servizi igienici, palestre, sale conferenze e anche santuari.
    Le grandi terme le abbiamo da nerone in poi.
    Il culmine delle insulae ci fu nel II-III secolo d.C. e nonostante la città cresceva in altezza , questo non bastava a impedire alla città di crescere anche in larghezza creando di volta in volta nuovi quertieri abitativi.
    Dal IV secolo d.C le Insulae vengono sacrificate per far posto alle Domus; c'è quindi un ritorno alle domus che in questo periodo diventano grandissime e una testimonianza ce la lascia Olimpodoro che disse che ogni casa di Roma era una città, perchè oltre ad essere grandissima, disponeva di biblioteche,fontane,terme,basiliche,staute,gioardini e ornamenti di vario genere come mosaici e pitture, tutte qualità di una città a tutti gli effetti.
    I senatori nel IV secolo erano aumentati di numero e ad ognuno serviva la propria domus che ovviamente doveva essere immensa e al centro di Roma, togliendo altro spazio alle abitazioni rimaste.
    Addirittura sempre nel IV secolo d.C per mancanza di spaizio e mancanza di abitazioni da cui ricavarne spazio, i monmenti prendono il posto anche di più antichi monumenti o opere pubbliche o semi-pubbliche.
    Lo stesso processo di sdraricamento delle zone abitative per sostituirle con altri edifici, fu continuato dalla Chiesa che per costruire Monasteri e Chiese toglieva spazio alle abitazioni rimaste.
     
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