I luoghi della politica a Roma: dalla Repubblica all'Impero

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  1. Cornelio Scipione.
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    Roma era, come tutte le città antiche , una comunità di uomini e di dei.
    La città si evolve con le istituzioni che cambiano e assumono ruolo diversi a seconda delle circostanze e dei nuovi bisogni politici.
    La scelta dei luoghi in cui poter costruire un edifici civico politico, era dettata da motivazioni pratiche e religiose; a volte però, il luogo scelto aveva caratteri esclusivamente propagandistici.
    Durante l'età Repubblicana, i templi, gli edifici propagandistici e le statue si giustapposero in maniera competitiva; perchè un politico, ad ogni censura aveva il permesso di eregere una propria statua, oppure un magistrato munito di Imperium, al ritorno da una campagna militare andata a buon fine ,aveva la possibilità di eregere una statua per il trionfo ottenuto.
    Augusto riuscì a realizzare un'unità semantica abbattendo la concorrenza per quanto riguarda lo spazio politico e propagandistico.
    Ogni luogo a Roma aveva le sue competenze politiche.
    Dentro la città di Roma, o più precisamente, dentro il Pomerium era vietato entrarvi in arme.
    Il Campo Marzio venne sfruttato per tutte quelle pratiche politiche e di censimento che necessitavano di molto spazio aperto,ma per l'importanza di tale pianura, col tempo essa si riempì di templi.
    Mentre la plebe si riuniva nel Prata-Flaminia dove successivamente sorgerà il circo-Flaminio.
    Il Campo Marzio, prima di essere inondato da templi, veniva usato per :elezioni, censimento, ricevimento ambasciate, celebrazioni di trionfi militari.
    All'Interno del Pomerio, i luoghi principali in cui si svolgevanoattidella vita politica civica Romana erano il Foro e tutta la zona del Campidoglio; quest'ultima era importantissima, in quanto si riunivano i Comizi Tributi in assemblee elettorali, legislative e giuridiche, ma lo spazio era abbastanza ristretto e per comodità il tutto venne spostato nel 212-211 a.C nel Campo Marzio.
    Nonostante questo, l'Area Capitolina del Campidoglio rimase un luogo indispensabile per la presenza del tempio di Giove Capitolino.
    IL Foro invece rimase sempre il luogo principale della vita politica Romana; era, possiamo dire, il cuore della Città.
    Per tutta l'età Repubblicana il Senato si riuniva nella curia che dominava il Comitium: un luogo sovraccarico di statue e di ornamenti.
    Durante le elezioni, doveva essere sconcertante osservare il Foro che era pieno fino all'orlo da praticamente tutto il popolo.
    Silla volle riorganizzare lo spazio civico: eliminò più possibile i monumenti degli avversari; cercò di abbellire il foro e i suoi ornamenti; quest'ultima cosa fu fatta anche poi da Cesare e Pompeo che oltre a costruire nuovi edifici e statute ornamentali, crearono nuove piazze in cui spostare più possibile funzioni politiche.
    Pompeo costruì nel Campo Marzio un grande amplesso comprendente il teatro Pompeo Cappelle dedicate alla dea vittoria e ai popoli vinti, più ovviamente numerose statue che rappresentavano se stesso.
    Cesare in risposta costruì un nuovo Forocon davanti la dea Venere che avrebbe scoraggiato altre famiglie aristocratiche a farsi avanti per il potere di Roma.
    Il gesto di collocare la statua di Venere davanti al Foro, fece infuriare i senatori che si indignarono per la superiorità che Cesare voleva esaltarla e renderla visiva visto che Venere era la genitrice della sua famiglia.
    Forse Cesare si spinse troppo oltre, ed è per questo Augusto, diciamo così, i andò più cauto.
    Da Augusto in poi c'è la pace architettonica, una sola corrente seguendo le basi di Cesare.
    Una delle zone che si trasformò maggiormente fu il Campo Marzio .
    Il foro di Cesare fu terminato da Augusto.
    Solo con Augusto abbiamo un uomo che rappresentava la più alta carica politica per eccellenza, togliendo con una mente geniale, potere alle istituzioni repubblicane, senza però togliere le istituzioni in se.
    La chiusura architettonica del Foro voleva mandare anche un messaggio ideologico e politico, ovvero che non era possibile contrastare il suo potere perchè lui aveva in mano tutto.
    Nel foro Romano erano presenti tutti i più importanti personaggi che avevano fatto Roma, anche i nemici politici, a simboleggiare che , tutti loro sono serviti per arrivare a lui: come se la sua figura di Augusto rappresenta il compimento della storia.
     
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