Nobel per la Letteratura 2019 a Handke, è polemica

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    Rivolta da Kosovo e Albania per il premio Nobel per la Letteratura allo scrittore austriaco Handke, considerato vicino a Milosevic e negazionista di Srebrenica

    Fonte: www.affaritaliani.it/politica/geopo...html?refresh_ce



    E' giusto che il premio Nobel per la Letteratura possa venire assegnato a uno scrittore che nega che il massacro di Srebrenica sia avvenuto? I meriti letterari possono essere riconosciuti anche a dispetto dei punti oscuri di una persona?
     
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    Secondo me è un errore fatale. E proprio in questi tempi di violenza razzista e ideologica un segnale estremamente negativo e pericoloso. Non posso esprimere giudizi sulla sua opera, che non conosco, ma non capisco perché venga attribuito il premio ad un autore che già in passato ha dato adito a proteste e discussioni e che ha sostenuto posizioni politiche quanto mai discutibili sostenedo tra l'altro persone riconosciute dal tribunale internazionale come criminali di guerra. Ma non è di certo il primo premiato con il premio Nobel, e non solo quello per la letteratura, che mi lascia quanto mai perplesso.

    Per fare un raffronto: in Germania si discute pubblicamente in modo critico, anche con delle mostre, il pittore Emil Nolde, che aveva una posizione politica vicina a quella del nazionalsocialismo, ma le cui opere non avevano alcun contenuto politico e alquale era stato, in quanto esponente dell'"arte degenerata" vietato di espletare l'attività di pittore, che tuttavia continuò di nascosto, dipingendo una serie di aquarelli rappresentanti soprattutto i fiori del suo giardino. Due quadri di Nolde sono stati tolti dagli uffici della Cancelleria di Berlino. Questo mi pare un approccio giusto, in cui opera e autore non vengono ipocritamente separati.

    Edited by dceg - 12/10/2019, 00:02
     
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    CITAZIONE (dceg @ 11/10/2019, 22:59) 
    Ma non è di certo il primo premiato con il premio Nobel, e non solo quello per la letteratura, che mi lascia quanto mai perplesso.

    Ah, no no, anzi. Probabilmente dobbiamo rassegnarci di fronte al fatto che quel riconoscimento ha ormai da tempo perduto buona parte del proprio "smalto".

    CITAZIONE (dceg @ 11/10/2019, 22:59) 
    Due quadri di Nolde sono stati tolti dagli uffici della Cancelleria di Berlino.

    Mmh, li danno via ? :) :) :)
     
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    CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 12/10/2019, 08:27) 
    Mmh, li danno via ? :) :) :)

    Non contarci, mio caro; comunque c'ero prima io!
    Tornano al museo che li aveva dati in prestito.
     
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    Sia nel caso di Nolde che in quello di Handke si tratta di arte. Il tormento artistico dei due si rivela nell’opera, che emoziona e colpisce. La loro è un’aggiunta al mondo, come diceva Mallarmè, riferendosi ai libri.
    Il Caravaggio assassino ed artista sublime rimane nella storia dell’arte senza ombre, un campione indiscusso, un modello amato, il commovente riferimento di generazioni di artisti e osservatori, mentre la
    sua discutibile parabola umana sfuma nei recessi del tempo.
    Ma è anche vero che le arti figurative sono molto più disancorate dal filo logico del pensiero, mentre la letteratura fornisce interpretazioni del mondo attraverso la potenza di un linguaggio ordinario, come le parole, che tutti maneggiano e che tutti manipolano come una pericolosa tessitura di senso.
    Lo scrittore Handke guarda il mondo attraverso le sue ossessioni creative, e non è lo stesso mondo degli altri. Nessun mondo somiglia a quello del nostro prossimo, perché ciascuno abita il proprio.
    La letteratura consente di affacciarsi da tante altre finestre sullo stesso panorama, che si anima come un giocattolo che credevamo fermo, o con il quale non sapevamo giocare in quel modo.
    La complicità del lettore è il segno di riconoscimento, un pegno di gratitudine verso quella parte di mondo svelata e accolta attraverso la creazione artistica.
    Anche Cèline era un feroce antisemita, ma la sua cifra artistica si poneva al di sopra e al di là della sua capacità di decifrare quella specifica ingiustizia.
    La disarmante misoginia di tanti filosofi non li rende meno acuti, semplicemente sono figli di un tempo che dava per scontate certe verità.
    Avevo uno zio serbo, un uomo colto, un intellettuale seguace di Milovan Gilas, finito in galera ai tempi di Tito, riparato in Francia, cosmopolita e spiritoso, che, quando ci sedevamo in un ristorante, si premurava sempre di far sedere la sua giovane terza o quarta moglie col viso rivolto contro il muro, temendo scambi di sguardi con gli altri avventori.
    Quando lo rimproverai, trovando inaudito un simile atteggiamento, mi resi conto che tutta la sua cultura e la sua amabilità, lasciavano il campo alla sua ancestrale considerazione dell’entità femminile, una trappola comportamentale che acquietava eventuali sussulti e ulteriori scomodi interrogativi.
    Il negazionismo è una coazione spietata, che rivendica la cecità e la sordità come unica risposta di fronte all’odio o alla semplice diffidenza nei confronti di qualcuno.
    Le circostanze possono essere enormi o minimali, ma il riflesso condizionato che spinge a negare qualsiasi ragione in capo a chi si detesta, è al di là di qualsiasi spiegazione, cova in fondo a sentimenti inconfessati, sgorga irragionevole, come un fiotto di sangue da una vena aperta.
    Queste persone mi fanno paura, anche se sono altrimenti geniali, anche se in grado di illuminare con grazia e verità altri spicchi di mondo.
    L’esimente dell’arte è esimente solo per la grana comunicativa dell’opera, mentre il comunicatore che esibisce le proprie teorie negazioniste è solo l’ ennesimo irrazionale odiatore, di cui si può continuare ad apprezzare l’opera, ma non premiarlo in un contesto di gara letteraria, che è un contesto che, prima o poi, avrà sempre a che fare con la verità. E non si premia chi è disposto a mentire.
     
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    Concordo in buona parte con le parole di dceg, ma mi chiedo fino a che punto il profilo personale di uno scrittore possa oscurare il riconoscimento della qualità delle sue opere. E' un discorso generale, non riferito a Handke, del quale non ho mai letto nulla.
    La storia della letteratura è piena di scrittori geniali la cui vita ha aspetti inquietanti. Pirandello aderì al fascismo, anche se poi la sua opera rimase priva di propaganda politica. Su D'Annunzio ci sarebbe fin troppo da dire. Su Pasolini è meglio stendere un velo pietoso. E potrei continuare.
    Forse se uno scrittore non porta nei suoi romanzi le proprie idee più controverse si può riconoscere il suo valore letterario senza per questo legittimare le sue posizioni.
     
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