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Io ho stdiato lettere classiche, però con un bel po‘ di corsi di filosofia e mi sono laureato in estetica (ma poi non ho fatto l‘estetista ). Confesso che i ricordi non sono più tanto chiari, ma più che insegnare filosofia, si insegnava storia della filosofia.
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Siamo all'incirca coetanei... Ho studiato a Roma. La laurea in filosofia prevedeva allora anche un esame di latino, molti di storia (dalla romana alla contemporanea) e uno di psicologia (in comune con medicina); quanto alla filosofia, uno appunto di storia della..., ma poi varie annualità - più metodologiche e speculative- di morale e teoretica (in quegli anni molto orientata sul rapporto tra fil. e scienza). Erano poi previsti degli esami "complementari" (non ricordo il numero) come filosofia del linguaggio, del diritto, estetica ecc., da scegliere anche tra alcuni i cui corsi si tenevano in altre facoltà; ho infatti seguito storia delle dottrine politiche ed economia politica.
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La libertà di parola non significa poter dire tutto sempre e comunque. Ci sono dei limiti che, pur nel rispetto della libertà di espressione, sono necessari per il vivere civile. Detto questo, e premettendo che non condivido per nulla le parole di Donatella Di Cesare, se si è espressa sui propri profili social personali e non in aula o in altre occasioni ufficiali non ritengo sia giusto licenziarla.
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Il problema della destituzione non si pone perché, come ho già osservato, questa può essere disposta soltanto per gravi fatti di carattere professionale o disciplinare, e non è il caso della Di Cesare. Resta l'ipotesi della sanzione disciplinare, anch'essa problematica. Un dipendente pubblico è però sempre sotto esame, se il suo comportamento può gettare discredito sull'istituzione, anche quando non è nell'esercizio delle sue funzioni.
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