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Sono un elettore di centrodestra, iscritto nelle fila di Forza Italia ( di cui sono consigliere comunale nel Comune d'appartenenza, espressione della maggioranza locale ) con un passato nel PSI di Bettino Craxi ( allora ero giovanissimo ).
Trovo importante e fondamentale una convergenza d'opinione con il centrosinistra su argomentazioni utili al bene del sistema Italia ( economia, istruzione, difesa, ordine pubblico, etc etc ). Non credo che il voto congiunto sia un modo tutto politico per ammorbidire un'opposizione che dev'essere attenta, puntuale, a volte intransigente, ma assolutamente leale e che sappia abbandonare i toni polemici o gli attacchi personali ( l'esatto opposto di quanto accade nei due rami del Parlamento, con accuse rimbalzanti a destra come a sinistra ).
Ci sono fondamenti ideologici dei due schieramenti che, ovviamente, divergono e non possono trovare nessun punto di contatto. In caso contrario non avrebbe senso la distinzione tra maggioranza ed opposizione, con l'espressione "bulgara" delle votazioni parlamentari. Da una parte un atlantismo convinto ed una fedeltà indiscussa verso l'amico americano; dall'altra la voglia di slegarsi dalla stretta soffoconte degli Stati Uniti ed una certa ostilità verso la NATO a favore dell'ONU come giudice risolutore dei contenziosi internazionali. Sui DICO, argomento di stretta attualità, le differenti vedute sono ormai notorie. Se a sinistra si é orientati ad una approvazione "benedetta" dalla sinistra più radicale ( Rifondazione, Comunisti Italiani, Verdi ), dall'altra si contrappone uno schieramente tutt'altro che asservito ai voleri della Chiesa, ma più sensibili ad una concetto più tradizionale di famiglia. Nonostante ciò credo che i DICO, migliorati in più punti, possano rappresentare un primo, significativo riconoscimento di una libera espressione di vita e che possano coesistere benissimo con la tradizionale "normalità". Secondo il centrosinistra la politica internazionale si dovrebbe fondare su diversi tavoli di trattativa diplomatica con il conseguente ritiro di tutti i contingenti italiani schierati in vari punti critici del mondo ( infatti, al Senato, il rifinanziamento della missione in Afghanistan non avrebbe ottenuto il via libera senza l'appoggio esterno del partito di Casini ).
Silvio Berlusconi può piacere o meno ( al pari del professore bolognese ). Eppure ho sempre pensato che cercare la delegittimazione dell'avversario, qualsiasi colore esso rappresenti, attraverso vicende giudiziarie o scandali di varia natura non sia esattamente viatico per una vita politica corretta e costruttiva. Non credo, infatti, nell'utilità di cercare scheletri nell'armadio ( Prodi ha l'IRI e qualche consulenza sospetta alle spalle ). Esiste, grazie al cielo, il diritto inviolabile del voto. La gente deve essere lasciata libera di punire ( o premiare ) chi meglio ha operato nell'interesse comune.
Ed a proposito di interesse comune e convergenza parlamentare: la riforma del sistema elettorale non dovrebbe passare attraverso un inutile referendum, ma con il dibattito parlamentare, una commissione preposta a raccogliere le opinioni di tutti i partiti di entrambi gli schieramente e, poi, assemblare e mixare per presentarsi alle camere per il voto finale. Personalmente sono orientato verso un sistema che esalti il bipolarsimo "secco", uninominale, con poteri forti ad un presidente che agisca in un abito federale sul modello statunitense. Mi rendo contro che una riforma simile richieda la buona volontà di tutti e qualche legislatura perché entri a far parte della consuetudine italiana. Allora direi che si può cominciare con un sacrosanto sbarramento al 5%.
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