La Rai sospende i suoi talk show fino alle elezioni regionali

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    15,441
    Reputation
    +1,454
    Location
    Verona

    Status
    Online
    Par condicio: Cda Rai, stop talk show
    Lo rende noto il consigliere Van Straten

    ROMA, 1 MAR - Il Consiglio d'amministrazione della Rai, a maggioranza, ha deciso lo stop ai talk show per un mese, fino al voto delle regionali. Lo rende noto il consigliere d'amministrazione Giorgio Van Straten che esprime la sua contrarieta': 'Il Dg della Rai, col sostegno della maggioranza del Cda, ha deciso di sopprimere per un mese l'informazione sulla televisione pubblica. Restano i notiziari, ma questo, visti i comportamenti dell'attuale direzione del Tg1, non puo' rassicurare nessuno'.

    Fonte: www.ansa.it
    www.ansa.it/web/notizie/rubriche/to...1709102074.html



    Conduttori Rai in rivolta contro stop a talk-show prima elezioni
    La decisione annunciata dal Cda Rai


    Roma, 2 mar. (Apcom) - Conduttori Rai in rivolta per la decisione di sospendere per un mese tutti i talk-show politici prima delle elezioni regionali di fine marzo. La decisione è stata presa a maggioranza dal Consiglio di Amministrazione della Rai su proposta del direttore generale Mauro Masi, con i voti contrari dei consiglieri d'opposizione e del Presidente Garimberti. La sospensione temporanea, per la seconda fase della campagna elettorale, riguarda programmi di come Porta a Porta (Raiuno), Annozero e L'ultima Parola (Raidue), Ballarò (Raitre), sostituendoli, ove possibile, con tribune elettorali. Uno dei voti negativi è stato quello del presidente della rete, Paolo Garimberti. "La sospensione danneggia l'azienda e gli utenti", questa la posizione del Presidente della Rai che in Cda ha votato un no "convinto" sulla decisione. Garimberti ha sottolineato di aver fatto "tutto il possibile perché non si arrivasse a questo esito", compreso un ultimo estremo tentativo di avere dalla Vigilanza un'interpretazione formale utile all'applicazione del regolamento sulla par condicio meno dannosa per la Rai. Immediata la reazione dei conduttori delle trasmissioni coinvolte. Michele Santoro ha accusato apertamente la politica: "Il regolamento non attua la legge ma la contraddice - ha affermato - e la Rai non avrebbe dovuto applicarlo. Questo non è più il regolamento è una prova di forza del Governo. Un braccio di ferro simbolico, si vuole umiliare la tv e l'autonomia degli autori, per riportarli alla legge del più forte: si deve capire chi è che comanda". Lucia Annunziata, in collegamento telefonico dall'Iraq, dove avrebbe dovuto realizzare una puntata del suo In mezz'ora, ha annunciato di avere detto al direttore di Rai Tre che la sua trasmissione "non andrà in onda". Giovanni Floris, conduttore di Ballarò, ha denunciato quella che a suo giudizio è "una situazione che non ha precedenti in nessuna realtà occidentale: a un mese dalle elezioni vengono soppresse le trasmissioni politiche". Per Bruno Vespa la sospensione per un mese dei talk show è "grave e sorprendente" e crea per la Rai un "precedente preoccupante". Santoro ha proposto uno sciopero alla rovescia contro la decisione del Cda Rai.

    Fonte: www.ecodibergamo.it
    www.ecodibergamo.it/stories/apcom/1...prima_elezioni/


    Rai, senza talk show crollano gli ascolti
    E i consumatori ricorrono al Tar


    I primi dati auditel mostrano uno scenario desolante per le reti pubbliche
    Spunta l'ipotesi di Costanzo al posto di Vespa. L'Udc: 4 milioni di danni

    ROMA - I primi dati Auditel sono un bollettino di guerra per la Rai amputata dei suoi talk show migliori: telefilm e documentari piazzati al posto di Bruno Vespa e Giovanni Floris deprimono gli ascolti, il "bavaglio" di queste elezioni produrrà un danno economico all'azienda. Roberto Rao, capogruppo dell'Udc in Vigilanza Rai, stima la perdita (in base agli introiti pubblicitari) in quattro milioni di euro. Si evidenzia che il telefilm di RaiUno (che sostituiva Porta a porta) non ha raggiunto il 10% di share. RaiTre, senza Ballarò è precipitata all'8% di share. Così, il direttore generale Rai, Mauro Masi, sta correndo ai ripari. Ai direttori di RaiUno (Mauro Mazza) e RaiDue (Massimo Liofredi) ha chiesto un sovrappiù di fantasia per tappare al meglio i buchi di palinsesto. Da oggi, e forse per l'intero mese, Maurizio Costanzo dovrebbe allestire una sorta di Bontà sua notturna nel territorio lasciato libero da Porta a porta: evitando accuratamente i temi politici, il navigato conduttore del Costanzo show potrebbe doppiare gli ascolti ottenuti lunedì dal telefilm Squadra speciale. Bruno Vespa, dopo la manifestazione contro lo stop ai talk show commenta: "La coperta si è strappata nel modo sbagliato. I silenzio dei talk show politici in campagna elettorale non si era mai visto e spero non succeda mai più".

    Antonio Di Bella, direttore di RaiTre, si lecca le ferite per l'audience dimezzata del martedì privo di Ballarò (la Grande Storia-La dittatura fa l'8.36% di share). E, pur comprendendo il gesto solidale di Lucia Annunziata, che chiude il suo programma, In 1/2 ora, nonostante il Cda Rai non l'avesse sospeso, ora deve trovare un'alternativa: di domenica amplierà Geo & Geo. A RaiDue il direttore Massimo Liofredi deve tappare la voragine di ascolti del giovedì (stasera c'è La carica dei 101 al posto di Annozero) e sostituire L'ultima parola del venerdì: si era pensato a una versione notturna del Fatto del giorno di Monica Setta (che di pomeriggio ha oltre 2 milioni di fan), ma la giornalista ha declinato l'invito. "Io e la mia redazione non prendiamo il posto del collega Paragone. Non siamo dei crumiri", dichiara la Setta.

    Per Carlo Verna, segretario dei giornalisti Rai (Usigrai) con film e repliche al posto dell'informazione "gli italiani assaggiano prove tecniche di tv sovietica". Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, sostiene che il blocco dei talk show contrasta con il contratto di servizio Rai. La Federconsumatori ha impugnato il regolamento e chiede la sospensione al Tar. Intervengono anche i politici di entrambi gli schieramenti. Il vicepresidente della Vigilanza, Giorgio Merlo (Pd), dice che "la ferita al servizio pubblico è stata grave" anche se non è il caso di parlare di "martiri". Per Domenico Nania (Pdl), "serve subito una nuova legge". Leoluca Orlando (Idv) vede nel "bavaglio" Rai una "deriva fascista". Luigi Zanda e Vincenzo Vita (entrambi Pd) auspicano l'intervento di Parlamento e Agcom. Oliviero Diliberto accusa i vertici della Rai di "strumentalizzare" il regolamento della Vigilanza. Ma Alessio Butti, Pdl reagisce con humour alla sostituzione di Santoro con La carica dei 101: "Crudelia Demon è impegno a non far disabituare il pubblico alle performance di Santoro".

    Fonte: www.repubblica.it
    www.repubblica.it/politica/2010/03/...al_tar-2500353/




    Cosa ne pensate di questa vicenda?
    Io concordo con quanto detto da Luca Barbareschi, che è del PDL: siamo in una situazione da dittatura birmana. E' inaccettabile che la Rai censuri i suoi programmi, che i nostri cittadini non vengano informati se non con i TG, la qual cosa, come ha giustamente detto il consigliere Rai Van Straten, "visti i comportamenti dell'attuale direzione del Tg1 (ricordo Minzolini denunciato all'Ordine dei giornalisti ndr), non puo' rassicurare nessuno".
    La nostra democrazia è veramente allo sfascio.
     
    Top
    .
  2. lupog
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Condivido la tua indignazione Oskar. :) Va detto però che o spunto di questa illiberale applicazione della par condicio l'ha dato un deputato radicale a quanto pare con il pieno appoggio dai suo colleghi di partito. Poi ovviamente il PDL, riconoscente per l'inaspettato assist, ci si è buttato a pesce

    Personalmente sono stufo di dover pagare il canone a un azienda che invece di fare servizio pubblico fa i servizietti alla politica. :angry:
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    15,441
    Reputation
    +1,454
    Location
    Verona

    Status
    Online
    Approvata a maggioranza una delibera che conferma quella del 1° marzo
    Garimberti "amareggiato", fiducioso su commissione. Protesta l'opposizione

    Rai, il cda non "libera" i talk show
    Masi: vigilanza decida con urgenza
    Il direttore generale di viale Mazzini domani in ufficio presidenza


    ROMA - Il consiglio d'amministrazione della Rai non sblocca i talk show politici. L'organo di governo della tv pubblica ha approvato a maggioranza (cinque voti favorevoli e quattro contrari) una delibera che conferma quella del 1° marzo, che sospendeva la messa in onda di Annozero, Porta a porta, Ballarò e Ultima parola. La decisione è stata presa al termine della riunione convocata per esaminare la sentenza del Tar che, venerdì scorso, ha accolto il ricorso di Sky e La7 contro il regolamento dell'Autorità di garanzia nel periodo della campagna elettorale.

    Il cda ha dato mandato al direttore generale della Rai, Mauro Masi, di rappresentare alla commissione parlamentare di Vigilanza la situazione che si è creata e per acquisire le valutazioni dell'organismo parlamentare. Masi ha subito inviato una lettera al presidente della Commissione, Sergio Zavoli, per chiedere chiarimenti sull'applicazione del regolamento sulla par condicio dopo la decisione del Tar del Lazio che ha portato all'annullamento della delibera dell'Agcom.
    alla commissione di Vigilanza cui chiede di assumere eventuali decisioni sulla sospensione dei talk show con "urgenza". Il direttore generale Rai ha fatto richiesta formale alla commissione di Vigilanza affinché decida con "urgenza". Domani si riunirà l'ufficio di presidenza della Commissione di vigilanza Rai e, in quella occasione, sarà ascoltato il direttore generale Mauro Masi.

    I consiglieri di amministrazione del centrosinistra hanno diffuso a loro volta una dichiarazione sulla decisione della maggioranza del cda: "Esprimiamo il nostro voto contrario - dicono Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten - perché si tratta di una decisione dilatoria che non sana la forzatura di interpretazione del regolamento compiuta quando a maggioranza fu decisa la sospensione di quattro trasmissioni di approfondimento". "L'ordinanza del Tar sulla delibera dell'Agcom e l'invito della stessa Autorità di garanzia a riconsiderare la delibera assunta dal cda avrebbero dovuto indurre la Rai - osservano i tre rappresentanti di minoranza - a ricollocare in palinsesto da subito gli approfondimenti informativi. Siamo tra l'altro convinti che la conferma della sospensione rende concreto il rischio per l'azienda di sanzioni".

    Il presidente della Rai, Paolo Garimberti, che ha votato contro la soluzione decisa dal Cda, è deluso per l'esito della riunione e amareggiato, a quanto si apprende da fonti vicine alla Presidenza, "per la divisione", evidente in seno al consiglio, e "per la mancata ripresa dei talk show". Garimberti si era già detto favorevole a riprendere le trasmissioni sospese e ritiene abbastanza frustrante che si sia ancora appesi su questa vicenda, con il tempo che non gioca a favore.

    Il presidente Rai auspicava che la lettera del presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò, recapitata oggi, potesse sbloccare la situazione. Calabrò nella missiva informava di aver scritto anche alla Commissione parlamentare di Vigilanza per le valutazioni del caso e ricordava alla Rai l'invito a riconsiderare la decisione sulla sospensione delle trasmissioni. Naturalmente, sottolineano le stesse fonti, il presidente Rai si rimette come sempre alla decisione della maggioranza del Consiglio anche se auspicava "un segnale interno ed esterno di una maggiore reattività e senso pratico". Garimberti aveva auspicato in consiglio che, ascoltando l'invito del presidente dell'Agcom si facessero ripartire i talk show e contemporaneamente si scrivesse quella lettera. Ora, dicono le stesse fonti, il presidente Rai "attende fiducioso che dalla Vigilanza si batta rapidamente un colpo".

    "E' una decisione sbagliata, un errore in una situazione già caotica, grottesca e paradossale" è il commento di Giovanni Floris, conduttore di Ballarò, alle ultime decisioni del cda Rai riguardo la par condicio. "La Rai sarà dunque l'unica televisione senza programmi di informazione politica durante la campagna elettorale, ossia nel momento di maggiore interesse per l'opinione pubblica. E' una decisione scandalosa, un autentico suicidio per la Rai appena mascherato dallo scaricabarile sulla commissione di Vigilanza" dichiara Paolo Gentiloni, presidente del Forum Ict del Pd. "A questo punto il rinvio alla Vigilanza appare infatti come un mero alibi - continua Gentiloni -, visto che il Cda avrebbe potuto decidere autonomamente la fine del black out. Siamo di fronte a una chiara violazione degli obblighi di servizio pubblico, oltre che della legge sulla par condicio e per questo mi auguro che AgCom intervenga per imporre, sia pure all'ultimo minuto, un cambio di rotta anche alla Rai".

    "Non vi è bisogno di attendere i testi di eventuali intercettazioni per comprendere quali siano le ragioni che hanno spinto la maggioranza di destra nel Cda della Rai a confermare quelle norme bavaglio esplicitamente sconfessate dal Tar e perfino dall'autorità di garanzia. Il bavaglio deve restare perché così ha voluto il signore e padrone del conflitto di interessi" dichiara Giuseppe Giulietti parlamentare Gruppo Misto e portavoce Articolo21. "Contrasteremo tale decisone in tutte le sedi possibili - aggiunge - e promuoveremo tutte le azioni utili a determinare le decisioni di un gruppo dirigente che ha dimostrato di non poter svolgere alcuna funzione di garanzia".

    http://www.repubblica.it/politica/2010/03/...e_talk-2675547/


    E il premier disse: nessun dietrofront
    io non voglio finire come Sarkozy


    Per Berlusconi l'incubo di un bis del voto francese: "Quei pollai televisivi favoriscono l'astensione"
    "Anche i leader della sinistra chiamavano. E quella tv crea un clima di angoscia"

    "Sui talk show non si torna indietro. Volete che sia io a riaprire Annozero, a due settimane dal voto? Ma siete impazziti?". Niente può convincere Berlusconi a ridare voce a Santoro, Floris e Vespa. I "pollai" televisivi, come li chiama lui, creano quel "clima di angoscia" che si può trasformare nel nuovo fantasma scespiriano del Cavaliere: l'astensione di massa, fiumi di elettori moderati che restano a casa e puniscono senza pietà lui e il Pdl. Come è successo 48 ore fa all'alleato e amico Nicolas Sarkozy.

    Non potevano perciò bastare la sentenza del Tar, l'indicazione chiara dell'Agcom per una ripresa dei contenitori informativi, i richiami di Zavoli e Garimberti, a convincere il premier. Nemmeno le intercettazioni dell'inchiesta di Trani, con le pressioni sul commissario alle Comunicazioni Innocenzi per tappare la bocca a Michele Santoro, sono un buon motivo per restituire, una volta disvelate, spazi di autonomia alla televisione di Stato. Anche perché Berlusconi non considera le sue telefonate un'interferenza sulla libertà di informazione, figuriamoci. "I premier della sinistra chiamavano i membri dell'authority della loro parte. Come io faccio con i miei. Nessuno mi può dare lezioni su questo e se insistono sono pronto a fare nomi e cognomi". Dunque i "pollai" Annozero, Ballarò, persino la non ostile Porta a porta devono rimanere sigillati. Tanto più ora. Si sta materializzando a Palazzo Grazioli un incubo capace di far perdere il lume della ragione: l'astensione record il 28 e 29 marzo. Da domenica notte, questo pericolo è diventato un mostro a tre teste, un film horror prodotto in Francia. "Visto cosa è successo a Sarkozy?", ha ripetuto per tutto il giorno il premier ai suoi interlocutori.

    In Francia il grande alleato di Berlusconi, il leader di destra che punta sulla sicurezza, alimenta a ogni passo la sua grandeur e quindi tanto assomiglia al nostro premier, ha incassato una solenne batosta. Favorita dai suoi errori e da un astensionismo senza precedenti: 53,6 per cento. Elettori persi per strada che hanno punito soprattutto l'Ump. Il bruttissimo sogno può ripetersi nelle 13 regioni italiane tra due settimane. I socialisti francesi hanno superato di tre punti la destra (29 a 26) mentre tre anni fa erano ridotti ai minimi termini surclassati dal futuro marito di Carla Bruni. Al secondo turno il presidente francese può perdere in tutte le 22 aree metropolitane dove si vota. Non mancano le analogie: sono le ultime elezioni importanti in Francia prima delle presidenziali del 2012. Così come le regionali italiane sono il giro di boa finale in vista delle politiche del 2013.

    La risse televisive hanno spesso portato bene a Berlusconi perché nello scontro quasi fisico dei talk show, nel duello tra partigianerie, il popolo del Pdl trova gli stimoli per ricompattarsi e precipitarsi alle urne, quando è il momento. Ma i sondaggi del Cavaliere, di solito molto precisi, dicono che quel popolo è stanco. E può scegliere di "andare al mare". "Ai moderati - spiega Berlusconi - il clima di angoscia non piace, questo è il punto. Ma non devono cadere nel tranello dell'astensionismo". Un appello con il cuore in mano. "Non fatevi tradire dall'indifferenza - è la "supplica" berlusconiana ai suoi -. Sapete bene che non siamo noi i responsabili di questa situazione. È la sinistra a seminare odio e invidia sociale per l'avversario. Per sconfiggerli dovete andare a votare".

    Berlusconi, abituato a mostrare sempre piena la bisaccia del centrodestra, ha fissato singolarmente un'asticella bassissima per le regionali. "Sarà un successo conquistare anche tre regioni, una in più della volta scorsa", si è lasciato sfuggire qualche giorno fa. Un dato preoccupante perché secondo i risultati delle Europee di un anno fa, Pdl e Lega dovrebbero passeggiare in dieci sfide su tredici. Giulio Tremonti, perfido, aveva profetizzato per il Pd la sorte di "partito appenninico", una forza minoritaria vincente solo lungo la dorsale che attraversa le regioni rosse Emilia, Toscana e Umbria. Ma se il centrosinistra conquista Lazio e Puglia, conferma Piemonte e Liguria, il quadro cambia. E in Italia, a differenza della Francia, non c'è nemmeno il secondo turno per riscattarsi.

    http://www.repubblica.it/politica/2010/03/...k_show-2684059/



    Commento finale: lo scandalo della censura continua, nonostante le sentenze del Tar. E' cuna vergogna assoluta, che a mio avviso invalida almeno in parte il risultato delle prossime elezioni regionali, visto anche lo strapotere di Berlusconi nei tg, rimasto ormai senza contraltare.
    Il Cda RAI deve vergognarsi profondamente.
     
    Top
    .
2 replies since 4/3/2010, 12:58   154 views
  Share  
.