Napolitano firma la legge sul legittimo impedimento

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    15,461
    Reputation
    +1,463
    Location
    Verona

    Status
    Offline
    Via libera al legittimo impedimento
    Napolitano ha firmato la legge


    Il provvedimento, approvato dal Senato il 10 marzo, entra in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
    Da ora stop di 18 mesi ai processi che riguardano ministri e presidente del Consiglio per esigenze di governo

    Il presidente:"Ora ci sia leale collaborazione tra l'autorità politica e quella giudiziaria"
    Di Pietro:"Chiederemo direttamente ai cittadini, tramite referendum, se sono d'accordo con la legge"


    Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha promulgato il disegno di legge sul legittimo impedimento del presidente del Consiglio e dei singoli ministri a comparire in processo. Il provvedimento, approvato in via definitiva dal Senato il 10 febbraio scorso, entra in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Dopo la firma, dall'inquilino del Colle è arrivato un appello a una leale collaborazione tra l'autorità politica e giudiziaria.

    A quanto si è appreso infatti punto di riferimento del Presidente della Repubblica nel promulgare, dopo approfondito esame, la legge recante "disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza", è rimasto il riconoscimento - già contenuto nella sentenza della Corte costituzionale n. 24 del 2004 - dell'"apprezzabile interesse" ad assicurare "il sereno svolgimento di rilevanti funzioni" istituzionali, interesse "che può essere tutelato in armonia con i principi fondamentali di diritto". In questo quadro la legge approvata dalle Camere il 10 marzo scorso - secondo gli ambienti del Quirinale - è apparsa rivolta a "tipizzare" l'impedimento legittimo disciplinato dall'art. 420-ter del Codice di procedura penale, che la legge espressamente richiama, in un contesto di leale collaborazione istituzionale tra autorità politica e autorità giudiziaria.

    L'iter della legge. Il 10 marzo c'era stato il via libera del Senato. Dopo due voti di fiducia, l'ok definitivo aveva registrato 169 favorevoli, 126 contrari e 3 astenuti. Era così diventata legge lo "scudo" che permette al presidente del Consiglio e ai ministri di sottrarsi alle convocazioni in sede giudiziaria, privilegiando gli impegni governativi "autocertificati". Il ddl era stato approvato alla Camera lo scorso 3 febbraio. Principio cardine: per il presidente del Consiglio, chiamato a comparire in udienza in veste di imputato, costituirà legittimo impedimento "il concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti". E stessa cosa varrà per i ministri.

    La legge salva infatti il premier e i ministri dai processi per 18 mesi, in attesa dell'approvazione di un nuovo lodo Alfano stavolta per via costituzionale. Due articoli consentiranno "al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri il sereno svolgimento delle funzioni loro attribuite dalla Costituzione e dalla legge": l'articolo 2 riguarda appunto il carattere di 'legge ponte', cioè l'applicazione della nuova norma "fino alla data di entrata in vigore della legge costituzionale" e fissa inoltre l'entrata in vigore della nuova norma sul legittimo impedimento al giorno successivo alla pubblicazione in gazzetta ufficiale.

    Il testo prevede che le attribuzioni previste dalla legge che disciplina l'attività di governo e della presidenza del Consiglio, dal regolamento interno del consiglio dei ministri, le relative attività preparatorie e consequenziali, nonché di ogni attività comunque "coessenziale" alle funzioni di governo costituiscano legittimo impedimento per il premier a comparire alle udienze penali che lo vedono imputato (non a quelle in cui è parte offesa). Stesso trattamento vale per i ministri.

    Sarà Palazzo Chigi ad autocertificare l'impedimento. "Ove la presidenza del consiglio dei ministri - recita il testo - attesti che l'impedimento è continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni di cui alla presente legge, il giudice rinvia il processo ad udienza successiva al periodo indicato. Ciascun rinvio non può essere superiore a sei mesi". Il corso della prescrizione rimane sospeso per l'intera durata del rinvio. La legge si applica anche "ai processi penali in corso in ogni fase, stato o grado, alla data della entrata in vigore della legge".

    Di Pietro: "Ora referendum". Antonio Di Pietro non ha attaccato Napolitano dopo la decisione. "Cosa fatta capo ha", ha commentato in una nota il leader dell'Idv, annunciando il ricorso al referendum. "Per quanto ci riguarda non perderemo neppure un momento a disquisire di chi sia la colpa e, soprattutto, a chi giovi questo provvedimento che riteniamo incostituzionale e immorale. Per questo, chiederemo direttamente ai cittadini, tramite referendum, come abbiamo fatto con il lodo Alfano, se sono d'accordo sul fatto che in uno stato di diritto, come riteniamo debba essere il nostro, si possa accettare che alcune persone non vengano sottoposte a processo come succede a tutti gli altri cittadini quando vengono accusati di aver commesso un reato".

    Fonte: http://www.repubblica.it/politica/2010/04/...imento-3181163/




    Posto di seguito una pungente critica di Marco Travaglio che, seppure con toni che trovo eccessivi, esprime molti dei miei dubbi di merito sulla costituzionalità del provvedimento e l'operato del Capo dello Stato:

    Napolitano, 11 volte vergogna

    Il capo dello Stato ha firmato anche la legge sul legittimo impedimento,
    per salvare Berlusconi e i ministri dai processi, anche se è palesemente incostituzionale


    Con la promulgazione del "legittimo impedimento" per Berlusconi e i suoi ministri, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato l’undicesima legge vergogna in quattro anni di mandato. Le altre dieci erano: l’indulto extralarge esteso ai reati dei colletti bianchi, il decreto Mastella per distruggere i dossier della security Telecom, l’ordinamento giudiziario Mastella-Castelli, la legge salva-Pollari, il lodo Alfano, la norma della penultima finanziaria che raddoppia l’Iva a Sky, i due pacchetti sicurezza Maroni contenenti norme razziali anti-rom e anti-immigrati, lo scudo fiscale Tremonti, il decreto salva-liste del Pdl. Resta da capire il perché di quel mese di melina, che aveva suscitato speranze nelle persone perbene e timori nel partito dell’impunità: semplicemente, dopo tanto firmare, il Presidente aveva finito l’inchiostro, o aveva inceppato la penna, o magari aspettava il dopo elezioni per dare un colpo al cerchio e uno alla botte: respinto il ddl sul Welfare (che estende l’arbitrato ai rapporti di lavoro), promulgato il legittimo impedimento. Tanto Berlusconi non deve licenziare nessuno e del ddl se ne strafrega, mentre col legittimo impedimento potrà fuggire legalmente dai suoi processi, e come lui i suoi ministri, per 18 mesi, in attesa di bissare il lodo Alfano con legge costituzionale o di ripristinare l’autorizzazione a procedere, cioè l’impunità per tutti i parlamentari. Dunque Napolitano nega la sua firma a una legge che non giudica incostituzionale, ma che semplicemente non condivide (il ddl sul lavoro) e appone la sua firma su una legge incostituzionale, come ha già sancito la Consulta in due sentenze del 2001 e del 2008. La prima, a proposito degli impedimenti parlamentari accampati da Previti nei processi "toghe sporche", stabilì che "l’esigenza di celebrare i processi in tempi ragionevoli e quella di assicurare un corretto assolvimento dei compiti istituzionali hanno pari rango costituzionale" e spetta al giudice, non certo all’imputato, assicurare un giusto bilanciamento fra le due istanze. La seconda, bocciando il lodo Alfano, definiva "irragionevole e sproporzionata" la "presunzione legale assoluta di legittimo impedimento" dovuta esclusivamente dalla carica ricoperta: gli impedimenti valgono "solo per lo stretto necessario", "senza meccanismi automatici e generali", tantopiù che la deroga al principio d’eguaglianza era imposta con legge ordinaria. Inoltre, in barba al precetto costituzionale che vuole i giudici "soggetti soltanto alla legge", il legittimo impedimento li assoggetta alle circolari di un funzionario di Palazzo Chigi che comunicherà insindacabilmente ai tribunali, di sei mesi in sei mesi, l’impossibilità del premier e dei ministri a comparire in udienza. Visto che è tutto molto chiaro, sarebbe ora di smetterla con le ipocrisie e di chiamare le leggi vergogna col doppio cognome: "Berlusconi-Napolitano". E di fare in modo che le proteste non vengano soltanto dai dipietristi e dall'estrema sinistra. Ma da tutti gli italiani che hanno a cuore la Costituzione.

    Fonte: http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamwar..._volte_vergogna


     
    Top
    .
  2. lupog
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    boh boh , in un clima in cui il Presidente della Repubblica è costantemente tirato per la giacca dai tifosi della curva nord e della curva sud , ritengo quanto mai opportuno affidarsi a un Costituzionalista per interpretarne il comportamento :)

    Il rispetto della Costituzione e il cappotto del Presidente

    di Michele Ainis


    La legge sul legittimo impedimento può piacere o non piacere. Diciamolo senza troppi giri di parole: a noi non piace. Il bilanciamento fra le esigenze processuali e quelle di governo avrebbe potuto trovare un equilibrio più soddisfacente. Lo spazio del sindacato giudiziario in ordine alla richiesta di rinvio dell'udienza penale, depositata dalla presidenza del Consiglio, si presta a vari malintesi. Infine sarebbe stato meglio, molto meglio, un esame parlamentare approfondito, senza la camicia di forza del voto di fiducia.

    Può darsi che in futuro questa legge suoni antipatica pure alla Consulta, ma non è questo il punto. Oggi la questione investe il ruolo del capo dello stato, le critiche o gli applausi per averla promulgata. D'altronde le due tifoserie sono entrate già in azione e non smetteranno troppo presto. E allora diciamolo di nuovo senza infingimenti: sbagliate bersaglio, c'è errore di mira. Non tanto perché il presidente sia immune da contestazioni; ci mancherebbe, in democrazia non esistono santini. Quanto perché non è di Napolitano la paternità delle scelte timbrate nella legge. Altrimenti la promulgazione sarebbe tal quale la sanzione regia, una terza approvazione dopo quella delle Camere.

    Naturalmente, c'è sempre un'obiezione all'obiezione. Funziona così: sappiamo che le decisioni spettano alla maggioranza di governo, però il capo dello stato rappresenta il supremo garante delle nostre istituzioni. Se dunque ha acceso il verde del semaforo sul legittimo impedimento, significa che non vi ha ravvisato profili d'incostituzionalità, o almeno non così evidenti. Da qui gli applausi (della maggioranza), nonché le critiche (di questa o quella minoranza). Da qui, in breve, l'uso del Colle come parapioggia, o al contrario come acchiappafulmini.

    In questo atteggiamento, in quest'accalcarsi sotto il paletot del presidente c'è un errore prospettico, un abbaglio giuridico. Se infatti il capo dello stato fosse anche giudice circa la costituzionalità delle leggi sottoposte alla sua firma, allora delle due l'una. O le promulga, attestandone così la piena coerenza con la Costituzione; ma l'indomani la Consulta può smentirlo, e d'altronde le sentenze d'annullamento di leggi regolarmente promulgate si contano a decine l'anno. Oppure non le promulga, perché in contrasto con la Carta; ma se il Parlamento le riapprova senza cambiare un aggettivo (successe a Giovanni Leone nel 1975, quando rinviò la legge elettorale del Csm), il presidente sarà costretto a promulgare un atto normativo che ha dichiarato già incostituzionale. Nell'uno e nell'altro caso la sua autorità subirebbe una ferita, una diminuzione permanente.

    Conviene allora dirlo con chiarezza: non la costituzionalità, bensì l'opportunità costituzionale è l'inchiostro con cui scrive il capo dello Stato. E infatti Napolitano non ha messo in campo la categoria della legittimità costituzionale, né quando ha rinviato la legge sul lavoro, né quando ha promulgato quella sul legittimo impedimento. Sicché la domanda giusta è un'altra: dobbiamo giudicare sommamente inopportuna la nuova disciplina di cui s'avvantaggiano il premier e tutti i suoi ministri? Napolitano avrebbe fatto bene a rispedirla al mittente, considerandola offensiva dei valori condivisi su cui gravita la nostra convivenza?

    Se dimentichiamo le varie simpatie politiche e ci applichiamo a uno sforzo d'onestà intellettuale, la risposta è no. In primo luogo perché il «sereno svolgimento» delle funzioni di governo descrive un interesse pubblico, riconosciuto peraltro dalla stessa Consulta (sentenze 24/2004 e 262/2009). In secondo luogo perché questo interesse sussisteva già per i parlamentari (così, di nuovo, la Consulta: sentenze 225/2001 e 451/2005), nonché in capo ai ministri (Cassazione, sentenza 10.773/2004). In terzo luogo perché il legittimo impedimento sospende la prescrizione dei reati, ed è perciò più restrittivo anche rispetto all'immunità parlamentare configurata dal vecchio articolo 68 della Costituzione. In quarto luogo perché la nuova legge è a termine, sicché non vale per tutti i secoli a venire, ma al massimo per 18 mesi. In quinto luogo perché la doppia fiducia che ne ha strozzato la discussione in Parlamento, pur deprecabile, di per sé non basta: altrimenti, con 31 votazioni di fiducia fin qui collezionate dal governo Berlusconi, Napolitano avrebbe dovuto fare una razzia legislativa.

    E c'è infine un aspetto che in futuro potrà rivelarsi decisivo. La legge parla di «legittimo» impedimento, non d'impedimento «assoluto». Significa che un'interpretazione conforme a Costituzione può recuperare spazio alla discrezionalità del giudice, permettendogli di sindacare le ragioni addotte dalla presidenza del Consiglio, ed eventualmente di respingerle. In questo senso, d'altronde, si è espresso già qualche giurista, nonché un esponente della maggioranza (Manlio Contento) durante l'iter di gestazione della legge. Poi, certo, chi ha scritto la nuova disciplina aveva tutt'altri scopi in mente. Ma pazienza, alla prossima occasione gli regaleremo una bella penna nuova.


    www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...residente.shtml
    www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...residente.shtml
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    5,087
    Reputation
    +731

    Status
    Offline
    Si anch'io condivido totalmente il commento di Ainis, tutte le leggi dichiarate incostituzionali , anzi tutte quelle per le quali un magistrato ha dichiarato la non manifesta infondatezza della questione di incostituzionalità , se approvate dopo il 1948 , come è ovvio, sono state firmate da un qualche presidente della repubblica, solo ora le "opposte tifoserie" confondono i ruoli.
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    15,461
    Reputation
    +1,463
    Location
    Verona

    Status
    Offline
    Legittimo impedimento, affondo dei pm
    "E' un provvedimento incostituzionale"
    "Ci dicano le date per fissare l'udienza, siamo disponibili anche sabato e domenica"

    Milano, processo sulle presunte irregolarità nel processo Mediaset che vede tra gli imputati Berlusconi
    Per l'accusa la certificazione degli impegni del premier non basta: "Si creerebbe un blocco della giurisdizione"



    La legge sul legittimo impedimento firmata dal presidente della Repubblica lo scorso 7 aprile è incostituzionale secondo gli articoli 101 e 138. Lo ha sostenuto il pm della procura di Milano, Fabio De Pasquale, nel corso del processo sulle presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv di Mediaset che vede tra gli imputati il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Dopo la lettera depositata dai legali del premier nella quale il segretario della presidenza del Consiglio ha indicato come prossime date utili per celebrare il processo il 21 e il 28 aprile, il pm ha rilevato che se "di fronte a una certificazione del segretario della presidenza del Consiglio il giudice deve rinviare il processo anche per mesi, allora la legge è costituzionalmente illegittima".

    Per De Pasquale, la legge sul legittimo impedimento rappresenta un caso di "tanto rumore per nulla perché la novità normativa che introduce è veramente modesta". Il rappresentante della pubblica accusa ha spiegato che questa legge si limita ad ampliare i casi di legittimo impedimento già riconosciuti dall'ordinamento, "ma non dice nulla sul fatto che il legittimo impedimento produca o meno impossibilità assoluta a comparire in aula del presidente del Consiglio". Tuttavia, davanti alla certificazione delll'impossibilità di Berlusconi a partecipare al processo fino alla data del 21-28 luglio, saremmo di fronte a "un'interpretazione costituzionalmente illegittima". Che avrebbe come conseguenza il rivolgersi alla Consulta.

    In ogni caso la richiesta principale della procura è quella di invitare la difesa di Berlusconi a fornire delle date per la celebrazione delle udienza: "Anche di sabato e di domenica", aggiunge De Pasquale.

    Immediata la replica di uno dei legali del Cavaliere: "L'impedimento è legittimo e spero che questa legge consenta di ottemperare le esigenze del tribunale con quelle del consiglio dei ministri" dice Nicolò Ghedini.
     
    Top
    .
3 replies since 8/4/2010, 13:19   396 views
  Share  
.