Eugenio di Savoia - il Gran Capitano

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  1. Kratosflave
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    Dedico questo topic ad uno dei miei condottieri preferiti, talvolta sconosciuto a molti, ma che ha segnato una pagina importante della guerra in Europa nell'era pre-napoleonica. Napoleone stesso era il suo più grande stimatore. Sebbene fosse un italiano cresciuto in Francia, Eugenio passò alla storia come uno dei generale più brillanti dell'Impero Asburgico( anche per questo molti lo considerano l'ultimo Capitano di Ventura) ricevendo il grado di Feldmaresciallo del Sacro Romano Impero Austriaco a soli trent'anni. Le sue imprese di maggior nota sono state effettuate durante la Guerra Austro-Turca e la Guerra di Successione Spagnola. Il suoi sopranomi erano: Principe Eugenio, Principe Sole( si vociverava che fosse il figlio illegittimo di Luigi XIV) ed il nome con cui veniva chiamato dai suoi uomini, Gran Capitano( per via del fatto che combatteva fianco a fianco con i suoi uomini).
    Combatté la sua ultima battaglia a 72 anni al comando della Cavalleria dei Dragoni Imperiali, per poi ritirarsi a vita privata e morendo serenamente un anno dopo. Fu uno dei migliori strateghi del suo tempo e con le sue vittorie e la sua opera di politico assicurò agli Asburgo e all'Austria la possibilità di imporsi in Italia e nell'Europa centrale e orientale.

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    Ritratto di Eugenio di Savoia, 1712.

    I primi anni di vita.
    Eugenio di Savoia naque a Parigi, alla corte del Re Sole, il 18 ottobre 1663. Figlio del generale sabaudo Eugenio Maurizio di Savoia-Carignano e Olimpia Mancini, nipote del cardinale Mazarino e compagna di giochi d'infanzia( e dopo probabilmente amante) del Re Luigi XIV. La madre venne coinvolta nello Scandalo dei Veleni, e per questo esiliata in Belgio, Eugenio rimase a Parigi dal padre che cominciò ad iniziarlo all'arte bellica. Ma il 6 giugno del 1673 Eugenio Maurizio morì, ed il giovane venne spedito a Bruxelles alle cura della madre, della zia e della nonna; ma le tre nobil donne erano più occupate a dirigere intrighi di palazzo per occuparsi del piccolo Eugenio, ed egli fu de facto allevato dal personale del Palazzo Soissons. Questo lo aiutò successivamente a forgiare il suo carattere spartano ed umile.

    Ormai adolescente Eugenio tornò a Parigi e qui conobbe una vita libertina, dedita ad alcol, donne e quant'altro; ma senza mai perdere di vista gli allenamenti giornalieri di scherma e gli studi di tattica militare. Ma la sua famiglia aveva deciso per lui un destino ben diverso: essendo solo il quinto di otto fratello( tra cui Luigi Tommaso che aveva già ereditato i titoli nobiliari del padre, e Luigi Giulio che era Comandante Militare alla corte degli Asburgo), era stato destinato alla carriera ecclesiastica. A soli quindici anni ricevette la tonsura, anche se il suo comportamento "libertino" a Parigi aveva dettato scandalo. Tuttavia Eugenio si ribellò a tale ordine e, chiedendo udienza, venne ricevuto dal Re Sole chiedendo un comando militare. Luigi XIV rifiutò, non, come si disse poi diffamandolo, a causa delle voci sui suoi gusti omosessuali (il monarca aveva ammesso nell'esercito Luigi di Vendome, sulle preferenze del quale non c'erano semplici voci ma certezze assolute e tangibili), ma per la disgrazia in cui si trovava tutta la sua famiglia in seguito al coinvolgimento della madre nello Scandalo dei Veleni con la famosa avvelenatrice Voisin. In realtà il giovane aveva messo la testa a posto e fu profondamente influenzato dalle letture di La Rochefoucauld, di San Francesco di Sales, di Racine ed altri, s'era imposto l'ideale dell'honnête homme (l'uomo onesto, la persona perbene), cui sarebbe stato fedele per il resto della sua vita.

    Indignato per via del fatto cyhe gli altri decidessero per lui, Eugenio fuggì da Parigi con suo cugino, il principe Luigi-Armando I di Borbone-Conti, verso la Germania. Luigi XIV, non sopportando di perdere due membri illustri di Casa Savoia, mandò uno dei suoi nobili all'inseguimento per far tornare sui loro passi i due giovani rampolli. L'agente del Re Sole raggiunse i due ventenni a Francoforte, pregandoli di tornare a Parigi, ma, mentre Luigi-Armando acconsentì, Eugenio era indignato col monarca francese e decise di proseguire verso Vienna, alla corte dell'Imperatore Leopoldo I d'Asburgo dove militava anche il fratello Luigi Giulio.

    Al servizio degli Asburgo.
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    Statua equestre di Eugenio di Savoia, Heldenplatz, Vienna.

    Arrivato a Vienna apprese della morte del fratello avvenuta qualche giorno prima per via delle ferite riportate nella Battaglia di Petronell, contro i turchi. L'Imperatore Leopoldo, da sempre legato ed impressionato dalle doti strategiche dai membri di casa Savoia, prese Eugenio sotto la sua ala protettrice nominandolo Aiutante di Campo al servizio del suo Comandante supremo Carlo V di Lorena, cognato dello stesso imperatore, che era impegnato nel corso della Quinta Guerra Austro-Turca a liberare Vienna dall'assedio posto dalle truppe turche del sultano Maometto IV.

    Eugenio combatté contro i turchi il 12 settembre 1683, la gloriosa giornata che mise fine all'Assedio di Vienna. Si distinse in combattimento, venendo ferito un paio di volte, ma sopratutto durante i combattimenti che seguirono alla ritirata dei turchi. Anche se era ancora un semplice aiutante, Eugenio combattè in prima linea spronando i soldati semplici e guadagnandosi la loro stima. Alla fine dello stesso anno venne nominato Colonnello, e gli fu affidato il comando di un reggimento di Dragoni Imperiali.

    La vita da Condottiero.
    l'11 settembre del 1683 una coalizione islamica, con stati-vassalli ortodossi dell'est( Khanato di Crimea, Principato di Transilvania, Principato di Valacchia e Principato di Moldavia), condotta dall'Impero Ottomano attaccò Vienna. Per fortuna in aiuto dell'Imperatore Leopoldo I venne il Re di Polonia Jan III Sobieski. La battaglia durò due interi giorni. Eugenio condusse valorosamente i propri Dragoni attaccando ripetutamente, con blitz veloci, i fianchi del nemico, inducendolo infine alla ritirata per logoramento. il Principe di Savoia, non soddisfatto, si lanciò all'inseguimento delle retrovie turche massacrandole. Questo lo fece promuovere al grado di Generale dello Stato Maggiore. Quattro anni dopo, guidò valorosamente due interi reggimenti di Dragoni, sempre contro i turchi, dando un contributo rilevante nella vittoria di Mohács; guadagnandposi la promozione a Tenente Generale.
    Partecipa quindi sotto il comando del Principe Elettore di Baviera Massimiliano II Emanuele all'Assedio di Belgrado ed alla sua conquista (6 settembre 1688), rimanendo ferito ad una gamba da una pallottola di moschetto. L'anno successivo, sul Reno, comanda l'offensiva contro i francesi e viene ferito nuovamente da una pallottola, questa volta alla testa.

    Nel maggio del 1690 viene inviato in Piemonte. Suo cugino Vittorio Amedeo II Duca di Savoia, passato dalla parte della Lega Augusta( o Alleanza Austro-Spagnola), si ritrova il suo ducato invaso dai francesi, comandati dal Generale Nicolas Catinat.

    Combatté qui, normalmente in subordine al Maresciallo Imperiale Carafa, per sei anni con alterne fortune (il contingente affidatogli dall'Imperatore non ebbe mai l'organico e l'armamento giudicato necessario da Eugenio) restando suo malgrado coinvolto nelle sconfitte subite dall'esercito alleato presso l'abbazia di Staffarda e poi alle cascine Marsaglia di Orbassano, vicino a Torino, (4 ottobre 1693), ma condusse delle ottime operazioni contro Susa e altre fortezze piemontesi occupate dai Francesi, finché il 30 agosto 1696 Vittorio Amedeo II stipulò con la Francia un trattato di pace e d'alleanza e unì le proprie truppe a quelle del Catinat, assumendo il comando delle operazioni contro l'ex alleato imperiale (cosa che Eugenio aveva previsto e dalla quale aveva già messo in guardia l'Imperatore, sollecitandolo senza successo ad inviargli rinforzi in uomini e mezzi).

    Intanto la Turchia si era riavuta dalle perdite, aveva riconquistato Belgrado ed era già entrata in Ungheria. L'esercito che doveva fronteggiare i turchi era stato posto sotto il comando del Principe Elettore di Sassonia, Federico Augusto I. Richiamato in Austria, Eugenio viene insignito del grado di Feldmaresciallo del Sacro Romano Impero, la più alta onorificenza militare germanica, ed inviato come affiancato a Federico Augusto I. Poco dopo però Federico Augusto viene eletto Re di Polonia e così il comando passa esclusivamente nelle mani di Eugenio. Il nuovo comandante guida un esercito male armato di poco più di 50.000 uomini, che devono fronteggiare l'esercito turco di Mustafa II forte di 100.000 uomini (fra i quali i temibili giannizzeri), dotato di potenti artiglierie.

    L'11 settembre 1697, presso Zenta, grazie ad un'abile e spregiudicata azione strategica, Eugenio attacca di sorpresa i turchi che stavano attraversando il Tibisco su un ponte di barche e li mette in rotta. Era infatti consapevole del fatto che se avesse affrontato i turchi in campo aperto, il suo esercito avrebbe sicuramente avuto la peggio. Muove così una spettacolare imboscata. Rimangono sul campo i corpi di 30.000 turchi, dei quali 20.000 caduti in battaglia e 10.000 affogati nel Tibisco. Le perdite imperiali furono al contrario irrisorie: 28 ufficiali e 401 soldati. Un centinaio di pezzi di artiglieria e la cassa dell'esercito cadono nelle mani di Eugenio, le cui perdite assommano a meno di 500 morti, o feriti gravi, e poco più di 1.000 feriti. Eugenio non può inseguire immediatamente il nemico a causa della cattiva stagione e della mancanza di rinforzi, ma, subito dopo, lo attacca pesantemente in Bosnia inseguendolo fin alle porte di Sarajevo.

    Il 26 gennaio 1699 viene stipulata con i turchi la Pace di Carlowitz, con la quale l'Austria ottiene la Transilvania, tutta l'Ungheria, la Croazia e la Slavoni

    La vittoria di Zenta ha grande risonanza in tutta Europa e la fama di Eugenio sale alle stelle, destando naturalmente anche parecchia invidia. Scoppia nel 1701 la Guerra di Successione Spagnola, si riforma la grande alleanza già avutasi dal 1690 al 1696 fra Austria, Inghilterra, Paesi Bassi ed alcuni stati dell'impero tedesco contro la Francia,adesso alleata a Spagna e Baviera. Eugenio, sceso in Italia per prendere la Lombardia, si scontra coll'esercito francese del Maresciallo di Francia Nicolas de Catinat de La Fauconnerie, sconfigge a Carpi ed a Chiari i francesi e ne blocca i progressi a Luzzara, operando, senza totale successo, anche un'incursione a Cremona. Nel 1703 Eugenio viene nominato dall'Imperatore Presidente del Consiglio aulico di guerra, per sovrintendere per conto dell'Imperatore stesso a tutta l'amministrazione e la conduzione dell'esercito austriaco. Il 13 agosto 1704, insieme al vecchio e fedele amico inglese John Churchill, 1° duca di Marlborough (antenato del Primo Ministro Britannico della Seconda Guerra Mondiale Winston Churchill che ne sarà anche il biografo), sconfigge le truppe franco-bavaresi a Blindheim - per gli inglesi Blenheim, sul Danubio superiore. Nominato esecutore del Trattato di Ildesheim, con il quale la Baviera viene sottomessa all'autorità austriaca, dimostra il suo pugno di ferro reprimendo le rivolte dei bavaresi contro le imposte ed i reclutamenti forzati, voluti dall'Imperatore, a Sendling e ad Aidenbach.
    Ad aprile 1705 torna in Italia, ove nel frattempo Vittorio Amedeo II di Savoia dal 1703 ha nuovamente cambiato alleati ed è passato alla coalizione imperiale, per liberare il cugino dalla presenza delle truppe francesi.

    Sconfitto a Cassano sull'Adda, si rifà l'anno successivo, sconfiggendo i francesi sotto Torino, liberando la città dall'assedio delle truppe del duca La Feuillade che dura sin dai primi giorni di giugno e di fatto eliminando i Francesi dall'Italia.

    Nel 1707 compie per pressione degli inglesi un'incursione su Tolone; non prende la città, ma il bombardamento a cui la sottopone è talmente pesante che distrugge completamente la flotta francese del Mediterraneo; poi viene nominato Governatore del Ducato di Milano, carica che manterrà fino al 1716. L'11 luglio 1708 sconfigge, ancora insieme all'amico John Churchill 1° duca di Marlborough, le truppe francesi del Maresciallo di Francia Luigi Giuseppe di Borbone, Duca di Vendôme e del Duca di Borgogna a Oudenaarde nelle Fiandre, assedia ed espugna la città di Lilla (9 dicembre 1708). L'anno successivo combatte e sconfigge, sempre a fianco dell'amico Duca di Marlborough, i francesi del maresciallo Claude Louis Hector conte di Villars a Malplaquet nei pressi di Mons: una vittoria costata tuttavia all'esercito imperiale molto cara per l'entità delle perdite subite.

    All'inizio del 1714 conduce le trattative di pace con la Francia (l'Inghilterra e le altre potenze hanno già concluso la Pace ad Utrecht l'anno precedente) che porta a termine il 6 marzo 1714 (Pace di Rastatt).

    Nel 1716 lascia il governatorato del ducato di Milano e diviene Governatore dei Paesi Bassi spagnoli, carica che eserciterà per interposta persona da Vienna, fino al 1724, quando venne sostituito dalla sorella dell'imperatore Carlo VI, Maria Elisabetta. I turchi di Ahmed III dichiarano guerra alla Repubblica di Venezia alleata dell'Austria, che viene coinvolta nel conflitto (Guerra Austro-veneto-turca del 1714–1718). Violati i patti della Pace di Carlowitz, i turchi guidati dal Gran Visir Damad Alì Kumurçi, si avvicinano con un esercito di oltre 100.000 uomini alle postazioni di Eugenio nei pressi di Petervaradino e cominciano l'accerchiamento delle truppe austriache, ma Eugenio con una sortita audace ed improvvisa il 5 agosto 1716 li sconfigge pesantemente. Il resto dell'anno lo impiega a liberare il Banato e ad espugnare la fortezza di Temesvar (14 ottobre 1716).

    L'anno successivo marcia su Belgrado, ancora in mano ai turchi, e il 16 agosto 1717 strappa la città ai turchi dopo un breve assedio. Il 21 luglio 1718 viene firmata la Pace di Passarowitz, con la quale l'Austria ottiene a spese dell'impero ottomano il Banato, Belgrado e la Serbia settentrionale, la Valacchia ed altri territori circostanti. L'Impero raggiunge così, grazie ad Eugenio di Savoia, la sua massima espansione. Nel 1726 rientra attivamente alla guida della politica estera dell'Impero e conclude nell'agosto 1726 un patto che prevede un'alleanza con Russia e Danimarca. Nell'arco di due anni riesce a staccare la Prussia dalla vicinanza diplomatica ai francesi ed il 23 dicembre 1728 viene firmato il trattato di Berlino che sancisce il riavvicinamento della Prussia all'Austria. Quindi con tenace azione diplomatica riesce ad operare anche un riavvicinamento all'Inghilterra, con la quale viene firmato a marzo 1731 a Vienna un trattato di alleanza.

    Scoppiata la Guerra di Successione Polacca (1733), assume nel 1734 il comando supremo del fronte del Reno, ove dà ulteriore prova della sua abilità, riuscendo a bloccare sulla sponda destra del Reno stesso oltre 90.000 francesi, avendo sotto di sè meno di 30.000 imperiali ed alle spalle la minaccia dell'entrata in guerra contro di lui di 50.000 bavaresi. Nelle successive trattative di pace, l'ormai settantenne guerriero e diplomatico non è più coinvolto, specie perché muore nel 1736, due anni primadella firma della pace.

    Vita privata al di fuori della guerra.
    Un incarico prestigioso portò molto onore, ma soprattutto molto denaro, specialmente in caso di vittorie. Eugenio di Savoia, partito praticamente da zero riuscì nel giro degli anni ad accumulare grandi ricchezze.

    Eugenio era un amante delle arti e della lettura ed era un appassionato collezionista di libri e quadri: possedeva, alla morte, una collezione di 15.000 volumi, che è tutt'ora conservata all'Hofburg. Fu un grande appassionato d'architettura e come i suoi cugini piemontesi ordinò e fece costruire numerose residenze, le delizie tra Vienna e l'Ungheria. La sua residenza ufficiale e certo la più famosa è il Palazzo del Belvedere, una magnifica costruzione, connubio tra barocco italiano e mitteleuropeo: in questa dimora egli riceveva visite diplomatiche e manteneva rapporti epistolari con generali e regnanti di molti stati europei.

    In Ungheria, invece, si fece costruire la Villa di Ráckeve, sull'isola di Csepel, nell'attuale Budapest.

    Morto senza eredi diretti, i suoi beni passarono alla sua nipote cinquantaduenne Vittoria, figlia del defunto fratello Luigi Tommaso di Savoia-Soissons, che diventata improvvisamente ricca, trovò subito marito: il principe Giuseppe Federico di Sassonia-Hildburghausen, di vent'anni più giovane. La coppia si stabilì nel castello di Schlosshof, acquistato da Eugenio nel 1725 e fatto restaurare ed ampliare secondo il progetto dell'architetto Johann Lucas von Hildebrandt. Eugenio considerava tale castello la propria residenza estiva. Separatasi la coppia nel 1744, la suddivisione dei beni vide l'assegnazione della splendida dimora al marito di Vittoria. Parte dell'eredità andò perduta con le alienazioni effettuate dall'erede, ma alla sua morte rimanevano ancora parecchie dimore, che vennero acquistate, insieme ad altri beni mobili annessi, dall'imperatore Francesco I marito di Maria Teresa d'Austria.

    La collezione di quadri fu invece acquistata da Carlo Emanuele III di Savoia, dietro consiglio dell'ambasciatore del Regno di Sardegna a Vienna e una parte è tutt'oggi esposta nella Galleria Sabauda a Torino.

    I sopranomi.
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    Eugenio scolpito come il "Principe Sole"

    Nel corso della sua vita ad Eugenio di Savoia Carignano Soissons vennero dati molti soprannomi, alcuni segno di grande rispetto, altri connessi alla sua pretesa ed infondata omosessualità, voce dovuta più che altro alle affermazioni della Principessa Palatina, che lo odiava intensamente e che parlò di lui nel suo epistolario in termini ovviamente ostili, narrando alcuni aneddoti omosessuali del periodo in cui Eugenio viveva in Francia; va però notato che già la prima biografa della Palatina stessa, Arvéde Barin, scrisse chiaramente che nulla di ciò che la Palatina affermava nelle sue lettere poteva essere preso per buono senza almeno un riscontro documentale, tale ne era l'inaffidabilità e la propensione alla calunnia. I francesi, di cui Eugenio è stato tutta la vita nemico, ne approfittarono comunque per ingigantire tali voci nel tentativo di screditarlo ma, alla corte asburgica, dove sotto il religiosissimo imperatore Leopoldo in materia non si scherzava affatto, specie ai tempi dell'inizio della carriera quando ancora le sue qualità militari erano del tutto ignote, mai Eugenio sarebbe stato accettato se non avesse avuto una condotta men che perfetta. Fu anche soprannominato Principe Sole, con una non tanto vaga allusione alle voci che lo volevano figlio naturale di Luigi XIV.

    Fu chiamato inoltre Marte senza Venere, il suo nomignolo più famoso, non per le sue tendenze sessuali ma per l'essersi tenuto costantemente alla larga dai guai evitando il matrimonio, che per il suo lignaggio e il suo livello diveniva un affare di stato sempre più difficile man mano che passava il tempo. D'altra parte, già alla fine del secolo XVII, aveva provato a sposarsi: la madre gli aveva trovato due possibili mogli in Spagna, entrambe nobilissime e ricchissime, ma era stato Vittorio Amedeo II, nella sua qualità di capo della Casata a negargli il permesso di sposarsi.
    Ad ogni modo, grazie al suo grande aplomb ed alla sua serietà e correttezza di comportamento, fu anche detto der edle Ritter (il nobile cavaliere) e roi des hônnetes gens. Eugenio fu anche insignito dell'Ordine del Toson d'oro da Carlo II di Spagna.

    La morte.
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    La tomba di Eugenio a Vienna, nella Cattedrale di Santo Stefano

    Negli ultimi anni della sua vita abitò con la grande amica contessa Eleonore Batthiany, figlia del suo vecchio amico consigliere von Strattmann. Alcuni ipotizzarono anche che la bella contessa ne sia stata l'amante segreta.
    Morì nel 1736, nel sonno, dopo aver passato la giornata al Consiglio dei Ministri e la serata - come al solito - giocando a carte con la contessa; i suoi funerali furono solennemente celebrati a Vienna e a Torino. Una leggenda vuole che la notte della sua morte fosse spirato anche uno dei leoni nel serraglio del suo palazzo.
    I funerali viennesi, su richiesta della famiglia imperiale asburgica, vennero celebrati con gli onori di stato e la partecipazione di tutte le cancellerie europee, equiparandolo di fatto ai familiari dell'Imperatore. Carlo VI vi presenziò di persona e definì la sua dipartita una grave perdita per l'Impero. Anche i Savoia, memori del grande aiuto avuto da Eugenio durante l'assedio francese di Torino, tributarono i giusti onori all'illustre membro della loro casata.
    Il suo corpo fu tumulato nella cattedrale viennese di Santo Stefano, ed il cuore, per volere dei Savoia, nella cripta della Basilica di Superga. Riguardo appunto al cuore, c'è tuttora un mistero, in quanto si ritiene che sia stato riportato a Vienna, o addirittura che non sia mai stato portato via dall'Austria.

    Navi intitolate a lui.
    Sono state battezzate in onore di Eugenio di Savoia quattro diverse navi da guerra da quattro diverse marine.

    ° SMS Prinz Eugen, k.u.k. Kriegsmarine: nave da battaglia classe Viribus Unitis varata nel 1912;
    ° HMS Prince Eugene, Royal Navy: nave tipo monitor classe Lord Clive varata nel 1915;
    ° Eugenio di Savoia, Regia Marina: incrociatore leggero classe Condottieri tipo Duca d'Aosta varato nel 1935;
    ° Prinz Eugen, Kriegsmarine: incrociatore pesante classe Hipper varato nel 1938;

    La Kriegsmarine, la marina militare tedesca prebellica, ha onorato in più occasioni la memoria di Eugenio di Savoia, intestandogli almeno due incrociatori, denominati "Prinz-Eugen".

    Fonti:
    Antologia: I 100 Condottieri che hanno cambiato il corso della Storia.; Andrea Frediani.
    Biografia: Il Principe Eugenio; Henri Pigaillem.

    Edited by Kratosflave - 4/5/2010, 14:48
     
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  2. _SmokY_
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    Gran bel topic, complimenti :ok:
     
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  3. Kratosflave
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    Grazie :cheers:
     
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  5. Armilio
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    Già...è stato uno di quei ottimi Savoia che hanno permesso di mantenere autonoma una regione schiacciata tra le potenze.

    Edited by Armilio - 4/5/2010, 15:30
     
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  6. Kratosflave
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    CITAZIONE (Armilio @ 4/5/2010, 14:55)
    Già...è stato uno di quei ottimi regnanti Savoia che hanno permesso di mantenere autonoma una regione schiacciata tra le potenze.

    Esatto. Purtroppo non facendo parte del ramo principale della famiglia non poté avere interessi politici sul Ducato, tra l'altro anche nel suo ramo familiare non poteva ambire ai titoli nobiliari del padre essendo il quinto figlio. Ma è un personaggio eccezionale calcolando che partendo da zero è arrivato al comando supremo dell'esercito imperiale.
    Mi chiedo cosa sarebbe successo so fosse stato il Duca di Savoia :dunno:
     
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  7. Giuseppe Saracino '88
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    Il nome di questo condottiero era anche il titolo onorifico di una delle divisioni delle Waffen-SS:la 7° Divisione Cacciatori Waffen-SS Prinz Eugen era una divisione concepita in funzioni anti-partigiane.
     
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6 replies since 3/5/2010, 21:04   1476 views
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