GIUSEPPE MAZZINI E LA GIOVINE ITALIA: PENSIERO E AZIONE

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  1. Italo-romano
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    Sul piano tattico-militare ritengo si possa definire Mazzini come un estimatore di Carlo Bianco di San Jorioz, il primo italiano a codificare una teoria organica sulla migliore modalità attuativa del progetto repubblicano; nella sua fondamentale opera del 1829, Della guerra nazionale d'insurrezione per bande, egli riprende le teorie già sviluppate dal polacco Tadeusz Kociunsko nel 1794, esaltando quasi fideisticamente il ruolo delle bande capillarmente distribuite come strumento principale per passare dalla cospirazione all'insurrezione, anche se Carlo Bianco credeva nella guerra di bande per sostenere l'insurrezione repubblicana una volta scoppiata, mentre Mazzini dimostrò di credere nella guerra di bande per affermare l'insurrezione.

    Sul piano strettamente militare, comunque, si rivelarono ambedue forse troppo sicuri dell'efficacia del metodo guerrigliero, che ad es. aveva sì riscosso gran successo in Spagna contro Napoleone, ma soprattutto perchè, una volta scioltosi l'esercito regolare e caduta Madrid, a sostenere gli insorti furon il clero e gli Inglesi di Wellington dalle loro basi in Portogallo.

    Insomma credo si possa affermare che tutta questa fiducia nella guerriglia popolare fosse sostanzialmente malriposta, poichè presupponeva delle masse popolari maggiormente autoconsapevoli della propria "soggettività rivoluzionaria", ossia della loro capacità di farsi soggetto attivo della storia.

    E' in buona sostanza la critica che mosse il Pisacane alla suddetta concezione tattica, partendo dalla sua opera sulla guerra del 1848/'49, in cui egli, già brillante ufficiale di carriera, demolisce appunto in concreto la fattibilità della guerriglia, declassandola alla funzione di mero supporto, ad es. in caso di assedio di un esercito nemico ad una città fortificata e presidiata (si veda l'esempio di Brescia nel marzo 1849, con l'azione delle bande di don Boifava).

    E voi cosa ne pensate, amici? Sul piano eminentemente tattico, chi aveva ragione? Pisacane, che credeva nell'efficacia risolutiva di inquadrare - politicamente,oltrechè militarmente - le masse popolari in grandi unità capaci di ingaggiare battaglia anche in campo aperto contro gli eserciti stranieri invasori, o Mazzini, che reputava decisiva la costante e capillare azione "molestatrice" delle bande come piccole unità mobili alle spalle ed ai fianchi delle truppe nemiche, attivando una escalation destinata a terminare coll'insurrezione generale del popolo stanco delle rappresaglie?

    Da notare che la suddetta differenza di visione tattica presupponeva anche una oramai netta distinzione per così dire ideologica tra i due, col Pisacane oramai già arruolabile come "protosocialista", mentre sappiamo bene quale fosse l'opinione di Mazzini sulle coeve dottrine collettivistiche.
     
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34 replies since 6/5/2010, 11:52   30540 views
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