La Battaglia di Zama

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Kratosflave
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    La battaglia che risolse la Seconda Guerra Punica, ponendo fine al dominio cartaginese sul mediterraneo, fu combattuta il 18 ottobre del 202 a.C. E' una delle pagine più importanti della storia romana(se non antica): risolse un conflitto che avrebbe lacerato Roma e disintegrato il futuro impero; e di sicuro fece entrare nella leggenda i due condottieri che guidarono i rispettivi schieramenti: Annibale Barca per Cartagine, e Publio Cornelio Scipione per Roma. Al comandante romano dopo tale scontro, per la sua vittoria, fu dato dal Senato il cognomina ex virtute di Africanus.

    La "fonti".
    Purtroppo ci sono problemi di fonti cronistiche di tale evento, per via di due versioni differenti della battaglia: una di Livio e Polibio, che viene considerata la più attendibile; e l'altra di Appiano e Cassio Dione. Le differenze tra le due versioni sollevano difficoltà di ordine topografico, strategico, tattico, numerico e cronologico. Molte volte accade che nei testi antichi i cronisti esaltino troppo le gesta dei condottieri, aumentando a dismisura i numeri degli effettivi avversari, analogo a ciò molti documenti antichi inerenti al sacrificio dei trecento spartani alle Termopili affermano che gli effettivi persiani corrispondevano anche a 5 milioni. Ciò è praticamente infattibile visto che 5 milioni di persone erano probabilmente la popolazione del Globo all'epoca.
    Nei resoconti di Zama, molti effettivi cartaginesi vengono esasperati all'ennesima potenza. Io personalmente ho deciso di rimanere fedele alla versione "canonica" delle cronache della battaglia: quella di Livio e Polibio.

    Antefatti alla battaglia.
    Principali battaglie della Seconda Guerra Punica
    Ormai la Seconda guerra Punica era in corso da oltre dieciasette anni, quindici dei quali Annibale gli aveva passati in Italia sconfiggendo i romani una battaglia dopo l'altra. Publio Cornelio Scipione, già questore in Iberia dove aveva riportato straordinarie vittorie sulle guarnigioni cartaginesi vivi presenti, era stata eletto Console della Repubblica Romana. Questo gli diede modo di progettare una campagna su larga scala per porre fine alla guerra a favore della potenza romana. Ma esaurito l'anno del Consolato venne spogliato di tutti i poteri, ma con il consenso popolare che aveva ormai raggiunto il Senato lo nominò Proconsole della Provincia della Sicilia. Niente lo fermava da condurre i suoi piani di conquista ai danni di Cartagine. Nel suo viaggio da Roma verso la Sicilia Scipione arruola un numero considerevole di soldati(sopratutto veterani e figli di veterani della Battaglia di Canne in cerca di riscatto dopo essere stati esiliati dall'Urbe per essere scappati).
    Scipione sbarca in Africa nel 204 a.C. e subito da battaglia a generali cartaginesi di stanza vicino alla città, ma il suo obiettivo principale è chiarissimo: sconfiggere Annibale in campo aperto. Infatti per Scipione sconfiggere il cartaginese era una questione sopratutto personale, durante la battaglia di Canne Scipione era appena diciannovenne ed assistette alla catastrofe romana, e fu lui e riorganizzare i fuggitivi e portarli in salvo. Era venuto per lui il tempo del rivincita.
    Scipione aveva ormai perfezionato la strategia che aveva imparato proprio da Annibale a Canne: l'accerchiamento anche se si è inferiori di numero al nemico; ed ormai il romano era riuscito nella sua tattica anche senza l'ausilio della cavalleria. Con abile manovra politica Scipione era riuscito a far passare dalla sua parte il principe della Numidia in esilio, Missinissa, mentre il più forte alleato dei cartaginesi era proprio l'usurpatore del trono numidico(che di diritto spettava a Missinissa), Siface. Prima che Scipione mettesse in seria difficoltà i cartaginesi, arrivando quasi ad assediare Cartagine stessa, i Suffeti erano convinti di poter gestire la faccenda; ma appena si resero conto della genialità tattico-strategica del comandante romano, gli oligarchi decisero di richiamare dall'Italia Annibale Barca. Il Barcide, dopo 33 lunghi anni di campagne militari, ritoccò il suolo di casa con 15.000 veterani della Campagna d'Italia. Subito il comandante di Cartagine si mise ad arruolare uomini, arrivando fino ad un totale di 36.000 soldati. Scipione all'inizio decise di giocare di psicologia, ed inviò, sia a Cartagine, sia all'accampamento di Annibale, ambasciatori di pace; ma i cartaginesi si riufiutarono di accettare. Scipione riuscì nel suo intento, perché mentre attendeva la risposta cartaginese al suo "trattato" si diede a devastare le campagne cartaginesi ricavando ricchezze e schiavi, che, prontamente, furono inviati a Roma come "preludio alla vittoria". Ciò non fece altro che accrescere la posizione di Scipione in seno al Senato ed al Popolo Romano, e imbizzarrì talmente tanto i cartaginesi che i Suffeti colsero il trattato di Scipione come una presa in giro e sollecitarono Annibale a dargli battaglia, sicuri della vittoria. Nel frattempo Missinissa tornò dalla Numidia con 4.000 cavalleggeri numidi in aiuto a Scipione.
    "Costringendo indirettamente" Annibale a dargli battaglia Scipione aveva un punto a suo favore.

    Schieramento.

    Romani:
    - Comandante in Capo: Proconsole di Sicilia, Provincia della Repubblica Romana Publio Cornelio Scipione;
    - Fanteria: 23.000 tra italici e romani, 900 berberi;
    - Cavalleria: 1.500 romani e italici, 4.000 numidi, 600 berberi.

    Cartaginesi:
    - Comandante in Capo: Stratègo di Cartagine Annibale Barca;
    - Fanteria: 12.000 mercenari tra Liguri, Celti, Baleari e Mauri, , 15.000 Libi e Cartaginesi, 15.000 veterani della campagna d'Italia e 4.000 falangiti macedoni;
    - Cavalleria: Cavalleria: 2.000 Cartaginesi, 2.000 Numidi e 80 elefanti da guerra.

    Disposizione delle truppe.

    Romani:
    - Centro: Le legioni, in prima linea gli astati(fanteria leggera, armata di: scutum, 2 pilum ed un Gladio), dopo di questi i principi(fanteria pesante armata come gli astati, ma con la differenza che mentre i primi avevano un semplice copricuore di cuoio come difesa, qeusti erano protetti da una lorica amata) e infine i triari(lanceri veterani armati di di hasta-lancia lunga-, e gladio; protetti da una lorica amata e da una scutum). Sia Livio che Polibio mettono però in evidenza in fatto che i manipoli non fossero schierati a scacchiera, come era solito fare ai romani, ma che ogni manipolo di principi e triari fosse allineato perfettamente al corrispondente degli astati sul fronte dell'esercito, per permettere il passaggio degli elefanti senza troppi danni negli ampi spazi così liberati. Per evitare che il fronte così sistemato si presentasse debole tra un manipolo e l'altro di astati furono sistemati i veliti, col preciso ordine di iniziare la battaglia e di ritirarsi dietro l'esercito lasciando liberi i corridoi verticali;
    - Ala Sinistra: Cavalleria italica guidata dal Legato Militare Gaio Lelio;
    - Ala Destra: Cavalleria e fanteria numidica guidata dal principe Massinissa.

    Cartaginesi:
    - Centro = Davanti a tutti si trovavano gli 80 o più elefanti, dietro questi la prima linea di fanteria formata dai mercenari, in seconda linea si trovavano i libi e i cartaginesi, stando a Livio anche forze inviate dalla Macedonia in aiuto dei punici guidate da Soprato, infine in terza linea distanziati di uno stadio, circa 200 metri, i veterani della campagna italica di Annibale;
    - Ala Sinistra = Cavalleria numidica guidata da Siface;
    - Ala Destra = Cavalleria cartaginese.

    SCHEMA DELLA BATTAGLIA.
    Battaglia_di_Zama-piano_di_battaglia

    180px-Scipio
    Publio Cornelio Scipione
    Lo scontro.
    180px-Annibale
    Annibale Barca

    Come prima cosa Annibale fece affidamento sui suoi poderosi pachidermi, lanciandoli alla carica del centro romano. Anche se i romani in passato hanno sofferto terribilmente nelle battaglie che hanno visto coinvolti gli elefanti contro di loro, ormai sapevano come controttaccare ad una carica di queste mastodontiche bestie. Come prima cosa le file di astati, principi e triari si aprirono, creando un corridoio dove far passare gli elefanti senza nuocere al loro schieramento; subito dopo i veliti(schermagliatori armati di pilum) scagliarono i loro giavellotti contro i guidatori di elefanti uccidendoli. Senza più una guida che li conducesse i pachidermi furono disorientati, le trombe che i romani fecero squillare incessamente nelle orecchie degli animali fecero il resto. Ormai imbizzarriti gli elefanti fecero dietro front e si andarono a schiantare verso la cavalleria cartaginese.
    A quel punto Leio e Missinissa si lanciarono all'inseguimento della cavalleria cartaginese per chiudere definitivamente i giochi con i loro diretti avversari, lasciando libero campo a Scipione di usufruire al meglio della fanteria senza che la cavalleria avversaria disturbasse le manovre. Fu infatti a quel punto che Scipione lanciò all'attacco la sua prima linea, gli astati. La fanteria cartaginese non sembrava reggere all'urto con quella romana, e cominciò ad indietreggiare, oppure Annibale voleva replicare la disfatta di Canne accerchiando il nemico mentre indietreggiava.
    Mentre la prima linea cartaginese indietreggiava, la seconda(formata dai cittadini cartaginesi) non glielo permise e cominciò a spingere per far avanzare i loro compagni d'arme, creando una "lotta intestina" nello schieramento. Comunque sia gli astati di Scipione erano stanchi e le seconde file cartaginesi rinforzavano la difesa. L'arrivo dei principi diede nuova linfa all'attacco romano e portò alla rotta della seconda linea punica. Scipione tentò di ripetere la manovra dei Campi Magni e mosse le sue file di principi e triari sui fianchi per accerchiare le forze di Annibale. La manovra fallì parzialmente perché i veterani che Annibale teneva di riserva nella terza linea, lontana dalle prime due (molto probabilmente per evitare proprio questa mossa), non potevano essere circondati. Inoltre lo spazio tra loro e i romani era disseminato di cadaveri, che rendevano ancora più difficoltosa la manovra dell'esercito attaccante. Scipione fu costretto a far tornare indietro le seconde file per reggere l'urto dei cartaginesi e non aveva più massa di manovra. Un ulteriore problema derivò dal fatto che la tattica utilizzata da Scipione per evitare la carica degli elefanti si rivelò errata per contrastare le linee di fanteria cartaginese. I corridoi creati, infatti, non permettevano l'utilizzo della tattica manipolare, che necessitava di una disposizione a scacchiera per essere utilizzata. Perciò, le prime fasi dello scontro pesarono direttamente sulle spalle degli hastati(secondo G. Brizzi, "Il guerriero, l'oplita e il legionario", può darsi che Annibale, schierando gli elefanti sul fronte del suo esercito, intendesse esattamente costringere Scipione a disporre i manipoli in colonna, invece che a scacchiera). A questo punto la battaglia era diventata molto difficile per la compagine romana. Le perdite erano state sicuramente minori rispetto a quelle puniche, ma i combattimenti con le prime due linee cartaginesi avevano permesso ad Annibale di stancare i fanti romani, nonché di sfruttare nel migliore dei modi la superiorità numerica. Infatti, i ripiegamenti dei mercenari e dei cittadini punici, avevano permesso di coprire i fianchi ai veterani d'Italia, che erano ancora freschi e saldi al centro dello schieramento cartaginese. Se pensiamo poi che le legioni, senza gli effettivi di fanteria leggera, assommavano a circa 17.000 uomini, mentre i veterani annibalici contavano 15.000 uomini, possiamo capire quali difficoltà dovette affrontare Scipione. Per evitare un accerchiamento che gli sarebbe riuscito fatale, Scipione estese il suo fronte, assottigliando i ranghi fino a coprire tutto il fronte punico. Ma ora la battaglia era arrivata ad una fase critica. Senza possibilità di manovra e senza le cavallerie (che ancora dovevano tornare dall'inseguimento), i romani dovettero arrivare allo scontro frontale con un nemico che li soverchiava per numero e per la maggiore freschezza (non dimentichiamo poi l'effetto psicologico che una tale situazione dovette avere su legionari che già avevano subito lo shock della sconfitta).
    Ciò nonostante, i legionari non si persero d'animo. Quegli uomini sconfitti dai nemici ed esecrati dai loro stessi concittadini avevano, alla fine, una seconda possibilità e da quella speranza, da quella rabbia, trassero la forza di resistere alle forze puniche che li sovrastavano.
    Definitivamente dispersa la cavalleria avversaria o disperatamente chiamati indietro da Scipione, alla fine tornarono Lelio e Massinissa con i loro cavalieri. Si avventarono alle spalle delle forze cartaginesi, creando scompiglio e massacrando il nemico. L'esercito cartaginese venne accerchiato e definitivamente annientato.
    Quella che forse stava per diventare un'altra sconfitta per Roma diventò la disfatta finale di Annibale e di Cartagine.
    Al di là di ipotesi fantasiose, comunque, molto più semplicemente Annibale tentò una battaglia di attrito, l'unica che gli era consentita dalle forze che aveva a disposizione. Nel suo piano di battaglia i romani dovevano essere fiaccati dallo scontro con ben tre linee (elefanti, mercenari, reclute puniche) prima di arrivare al confronto decisivo con i veterani dell'ultima linea.
    Elefanti, mercenari e reclute puniche non erano in grado per ovvi motivi di compiere alcuna manovra sul campo di battaglia e potevano servire solo per un semplice scontro frontale, dopo il quale i romani non avrebbero avuto la necessaria freschezza per contrastare i veterani.
    Era un delicato equilibrio di forze e soprattutto di tempi, che Scipione fu in grado di contrastare in virtù della voglia di riscatto delle legioni romane da lui addestrate dopo la sconfitta di Canne.
    Tuttavia Annibale e pochi cavalieri riuscirono a fuggire.

    Perdite.
    Le stime dei caduti delle battaglie non sono mai attendibili, ma il numero può comunque essere significativamente utile per farsi un'idea dell'esito della battaglia.

    Romani:
    - 1.500.

    Cartaginesi:
    - 20.000 morti;
    - 20.000 prigionieri.

    Trofei dei romani:
    - 11 elefanti;
    - 132 insegne cartaginesi.

    <p align="center">POSSEDIMENTI ROMANI DOPO LA GUERRA.
    Espansione_di_Roma%2C_2%C2%B0_secolo_a.C.



    Fonti:
    Andrea Frediani - Le grandi battaglie di Roma antica;
    Andrea Frediani - I 100 condottieri che hanno cambiato il corso della storia.

    Edited by Oskar - 23/8/2022, 18:19
     
    Top
    .
  2. Armilio
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Bel post. Sicuramente questa battaglia segno una svolta nella storia romana in generale, ma anche specificatamente a livello militare: Con Scipione, che aveva imparato da Annibale, finalmente si ruppe la rigidezza della formazione romana rendendo ancora più duttili le legioni in confronto alle formazioni falangitiche.

    E' ancora aperta oggi una disputa sul fatto che Annibale volesse o no che le proprie 2 linee offrissero una tenue resistenza per poi ritirarsi sui fianchi: Da fare è una manovra per niente facile e alcuni si sono chiesti se le truppe mercenerie e le milizie cittadini ne sarebbero stati capaci.
     
    Top
    .
  3. Kratosflave
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Sotto lo schema della battaglia ho aggiunto un video, tratto da Youtube; spezzone del film-documentario Hannibal.
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    10,795
    Reputation
    +16

    Status
    Offline
    Battaglia importantissima ma le cause della sconfitta di Annibale vanno a mio parere ricercate al di fuori del campo di battaglia, per essere precisi nel senato di cartagine. Il fato volle che Annibale avesse un fierissimo oppositore di nome Annone, che capeggiava la fazione avversa ai Barca... era lui, che aveva ritardato l' invio di rinforzi in italia, lui che smorzava gli entusiasmi ogni volta che arrivava a cartagine un carico di spoglie tolte ai romani, lui che predicava la pace quando bisognava invece fare la guerra.

    Perlomeno dalle mie fonti, è facile intuire che senza di lui, Annibale avrebbe fatto a pezzi Roma e soggiogato l' italia in breve tempo. Si trattava essenzialmente di dargli il supporto necessario quando più gli serviva ( precisamente dopo la battaglia di Canne ). Invece i rinforzi vengono mandati più tardi, quando i romani si erano ripresi dallo sgomento e pattugliavano le coste proprio per impedire il passaggio di rifornimenti.

    Non che io parteggi per Annibale, sono neutrale :lol: .... però a me pare una ingiustizia. Annibale aveva vinto i romani in battaglia legittimamente molte volte dimostrandosi superiore e gli bastava il colpo di grazia, per dirla in breve. La sua vittoria completa sarebbe stata meritata.

    A Zama, l' ignoranza cartaginese si palesa ancora una volta. Forniscono ad Annibale molta fanteria di scarso valore, e 80 elefanti non ancora addomesticati a dovere. Invece Annibale necessitava di cavalleria sopratutto, nella quale era carente.

    Il resto è storia, gli elefanti non servono a nulla perchè fuggono prima ancora di arrivare al nemico, la cavalleria di Annibale è sopraffatta da quella ben più numerosa di Scipione. Le reclute cartaginesi resistono quanto possono, ma la fanteria romana è superiore.

    E' il classico caso in cui si commette l' errore di non dare tutto il possibile, quando è il momento opportuno, ma le forze ad Annibale vengono fornite " a spizzichi ", come se non le meritasse tutte. D'altronde cartagine non era una città abituata alla guerra, ma faceva fare il lavoro sporco ai mercenari e ai generali... non capivano secondo me il grave stato di necessità.
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Amico del forum
    Posts
    7,872
    Reputation
    +628

    Status
    Online
    CITAZIONE (davemustaine_88 @ 8/8/2019, 23:19) 
    Battaglia importantissima ma le cause della sconfitta di Annibale vanno a mio parere ricercate al di fuori del campo di battaglia, per essere precisi nel senato di cartagine.
    . . .
    Forniscono ad Annibale molta fanteria di scarso valore, e 80 elefanti non ancora addomesticati a dovere. Invece Annibale necessitava di cavalleria sopratutto, nella quale era carente.

    Boh, così su due piedi non mi viene in mente dove avrebbero potuto rimediare altre risorse militari più di quelle, messi come erano messi a quel punto sotto il profilo delle capacità economico-internazionali, di credibilità diplomatica e di organizzazione statale (e non solo loro, peraltro).

    Anzi, arrivo a dire che l'importanza della battaglia a me pare esagerata da una parte della storiografia, nell'immediato per opera di quella più vicina alla fazione romana conservatrice, poi con il passare del tempo e con l'annebbiarsi del significato politico interno esagerazione divenuta retoricamente prevalente come esemplare per la romanità.

    Tanto è vero che la consegueza immediata della battaglia è stato comunque un accordo (e ad occhio e croce direi un accordo forse più penalizzante quanto ad interessi commerciali in area iberica -e mi sa che a scavare bene emergerebbe chiaro a chi interessavano- che non quanto a modificazioni sostanziali allo statu quo militare nel centro del Mediterraneo).

    Per arrivare alla "delenda Carthago" bisognerà aspettare alcune decine di anni e l'apertura di una nuova questione in territorio nordafricano. Ci sarà un motivo che sia passato tanto tempo, no?
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    10,795
    Reputation
    +16

    Status
    Offline
    Appunto la decisione di cancellare cartagine derivava dal fatto che la città possedeva ancora molte risorse militari. Catone raccontava al senato come la città fosse ancora fiorente di uomini, di denaro, di equipaggiamento militare... allora perchè non hanno utilizzato tutte le risorse per battere scipione a zama? A me pare una politica assurda quella di cartagine, cioè di fornire ad annibale i mezzi col contagocce. Per come si è svolta tutta la terza guerra punica, da una parte i romani mettevano ogni sforzo, ogni uomo disponibile per far fronte alla minaccia. Dall' altra cartagine segue la guerra con pigrizia, mettendo in campo solo una parte delle forze militari.
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Amico del forum
    Posts
    7,872
    Reputation
    +628

    Status
    Online
    CITAZIONE (davemustaine_88 @ 10/8/2019, 22:40) 
    . . . la decisione di cancellare cartagine derivava dal fatto che la città possedeva ancora molte risorse militari. Catone raccontava al senato come la città fosse ancora fiorente di uomini, di denaro, di equipaggiamento militare... allora perchè non hanno utilizzato tutte le risorse per battere scipione a zama? A me pare una politica assurda quella di cartagine, cioè di fornire ad annibale i mezzi col contagocce.

    Faccio mentalmente un rapido ripasso, ma a prima sensazione non mi viene in mente quale fonte storica ci farebbe intendere che nel 202 Cartagine disponesse di risorse militari ed economiche significative lasciate per qualche motivo inutilizzate.

    Arrivare alla Terza Punica passano due generazioni: un tempo enorme dal punto di vista degli equilibri macroeconomici e di organizzazione militare.
    Le forze di cui dispone "ancora" Cartagine nel 149 non mi pare logico pretendere che fossero forze "rimaste" dalle guerre del secolo precedente.

    A Zama ci si era arrivati con entrambe le potenze ridotte allo sfinimento e sull'orlo della implosione interna. Per Roma lo sappiamo con evidenza dal mutare dei rapporti con gli Italici e con alcuni centri di tradizione greca del Sud e dal precipitare di quelli con i Celti in NordItalia e in SudGallia e lo riscontriamo persino nel successivo drammatico ricambio di famiglie nella gestione centrale del potere nel II sec. (segno che le stragi sui campi di battaglia avevano lasciato interrotte e senza eredi intere famiglie delle classi medio-alte) . Per Cartagine la crisi economica doveva essere cominciata già dal primo dopoguerra, tant'è che la Seconda Punica aveva avuto per casus belli una questione di disperata penetrazione politico-commerciale in area spagnola. E' vero che Cartagine aveva mantenuto fino all'ultimo rapporti privilegiati con qualche potenza orientale (in buona sostanza qualche regno ellenistico), ma ormai la sua credibilità economica e diplomatica doveva essere ai minimi termini (di lì a poco Annibale non riuscirà a trovare nemmeno un asilo sicuro dove andare a nascondersi personalmente).

    No, non ce la vedo proprio questa ricostruzione tendente a far emergere un lesinare i mezzi militari da parte delle autorità di Cartagine in occasione dello scontro di Zama: ormai erano come due pugili suonati all'ultimo round di un incontro senza esclusione di colpi. Ciascuna delle due parti ha semplicemente messo in campo la forza e la capacità organizzativa che aveva. E dopo hanno fatto una pace (sull'esito di quella battaglia) perché di forze nessuna delle due parti a quel punto ne aveva più.

    Ciò non significa però che non sia vero che dall'una come dall'altra parte esistevano effettivamente fazioni politiche più o meno imperialistiche e guerrafondaie o per contro magari interessi familiari non dico inconfessabilmente trasversali ma quantomeno più propensi a tenere sempre un occhio agli affari del dopoguerra, ma questo -che comunque è da sempre normale nelle guerre del mondo occidentale- lo vedrei meglio per spiegare negli anni immediatamente precedenti la conclusione delle spedizioni cartaginesi in Italia, che non la sconfitta cartaginese di fronte a quella di Scipione in Africa.
     
    Top
    .
  8.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Amico del forum
    Posts
    7,872
    Reputation
    +628

    Status
    Online
    In questa storica pellicola italiana del 1937 "Scipione l'Africano", regia di Carmine Gallone,
    www.youtube.com/watch?v=1j93K0pnXQw
    la trama calca la mano su l'idea che il Consiglio di Cartagine, composto di stolti opportunisti sleali (e forse di passaggio si vuole insinuare anche semiti), dopo aver fatto mancare il proprio aiuto ad Annibale poi si mette a peso morto nelle sue mani.

    Si tratta di un film storico non privo di un impressionante sforzo di aderenza realistica (a dispetto dei tanti critici che hanno fatto di tutto per ridicolizzarlo cercandovi piccoli errori come orologi al polso di comparse o infrastrutture moderne forse intravvedibili in lontananza nei paesaggi in campo largo), ma al medesimo tempo è anche sfacciatamente un'opera di propaganda di regime che intende non solo glorificare il fascismo, ma nello specifico provare a suscitare simpatia verso la guerra italiana in Etiopia: alla fine sulla scena cosparsa di caduti del campo di battaglia di Zama un personaggio esclama che "Canne è vendicata", ma il pubblico sicuramanete capiva "Adua"; negli ultimi fotogrammi del film completo il popolo romano all'arrivo notturno della notizia della vittoria si riversa nelle strade alla luce delle fiaccole, ma quello è esattamente lo scenario dei contemporanei cinegiornali per la mussoliniana proclamazione dell'impero del 9 maggio 1936.
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    10,795
    Reputation
    +16

    Status
    Offline
    Ma a parte Zama, non era assurdo fornire ad Annibale, ancora in Italia, solo una parte delle loro forze? Come se Roma non fosse un nemico letale... inoltre leggo da numerose fonti che Cartagine era una città ricchissima, più di Roma. Quindi c'era denaro in abbondanza, da spendere per la guerra.
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Amico del forum
    Posts
    7,872
    Reputation
    +628

    Status
    Online
    CITAZIONE (davemustaine_88 @ 11/8/2019, 20:27) 
    Ma a parte Zama, non era assurdo fornire ad Annibale, ancora in Italia, solo una parte delle loro forze?

    Questo probabilmente sì. Ma è un discorso lungo (ed una vexata quaestio) che non confonderei con il topic in corso. Comunque la medesima cosa avveniva contemporaneamente anche a Roma (districarsi nelle politiche interne dei singoli paesi nei periodi di guerra è per ogni epoca una faccenda complicata).

    CITAZIONE (davemustaine_88 @ 11/8/2019, 20:27) 
    ... inoltre leggo da numerose fonti che Cartagine era una città ricchissima, più di Roma. Quindi c'era denaro in abbondanza, da spendere per la guerra.

    Per capire quanto questa idea sia sbagliata se riferita ad un periodo dopo la Prima Punica suggerirei la lettura del lemma "Guerra dei mercenari" in Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_dei_mercenari.
    Credo che per tratteggiare la situazione a Cartagine in mezzo fra la Prima e la Seconda Punica si possa immaginare mutatis mutandis una specie di Repubblica di Weimar ante litteram: casse pubbliche vuote, territori (e relative potenzialità di introiti) parzialmente perduti o asoggettati ad occupazione straniera anche oltre le vere e proprie condizioni del trattato di pace, ex combattenti che reclamavano, fazioni politiche interne in perenne litigio, gruppi di potere che cercavano di emergere magari sulla base di rivendicazioni territoriali in qualche area lontana (ed è lì che scoppia la faccenda di Sagunto/Danzica ) . . .
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    19,439
    Reputation
    +1,838
    Location
    Germania

    Status
    Online
    Bel paragone! :clapping:
     
    Top
    .
  12.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Amico del forum
    Posts
    7,872
    Reputation
    +628

    Status
    Online
    Troppo buono.
    Sono consapevole che in tanti storceranno il naso ed avranno ragione nel porre mille distinguo.

    Volevo solo evidenziare una cosa: che a drammatici periodi di guerra seguano drammatici dopoguerra con il riprodursi di miserie, di propensioni alla violenza, di tensioni sociali, di rivendicazioni, di astiosità fra parti sociali che più avevano sofferto e magari altre che invece hanno (o sono nella nomea di aver avuto) benefici non è caratteristica esclusiva dei tempi moderni.

    Spesso siamo portati a considerare le guerre dell'Antichità come episodi mitologici ed astratti, fuori dal loro tempo e persino in connessione fin troppo schematica gli uni con gli altri senza pensare alle "politiche interne", agli interessi economici e sociali.
    La Storia Antica (nella misura in cui è tramandata attraverso fonti sensibili a riportare oltre agli ordini di combattimento sui campi di battaglia anche le dinamiche politiche, le fazioni, i discorsi diretti dei sostenitori di proposte particolarmente epocali, e qualche volta persino i loro contraddittori) studiandola puntigliosamente si presta invece a comprendere anche dinamiche che possono essere più simili alla cronaca dei nostri tempi.

    Magari ad indagare bene potrebbe emergere che a Roma come a Cartagine c'erano sui fronti opposti partiti politici con qualche analogia ideale che pur in mezzo al sangue della guerra si riconoscevano e pur con tutta la fedeltà "nazionale" al momento di dover scegliere un interlocutore della parte avversa per stipulare una tregua o una pace sapevano cercarsi e capirsi.
    L'idea della guerra come "politica con altri mezzi" potrebbe forse essere esagerata o persino da ribaltare in quei contesti, ma in definitiva per noi ricercare e confrontare pur sempre quegli elementi di continuità fra l'una e l'altra ha qualche senso secondo me nel Mediterraneo dell'età greca e romana.

    Però, d'altra parte, attenzione a proiettare su episodi del passato schemi concettuali o personalizzazioni da pellicola cinematografica.
     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Amico del forum
    Posts
    7,872
    Reputation
    +628

    Status
    Online
    Sul clima della preparazione alla battaglia secondo quelli fra gli autori classici che probabilmente godono di fonti più vicine ai fatti suggerirei di dare una occhiata a Polibio XV,5 e a Tito Livio XXIX,4
    www.perseus.tufts.edu/hopper/text?d...5%3Asection%3D1
    https://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita/liber_XXIX
    Se dovesse essere utile una traduzione in lingua inglese vedere qui:
    www.perseus.tufts.edu/hopper/text?d...5%3Achapter%3D5
    https://en.wikisource.org/wiki/From_the_Fo...he_City/Book_29
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    10,795
    Reputation
    +16

    Status
    Offline
    Mah... a parte gli storici, io preferirei ragionare per logica. Almeno in certi casi. Annibale non aveva ufficialmente l' approvazione del senato per iniziare la guerra. Era più un tacito consenso. Una gran parte dei senatori era probabilmente contraria. Poi si sono accorti che Annibale aveva successo, non hanno pensato di inviare subito tutti i mezzi possibili per aiutarlo, ma rimangono come a guardare, per vedere lo sviluppo degli eventi. Solo più tardi, quando il generale li richiede espressamente, vengono inviati i rinforzi, che in parte però vengono catturati dai romani. Annibale si trova presto da predatore a preda. Con un esercito numericamente limitato, deve affrontare molti nemici, assaltare città, procacciarsi i rifornimenti.

    Una parte della responsabilità era anche dei capuani. Lo invitano con grandi promesse, ma i capuani non erano soldati. Possono fornirgli cibarie, armi, ma ad Annibale servivano truppe combattive. Ha scelto la città sbagliata! Ora non ricordo bene ma anche i sanniti si erano offerti per aiutare Annibale, loro che erano invece guerrieri competenti. Ma mi pare che i romani lo avevano prevenuto, sbaragliando i rinforzi inviati dai sanniti prima che arrivassero al cartaginese.

    Diciamo che ebbe anche la sfortuna dalla sua. Dopo i grandi successi iniziali, lo aspettano solo insuccessi, battaglie infruttuose, difficoltà logistiche, mancanza di aiuti.

    Da una parte però, anche Annibale aveva le sue colpe. Non aveva persuaso con grandi promesse le città ad unirsi a lui. Si era invece creato la fama di comandate spietato. O meglio, aveva provato tale strategia all' inizio, quando era disceso dalle alpi e aveva funzionato. Poi vedendo che non riusciva più, abbandona questa politica e si dedica unicamente alla guerra. Invece i romani in primo luogo facevano di tutto perchè gli alleati non li abbandonassero.

    Difatti alla fine Annibale si trova da solo, e i romani invece hanno ancora tutti gli alleati.
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Amico del forum
    Posts
    7,872
    Reputation
    +628

    Status
    Online
    Se per un motivo che mi sfugge escludiamo le fonti letterarie antiche e visto che l'argomento non è trattabile sulla base di fonti archeologiche, non saprei cosa dire.
    Lo storytelling non è cosa che fa per me.
    In tali termini personalmente non saprei nemmeno obiettare a chi volesse sostenere che Annibale se anche esistito non avesse un granché a che fare con Cartagine, che fosse magari un avventuriero al servizio dei pericolosissimi e sempre inquietanti Galli e non il contrario, che dopo decenni di logoramento una battaglia "finale" non si sia mai combattutata, che come ai tempi di Brenno si è dovuti ancora venire tragicamente a qualche forma inconfessabile di resa, e che quella del nostro topic non sia veramente una località geografica ma una elaborazione dell'inconscio tendente a simmetrizzare inquietudini in un non-luogo assente dalle carte geografiche, immaginariamente lontano.
    Se escludiamo il faticoso lavoro sulle fonti non c'è limite a quello che si può buttare là.
     
    Top
    .
34 replies since 12/5/2010, 09:09   4430 views
  Share  
.