Elezioni di medio periodo in USA

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    New York, 3 nov. (Apcom) - Un risultato del genere è stato più che sufficiente per mandare un messaggio forte al presidente, un messaggio impastato di scontento e arrivato forte e chiaro soprattutto dal Kentucky e dalla Florida, dove hanno trionfato gli eroi del movimento ultraconservatore del Tea Party Rand Paul e Marco Rubio.

    Nonostante alcune scontate vittorie - Barbara Boxer in California e Kirsten Gillibrand (per il seggio che era del segretario di Stato Hillary Clinton) e Chuck Schumer a New York, - il simbolo stesso delle drammatiche difficoltà del partito del presidente è stato lo scontro in Nevada, dove Harry Reid ha rischiato di perdere il seggio che detiene dal 1986 per mano di Sharron Angle, forse la più estremista tra i candidati del Tea Party. Ha vinto per il rotto della cuffia, mentre nelle passate tornate elettorali lo aveva fatto a man bassa e una sua sconfitta era considerata impensabile, tanto più che il leader di maggioranza non è battuto alle elezioni dal 1950.

    Quattro anni fa, sostenuti da un'onda di consenso, i democratici erano arrivati a 60 seggi, uno l'avevano poi perso quando Scott Brown è riuscito ad aggiudicarsi la poltrona che era dello scomparso Ted Kennedy, ma grazie al sostegno dei due indipendenti hanno sempre avuto i numeri per superare l'ostruzionismo repubblicano. Anche se ora hanno margini più ristretti, mantenere la maggioranza è la fondamentale ultima linea di difesa per bloccare l'agenda repubblicana, che prevedeva tra l'altro l'abrogazione della legge di riforma della sanità fortemente voluta da Obama.

    Significativa per i democratici la vittoria in Delaware, dove Chris Coons è riuscito a sconfiggere la candidata del Tea Party Christine O'Donnell, che durante la campagna elettorale era riuscita a catalizzare l'attenzione dei media con alcune sparate sopra le righe, amplificate dal sostegno dell'ex governatrice dell'Alaska ed ex candidata alla vicepresidenza con John McCain Sarah Palin.

     
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    Dunque, credo ci siano un po' di cose da dire.

    La vittoria dei repubblicani è netta e indiscutibile e Obama dovrà tenerne conto. In ogni caso i democratici, che da un punto di vista dei voti hanna pagato un dazio pesantissimo, hanno avuto fortuna, e molta. Tenendo la maggioranza al Senato, seppure per il rotto della cuffia, possono ancora godere di un margine nel ramo più importante del Parlamento statunitense. E questo, non lo nascondo, mi fa piacere: avevo paura che se Obama fosse rimasto senza i numeri al Senato le cose buone da lui fatte, su tutte la riforma della sanità, sarebbero state abolite.

    I repubblicani, comunque, nonostante la vittoria, qualche problema lo hanno e lo avranno da qui alle elezioni presidenziali del 2012: la crescita del Tea party, della loro ala ultraconservatrice, li pone di fronte ad un bivio strategico nella loro condotta elettorale che dovranno risolvere se non vorranno presentarsi divisi alle prossime elezioni. Personalmente spero che la Palin e i suoi, i cui modi e pensieri mi fanno ribrezzo, restino una minoranza nel partito o che, almeno, non riescano a prendere il controllo del Paese.

    Piccola aggiunta di colore: nello Stato del Connecticut era in corsa per i repubblicani Linda McMahon, per anni e fino a pochissimi mesi fa capa della Word Wrestling Entertainment, la principale compagnia di wrestling del mondo. Forse frenata dai molti segmenti televisivi grossolani in cui è stata coninvolta negli show, ha perso la sfida con il democratico Richard Blumenthal, nonostante i 50 milioni di dollari spesi per la campagna elettorale.
     
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  3. Armilio
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    CITAZIONE (Oskar @ 3/11/2010, 11:45) 
    Dunque, credo ci siano un po' di cose da dire.

    La vittoria dei repubblicani è netta e indiscutibile e Obama dovrà tenerne conto. In ogni caso i democratici, che da un punto di vista dei voti hanna pagato un dazio pesantissimo, hanno avuto fortuna, e molta. Tenendo la maggioranza al Senato, seppure per il rotto della cuffia, possono ancora godere di un margine nel ramo più importante del Parlamento statunitense. E questo, non lo nascondo, mi fa piacere: avevo paura che se Obama fosse rimasto senza i numeri al Senato le cose buone da lui fatte, su tutte la riforma della sanità, sarebbero state abolite.

    I repubblicani, comunque, nonostante la vittoria, qualche problema lo hanno e lo avranno da qui alle elezioni presidenziali del 2012: la crescita del Tea party, della loro ala ultraconservatrice, li pone di fronte ad un bivio strategico nella loro condotta elettorale che dovranno risolvere se non vorranno presentarsi divisi alle prossime elezioni. Personalmente spero che la Palin e i suoi, i cui modi e pensieri mi fanno ribrezzo, restino una minoranza nel partito o che, almeno, non riescano a prendere il controllo del Paese.

    Piccola aggiunta di colore: nello Stato del Connecticut era in corsa per i repubblicani Linda McMahon, per anni e fino a pochissimi mesi fa capa della Word Wrestling Entertainment, la principale compagnia di wrestling del mondo. Forse frenata dai molti segmenti televisivi grossolani in cui è stata coninvolta negli show, ha perso la sfida con il democratico Richard Blumenthal, nonostante i 50 milioni di dollari spesi per la campagna elettorale.

    Non sono esperto di politica americana, ma credo che questa ascesa dell'ala ultraconservatrice sia anche dovuta alla reazione che i repubblicani hanno fatto alle politiche di Obama, che hanno estremizzato lo scontro.

    Comunque niente di drammatico, molti presidenti han dovuto vivere con un parlamento contro, sembra quasi che gli americani sfoghino la propria voglia di avere "tutto e subito" e le sproprie scontentezze sulle elezioni del parlamento...poi le presidenziali sono un'altra storia.
     
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  4. lupog
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    per Obama si mette male.
    il voto di mid term è una chiara bocciatura del suo operato
    Politiche economiche con scarso effetto di stimolo per la crescita , una riforma sanitaria molto costosa che pur segnando un progresso civile non ha conseguito il vero obiettivo della "public option", segnali contradditori sulla green economy , tensioni e incomprensioni sulla strategia in Afghanistan: con questo quadro era abbastanza prevedibile che vi fosse un allontanamento dell'elettorato
    A poche settimane dal voto un totem del giornalismo statunitense come Bob Woodward aveva rappresentato l'amministrazione Usa in piena anarchia e con un Capo incapace di comandare.
    La Casa Bianca ora dovrà trovare un compromesso con il Congresso. Ma il c.d Tea Party nel suo essere indistinto e protestatario si presenta come un interlocutore ben peggiore del classico partito repubblicano.
    In breve vedo per un verso un presidente fortemente indebolito e per altro un Congresso condizionato da forti pulsioni populistiche: non certo il migliore assetto per affrontare i problemi che attanagliano gli Stati Uniti.

    Edited by Oskar - 4/11/2010, 13:31
     
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3 replies since 3/11/2010, 10:43   60 views
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