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CITAZIONE (Dati e Fatti @ 5/12/2006, 14:01) Mi viene in mente un libro di qualche tempo fa (ma abbastanza recente, se lo trovo nel casino del mio studio ve ne posto autore ed editore, comunque di ispirazione cattolica), dal titolo "La chiesa non risponde", in cui si affrontava anche questo tema. Eccolo ragazzi, l'ho trovato.
A pag. 166 e segg. (Natale Benazzi, "La chiesa non risponde", Ed. PIemme, 2004), si legge: "Quando la Chiesa affronterà l'argomento del celibato presbiteriale per ciò che è, ossia una "legge ecclesiale"? (...) Una delle ragioi più forti (e che hanno storicamente retto più a lungo) in difesa del celibato sacerdotale è stata quella che lo ricollegava al <<celibato per il Regno>> e lo indicava come la forma dell'adesione <<perfetta>> alla chiamata di Cristo: <<noi abbiamo lasciato casa, fratelli, sorrelle, padre, madre, moglie e ti abbiamo seguito...>> (cfr. Marco, 10,29). Il testo del Documento Conciliare (=dal Conc. Vaticano II, ndr) <<Presbyterorum Ordinis>>, sembra coerente in questa direzione: solo il celibe (...) può dedicare corpo e anima alla vocazione pastorale. Ma poche righe prima, il medesimo testo conciliarediceva queste parole: <<Essa non è certamente richiesta dalla natura stessa del sacerdozio, come risulta evidente se si pensa alla prassi e alla tradizione delle Chiese orientali, nelle quali, oltre a coloro che assieme a tutti i vescovi scelgono con l'aiuto della grazia il celibato, vi sono anche degli eccellenti presbiteri coniugati...>>"
Il testo prosegue, se volete ve ne posto altri brani.
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