Fascisti riciclati dopo il 1945

quali furono i più sfacciati?

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    Tra i grandi saltatori di fossi è da ricordare Giorgio Bocca, grande difensore a spada tratta dell'epica partigiana, che si oppose a qualsiasi revisione o analisi di quel periodo:

    Fra gli scritti di Bocca che sostennero la propaganda razzista in Italia, scrive , nel 1942,sul giornale della Federazione fascista di Cuneo .”…sarà chiara a tutti, anche se ormai i non convinti sono pochi, la necessità ineluttabile di questa guerra, come ribellione dell’Europa ariana al tentativo ebraico di portarla in stato di schiavitù” in La Provincia Granda, 4 Agosto 1942 – Giorgio Bocca, scrive : “Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa prima della guerra attuale. La vittoria degli avversari solo in apparenza, infatti, sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l’idea di dovere, in un tempo non lontano, essere lo schiavo degli ebrei?” Giorgio Bocca a 18 anni ottiene la tessera del PNF (Partito nazionale fascista), sottoscrive il Manifesto in difesa della razza italiana, fortemente voluto da Benito Mussolini per compiacere l’alleato tedesco. Ancora ad agosto del 1942, giovane giornalista fascista, scrive un notabile articolo in cui imputa il disastro della Guerra alla congiura ebraica. Il 5 gennaio 1943 denuncia alla polizia fascista l’industriale Paolo Berardi che, in un treno, ha l’infelice idea di dire ad alcuni reduci dal fronte russo e dalla Francia “che la guerra è ormai perduta, al quale diede pure una sberla (nobile impresa, di cui ebbe anche l' impudenza di vantarsi scrivendo un raccontino intitolato appunto "la Sberla... e la Bestia", La Provincia grande, 8 gennaio 1943, XXI E.F.)... Paolo Berardi fu arrestato e tenuto in carcere fino al marzo del 1943 e poi il marzo 1943 condannato a due anni di confino.
    Dopo l’8 settembre 1943 Giorgio Bocca passa alla Resistenza.

    Per l'episodio Berardi cito come fonte:
    http://archiviostorico.corriere.it/1994/ge...401211735.shtml


    Edited by Romeottavio - 13/11/2012, 18:52
     
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    Eugenio Scalfari, il fondatore di "Repubblica" già da giovane scriveva articoli interessantissimi,e li scriveva alla fine del 1942:

    “Il relativismo storicistico ha distrutto l’assoluto trascendente, ha ridotto gli uomini a camere senza finestre, monadi incomunicabili senza scambi tra loro… Eppure è proprio da questa condizione spirituale, che tutti ormai avvertiamo sorpassata ed estranea al nostro intimo, che sentiamo risorgere in noi quella visione dell’Assoluto che ci conduce alla spiegazione della genesi delle monadi, frazioni affaticate in un continuo processo di ritorno verso l’Unità che pur vive in ciascuna di esse. La passata generazione, ancora sotto il diretto impulso dell’afflato superumano gettato dal cantore di Zarathustra, ha concepito la vita come volontà di potenza, eterno slancio di autosuperamento… La nostra ansia non si acqueta nella contemplazione egoistica d’un mondo individuale, ma solo ove sia in noi la certezza che l’individuo muore per rinascere a qualche cosa di più alto e più grande. Fate che ciò a cui l’individuo muore e ciò in cui rivive e rinasce sia la Nazione e avrete la Religione della Patria” (Eugenio Scalfari, Roma Fascista, periodico del Guf – Gruppo universitari fascisti, 11 giugno 1942)

    “Oggi, mentre sembra che Sua Maestà la Massa (come la definì il Duce in un lontano giorno), mascherata da veli più o meno adeguati, tenti di riprendere il suo trono, è necessario riporre l’accento nell’elemento diseguaglianza, che il fascismo ha posto come cardine della sua Dottrina… Soltanto la diseguaglianza può portarci all’aristocrazia” (Eugenio Scalfari, “Aristocrazia”, Roma Fascista, 16 luglio 1942)

    “Gli imperi moderni quali siamo noi, li concepiamo e sono basati sul cardine ”Razza”, escludendo pertanto l’estensione della cittadinanza da parte dello stato nucleo alle altre genti”. (Eugenio Scalfari, Roma Fascista, 24 settembre 1942)

     
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  3. Italo-romano
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    Caro Romeo, tempo fa lessi su un quotidiano una lettera personale del giovane professorino Norberto Bobbio al Duce, in cui sostanzialmente lo pregava di...trovargli un impiego all'università. Veramente squallida...ma superata dall'ancor più famosa lettera di Moravia, che addirittura a Mussolini scriveva x smentire le proprie origini ebraiche...squallida e miserrima.

    p.s. Da notare che all'epoca - fine anni '30 - erano entrambi uomini istruiti e ultratrentenni, non certo adolescenti imbevuti di propaganda fin dalla culla.
     
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    Bocca ne aveva 23 nel 43, ma ciò che stupisce è la velocità del cambiamento, alla fine del 42 credo che nessuna agenzia di scommesse avrebbe dato vincente l'asse, uno che a Gennaio del 43 denuncia, a mio giudizio vilmente una persona incontrata in treno perchè stà dicendo una verità palese e 8 mesi dopo fà il partigiano........ognuno giudichi come vuole, ormai, da molto tempo, avendo conosciuto parecchie persone simili, non mi stupisco più.
    Un mio amico, un mio vecchio compagno, rimasto tale anche quando anni prima il fosso l'avevo saltato io, quando il PC cambiò nome, lo vidi piangere, ma piangere veramente, subito dopo si iscrisse all'IDV, e un anno o due dopo mi invitò ad un comizio in piazza, dove, con mia grande sorpresa tuonò contro i danni del comunismo e i mostruosi regimi dei paesi dell'est.
    Che dire? Io gli voglio bene, preferisco pensare che il paradiso è dei semplici e degli ignavi....., io, vecchio cinico, mi accontenterò del purgatorio.

    Edited by Romeottavio - 2/10/2012, 19:21
     
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    Ringrazio Romeo della segnalazioni, estremamente interessanti. Condivido per natura il suo scetticismo sulle conversioni troppo rapide, che sono contento siano qui documentate e che, è inutile negarlo, secondo me fanno perdere credibilità ad alcuni personaggi che si sono posti troppo a lungo come portatori di verità assolute.
     
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  6. Dabrowski90
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    Mi sembra pertinente consigliarvi questa lettura: Fascisti rossi. Da Salò al PCI, la storia sconosciuta di una migrazione politica
    Libro di un mio carissimo ex professore,Paolo Buchignani. Libro denso ma con retroscena interessanti.
     
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  7. Capt.W
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    Un caso molto interessante che ho scoperto leggendo la monumentale biografia defeliciana del duce è quello di Pasolini. De Felice aveva trovata della corrispondenza del poeta nel quale lui, fascista, auspicava un rinnovamento del fascismo, che portasse a compimento il processo rivoluzionario.
     
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  8. Dabrowski90
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    Ci sarebbe una sezione apposita per i libri...

    Si hai ragione. Volevo giusto citarlo ecco..ma se proprio ti interessa posso aprire appositamente una discussione.
     
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  9. Italo-romano
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    CITAZIONE (Dabrowski90 @ 20/11/2012, 18:17) 
    CITAZIONE
    Ci sarebbe una sezione apposita per i libri...

    Si hai ragione. Volevo giusto citarlo ecco..ma se proprio ti interessa posso aprire appositamente una discussione.

    Sarà certamente una discussione interessantissima. ;)
     
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  10. Dabrowski90
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    CITAZIONE
    Sarà certamente una discussione interessantissima. ;)

    Beh,se la pensi così,provo a farla. Speriamo di esserne capace e di saper caricare l'immagine di copertina. Adesso tento.
     
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  11. ChristiaNexus
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    Non mi sono spiegato, il Fascismo, e di conseguenza l'MSI, che a mio personale parere era in partito neofascista, non rappresentavano affatto la Destra, erano partiti non democratici, populisti rivoluzionari, come i descamisados di Peron, nati da un populismo di sinistra antimarxista, che sfruttò tutte le forze contrarie al marxismo per realizzare una dittatura speculare a questa, la loro collocazione in parlamento fu piu una ragione logistica, stare lontani dai partiti socialisti marxisti, per evitare scontri diretti.
    I partiti che promuovevano gli ideali di destra, soprattutto la democrazia parlamentare, nel dopoguerra erano il iberale, il Repubblicano e soprattutto la DC, De Gasperi, Zoli, Tambroni ecc..., che insieme governarono per decenni, il MSI, al massimo raggiunse il 9%, e fu un risultato eclatante, ma soprattutto fu un episodio marginale e temporaneo, un voto di protesta.
    Non a caso molti dirigenti e pesonaggi della sinistra e del PCI furono fascisti ed una parte degli ex RSI nel dopoguerra voleva collaborare o confluire nel PCI.
    Ti consiglio questa discussione:
    https://storiaepolitica.forumfree.it/?t=63214992

    Ci risentiamo tra 3 settimane.

    Ti rispondo qua per evitare altri OT.
    Tu sei andato proprio alla radice del problema: il fascismo è un movimento che ha avuto ben poco di destra.
    Anche io, quando ho studiato l'ideologia fascista un anno e mezzo fa, ho avuto questa sensazione; la destra si caratterizza per il liberismo economico, il carattere elitario e conservatore, mentre il fascismo, come hai ricordato benissimo tu, è nato come movimento rivoluzionario, parallelamente e al tempo stesso in alternativa al socialismo/comunismo(Mussolini se non sbaglio fu direttore di una rivista socialista, "L'Avanti") che univa reduci di guerra, sindacalisti rivoluzionari e addirittura ex-socialisti, tutti contrari all'ideologia liberale e al liberismo economico oltre che al socialismo inteso come ideologia volta a livellare la società verso il basso.
    Inoltre, il fascismo avviò l'istituzione di enti pubblici economici in regime di monopolio(IRI, ENI, e gli altri mi sfuggono adesso), qualcosa di ben lontano dall'economia di mercato che rappresenta un cardine dell'ideologia della destra.
    Soltanto nella fase dell'ascesa il fascismo riuscì a ottenere il consenso della media borghesia e dei grandi imprenditori, spaventati dai comunisti e dall'immobilismo politico dei governi del primo dopoguerra.
    L'unico elemento di destra che sono riuscito a individuare nel fascismo è il nazionalismo, portato però alle estreme conseguenze per ragioni demagogiche, più che altro.
    Evidentemente non sono l'unico ad avere avuto questa impressione.
     
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    Sono assolutamente d'accordo. ricordo anche il nucleo fondante del partito fascista, i fasci di combattimento, che nel nome ricordavano appunto i fasci siciliani, ed erano costituiti principalmente da esodi del partito socialista diventati sostenitori di Mussolini.
     
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  13. Balzar
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    Passo in questa discussione su suggerimento di Romeo Ottavio dal topic sulla amnistia di Togliatti.
    Io ritengo che se una persona serve lo stato e/o la società fedelmente e con coerenza ed è una persona civile che sia un fascista riciclato conta poco. Uno della classe dirigente che fa il gioco di un paese prima o dopo un cambiamento simile non ha molta differenza. È solo una questione ideologica o di colore. Volendo scendere dalla classe dirigente, ad esempio se un medico faceva il suo mestiere curando chiunque andasse da lui malato sia da fascista che poi da antifascista forse per il mondo cambia poco. Quello che voglio dire è:
    1) sicuramente chi si macchiò di reati gravi dovevano risponderne.
    2) chi cambiò barricata per opportunismo/avere successo ecc. è certamente una persona senza carichi penali ma un "ominicchio" incoerente
    3) cambiare idea è legittimo. Per me basta che in coscienza uno sia onesto
    4) non giudico e comprendo benissimo chi, del popolo, in un'italia disastrata, magari con una famiglia o volendo farsi una famiglia, con la povertà e i problemi che c'erano, è passato dall'altra parte. È anche questo un prezzo da pagare se si perde una guerra. Si doveva voltare pagina e ricostruire l'Italia, cosa che è stata fatta.

    Ho conosciuto persone in Italia e sentito di altre (semplici civili che fecero la guerra e che tornando a casa magari fecero lavori come il postino o il panettiere) che ai processi dopo la seconda guerra mondiale in cui bastava rinnegare di essere stati fascisti non lo fecero e si beccarono 1/2 anni di prigione. Mi dissero "eravamo alleati coi tedeschi...con ragazzini e padri di famiglia come noi con cui ci eravamo divisi la cioccolata e il pane e ci raccontavamo delle nostre famiglie...di colpo dovevamo considerarli nemici e pugnalarli alle spalle...ho tenuto fede al mio giuramento quando mi hanno arruolato" oppure "dopo essere stato fedele allo stato ed essere sopravvissuto alla guerra in cui l'ho servito mi volevano pure far dire di no...eravamo tutti fascisti...ho accettato il carcere" ecco queste persone che si sono fatte la prigione senza sapere di una futura amnistia e sapendo che bastava rinnegare tutto per farla franca hanno la mia stima. Il mio stupore fu maggiore quando seppi anche di persone di sinistra convinte.
    E questo discorso fu simile a quello fatto nei campi di concentramento texani in cui si voleva piegare lo spirito dei POW italiani e farli rinnegare.

    Io penso che la vera rivoluzione sia da fare dentro ognuno di noi, se uno è coerente con se stesso e onesto non ha altro da dire. Ideologie e morale cambiano col tempo, con chi vince le guerre, con le mode con la propaganda.

    Ripeto l'aforisma di Churchill usato nell'altro topic: in Italia prima della guerra c'erano 45 milioni di fascisti, dopo la guerra 45 milioni di comunisti.
    Diciamo quindi, senza offesa, che se non tutti, buona parte di italiani si riciclò.
    Ripeto: è uno dei prezzi da pagare se perdi una guerra nel secolo delle ideologie.
     
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    Concordo con le argomentazioni di Balzar. Gli italiani sono un popolo di trasformisti, ma in fondo la disillusione della guerra trasformò sinceramente molti da fascisti ad antifascisti, come era inevitabile che fosse. Il problema è che alcuni dei "riciclati" erano persone che si erano macchiate di crimini durante il Ventennio.
     
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