Carcerazione preventiva

Se ne abusa?

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    E' stato presentato oggi il nuovo rapporto dell'osservatorio Antigone sulla situazione delle carceri. Qualche dettaglio già da questo link www.rainews.it/dl/rainews/articoli/...html?refresh_ce
    Tra vari dati sconfortanti, quello che mi ha colpito è questo: il 35% dei detenuti non è in carcere a seguito di una condanna: è in carcere preventivo. Credo che sia una cifra assolutamente abnorme.
    Il codice penale, che tra l'altro reca ancora la firma di Mussolini (giustamente, i nostri politici non hanno ancora avuto tempo di confezionarne uno nuovo...) sembra essere abbastanza chiaro: può essere sottoposto a carcerazione preventiva solo chi:
    - rischia di reiterare il reato (insomma, è un soggetto socialmente pericoloso);
    - rischia di fuggire
    - potrebbe inquinare le prove del reato.
    Insomma, considerando che i criteri sono tassativi, queste regole dovrebbero riguardare un numero di persone abbastanza ristretto. Invece ci sono ben ventimila persone che, in attesa di sapere se sono innocenti o colpevoli, sono già in carcere. Un giorno, chissà, si scoprirà che sono innocenti. E allora una pacca sulla spalla e via, come se finire in carcere fosse una vacanza.
    Resta inteso che, dovendo ospitare tutti questi "carcerati precari", in continuazione si fanno leggi di depenalizzazione e persone certamente colpevoli vengono liberate anticipatamente. Sollevando un grande problema a livello di certezza della pena, sopratutto su reati che riguardano violenze domestiche o abusi sessuali.

    Ora, non sarà politicamente corretto dirlo, ma c'è un problema di scarsa professionalità da parte di chi, in questo paese, svolge il delicato ruolo di indagare sui reati.
    Facciamo un esempio. E' successo, in un paese della Lombardia, che un'adolescente è stata aggredita ed assassinata. Gli inquirenti, dopo aver inseguito per molti mesi un cittadino marocchino, poi risultato estraneo alla vicenda, se ne escono con una idea balzana: una sorta di censimento genetico sulla popolazione residente nell'area dell'omicidio. Una ricerca che coinvolge decine di migliaia di persone sottoposte ad analisi, mesi di lavoro e centinaia di migliaia di euro.
    Alla fine di questo lavoro monumentale, il colpevole è trovato: lo dice la scienza!.
    Dunque la persona oggetto dell'indagine viene immediatamente arrestata. Eppure, l'arresto avviene ad anni di distanza del delitto:
    - se avesse voluto uccidere di nuovo, lo avrebbe già fatto;
    - se avesse voluto fuggire, lo avrebbe già fatto;
    - se avesse voluto fuggire, lo avrebbe già fatto.
    Non si capisce, dunque, perché la persona accusata del delitto sia stata arrestata.
    O forse si. Anche se la legge non lo prevede, le persone accusate vengono arrestate per metterle sotto pressione e convincerle a confessare. Prova ne è il fatto che la cella di quell'accusato sia stata riempita di microfoni e telecamere, e c'è un esercito di psicologi che passa le giornate ad analizzare ogni parola, ogni gesto, alla ricerca di qualcosa che possa essere segno di contraddizione, di falsità, di colpevolezza.
    Già svariate richieste di scarcerazione sono state bocciate, ed il perché, tra le righe è chiaro: l'accusato non ha ancora detto nulla di abbastanza interessante, bisogna continuare.
    Ma se l'accusato è certamente colpevole, in ragione di una prova scientifica incontestabile, a cosa serve tutto questo?
    Evidentemente, gli inquirenti, nonostante il numero incredibile di persone coinvolte tra indagini scientifiche, intercettazioni, perquisizioni, non ha ancora trovato il bandolo della matassa. Ed attende che il poveraccio sbotti e si suicidi, avallando l'ipotesi della colpevolezza.

    Io credo che questo non vada bene. Non va bene che gli inquirenti, con risorse molto superiori (per quantità, qualità, varietà) rispetto al passato, non riescano più a risolvere nulla. Io ho fatto solo l'esempio che mi sembra più eclatante, ma ne potrei citare un'altra dozzina in cui, dopo anni ed anni, non si è giunti ad accertare la verità.
    Non va bene, sopratutto, che si abusi della carcerazione preventiva come arma inquisitoria e processuale. Non è una cosa da paese civile.
    In carcere è giusto che ci stiano coloro che sono stati condannati con certezza, e quelli ci devono rimanere fino all'ultimo dei giorni previsti senza condoni. Ma chi, secondo la Costituzione è innocente fino a prova contraria, deve stare in carcere solo se ricorrono circostanze eccezionalmente gravi.

    PS. Azzardo una proposta. Stabiliamo che la carcerazione preventiva non possa essere scontata nei penitenziari ordinari, bensì in altri appositi. Liberiamo quei 20.000 posti, che potranno essere riempiti di delinquenti veri, evitando necessità di ulteriori condoni sul versante delle pene. Dovendo ricorrere a nuovi penitenziari o a misure alternative, i posti saranno pochi, e gli inquirenti dovranno per forza imparare a fare il loro lavoro senza applicare comodamente il Malleus Malleficarum.
     
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    Questa questione dell'impiego della carcerazione preventiva come mezzo di pressione su di un sospettato per indurlo a parlare, emerse prepotentemente con il caso Tortora. Lo stesso presentatore tv denunciò con fermezza (e grandissima dignità, vista quella che è poi stata la sua vicenda personale) questo fatto additandolo come istituto medievale.
    In proposito vorrei suggerire una lettura bellissima circa il caso Tortora: si tratta di Applausi e sputi di Vittorio Pezzuto.
     
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    Ho letto di recente la storia di un caso di malagiustizia in cui si denunciava la carcerazione preventiva dandone una lettura a mio avviso molto interessante. Ve la riporto, sottolineando in blu il passaggio più interessante:
    CITAZIONE
    Ve lo ricordate Mario Rossetti, l’ex direttore finanziario di Fastweb, arrestato nel 2010, che poi è stato assolto in primo rado. Tempi.it lo aveva intervistato poco dopo l’assoluzione («Ho passato 100 giorni in galera da innocente perché “non potevo non aver capito”»). Ora ha scritto un libro (Io non avevo l’avvocato, Mondadori) che, racconta oggi a Vittorio Zincone di Sette – Corriere della Sera, «gli avvocati mi hanno addirittura sconsigliato. Ma l’ho scritto per tre motivi: i miei figli, l’utilizzo violento della custodia cautelare e l’inutilità del carcere».

    PENA PREVENTIVA. L’intervista è bella e interessante e ripercorre lo sconcerto provato da Rossetti al momento dell’arresto e le sue considerazioni in merito al periodo di custodia cautelare: «Ma perché in Italia si nega così facilmente la libertà a un indagato? Se anche fossi stato colpevole io non avrei potuto reiterare il reato né inquinare le prove perché nel 2010 avevo lasciato il mio ruolo operativo in Fastweb da 5 anni. E non c’era nessun pericolo di fuga. Sa qual è la verità? Gli stessi magistrati hanno talmente poca fiducia nel sistema giudiziario che intanto ti fanno scontare la pena preventivamente. Mentre parliamo ci sono circa diecimila persone in carcere senza aver subito neanche il processo di primo grado. Nel mio caso c’è stato anche lo sputtanamento mediatico gratuito, che ha avuto un ruolo importante nel procedimento».

    CARCERI ILLEGALI. Rossetti parla molto di carcere dove, dice, nulla «rieduca. Educa… a delinquere. Sono uscito con una cultura approfondita sullo spaccio e le rapine. (…) In questo momento ci sono circa 50 mila persone che poltriscono dentro strutture antiquate e inadeguate a qualsiasi intento rieducativo. Il sistema carcerario costa circa 3 miliardi di euro all’anno. Tre miliardi per mantenere luoghi in cui ci si ammala e muore. L’anno scorso ci sono stati 43 suicidi tra i detenuti e una dozzina tra le guardie carcerarie. Lì dentro si vive nell’illegalità e il disagio».

    GIUDICI CHE SBAGLIANO. Per questo all’ex uomo Fastweb pare che la responsabilità civile dei magistrati sia sacrosanta. «Se un chirurgo perde sotto i ferri cinque pazienti il sesto lo si fa curare da qualcun altro. Se su dieci persone che un pm sbatte in galera poi nove risultano innocenti gli si può consigliare di fare un altro mestiere?»

    Fonte: http://www.tempi.it/blog/a-certi-giudici-s...re#.VQmzy46uqZI
     
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    Peccato ci sia pure gente che dovrebbe stare in carcere, che in carcere non ci va mai... Gente che qualche volta è stata trovata in luoghi e situazioni equivoche, che potevano far supporre un tentativo di fuga...
     
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  5. mariobon489
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    Sono convinto che oggi la maggior parte dei magistrati sia intellettualmente disonesta e consideri la carcerazione preventiva come un anticipo di pena, platealmente disattendendo i tre casi previsti dal Codice. La prova? Il "caso" Bossetti. All'imputato è stata ripetutamente negata la scarcerazione, con questa motivazione:" gravi indizi di colpevolezza"Costoro (i magistrati) non fingono neppure di mascherare la cosa adducendo uno dei motivi canonici. Gli "indizi di colpevolezza" sono valutazioni soggettive, che verranno sottoposte all'esame delle parti in dibattimento e portarle a giustificazione della carcerazione preventiva è illegale.
     
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    Ma infatti pure chi avrebbe motivo di starci in carcere, spesso non ci finisce mai... Viene salvato dalla "mancanza di prove", dalla "non sussistenza del reato" solo perché certe azioni non vengono considerate reati o ha il tempo di fuggire all'estero.
     
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    La carcerazione preventiva come "anticipo di pena" è vergognosa, ma ammetto che nel caso di Bossetti, palesemente colpevole, non riesco proprio a protestare contro di essa e per la sua scarcerazione. Lo so, sono incoerente.
     
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    Lasciatemi andare OT , ma se si parla di giustizia e di leggi, e di fiducia in queste, questo è successo nella mia città, volevo parlarne prima, ma la stampa locale non la trovavo in rete, finalmente qualcuno riporta il fatto a livello nazionale:

    Cremona – Dalla Lombardia si sta diffondendo un caso clamoroso il cui protagonista è un anziano ottantaquattrenne che, a causa della sua malattia, è stato trattato alla stregua di un ladro senza scrupoli. E così, un pensionato ruba una salsiccia al supermarket del valore di 1,76 euro e si ritrova a dover sborsare una multa clamorosamente esagerata. Il Tribunale di Cremona, nonostante l’anziano sia responsabile di un reato di minuscola entità, commesso perché malato di Alzheimer, non ha dimostrato clemenza nei suoi confronti, condannandolo a versare 11.250 euro di multa e a trascorrere 45 giorni in carcere. Il reato commesso dall’ottantenne sembra però sproporzionato alla pena inflittagli.

    http://informatitalia.blogspot.it/2015/03/...lsiccia-al.html

    La notizia sui giornali cremonesi e tra la gente circola da giorni, nonostante ciò continuo a sperare non sia vera, se lo è............
     
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  9. Comneno
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    CITAZIONE (Oskar @ 23/3/2015, 16:22) 
    La carcerazione preventiva come "anticipo di pena" è vergognosa, ma ammetto che nel caso di Bossetti, palesemente colpevole, non riesco proprio a protestare contro di essa e per la sua scarcerazione. Lo so, sono incoerente.

    Quello di Bossetti era solo un esempio, macroscopico, del carcere per forzare una confessione che non arriva. Che la confessione sia cruciale lo dimostra il tragico caso di Avetrana. Michele Misseri ha confessato e, per quanto condannato per omicidio ed occultamento di cadavere, è libero. Sua moglie e sua figlia, che si sono sempre proclamate innocenti, sono in carcere per lo stesso crimine.
    Se confessi, sei salvo; se non vuoi confessare, allora è carcere, sin da prima del processo. L'unica differenza rispetto ai tempi del "Malleus Maleficarum" è che questa volta i preti non c'entrano.
     
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    L'utilizzo della carcerazione preventiva come strumento di confessione o come anticipo di pena sono una vergogna. Un braccialetto eltronico dovrebbe essere sufficiente, in molti casi. Nel caso di bossetti vista copertura mediatica dell'evento mi pare difficile che possa o scappare o delinquere.
    Ben venga la responsabilità civile, che volevo anche quando l'invocava Berlusconi; purtroppo mi pare che questa sia troppo blanda e in definitiva poco efficace. Pensando a questo argomento mi suona in testa "chi controlla i controllori?"
     
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  11. @Boss@
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    Della custodia cautelare se ne fa certamente abuso.

    Nonostante il provvedimento sia stato rivisto per ridurne l'applicazione, si continua, se conviene, esattamente come prima.
    Ciò che fa specie, nel nostro paese, è la disparità di giudizio in virtù della quale una norma e persino una condanna, venga applicata o meno a seconda del tribunale.

    Nel caso specifico, ritenere che il Sig. Bossetti possa reiterare il reato è semplicemente grottesco.
     
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    Ciò che fa specie, nel nostro paese, è la disparità di giudizio in virtù della quale una norma e persino una condanna, venga applicata o meno a seconda del tribunale.

    Concordo in pieno su questo punto. La nostra giustizia è del tutto imprevedibile, contraddittoria e a tratti incomprensibile. Si sentono quotidianamente casi in cui un tribunale ha dato torto a un altro o una persona è stata condannata e poi assolta e poi di nuovo condannata per lo stesso fatto.
     
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  13. Comneno
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    CITAZIONE (Oskar @ 20/2/2016, 15:41) 
    Concordo in pieno su questo punto. La nostra giustizia è del tutto imprevedibile, contraddittoria e a tratti incomprensibile. Si sentono quotidianamente casi in cui un tribunale ha dato torto a un altro o una persona è stata condannata e poi assolta e poi di nuovo condannata per lo stesso fatto.

    E la cosa incredibile è che siamo in un sistema civile law, ossia ci sono leggi precise che definiscono delitti e pene. E invece in pratica funziona come un regime common law, dove ogni giudice sentenzia a suo gusto, usando lo strumento dell'interpretazione con grande flessibilità.
     
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  14. @Boss@
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    CITAZIONE (Comneno @ 20/2/2016, 15:58) 
    E la cosa incredibile è che siamo in un sistema civile law, ossia ci sono leggi precise che definiscono delitti e pene. E invece in pratica funziona come un regime common law, dove ogni giudice sentenzia a suo gusto, usando lo strumento dell'interpretazione con grande flessibilità.

    Non oso pensare cosa succederebbe da noi se applicassimo la Common Law.
    Mi pare che da noi manchi quel rigore morale che infatti neanche il codice con il maggior numero di articoli del mondo occidentale riesce ad arginare
     
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13 replies since 17/3/2015, 21:54   180 views
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