Tre mesi di vacanza d'estate per gli studenti: troppi?

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    Scuola, Poletti: “Troppi 3 mesi di vacanza, il tema è da discutere”

    Il ministro del Lavoro: magari uno potrebbe essere passato a fare formazione. C’è l’ok dei presidi. La Rete Studenti: «Dibattito folle, fuori dalla realtà»

    Quelle lunghe estati da giugno a settembre, con le giornate da riempire e, per i più volenterosi, a fare i compiti tra un’uscita con gli amici, una dormita fino a tardi, una gita in montagna e un tuffo in mare o in piscina. Le abbiamo vissuti tutti, quel bellissimo dolce far niente, proprio lì sul confine della noia, con il sole alto nel cielo. I ragazzi di oggi potrebbero dire loro addio, se la riflessione del ministro del Lavoro Giuliano Poletti diventasse qualcosa in più che un pensiero ad alta voce. «Un mese di vacanza va bene. Ma non c’è un obbligo di farne tre - ha infatti detto Poletti ad un convegno a Firenze sui fondi sociali europei -. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione. Una discussione che va affrontata». «I miei figli d’estate sono sempre andati al magazzino della frutta a spostare le casse ha ricordato -. Sono venuti su normali, non sono speciali». Con buona pace di chi in estate ha amato oziare.

    Secondo il ministro occorre quindi cominciare a pensare che una relazione con il lavoro «è una cosa che vale la pena di fare». Un modo anche, secondo il ministro, «per garantire una formazione».

    «Anche noi genitori, la società, dobbiamo riconsiderare il tema del lavoro e le giovani generazioni. Un mese di vacanza va bene, un mese e mezzo - ha proseguito il ministro - ma non c’è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione. Una discussione che va affrontata». Secondo il ministro, insomma, non si distruggerebbe un ragazzino se invece «di stare a spasso per le strade della città va a fare quattro ore di lavoro».

    I presidi: «Giusto organizzare attività in estate»
    Tra le prime reazioni alle parole del ministro c’è quella di Mario Rusconi, vicepresidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi): «Da anni, più o meno dai primi anni ’90, noi presidi chiediamo che ci siano piani intelligenti per l’utilizzo della risorsa scuola durante l’estate». L’idea è quella di utilizzare le scuole, che comunque restano aperte: «Nel ’95 ricordo che collaborai anch’io a una direttiva del ministero dell’Istruzione che presupponeva che si potessero aprire le scuole di pomeriggio avviando attività alternative alla didattica con la collaborazione di associazioni di genitori e cooperative. L’idea di utilizzare i locali delle scuole durante l’estate per corsi di sostegno e recupero, per corsi di formazione particolari, per ospitare iniziative di giovani diplomati in cerca di lavoro ci trova dunque - osserva Rusconi - senz’altro d’accordo. Mi permetto di far notare, tuttavia, che Poletti è l’ennesimo ministro che si pronuncia sulla questione, ma mai, finora, alle parole hanno fatto seguito prassi organizzative coerenti».

    La Rete Studenti: «La metà dei ragazzi in estate già lavora»
    Di tutt’altro avviso la Rete Studenti: il ministro Poletti «con le sue affermazioni dimostra di non avere la minima percezione della realtà: più della metà degli studenti italiani già lavora d’estate». Lo afferma Alberto Irone, portavoce nazionale della Rete degli Studenti Medi. «Semmai - aggiunge - è necessario regolamentare e inserire percorsi formativi diversi da quelli didattici all’interno del percorso scolastico. Diversamente, a oggi le studentesse e gli studenti che lavorano vengono sfruttati in ogni modo possibile e privati di qualsivoglia diritto. La priorità è ridistribuire le pause in modo più equilibrato all’interno dell’anno e non legalizzare lo sfruttamento degli studenti. A partire dall’abbassamento dell’apprendistato a 15 anni, gli stage estivi e senza una revisione migliorativa dell’alternanza scuola lavoro, il Governo non sta facendo altro che privare ulteriormente gli studenti dei propri diritti e di tutele adeguate. Crediamo - continua Irone - che gli studenti debbano essere liberi di costruire il proprio percorso scolastico e che non debbano essere costretti a lavorare privati di qualsiasi tutela per garantire manodopera stagionale a basso costo. Introdurre questo dibattito sottolineandone la caratura educativa - conclude - è semplicemente una follia».

    Uil Scuola: «Siamo allineati con gli altri paesi europei»
    Chi invece non pare propenso a sposare la visione del ministro Poletti è Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola, secondo il quale «i ragazzi italiani passano a scuola è allineato con quello degli altri Paesi europei. Il tempo delle vacanze scolastiche è dunque lo stesso, seppur distribuito in modo diverso da paese a paese. Questo significa che non abbiamo un surplus di vacanze».

    Fonte: www.lastampa.it/2015/03/23/italia/p...5pN/pagina.html


    CITAZIONE
    Dico sì ai lavoretti (purché liberi dalla burocrazia). Ma lasciateci l’estate
    I ragazzi hanno bisogno di uno spazio da riempire. Il vuoto è didattico


    di Beppe Severgnini

    Lasciate in pace l’estate. Tre mesi di assenza dall’aula sono troppi per gli insegnanti: se pagati meglio, come sarebbe doveroso, saranno certamente disposti a ridursi le ferie. Forse un tempo così lungo mette in difficoltà le famiglie. Ma va bene per gli studenti. Dopo nove mesi passati tra molti libri, troppi compiti a casa, corsi e allenamenti, i ragazzi hanno bisogno di uno spazio da riempire. Il vuoto è didattico, soprattutto a una certa età. Oggi contiamo gli anni, da giovani contavamo le estati. Il periodo tra giugno e settembre è una camera di compensazione, e spiega la tenuta nervosa della nazione adulta.

    Le giornate si allungano, i tramonti profumano, i nervi si distendono (se avessimo un clima scozzese, in Italia, avremmo già fatto almeno tre rivoluzioni). Per gli italiani di domani l’estate è invece il tempo degli esperimenti e delle scoperte. Occuparlo si può, ma con giudizio. Lavorare?, come suggerisce il ministro Poletti. Ottima idea. Negli Usa, per esempio, l’impiego estivo dei ragazzi è un rito di passaggio, celebrato da cinema e letteratura, come il tacchino nel giorno del Ringraziamento. Chi fosse costretto a rinunciarvi si sentirebbe defraudato. Ma il «summer job» americano è privo di qualsiasi formalità. Ehi, mi dipingi lo steccato per 100 dollari? A lavoro finito, il ragazzo intasca i 100 dollari, ringrazia e se ne va. Una parte di vacanza è pagata.

    In Italia la stessa attività violerebbe almeno dieci norme: civili, fiscali, sindacali, assicurative. Il ragazzo ha partita Iva? (risposta: no, ha sedici anni). Toglie forse lavoro ad altri? Sono stati consultati gli uffici di collocamento? I contributi come vengono conteggiati? Si tratta di lavoro a chiamata? Sono stati avvertiti gli ispettori del lavoro? Il lavoratore è assicurato? Pensate cosa accadrebbe, signori, se il minore si dipingesse un alluce di verde! Ministro Poletti, ascolti. Se la politica intende aiutare i ragazzi a trovare un lavoretto estivo dica soltanto: ehi, dipingete pure quello steccato! Se invece volete complicare tutto come al solito, preparate un «piano nazionale di attività estiva extrascolastica ed extracurriculare». Siamo certi che molti dirigenti, in almeno quattro ministeri, non aspettano altro.

    Fonte: www.corriere.it/scuola/15_marzo_24/...38070435c.shtml



    Che ne pensate delle idee del ministro Poletti e della critica ironica di Severgnini?
    Personalmente trovo che Poletti abbia detto un sacco di sciocchezze: l'estate da studenti è una delle cose più belle della vita di ognuno di noi. Che i ragazzi siano liberi di sciegliere cosa fare durante le vacanze, che per annoiarsi al lavoro (se si ha la fortuna di lavorare) c'è tempo tutta la vita. Non vedo nessuna emergenza sociale nei giovani delle superiori che ammazzano la giornata chiacchierando nei parchi o giocando a calcio o anche perdendo il proprio tempo: pensare che in estate fungano da manovalanza sotto (o zero) pagata mi sembra la trovata di un ministro troppo mentalmente anziano per parlare di scuola.
    A voi.
     
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    Se posso, non trovo minimamente giuste le cose dette da Poletti. Ci troviamo di fronte un sistema scolastico che continuare ad andare avanti solo per miracolo probabilmente. Il livello didattico nelle aule è alquanto ridicolo e nei piani alti si preoccupano del numero eccessivo di giorni di vacanza per gli studenti? Parla di lavoro.. quando ci sono fin troppi adulti che cercano lavoro, come potremmo dare così tanto lavoro estivo agli studenti?
     
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    secondo me invece sarebbe buono sfruttare un mese per far fare esperienza ai ragazzi in qualche azienda, visto che durante l'anno scolastico sarebbe problematico forse.

    d'altra parte il brutto è togliere un mese di dolce far niente alla vita degli studenti, che in quanto tali hanno delle ferie fino a che non troveranno lavoro e lavoreranno tutto l'anno senza soste se non di qualche settimana.
     
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  4. Mr James
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    Io sono d'accordo con il fatto che tre mesi siano troppi, un po' meno con l'idea di mandare i ragazzi a lavorare d'estate. Piuttosto sono dell'idea di riformare il calendario in modo da:
    - allungare di un mese l'anno scolastico. In questo modo c'è tempo a sufficienza per finire tutti i programmi di tutte le materie senza arrivare trafelati (cosa che capita regolarmente, in ogni materia e in ogni istituto) e magari anche per approfondire alcuni temi trattati. Integrare le conoscenze dei ragazzi (che al livello attuale sono tutt'altro che eccessive) può solo aiutarli in futuro.
    - "spalmare" un ulteriore mese lungo il resto dell'anno scolastico con vacanze più brevi. Si renderebbe l'orario scolastico meno stressante e si permetterebbe agli studenti di concentrarsi meglio durante le lezioni.Credo (per esperienza personale, non per studi accertati) che in alcuni periodi la mole di lavoro, a livello di tempo, sia eccessiva e deleteria al fine di ottimizzare l'apprendimento.
    - rimane quindi un solo mese di vacanza estivo, non troppo ma nemmeno troppo poco per quelle "vacanze indimenticabili" tanto care a Severgnini.
     
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  5. Comneno
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    Siamo in Italia... e ci si preoccupa delle vacanze e del "dolce far niente" degli studenti, ma non delle vacanze e del dolce far niente di chi, in quel periodo, percepisce uno stipendio :wallbash:
    Vero è che Poletti è ministro del lavoro, quindi ha pensato al lavoro estivo dei ragazzi... casomai dev'essere il ministro dell'istruzione che pensa ai suoi dipendenti...

    Mi trovo abbastanza d'accordo con quanto proponeva Mr. James... si potrebbe rivedere i calendari prevedendo un anno scolastico meno concentrato, anzi, sostanzialmente "regolare". Così, al volo, mi viene in mente che si potrebbe impostare l'anno su 3 "trimestri" da 13 settimane ciascuno, intermezzati da 2 pause da 4 settimane e con una pausa finale estiva di 5 settimane. Ad esempio, per il 2015-2016:
    - I trimestre: 7 settembre/5 dicembre
    - Pausa invernale: 7 dicembre/3 gennaio (coincide con le festività natalizie, ma soprattutto con il periodo di maggior rischio neve)
    - II trimestre: 4 gennaio/2 aprile
    - Pausa primaverile: 4 aprile/30 aprile (abbraccia le tradizionali festività del 25 aprile e del 1 maggio, e a volte anche il periodo pasquale)
    - III trimestre: 2 maggio/30 luglio (questo è un periodo al quale bisognerebbe fare l'abitudine... a maggio gli studenti iniziano ad essere desaparecidos nella aule, sarebbe un duro adattamento)
    - Pausa estiva: 1 agosto/3 settembre
    In totale ci sarebbero 39 settimane di lezione (si consideri che oggi il limite minimo di 200gg di lezione significa 34 settimane). Di questo "surplus" si potrebbe approfittare per gli anni in cui sono previsti esami. In quel caso, infatti, il terzo trimestre non è sostenibile. Dunque in questi anni, essenzialmente l'ultimo della primaria e l'ultimo della secondaria, i trimestri di lezione sarebbero soltanto due, gli esami si terrebbero nel mese di maggio, e subito dopo ci sarebbero vacanze "lunghe" (giugno, luglio e agosto). Credo che ciò potrebbe essere utile soprattutto alla fine delle superiori, per avere il tempo di preparare i test d'ingresso all'università e per prepararsi (per chi va fuori sede) al cambio di sede e di vita.

    Edited by Comneno - 27/3/2015, 23:15
     
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    Io credo che spalmare le vacanze sarebbe invece un errore. Ogni periodo di vacanze comporta per gli studenti la necessità di riadattarsi ai ritmi scolastici, con conseguente concentrazione da ritrovare: meglio avvenga una sola volta all'anno che due o tre. A mio avviso le vacanze scolastiche vanno bene così; non sento questa ansia da riforma su un aspetto, per altro, tutt'altro che di vitale importanza.
    Certo, gli insegnanti sono fortunati ad avere così tante ferie, ma è un "male necessario" ;).

    Per Comneno: sugli esami credo ti riferissi all'ultimo anno della secondaria di I grado e all'ultimo di quella di II grado: l'esame alla fine della scuola primaria (le vecchi elementari quando i nomi erano ancora umani) non esiste più da parecchi anni.
     
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  7. Comneno
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    Per Comneno: sugli esami credo ti riferissi all'ultimo anno della secondaria di I grado e all'ultimo di quella di II grado: l'esame alla fine della scuola primaria (le vecchi elementari quando i nomi erano ancora umani) non esiste più da parecchi anni.

    Si, hai ragione, mi sono espresso male.

    (Anche se c'è da dire che a livello personale, l'esame delle elementari me lo ricordo, quello delle medie no :P )
     
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    Che una proposta del genere venga da uno che di sistema economico italiano dovrebbe intendersene, mi lascia esterrefatto. Mi spiego tolto chi , purtroppo le vacanze non può permettersele alcuni milioni di famiglie riescono a permettersi qualche giorno ovviamente in Italia, sostenendo uno dei più importanti settori della nostra economia. Le famiglie con ragazzi e ancor più ragazzini a scuola ovviamente le vacanze cercano di farle tutti insieme. Essendo così ampio il periodo della vacanze scolastiche c'è solo da coordinare le ferie dei genitori, che in tempi come questi per risparmiare cercano di utilizzare se non la bassa la media stagione. Ciò è un bene perché il nostro sistema turistico soffre di eccessiva concentrazione nei mesi di luglio e agosto, alcuni costi, come gli immobili essendo ammortizzati sostanzialmente in due soli mesi rendono il nostro sistema non competitivo. Poletti che fa ? Propone un sistema che concentrerebbe ancora di più il periodo vacanziero. Questo governo di strampalati incompetenti deve andare a casa.
     
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    Frap ha centrato il punto :clapping: !

    Invece lucrezio, ammetto che da te non mi sarei aspettato un'analisi così dura sul governo.
     
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    Poletti insiste con l'idea della formazione/lavoro estivo per gli adolescenti, chiarendo che sarebbe un impegno non retribuito, una sorta di "volontariato obbligatorio" (se mi passate l'ossimoro). Fiorella Mannoia replica criticando sia l'idea di costringere i giovanissimi a passare le proprie vacanze estive nei progetti del ministro, sia la gratuità dei progetti stessi con parole che condivido in pieno:
    CITAZIONE
    La gente lavora tutta la vita, se ha la fortuna di trovarne uno, va in pensione a 67 anni che sono parenti prossimi di 70 e se è fortunato avrà una pensione da fame dopo aver speso tutto il tempo di una vita a pagare mutui, rate, bollette, tasse", aveva scritto sulla sua bacheca Facebook. "Ora volete rubare anche il tempo dell'adolescenza. Ma andate a lavorare voi che da una vita vivete con lauti stipendi pagati da noi. Andateci voi a fare volontariato. Il lavoro si paga!

    La Mannoia poi sul volontariato ha precisato, in replica a Poletti, quanto segue:
    CITAZIONE
    Il volontariato è una scelta che risponde alla nostra coscienza, anche a quella dei più giovani, e ce ne sono tanti che impiegano il tempo delle loro vacanze a ripulire spiagge o semplicemente ad aiutare in casa o nelle attività familiari. Quello che mi preoccupa sono gli "corsi di formazione volontari" è a questo volontariato che mi riferivo, che vanno retribuiti, anche meno, ma vanno retribuiti.

    http://www.huffingtonpost.it/2015/04/16/po..._n_7077148.html
     
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