Hillary Clinton e le primarie democratiche

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    Hillary Clinton si candida alla Casa Bianca: "Voglio essere la prima presidente Usa"

    L'ex segretario di Stato si candida alle primarie democratiche per le presidenziali del 2016. Raccolti già 15 milioni di dollari per la campagna elettorale. Nello spot, immagini di classe media, famiglie, lavoro quotidiano, coppie gay

    WASHINGTON - Dopo l'endorsement di Barack Obama, la candidatura ufficiale alla fine è arrivata. Hillary Rodham Clinton, 67 anni, ex segretario di Stato Usa, correrà per la Casa Bianca nel 2016 e cercherà di diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti. Il primo passo sarà partecipare alle primarie del partito democratico per le prossime presidenziali. L'annuncio, atteso inizialmente per le 12 (le 18 ora italiana) è stato dato più tardi, intorno alle 15 (le 21 da noi) in una e-mail inviata dal suo consigliere John Podesta e rilanciata su Twitter ai sostenitori e finanziatori della campagna di Hillary.

    "Sono candidata alla presidenza, voglio diventare la prima presidente Usa", ha affermato Clinton in un video pubblicato sul suo sito internet "hillaryclinton.com" nel quale annuncia direttamente la sua discesa in campo. "Ogni giorno gli americani hanno bisogno di un campione - spiega nel video - Io voglio essere quel campione". "Mi sto preparando a fare qualcosa. Correrò per diventare presidente". Il suo primo pensiero alle famiglie americane: "Quando le famiglie sono forti, l'America è forte". Nel primo spot della sua campagna, immagini di classe media, piccoli imprenditori. Una coppia gay. E Hillary compare solo alla fine.

    Non le fa mancare il suo sostegno la figlia Chelsea - apparsa proprio oggi su una patinatissima copertina di Elle e intervistata sul tema della necessità di avere più donne nei posti di potere - che manifesta alla mamma il suo orgoglio su Twitter.

    L'asse Clinton-Obama . "E' stata un segretario di Stato eccezionale e sarebbe una una eccellente presidente" ha detto da Panama il capo della Casa Bianca, che nel 2008 la sconfisse nella corsa per la designazione dello sfidante di George W. Bush, per poi affidarle il delicato incarico di segretario di Stato, che Clinton lasciò nel 2013.

    Le poche parole di Obama sanciscono un asse mai apparso così solido. Tanto che l'ex first lady oggi si candida a diventare l'erede della politica economica ed estera dell'attuale presidente. L'economia sarà il tema centrale della sua campagna elettorale, che si baserà su grandi numeri del finanziamento: "Ready for Hillary" ha già raccolto 15 milioni di dollari, con quattro milioni di donatori dichiarati.

    Anche sui temi di politica estera, Hillary dovrà raccogliere quanto Barack sta seminando, soprattutto in questa ultima fase della sua presidenza: dal disgelo con l'Iran e con Cuba all'offensiva senza sosta sui temi legati alla giustizia sociale e ai diritti civili. Ecco dunque che alcuni osservatori in caso di vittoria di Hillary nel 2016 parlano di "terzo mandato Obama". In lei sono riposte le speranze dell'attuale presidente di lasciare un'eredità che duri nel tempo. Le primarie dei democratici si terranno a inizio 2016 e cominceranno da Iowa e New Hampshire.

    I possibili avversari interni di Clinton. In lizza per la candidatura democratica ci sono anche:
    - Elizabeth Warren, 65 anni, potrebbe diventare un pericolo per la Clinton. Soprattutto l'ala più a sinistra dei democratici preferirebbe vedere la senatrice del Massachussetts come candidata. Warren, già professoressa di diritto a Harvard, è nota per la sua difesa della classe media e non ha evitato il confronto con il presidente Obama in materia di politiche economiche.

    - Joe Biden, 72 anni, attuale vicepresidente vanta decenni di esperienza politica, ma ha anche un punto debole: la propensione a parole e gesti che possono essere male interpretati. Recentemente ha fatto scalpore per essere stato "troppo vicino" alla moglie del nuovo segretario alla Difesa, Ashton Carter, durante un atto pubblico.

    -Bernie Sanders, 73 anni, ha già detto chiaramente che intende confrontarsi con la Clinton. Il senatore del Vermont porta con orgoglio il titolo di "socialista", ma non è sicuro che il suo attacco dalla sinistra possa scalfire l'ex segretario di Stato.

    - Martin O'Malley, 52 anni, è considerato un liberale. E' contrario alla pena di morte e favorevole alla legalizzazione dei matrimoni gay, dell'aumento del salario minimo e di una legislazione più dura sul possesso di armi.

    L'offensiva dei repubblicani. Mentre l'ex segretario di Stato Hillary Clinton si preparava ad annunciare la sua candidatura, i repubblicani non hanno perso tempo e sono corsi all'offensiva con un annuncio a pagamento online dal titolo "Stop Hillary". Nello spot del Republican National Committee, della durata di 30 secondi, una donna di spalle, che rappresenta l'ex first lady, cammina quasi al buio mentre in sottofondo delle voci ricordano alcune delle vicende in cui è stata coinvolta, come ad esempio l'account di posta elettronica privata che ha usato quando era segretario di Stato.

    "Il fatto che i Clinton si sentano al di sopra della legge ha una storia", ha detto alla Cnn Rand Paul - il candidato repubblicano"outsider", che con le sue posizioni liberali attira soprattutto i sostenitori del Tea Party. "E' difficile considerare sincero il messaggio di Hillary Clinton", ha sottolineato Paul, criticando il fatto che la sua fondazione abbia accettato fondi dall'Arabia Saudita, Paese dove le donne sono fortemente discriminate.

    In corsa per la candidatura repubblicana ci sono anche:
    -Ted Cruz, 44 anni, figlio di un esule cubano, è senatore del Texas dal 2013 e ha fatto parlare di sé anche per il suo discorso di oltre 21 ore contro la riforma sanitaria di Obama. Il mese scorso è stato il primo Repubblicano a dichiarare la sua candidatura. E' un politico ultraconservatore, membro del Tea Party, contrario all'aborto e alla regolamentazione delle armi.

    -Jeb Bush, 62 anni, ex governatore della Florida, ha già avviato una campagna esplorativa per la sua possibile candidatura alle presidenziali. Potrebbe prolungare la saga dei presidenti Bush iniziata da suo padre, George Bush Senior, e portata avanti da suo fratello George W. Bush. Ancora non è chiaro se il suo cognome lo aiuterà o, al contrario, lo danneggerà nella campagna elettorale, per la quale, grazie ai suoi contatti, potrebbe mobilitare importanti donatori.

    Fonte: www.repubblica.it/esteri/2015/04/12...165/?ref=HREA-1



    Analisi
    Hillary, dopo la sconfitta alle primarie 2008 per mano di Obama, ci riprova. Obiettivo la Casa Bianca, passando per le primarie democratiche e le elezioni presidenziali 2016.
    Prime impressioni: ancora Hillary? L'America si libererà mai della sua ex first lady ed ex segretaria di Stato? E davvero la Clinton vuole puntare sulla continuità in politica estera con l'amministrazione Obama?
    I suoi avversari democratici mi appaiono deboli e anche i candidati repubblicani non mi sembrano irresistibili, Jeb Bush su tutti (il cognome credo giochi contro di lui): in questo momento Hillary mi appare come la favorita naturale per succedere ad Obama, purtroppo.
    La strada che ci separa dalle presidenziali USA del prossimo anno è comunque lunga e potrà riservare sorprese. Chissà, magari ci risparmieremo lo scontro, ben poco innovativo, Clinton-Bush.
     
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  2. Comneno
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    Certamente Hillary non ha rivali nel suo partito. Gli altri concorreranno in proiezione futura, o per il ruolo nel partito o magari per il posto di vicepresidente.
    L'articolo ricorda che Obama l'ha scelta come Segretario di Stato, non menziona il fatto che ha dovuto farlo per forza, perché Hillary solo in cambio di un incarico prestigioso si sarebbe fatta da parte. E ora ci riprova: una ambizione sfrenata che non fa ben sperare su quando sarà (perché probabilmente lo sarà) Presidente. Da una così la III guerra mondiale me la aspetto.

    In campo repubblicano, io credo che sia troppo presto per fare previsioni, ci sono almeno una decina di candidati che possono essere interessanti. Fondamentalmente i repubblicani devono chiarirsi le idee: se vogliono ancora un riccone-mascellone-guascone come quel Romney che è stato sconfitto l'ultima volta; se vogliono un pio esponente dell'america profonda, come Huckabee; se vogliono un politico emergente e brillante come Cruz o Rubio; se vogliono un libertario come Paul; se vogliono un moderato che possa unire varie tendenze, come Santorum... c'è n'è di gente!
    Il vantaggio che i repubblicani hanno è che la loro gara interna può catturare di più l'attenzione rispetto a quella dei democratici, che appare quasi inutile. Dunque chi vince una campagna molto combattuta per la nomination, può ritrovarsi ad essere assai più convincente ed entusiasmante di chi la nomination ce l'ha già a tavolino.

    Tuttavia, appunto perché non sappiamo ancora chi sarà il repubblicano con la responsabilità di sfidarla, il pronostico è tutto a favore di Hillary.
     
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  3. Mr James
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    Io spero solo che non si trasformi in una campagna elettorale come quelle che hanno caratterizzato quelle di Obama, in cui si nascondevano i programmi politici sotto il tappeto e si chiamavano gli elettori al voto per proporre un cambiamento di faccia: prima con il Presidente afro-americano adesso con il Presidente donna. Obama infatti deve gran parte del suo successo al fatto di rompere con la tradizione del Presidente WASP (infatti nelle elezioni di midterm, dove si mettono alla prove le politiche dell'amministrazione e non gli slogan, i democratici di Obama hanno sempre miseramente perso).

    Auspico una campagna elettorale fatta di discussione su temi reali, e spero che nello scegliere lo sfidante i repubblicani tengano conto di questo. Che puntino quindi su un candidato che non si faccia attirare nei tranelli dei democratici (e non sia quindi un multimilionario che paga poche tasse come Romney o un guerrafondaio come McCain).
     
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    Hillary vincerà quasi sicuramente le primarie democratiche, ma per le elezioni la partita sarà aperta. Un fattore importante sarà l'eredità della presidenza Obama in termini di consenso ai democratici: per quanto la Clinton possa distaccarsi dall'attuale presidente è evidente che il malcontento verso la sua amministrazione, e in particolare verso la sua politica estera (a mio avviso insufficiente in Medioriente), potrebbe finire per azzopparla qualora fosse contrapposta a un repubblicano credibile e presentabile. Se il candidato repubblicano avrà un profilo di questo tipo ovviamente resta una faccenda tutta da verificare.
     
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    "Clinton Cash", libro di prossima uscita che getta ombre sui finanziamenti enormi ricevuti dai Cliton, potrebbe complicare la corsa alla Casa Bianca dell'ex first lady, che dal momento della sua candidatura si sta incredibilmente facendo passare come paladina della classe media.

    http://www.secoloditalia.it/2015/04/clinto...i-bill-hillary/
     
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    La storia potrebbe ripetersi. Hillary Clinton, partita come super-favorita nella corsa per la nomina a candidata dei democratici, ieri ha dovuto attaccare a tutto campo il suo principale rivale, il senatore Sanders, che pare l'abbia raggiunta nei sondaggi. Ancora una volta, come otto anni fa, l'ex first lady potrebbe essersi esposta troppo presto perdendo così forse il suo ultimo treno. La partita delle primarie sta per cominciare.

    http://video.corriere.it/usa-hillary-clint...1?refresh_ce-cp
     
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  7. Mr James
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    Se Sanders dovesse diventare il candidato di punta dei democratici alle prossime elezioni, credo che sarebbe la morte definitiva della politica pragmatica anche nel mondo anglosassone e l'inizio della politica solo fatta di slogan. E non oso nemmeno immaginare i disastri di cui sarebbe capace se dovesse approdare alla Casa Bianca.
    Vi immaginate una campagna Trump vs Sanders? Sarebbe la fiera degli slogan e delle ideologie, la morte della concretezza, oltre a rappresentare la fine del politico moderato. Entrambi sarebbero infatti espressione dell'ala estrema del proprio partito.
     
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    Prima tappa per le primarie democratiche, in Iowa: Hillary Clinton e Bernie Sanders hanno sostanzialmente pareggiato. E' una corsa a due assolutamente aperta e non è detto che l'ex first lady ce la faccia. Dovessi puntare un centesimo, scommetterei sulla vittoria di Sanders.
     
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    CITAZIONE (Oskar @ 2/2/2016, 12:25) 
    Prima tappa per le primarie democratiche, in Iowa: Hillary Clinton e Bernie Sanders hanno sostanzialmente pareggiato. E' una corsa a due assolutamente aperta e non è detto che l'ex first lady ce la faccia. Dovessi puntare un centesimo, scommetterei sulla vittoria di Sanders.

    Forse troverai poco seria una metafora di tipo calcistico, ma è come se il Barcellona avesse pareggiato col Sassuolo: Hillary, che già veniva indicata come presidente del futuro quando governava il marito Bill, non riesce a convincere gli elettori più di un onesto politico di seconda linea che si è candidato, in assenza di tutti i politici democratici di primo piano, per rappresentare idee "socialdemocratiche".
    Chiaramente siamo solo all'inizio, ed Hillary dispone di tutte le risorse necessarie seppellire il suo avversario e sono sicuro che ci riuscirà. Anche perché sulla contesa aleggia la figura di Bloomberg, che ha lasciato intendere che potrebbe entrare nella partita, qualora Sanders dovesse apparire prevalente. Tutti pensano come terzo candidato, io penso più che altro come vice di Hillary, che a questo punto otterrebbe da Wall Street più supporto di quanto non ne abbia avuto qualunque altro candidato nella storia.

    Una cosa che mi sembra interessante annotare :Sanders pare raccolga principalmente consensi tra i giovani, e dunque il messaggio sembra essere che se il partito democratico vuole avere un futuro, allora deve tornare a dire e fare "cose di sinistra", diversamente vedrà i consensi restringersi nel tempo.
    Ora, considerando che i democratici italiani si sincronizzano quasi in automatico con "il fuso orario di NY", forse l'avventura di "Sinistra Italiana" non sia così velleitaria ;)
     
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    La metafora è azzeccata. Hillary Clinton gode di appoggi potentissimi e finanziamenti quasi illimitati. Anche otto anni fa però era così e perse contro un candidato con poca esperienza e poco conosciuto ma più vicino alle persone. Io punto su Sanders; che si condividano o meno le sue idee, mi appare più capace di mettersi in contatto con gli elettori democratici.

    Edited by Oskar - 3/2/2016, 12:51
     
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    Per chi voglia il programma ufficiale di Sanders, questo è il suo sito:

    Qui le proposte economiche interne:
    https://berniesanders.com/issues/how-berni...-his-proposals/

    Qui quelle di politica internazionale:
    https://berniesanders.com/issues/war-shoul...he-last-option/
     
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    New Hampshire, primarie

    l’affermazione più eclatante è quella del candidato “socialista” democratico Sanders, che infligge a Hillary Clinton un distacco intorno ai 20 punti: 59% contro il 38%, con gli scrutini ancora in corso.
     
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    La campagna di Sanders è entusiasmante. Sanità pubblica, università gratuite, appoggio alle politiche ambientali di Obama, limiti ai finanziamenti privati ai politici affinché la politica americana non sia una plutocrazia (cosa che attualmente è): il buon Bernie sta convincendo anche me. Sono sempre più persuaso che Hillary sarà sconfitta di nuovo.
     
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    Non condivido l'entusiasmo, un utopista in questa situazione economica, sociale e di pericolosità mondiale a mio giudizio sarebbe la scelta peggiore, la vedo brutta, due estremisti che si contendono la Casa Bianca......
     
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    Capisco le tue remore Romeo, ma molte idee di Sanders colgono dei principi di equità sociale che non mi lasciano indifferente.
    Vedo anch'io i rischi connessi alla sua candidatura, ma non lo definirei un estremista, al massimo un sognatore.
     
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118 replies since 13/4/2015, 08:27   1131 views
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