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.Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha affermato che un 110 e Lode a 28 anni "non serve a un fico" e che è preferibile un voto di laurea basso, 97 nel suo esempio, ma a 21 anni. Vediamo cosa non torna nella sua affermazione:
1. Il ministro non deve aver chiaro che esiste una laurea triennale e una magistrale/specialistica. Se si sceglie di frequentarle entrambe (ed è necessario per avere accesso a professioni come avvocato o professore), si devono dedicare almeno cinque anni all'università; siccome l'università si inizia a 19 anni, è impossibile laurearsi prima di averne 24.
2. Anche limitandosi alla laurea triennale si può finire minimo a 22 anni (19 più 3). Solo chi ha fatto la primina può laurearsi a 21 anni.
3. Dottorati, master, concorsi pubblici e tante altre opportunità per laureati richiedono per l'accesso un voto minimo di laurea alto (di solito intorno al 105). Poletti evidentemente non lo sa.
4. Il ministro del Lavoro ignora che c'è un'intera generazione di giovani laureati con il massimo dei voti nei tempi giusti ma disoccupati.
Si tratta quindi chiaramente di un delirio. Ma chi è Giuliano Poletti?
Il ministro del Lavoro, che dà lezioni ai giovani sulla laurea, non è neppure laureato. Ricopre il suo incarico, così decisivo in questa fase storica, avendo come massimo titolo di studio un diploma di perito agrario. Ma non è certo l'eccezione in un governo in cui una persona con una maturità classica, il ministro Beatrice Lorenzin, si permette di insegnare ai medici come svolgere il proprio mestiere.
Come se non bastasse, prima di oggi il nostro era celebre quasi solo per la famosa foto che lo ritraeva a una cena con diverse persone in odore di Mafia Capitale.
Insomma, mi sembra che il ministro Poletti abbia perso una buona occasione per tacere.
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Poste italiane ha aperto le selezioni per il 2016 per i portalettere. Requisiti: diploma con almeno 70/100 o laurea con un voto di almeno 102/110. Lasciando stare l'assurdità di un Paese in cui ci sono titoli di studio minimi per i postini e non per deputati e ministri, si conferma la grossolanità delle parole di Poletti. . -
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Ad una domanda sui giovani che lasciano l'Italia per un lavoro all'estero, il ministro del lavoro Giuliano Poletti non ha trovato di meglio che dire:
«Bene così: conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi».
Poi, di fronte alle polemiche si è corretto, ma i giornalisti sono andati a vedere che lavoro fa suo figlio, cito dal Corriere, che consiglio di leggere:
Manuel Poletti, 42 anni, è giornalista e direttore di un settimanale delle Coop che ha ricevuto mezzo milione di euro di contributi pubblici. Dopo la gaffe del ministro sulla fuga dei cervelli, una mozione di sfiducia e lettera di giovani dirigenti Pd
www.corriere.it/politica/16_dicembr...a9ecc738b.shtml
Edited by Romeottavio - 21/12/2016, 18:55. -
Zoppo .
User deleted
Io invece conoscevo gente che è andata via - probabilmente all'inferno - e che è bene che stia dove è andata, e per andarci, a volte, basta un'oliva di traverso.
Fossi al bar, gli offrirei un martini dry.. -
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Ho unificato i due topic sulle affermazioni controverse di Poletti. Sono stato indeciso fino all'ultimo tra il titolo attuale e "I deliri di Giuliano Poletti" 
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Poletti persevera nelle sue gaffe. Questa volta il ministro del lavoro ha detto che per trovare un impiego è meglio una partita di calcetto che inviare in giro il proprio curriculum, alla faccia della meritocrazia. Lo ha detto davvero, non è un pesce d'aprile (lo specifico vista la data di questo mio intervento).
Poletti non perde il vizio e, incredibilmente, neanche la propria poltrona..
Le discutibili uscite di Giuliano Poletti |
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