Il decreto Salva Banche di Renzi e i risparmiatori

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    Il decreto Salva Banche del governo Renzi ha salvato quattro banche locali in forte crisi (tra cui, va ricordato, la Banca Etruria che ha come vicepresidente il padre del ministro Boschi). Sono stati tutelati i correntisti e gli istituti, ma non i titolari di obbligazioni che hanno perso buona parte dei loro risparmi (nel caso dei possessori di obbligazioni subordinate la totalità degli stessi). E' notizia di oggi che un uomo, che ha perso per colpa di Banca Etruria 110 mila euro, si è suicidato.
    Renzi difende il provvedimento del suo esecutivo, che certamente ha avuto il merito di tenere in piedi la fiducia nel sistema, dicendo che non può rimborsare i titolari di obbligazioni a causa dei vincoli europei.
    Fermo restando che era giusto tutelare i correntisti, io credo che una soluzione vada trovata per dare una risposta a chi ha perso i propri risparmi e che chi aveva compiti di gestione delle quattro banche salvate dal decreto, Banca dell'Etruria, Banca delle Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti, debba pagare il conto per i proprio errori.
     
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    Ho sentito Renzi che parlando del caso salvabanche , se n'è uscito con " queste sono le regole dell' Unione Europea, purtroppo non le facciamo noi ". Mi sembra veramente una cosa da pazzi . Come non le facciamo noi ? e dov'erano i nostri rappresentanti quando sono state fatte ? Se ci siamo opposti e siamo finiti in minoranza allora bisogna dirlo , ma le regole le facciamo anche noi , non è possiible cavarsela in questa maniera


    http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2...9f9ecc8f71.html


    Ammesso e non concesso che il problema sia che la "burocrazia europea" abbia interpretato le regole in maniera a noi ostile quelle regole così ambigue che potevano essere interpretate fregandoci chi le aveva fatte ?
     
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    CITAZIONE (Oskar @ 10/12/2015, 17:57) 
    Fermo restando che era giusto tutelare i correntisti, io credo che una soluzione vada trovata per dare una risposta a chi ha perso i propri risparmi

    Io non ne sono sicurissimo, a me la faccenda non è chiarissima. Da quel poco che ho capito chi ha perso i proprio risparmi l'ha fatto perché ha investito su azioni ad alto rischio.
    Ora, da che mondo è mondo, si sa che gli investimenti più sono redditizi, più sono rischiosi e mi pare che questo sia il caso in questione.
    Non è che i correntisti abbiano investito in "fondi pensione" (che nella mia totale ignoranza so che danno poco ma sono sicuri, e rappresentano il tipo di investimento che occorre fare per mettere via i soldi di una vita).

    Si dice che in realtà i correntisti non sapessero che i proprio investimenti fossero ad altro rischio, i casi sono due
    o la banca li ha truffati, facendo leggere loro carte false e falsificando le loro firme
    o i correntisti hanno sottismato i rischi fidandosi del broker o dell'impiegato di turno

    Io propendo per la seconda ipotesi. Il compito di una banca è vendere, è ovvio che nel momento che ti sta proponendo dei titoli ne elogerà i pregi e ne minimizzerà i rischi (altrimenti che venditori sarebbero?). In un mondo in cui esistono maghi, maglie e pillole per dimagrire, numeri del lotto e corse di cavalli, non capisco perché gli unici a dover essere rimborsati per la loro stupidità debbano essere i correntisti avventanti.

    Esistono un'infinità di modi infinitamente più sicuri per investire il proprio denaro (fondi pensione o buoni postali o del tesoro o altro ancora). Certo non rendono tanto ma per lo meno alla fine ti ritrovi quello che hai versato più qualcosina in più (a meno di un cataclisma, niente è certo a questo mondo).

    Mi rendo conto che non è molto politicamente corretto dare dello stupido a chi ha perso i risparmi di una vita, mi dispiace per queste persone, ma c'è anche chi ha fatto la stessa fine dando i soldi a Vanna Marchi o scommettendo alle corse.
    Daltronde, pensateci, voi cosa fareste se doveste investire TUTTI I RISPARMI DI UNA VITA?
    Andreste dal primo promoter finanziario o da vostro cugino e gli affideresti tutti i vostri soldi senza battere ciglio?
    NON CREDO PROPRIO.
    Come minimo vi portereste a casa tutta la documentazione, la leggereste, fareste delle ricerche, chiedereste a qualche altro promoter, tempestereste di domande il vostro, chiedereste quali sono le garanzie, controllereste che i rischi o le garanzie di cui vi parla il promoter siano le stesse scritte sul contratto e dopo tutto questo vi assicuro che sarà lo stesso promoter a consigliarvi di investire in un fondo pensione, e comunque, al limite, se uno ha davvero 110.000 euro da investire, ma dico io, spenderne 1000 o 2000 in un avvocato per avere la garanzia totale (o quasi) di che tipo di investimento si sta andando a fare no?

    Certo che in tv i correntisti dicono "noi non sapevamo", ma perché secondo voi quelli che scommettono su "cavalli sicuri" invece lo sapevano?

    Chi è causa del suo mal, pianga se stesso, i promoter finanziari non sono fatine buone dei desideri.
     
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    Non concordo praticamente su tutto, caro Chipko, conosco un pochino gli ambienti bancari e in particolar modo gli istituti di credito locali, che operano principalmente in piccoli territori, dove contano molto i rapporti personali, so di gente che per avere un mutuo ha dovuto comprare azioni o obbligazioni della banca stessa, una banca non è un banco del mercato con imbonitori che raccontano fantasie per vendere bidoni, la banca dovrebbe essere un istituto di risparmio non di truffa, dovrebbe consigliare e difendere il cliente, non la banca stessa e i lauti stipendi dei dirigenti, gli stessi che hanno provocato il disastro, quelli si sono stati salvati, le banche fallite avevano ricevuto pesanti lettere dalla Banca d'Italia, ma si sono ben guardati dall'avvisare i clienti, oltre a questo non si capisce per quale ragione la UE impedisca l'intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei depositi, che non è statale, ma finanziato dall'insieme delle banche stesse.
    ----------------------------------------
    La crisi economica e l’impatto sul settore finanziario e del credito. Ma anche il recente salvataggio delle 4 banche sono stati al centro dell’intervento del Capo della Vigilanza della Banca D’Italia Carmelo Barbagallo in un’audizione in Commissione Finanza alla Camera. L'intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei depositi nel salvataggio delle 4 banche (Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e Cassa Ferrara) salvate dal dl del Governo, ha chiarito Barbagallo, «non è stato possibile per la preclusione manifestata da uffici della Commissione Europea, da noi non condivisa».

    Barbagallo ha segnalato che gli uffici della Commissione hanno di fatto considerato l'intervento del Fondo come un aiuto di Stato, assimilandolo all'utilizzo di risorse pubbliche. «Non condividiamo questo assunto. In Italia i sistemi di garanzia sono soggetti privati; i loro interventi alternativi al rimborso dei depositanti sono deliberati autonomamente e finanziati con risorse anch'esse private.
    di Laura Di Pillo - Il Sole 24 Ore

    -----------------------------------------------------------
    La faccenda può creare un terremoto economico, con la svendita di azioni e obbligazioni di istituti sani e non coinvolti, speriamo si intervenga ulteriormente, tranquillizzando il mercato.
    Comunque questa Europa e questo liberismo a mio giudizio irrazionale, se non stupido, personalmente mi disgusta.

    Edited by Romeottavio - 11/12/2015, 10:16
     
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    Qui concordo con Romeo , la "responsabilità del risparmiatore" è una foglia di fico abbastanza trasparente . Questa mattina in TV un deputato stranamente serio e lucido ( mi spiace di non aver segnato il nome del fenomeno , credo che fosse pure dei "moderati per Renzi" se lo elogio dovete proprio dire che sono equanime :D ) diceva che pur occupandosi da decenni professionalmente di fiscalità nel credito , lui stesso spesso non riesce a capire certi "documenti informativi". Pretendere che un riparmiatore normale riesca a leggere consapevolmente certe informazioni, diceva, è come pretednere che sappia se l'aereomobile su cui sta per salire ha avuto la giusta manutenzione. Ci vuole l'intervento di un autorità di garanzia .
    Fin qui il "moderato" . Io aggiungerei che far investire tutti o quasi i risparmi di un quivis de populo in un solo titolo , per di più di una banca di periferia è molto più pericoloso che far girare il medesimo in auto senza cintura in area urbana. E pure lì c'è persino la multa. Io non arriverei a tanto , ma una procedura aggravata , cioè con l'intervento di uan autorità di garanzia , per investire più di uan certa percentuale del patrimonio in ununico titolo io la vedrei bene (anche perchè se per reazione tutti adottassero il sistema del giardinetto o del panierino cis arebbe tutto di guadagnato)
     
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    CITAZIONE (Romeottavio @ 11/12/2015, 09:57) 
    Non concordo praticamente su tutto, caro Chipko, conosco un pochino gli ambienti bancari e in particolar modo gli istituti di credito locali, che operano principalmente in piccoli territori, dove contano molto i rapporti personali, so di gente che per avere un mutuo ha dovuto comprare azioni o obbligazioni della banca stessa, una banca non è un banco del mercato con imbonitori che raccontano fantasie per vendere bidoni, la banca dovrebbe essere un istituto di risparmio non di truffa, dovrebbe consigliare e difendere il cliente, non la banca stessa e i lauti stipendi dei dirigenti, gli stessi che hanno provocato il disastro

    A me sembra che in realtà concordi di più di quanto dici. Se non ho mal interpretato anche tu non hai una buona opinione delle banche. Hai detto bene, dovrebbe essere un istituto di risparmio, ma da quando non è più semplicemente questo? Ormai è parecchio che la banca si è diversificata ed è risaputo che ormai i soldi la banca non li guadagna più prestando principalmente denaro, ma vendendo servizi finanziari.
    Ora, che le azioni comportino dei rischi pure è noto a chiunque abbia letto Topolino.
    Sia chiaro che io non difendo la truffa delle banche o gli imbonitori che si sono in banca (come non difendo Vanna Marchi, o chi incita al gioco d'azzardo), ma faccio semplicemente notare, che quella non è una realtà nascosta, e chi fa un investimento, non può o non deve fidarsi ad occhi chiusi del promoter.
    Ciò che dicevo è che se uno è stato avventato la colpa è sì dell'imbonitore, ma anche del malcapitato perché è stato imprudente.
    Quante volte su ebay o in rete si trovano delle offerte eccezionali? Ma se il rapporto qualità prezzo è esageratamente favorevole, il sospetto della truffa è alto per non dire sicuro. Se una cosa costa 1300 e uno la vende a 500 il sospetto è lecito (a meno che il prezzo di partenza di 1300 sia gonfiato apposta sui listini per poi far finta di praticare forti sconti).
    Come si fa a pensare che non esista un conflitto di interessi fra l'utente e la banca? Come si fa a pensare che il promoter sia lì per fare i tuoi interessi? Certo farà i tuoi interessi se questi coincidono con quelli della banca. Se sei un multimilionario, il promoter avrà tutto l'interesse a fare i tuoi interessi perché in quel modo tu sarai incentivato a portare altri soldi in quella banca e a consigliarla al giro di amici altrattando danarosi.
    Ma pensare che la banca oggi stia dalla parte del piccolo risparmiatore è pura ingenuità. Non a caso è anni che si parla di separare l'istituto bancario dalle casse di risparmio e prestiti vero e proprio.
    Certo che in un mondo ideale lo stato dovrebbe proteggere gli stupidi, ma a questo punto tutti, non solo quelli che si sono fatti abbindolare da una banca.
    E su questo, io sono assolutamente d'accordo. Fosse per me i cartomanti dovrebbero andare tutti in galera, come buona parte dei televenditori che offrono prodotti miracolosi che non lo sono affatto, come pure tutti quelli che truffano su ebay.
    Quello a cui ero contrario, ma forse non si era capito, è che debbano esistere degli abbindolati di serie A e di serie B.

    CITAZIONE (Romeottavio @ 11/12/2015, 09:57) 
    Comunque questa Europa e questo liberismo a mio giudizio irrazionale, se non stupido, personalmente mi disgusta.

    Ecco appunto, vedi che siamo meno distanti da quel che appare.
     
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    C'è un errore di fondo nelle parole di chipko. Le persone che hanno perso i propri risparmi non erano titolari di azioni, bensì di obbligazioni. Chi aveva obbligazioni normali sembra riceverà indietro una parte esigua del proprio capitale (si parla del 30%); chi aveva obbligazioni subordinate, obbligazioni il cui rimborso è subordinato alla liquidità della banca in soldoni, non riavrà nulla salvo interventi straordinari del governo. Perché il fatto che fossero possessori di obbligazioni e non di azioni fa la differenza? Perché storicamente le banche hanno sempre presentato ai propri clienti le obbligazioni come "sicure" (parlo anche per esperienza diretta). Quando ho lavorato nelle assicurazioni, ramo gestione del risparmio, per qualche mese, mi sono reso conto che le obbligazioni sono, oltre che non molto redditizie, tutt'altro che sicure e ho spostato i quattro soldi che ho in gestioni separate o direttamente sul conto, rinunciando a qualche guadagno ma coprendomi. Il cittadino medio, però, non avendo conoscenze in materia di risparmio si fida del proprio banchiere spesso e volentieri e le obbligazioni "sicure" le compra.
    Le banche hanno operato in maniera ben poco limpida e la colpa di quanto sta accadendo è loro. Il governo deve trovare una soluzione per i risparmiatori e per non generare il panico in tutti coloro che hanno i propri risparmi investiti in banca. La chiusura dell'UE è miope, ennesima prova dell'inadeguatezza delle risposte delle istituzioni comunitarie ai problemi dei cittadini.
     
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  8. Mick3
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    Nella mia opinione, l'analisi della situazione non è troppo complicata, e la conclusione è che non è giusto il rimborso con denaro pubblico, nemmeno "caso per caso".

    Premessa: i consulenti delle banche - che spesso sono inquadrati come liberi professionisti - non sono assolutamente affidabili; ho conosciuto molte persone gravemente danneggiate dai loro consigli, e per parte mia non li ho mai presi in considerazione: magari non ho amministrato nel migliore dei modi i miei risparmi, ma seguendo i loro consigli avrei messo decine di migliaia di euro in un fondo aziionario puro, nel lontano 2007...

    La burocrazia a tutela degli investitori (o risparmiatori) in teoria esiste: ci sono i profili di rischio ecc... ma il volume eccessivo delle pratiche le vanifica di fatto: è troppo oneroso prenderle sul serio.

    In linea di principio varrebbe la regola del "cuius commoda eius et incommoda": chi ha preferito rischiare per avere un guadagno maggiore, deve tenersi anche gli eventuali effetti negativi. A questa semplice regola si oppone appunto l'argomento del consiglio truffaldino (con tanto di ammissione del funzionario pentito che avrebbe spinto al suicidio lo sfortunato investitore).

    Allora: ci sono delle persone truffate. Non solo in questo caso, però: di truffe ne capitano tante... E' previsto, in generale, un intervento pubblico (cioè: fatto coi nostri soldi) per le vittime di truffe? magari avrebbe un senso: una specie di fondo assicurativo; però, al momento, non c'è: chi subisce una truffa può provare ad ottenere un risarcimento dal colpevole. Se non ci riesce, pazienza.

    Cosa avrebbe questo caso di diverso? lo stato si è comportato correttamente nei confronti delle banche. Le vittime possono provare ad intentare causa - a loro spese - ai vecchi vertici degli istituti finanziari; possono anche denunciarli, per la parte penale.

    Un risarcimento pubblico, però, sarebbe una novità, senza precedenti e senza fondamenti.
     
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    In questo caso ci sono almeno due punti che rendono il ragionamento di Mick3, teoricamente ineccepibile, non sufficiente dal mio punto di vista per dare una risposta a quanto accaduto.
    1. La decisione di salvare le banche e non i titolari di obbligazioni mi sembra un modo per punire gli innocenti e lasciare impuniti i colpevoli. Chi ha consigliato l'acquisto di titoli spazzatura a persone non preparate in materia di investimenti non pagherà per la propria condotta?
    2. Lasciare migliaia di risparmiatori senza risarcimento può portare a una generale perdita di fiducia nei confronti delle banche e del risparmio, con esiti potenzialmente devastanti per la nostra economia.
     
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    Il "fondo bancario di garanzia" è costituito da fondi versati dalle banche stesse, non dallo stato, ho sentito anche Doris dirlo chiaramente a Virus, e lo dice anche Barbagallo, Capo della Vigilanza della Banca D’Italia :
    Barbagallo ha segnalato che gli uffici della Commissione hanno di fatto considerato l'intervento del Fondo come un aiuto di Stato, assimilandolo all'utilizzo di risorse pubbliche. «Non condividiamo questo assunto. In Italia i sistemi di garanzia sono soggetti privati; i loro interventi alternativi al rimborso dei depositanti sono deliberati autonomamente e finanziati con risorse anch'esse private.
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    09 dicembre 2015 Sono tre le strade percorribili per salvare le 4 banche italiane, si legge in un documento dell'Unione europea: una con fondi privati, una usando il fondo di tutela dei depositi, che comunque avrebbe fatto scattare la risoluzione e le perdite per gli obbligazionisti subordinati e la terza, quella percorsa dal Governo, usando il fondo salva-banche.

    Barbagallo: Fondo di Tutela dei depositi? "No da uffici della Commissione Europea" Oggi il capo della Vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, in un'audizione alla Camera ha detto che l'intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei depositi nel salvataggio delle 4 banche in crisi "non è stato possibile per la preclusione manifestata da uffici della Commissione Europea, da noi non condivisa".

    I vertici delle nuove 4 banche costano 2,4 milioni di euro I Cda e i collegi sindacali delle 4 banche salvate dal decreto del governo costano 2,4 milioni di euro. In media Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti ogni istituto spende 600.000 euro. Nel costo totale sono compresi i 400 mila euro del compenso lordo annuale del presidente Roberto Nicastro Il presidente delle quattro banche ponte nate dal salvataggio, Roberto Nicastro, guadagnerà 120mila per Banca Marche e Banca Etruria, 80mila per Carife e CariChieti. Gli emolumenti concessi a Nicastro corrisponderebbero a circa un quarto della sua ultima remunerazione. In totale, fanno sapere fonti finanziarie, le remunerazioni dei consigli e degli organi sindacali della quattro banche ponte, ammontano mediamente a circa 600 mila euro complessivi, il livello più basso tra le banche italiane.

    Estratti da:
    http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/...html?refresh_ce

    “Quando è esplosa la crisi della Grecia l’esposizione delle banche italiane verso quel paese ammontava a circa 1,9 miliardi. Oggi l’esposizione dello Stato italiano verso Atene è di 40 miliardi. Anche per la Spagna, con cifre un po’ diverse, è andata nello stesso modo”. Vincenzo Visco, ex ministro delle Finanze, non potrebbe essere più esplicito. La crisi Greca è stata gestita in modo da trasferire i crediti delle grandi banche soprattutto tedesce e francesi dai loro bilanci a quelli degli Stati, tutti gli altri Stati dell’Eurozona. I cittadini tedeschi sono convinti che, come contribuenti, sia stato loro accollato il peso del salvataggio dei Greci pigri e corrotti. In realtà sono stati chiamati a salvare le loro banche che avevano incautamente ecceduto con i prestiti. Ma almeno erano le loro banche: che cosa dovrebbero dire i cittadini italiani, che sono stati pesantemente coinvolti nonostante che i prestiti delle nostre banche alla Grecia fossero poca cosa?

    Ecco dunque il capolavoro tedesco: distribuire a tutti gli altri europei i problemi delle loro banche (e di quelle francesi) pretendendo poi che il disastro che ne è derivato sia colpa di tutti gli altri tranne che loro.

    Estratto da:
    http://clericetti.blogautore.repubblica.it...anche-tedesche/

    E poi ci stupiamo dell'avanzata di partiti e movimenti euroscettici, dell'allontanamento inglese dall'Europa, e i partiti "tradizionali" continuano come se nulla fosse, l'unico che ha dimostrato in questo caso un minimo di intelligenza, a mio parere è stato il Berlusca, il salvataggio delle 4 banche, o meglio il salvataggio dei dipendenti e soprattutto dei dirigenti delle banche e il fallimento di tanti piccoli risparmiatori truffati, provocherà un danno immenso alle banche sane e alla nostra economia interna, già abbastanza disastrata, e basterebbero 200/400 milioni per risarcirli. pari ad un millesimo delle sofferenze bancarie, pari a 193,7 miliardi, sofferenze che in caso di ulteriore crisi dei consumi si trasformerebbero in insolvenze, e allora tutti a ritirare i soldi e a metterli sotto un mattone.
     
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    Io sarò scemo e ingenuo, ma non capisco una cosa. Quando una banca o un'azienda va in fallimento, non sarebbe meglio lasciarla fallire?
    Il fatto che le banche sanno che qualunque cosa facciano saranno sempre e comunque salvate non è controproducente? Non le autorizza ad assumere rischi e a fare porcate sempre maggiori?
    Mi è chiaro che il fallimento di una banca o di una grossa azienda sia un enorme problema, ma molte volte la soluzione non crea un problema maggiore?
    Se le spregiudicate scelte di un sistema finanziaro (penso alla Leman and Brothers) riescono a terremotare l'intera economia mondiale, tali sistemi non andrebbero puniti?

    Io capisco che in casi eccezionali lo stato possa (o forse addirittura debba) intervenire per salvare una banca o un'azienda, soprattutto quando le ragioni del fallimento possano imputarsi a cause esterne alla banca o all'azienda (penso alla Rummo allagata o ai moltissi stabilmenti del parmiggiano reggiano che furono danneggiati in seguito al terremoto dell'Emilia Romagna), ma vale davvero la pena salvare aziende decotte o banche che si presume torneranno presto a fare ciò che le ha inguaiata perché tanto poi non pagano mai?

    Per Romeottavio
    Ho molto apprezzato il tuo post sopra, soprattutto il secondo pezzo (ai tempi avevo letto anch'io commenti simili), se fosse vero sarebbe davvero vergognoso.

    Il problema è che non riesco mai a capire, nel contesti economici, chi dica la verità. Ad esempio se fosse vero quanto scritto sopra, la mia domanda sarebbe, perché gli altri stati avrebbero permesso di dividere i debiti delle banche tedesche e francesi su tutti gli stati?
    Solo perché Germania e Francia sono "dominanti"?
    Ma che significa?
    Perché un Berlusconi o un Monti o un Letta o un Renzi (anche se sulla questione del debito greco forse l'unico presidente del consiglio fu Berlusconi/Monti) dovrebbero accettare una politica evidentemente sfavorevole al nostro paese?
    Se lo avessero fatto avrebbero dovuto ricevere qualcosa in cambio.
    Cosa?

    Capisco che se un patto simile lo avessero proposto ad un ingenuo come me (io avrei anche potuto accettare), ma non riesco a credere che un capo di stato e/o i suoi consiglieri economici siano al mio stesso livello.
    Quindi se è vero, deve esserci stato qualcosa come contropartita, altrimenti non riesco a trovarci una logica
     
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    Che non si riesca mai a capire quali reali interessi muovano le decisioni dei leader europei credo sia fuori di dubbio, così come penso che alcune dinamiche ci siano oscure per quanto ci possiamo sforzare di informarci.
    In generale concordo con l'idea che se un'azienda va in fallimento debba essere lasciata fallire, pena fare un danno maggiore del problema che si vuole risolvere: il caso Alitalia ritengo sia rappresentativo in questo senso. Le banche però hanno un ruolo sociale importante e possono fallire solo se si tutelano i risparmiatori, pena una crisi di fiducia nel sistema devastante per l'economia. In questo caso le banche fraudolente sono state salvate, forse perché avevano amicizie pesanti nel governo, e gli obbligazionisti no. Lo trovo un grosso errore.
     
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    Non tutti sanno che gran parte del sistema bancario tedesco – dove operano 1.775 istituti – è a controllo pubblico. I politici dei singoli Länder – le regioni-stato, per capirci, che compongono la Repubblica federale – desiderano ardentemente (sehnen+dativo, in tedesco) godere dei “benefici privati del controllo”. A fronte della forza del sistema manifatturiero tedesco, abbiamo assistito negli ultimi 10 anni alla débâcle del sistema bancario tedesco.

    Con ordine:
    – Nel 2001 Dresdner Bank viene acquisita dal colosso assicurativo Allianz;

    – Nel settembre 2008 Dresdner Bank – il cui modello bancario-assicurativo non funziona -viene acquisita dalla fragile Commerzbank; due debolezze non possono fare una forza;

    – Nel 2009 Commerzbank è costretta a chiedere agli azionisti 18 miliardi per effettuare un aumento di capitale. Nell’istituto tedesco acquisì una partecipazione del 10% Generali, costretta a svalutare anni dopo per il 70%;

    – Su WestLB ci affidiamo a Wikipedia: “WestLB AG – derived from Westdeutsche Landesbank, i.e. Western German state Bank – was a European commercial bank based in Düsseldorf in Germany which was partly owned by the German state of North Rhine-Westphalia. German state banks are a group of state owned banks unique to Germany. They are regionally organised and their business is predominantly wholesale banking. As of 30 June 2012 WestLB was downsized and Portigon Financial Services AG became the legal successor of WestLB”. Traduzione: WestLB, fiaccata da operazioni di finanza strutturata molto aggressive, scompare.

    – Nel 2006 HypoVereinsbank, sesta istituzione finanziaria tedesca, viene acquisita da Unicredit, che non fa certo un buon affare;

    – In Europa le banche tedesche sono state tra le più toccate dalla crisi con circa il 40 per cento delle perdite della zona euro nel periodo 2007–2009. Come ha scritto Salvatore Bragantini, gli istituti teutonici si sono “fatti uccellare” (espressione amata dal compianto e indimenticato maestro del giornalismo sportivo Giuànn Brera) dalle investment bank statunitensi. Il sistema bancario è riuscito a recuperare grazie all’intervento del Governo, che da una parte ha gestito i salvataggi di alcuni istituti e dall’altra è riuscito a manovrare a Bruxelles la partita delle ristrutturazioni finanziarie dei paesi in difficoltà – Grecia in primis – riuscendo a proteggere gli istituti nazionali.

    – Il 6 ottobre scorso escono i risultati di Deutsche Bank, che evidenziano perdite nel trimestre pari a 6,2 miliardi di euro. Nel giugno scorso su queste colonne, DB veniva definito “gigante malato”.

    Estratto dal Sole24ore, che non mi sembra un giornale scandalistico, si raccomanda di leggere tutto l'articolo, quello da me postato è solo una parte dei disastri bancari tedeschi:
    www.econopoly.ilsole24ore.com/2015/...ia-in-germania/

    Poi, se volete piangere, qui c'e anche il grafico dell'esposizione bancaria europea verso la Grecia, la cosa è talmente grossa che spero non sia vera, ma le tabelle sono firmate Bloomberg, non Cairo Editore :

    www.vincitorievinti.com/2015/06/i-s...-salvarono.html

    Edited by Romeottavio - 17/12/2015, 18:43
     
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    Il fatto che uno Stato salvi le proprie banche non mi scandalizza; la fiducia dei risparmiatori nelle banche è una condizione indispensabile per il vivere civile di una nazione. L'importante è che i responsabili dei dissesti degli istituti di credito non rimangano impuniti per i loro errori di gestione, specie se compiuti in mala fede.
    Sul caso della Grecia, la Germania si è comportata da prima della classe palesemente a torto. Spero che l'amara analisi sugli errori nel salvataggio di Atene ci serva da lezione per non permettere più alle banche tedesche di dettare legge sulle politiche economiche comunitarie.
     
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