Come ci si muoveva nella Roma Antica?

come si muovevano gli eserciti?

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  1. RomulusDeRoma
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    Buonasera a tutti. Apro questo topic essendo un po' digiuno per quel che concerne la la domanda da me posta. Essendo più ferrato nella storia di Roma in epoca papalina e specialmente ottocentesca, pecco sugli aspetti di vita e di movimento nella Roma di duemila anni fa.
    Chiedo quindi a chi è molto più erudito di me a riguardo: come si muovevano gli eserciti nella Roma Antica, quando l'Italia più di adesso era colma di foreste fitte?
    Per arrivare ad esempio a Canne, ma come fecero con un esercito così vasto? procedevano in fila indiana? e quando si fermavano a riposare e c'erano le foreste, come si faceva? penso poi portassero carri etc.
    Grazie di cuore a tutti,
    buona serata
     
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    Le strade romane erano realizzate dalle legioni stesse ed avevano come primo scopo quello militare oltre che commerciale, molte erano state costruite ben prima di Canne, ad esempio la Via Appia, (312 a.C.), da Roma attraverso Capua, e poi da Benevento e Taranto a Brindisi (264 a.C.).
    Ogni strada prevedeva punti miitari di sosta.

    Su wiki consiglio questo scritto ben fatto sulle tattiche, gli accampamenti e gli spostamenti in zona di guerra delle legioni:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Tattiche_della_fanteria_romana
     
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  3. RomulusDeRoma
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    Giusto, vero. Ma oltre alle strade, quando lasciavano una strada maestra e si dirigevano in boschi , foreste? come facevano in mezzo alla selva?
    Grazie mille

    Edited by RomulusDeRoma - 15/4/2016, 18:29
     
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    Romulus, nell'articolo di wiki che ti ho indicato c'è un intero capitolo sull'ordine di marcia in territorio ostile e sugli accampamenti "di fortuna", l'unica imboscata conosciuta di grandissime dimensioni, che riguardò le 3 legioni di Varo furono un errore del legato stesso, che non rispettò le regole pensando di essere in territorio amico con funzioni di polizia chiamato dagli stessi germani, trascurando di coprirsi i fianchi con pattuglie di esploratori e le retrovie con accampamenti fortificati, si ridussero a marciare compresi i civili, migliaia di persone, in un serpentone di parecchi chilometri nella foresta di Teutoburgo.
     
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  5. RomulusDeRoma
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    Sì, ho un libro su Teutoburgo...non oso immaginare il terrore di quei tre giorni
     
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    Suggerirei di considerare il paesaggio italiano di epoca romano repubblicana come non particolarmente forestato nè eccezionalmente incontaminato, ovviamente a parte quello che si può presumere per le zone più decisamente montuose della dorsale appenninica (la quale comunque era già attraversata da direttrici di scollinamento ben marcate e praticate da moltissimo tempo) .
    Per il resto quasi ovunque dalle medie colline fino ai litoranei secole e secoli di precedente attività antropica piuttosto intensa dovevano averlo già profondamente modificato, anche se fino al I sec. a.C. io me lo immaginerei in proporzione più come un paesaggio dedicato all'allevamento semibrado e transumante e solo in misura minore ad una agricoltura intensiva. Nelle epoche successive la situazione cambia (e cambierà nuovamente tra tardoantico e altomedioevo).
    Leggendo le fonti antiche si ricava una indicazione leggermente differente per l'area padana, per la quale (in particolare mi viene in mente a memoria una descrizione da parte dello storico Polibio della pianura del Po al momento della occupazione romana, se non sbaglio nellla parte iniziale del secondo libro delle Storie, spero di non dire una inesattezza) vengono sì menzionati grandi boschi, ma è difficile per noi oggi stimare quanto tale annotazione dipendesse da una esagerata percezione da parte di chi personalmente non era affatto abituato a scenari boschivi estesi provenendo da zone mediterranee già ampiamente deforestate.
    Da molti indizi mi pare che già in età augustea l'approvvigionamento di legname da carpenteria di buona qualità e dimensione doveva essere non dico un problema, ma almeno una questione da non dare più tanto per scontata: con il passaggio a colture intensive e con la gran fame di terreno arabile il paesaggio doveva essersi trasformato rapidamente.
    Dal punto di vista archeologico su due piedi gran tracce di boschi in età medio o tardo repubblicana non mi vengono in mente, ma senz'altro posso dire che una costante delle tracce delle prime occupazioni romane in NordItalia è una edilizia di primissimo insediamento fortemente caratterizzata da un facile uso di legname di grandi dimensioni, roba davvero stile "frontiera americana".
    Una cosa simile succederà nei territori centroeuropei occupati dai Romani successivamente.

    Sulla questione della marcia di grossi contingenti militari romani in epoca annibalica attraverso terreni occasionalmente intralciati da boschi (nei luoghi in cui essi c'erano, ma come ho detto suggerirei di non considerarla per forza una costante) potreste trovare di interesse una rilettura della dinamica della battaglia del lago Trasimeno, credo che si potrebbe trovare qualche argomento di confronto rispetto alla (differente però) situazione tattica di Teutoburgo.
     
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5 replies since 15/4/2016, 16:59   84 views
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