Porcellum e Italicum: analogie e differenze, pro e contro

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  1. manuel95
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    Non ho capito cosa cambi tra Porcellum e Italicum. Quali sono pro e contro delle due leggi elettorali?

    Edited by Oskar - 18/9/2016, 12:42
     
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    CITAZIONE (manuel95 @ 17/9/2016, 20:02) 
    non ho capito cosa cambi tra pocellum e italicum. quali sono pro e contr

    Tra i due, a questo punto, preferivo 10.000 volte il primo.

    Le differenze:

    Porcellum.
    - Il nome: nasce da un'espressione di Caldoroli che definì la legge una porcata (in realtà quasi nessuno ricorda che fu definito così in seguito ai ritocchi ordinati dal presidente della Repubblica che prevedeva che il premio di maggioranza al senato dovesse essere diviso su base regionale e non nazionale).

    - Il meccanismo: è un sistema che assegna un forte premio di maggioranza a qualunque coalizione arrivi prima.

    Italicum.
    - Il nome: si chiama così perché così la soprannominò Renzi

    - Il meccanismo: è un sistema a doppio turno. Se al primo turno c'è chi prende il 50% +1 dei voti quello governa, altrimenti segue un secondo turno (come nel caso di ballottaggio fra sindaci) e chi vince avrà, non un forte premio di maggioranza ma automaticamente la maggioranza in parlamento (il 54% dei seggi).
    Inoltre a prendere la maggioranza non sarà più la coalizione, ma la singola lista.

    In soldoni le differenze sono queste, per il resto c'è wiki
     
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    Il Porcellum e l'Italicum sono due leggi elettorali cugine, entrambe a mio avviso di non buona fattura. Cercherò di darne un quadro senza la pretesa di essere perfetto.

    Con il Porcellum l'elettore si ritrovava una scheda per la Camera e una per il Senato, su ognuna delle quali poteva apporre un unico segno su un partito. Non c'erano le preferenze per i candidati. Questo comportava che fossero i partiti a scegliere chi veniva eletto e chi no. La coalizione che prendeva più voti (indipendentemente da quanti fossero), riceveva alla Camera un premio di maggioranza pari al 55% del numero dei deputati. Al Senato invece ogni regione decretava un vincitore e dava un proprio premio di maggioranza regionale. Ciò faceva sì che si potessero avere due maggioranze diverse in due rami del Parlamento che avevano le stesse identiche funzioni.
    Insomma, il Porcellum non garantiva la governabilità, attribuiva un premio di maggioranza anche a una esigua minoranza e non faceva scegliere al popolo i propri rappresentanti. Per la questione del premio di maggioranza e per la mancanza delle preferenze è stato smantellato (con colpevole ritardo a mio avviso) dalla Corte costituzionale. Personalmente ritengo che senza la sentenza della Consulta, esso sarebbe rimasto in vigore ancora a lungo perché i leader politici, anche se facevano finta di non apprezzarlo e promettavano di cambiarlo un giorno sì e l'altro anche, in realtà erano più che felici di poter gestire personalmente le candidature e di poter, di conseguenza, promettere a tanti peones del Parlamento un'elezione sicura in cambio di un voto o di poterli minacciare di farli scendere dalla giostra in caso di voto difforme alla loro linea.

    L'Italicum è una specie di ibrido, a mio avviso insensato, che attualmente, se la Corte Costituzionale non lo boccerà a ottobre e non verrà cambiato dal Parlamento, prevede che l'elettore voti (solo alla Camera se passa il referendum costituzionale), in una delle 100 circoscrizioni in cui verrà diviso il territorio nazionale, scegliendo un partito. Se un partito supera il 40% prende un premio di maggioranza pari al 55% dei seggi, altrimenti i primi due partiti classificati vanno al ballotaggio e chi vince ha la maggioranza. Per i partiti è prevista una soglia di sbarramento del 3%, mediamente più alta alla Camera rispetto a quella farraginosa del Porcellum che, se ben ricordo, aveva una soglia del 2% per i partiti coalizzati e del 4% per quelli che correvano da soli alla Camera, con un meccanismo di recupero del primo degli esclusi nelle coalizioni. Le preferenze ci sono, ma i partiti hanno il diritto di indicare un capolista bloccato per ogni circoscrizione, che viene eletto se il partito stesso supera la soglia di sbarramento. Come nell'Italicum è prevista la possibilità di candidature multiple (utili per rendere l'elezione di qualche personaggio importante ma poco amato dagli elettori sicura). In sostanza, le preferenze varranno solo per il partito che vince, che oltre i massimo 100 capilista bloccati porterà in Parlamento almeno 240 deputati eletti con le preferenze, in un sistema che per altro garantisce una forma di parità di genere visto che l'elettore potrà indicare due preferenze di due persone di genere diverso). Gli altri partiti vedranno "eletti" (sarebbe meglio dire nominati) quasi sicuramente solo i capilista.
    L'Italicum ha alcuni pregi: attribuendo il premio di maggioranza al partito e non alla coalizione, dovrebbe assicurare che i governi non siano ostaggio, come avvenuto in passato, dei partitini. Inoltre col sistema del doppio turno, se abbinato alla riforma costituzionale che rende la Camera dei deputati l'unica assemblea che vota la fiducia all'esecutivo, dà la certezza di avere un vincitore chiaro al più tardi la sera del ballottaggio. Ci sono però diversi punti critici. Innanzitutto avremo un Parlamento composto per più della metà ancora da nominati e non da eletti. In secondo luogo il premio di maggioranza è insensato. Perché il 40%? E' una soglia arbitraria e che rappresenta una minoranza, e oltre tutto non prevede un distacco minimo tra il primo e il secondo partito più votato per attribuirlo. In sostanza potrebbe avvenire che un partito che ha ottenuto il 40,01% dei voti si ritrovi con il 55% dei seggi e uno con il 39,99% con le briciole, da spartire con tutte le forze politiche che hanno superato il 3%.
    Molti sostengono che il ballotaggio in sé sia sbagliato perché può premiare con una maggioranza parlamentare chi al primo turno ha preso magari solo il 20% dei voti ma è finito tra i primi due. Per me questa è una critica pretestuosa: il meccanismo del ballottaggio è perfettamente democratico ed è usato in Francia e anche in Italia nella (a mio avviso ottima) legge elettorale per i Comuni. Il punto è che va attuato bene: dovrebbe essere previsto se nessun partito supera il 50% al primo turno, non un insensato 40%.
    Inoltre, per concludere, penso che sarebbe ora che tornassimo a scegliere tutti i nostri rappresentanti.
     
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    CITAZIONE (Oskar @ 18/9/2016, 12:37) 
    L'Italicum ha alcuni pregi: attribuendo il premio di maggioranza al partito e non alla coalizione, dovrebbe assicurare che i governi non siano ostaggio, come avvenuto in passato, dei partitini.

    Pensa che invece per me quello è uno dei peggiori difetti.
    Se io mi metto insieme a 10 persone, trovo un po' assurdo che poi, nel caso arrivassi primo io, le possa far fuori e prendermi anche tutti i loro seggi.

    Sarà che se fosse per me tornerei ad un proporzionale semipuro, ma continuo a ritenere che la rappresentaza sia importante.
    Con il porcellum tutto l'arco costituzionale aveva diritto ad essere rappresentato e aveva diritto di parola. Con l'italicum no.
    Io credo che la democrazia debba certo tutelare le maggioranze ma non può diventare la dittatura della maggioranza.
    L'esperienza recente e meno recente insegna che chiunque vada al governo procede a colpi di fiducia e di maggioranza senza prendersi la briga di cercare una concertazione all'interno del parlamento (cosa che nel bene o nel male la Dc ha sempre cercato di fare).

    In un epoca in cui la gente sempre più si distanzia dalla politica non credo sia il caso di dare tutto il potere politico ad una sola componente di minoranza.
    Preferisco che a governare siano coalizioni (ulivo-unione/casa delle libertà) piuttosto che singoli partiti. Anche perché in questa logica si andrà sempre peggio. Se io non posso più votare per il mio partito (perché magari di minoranza) io perdo la mia voce e come me tanti altri. Certo al ballottaggio potrei scegliere tra l'uno o l'altro, ma nè il primo né il secondo rappresentano la mia voce, e nessuno dei due è interessato ad ascoltarla, perché i programmi sono tarati su altre posizioni.
    Non tutto può essere ridotto, se parliamo delle attuali posizioni, al partito democratico o al movimento cinque stelle.
    Nessuno di questi due partiti mi rappresenta minimamente.
    Quello che accade in America è per certi versi emblematico, dubito che Trump e la Clinton siano realmente rappresentativi.

    Il rischio è, come di fatto già avviene, che la gente non vada più a votare, perché tanto il proprio partito di riferimento non conta più, per poi esplodere di colpo in voti di protesta.

    Un popolo è per forza di cose multipolare, purtoppo chi deve governare può prendere 1 decisione e non 10.000, e in un certo senso, è forse anche meglio così (gli ibridi funzionano fino ad un certo punto), ma ridurre il popolo ad una sola esclusiva voce che può decidere qualunque cosa senza consultarsi con nessun altro, secondo me rimane un rischio.
     
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    In linea puramente teorica condivido molte delle tue argomentazioni chipko. Tuttavia la recente storia italiana mi fa pensare che nel nostro Paese sia meglio un sistema che premi la forza politica principale e che le consenta di governare piuttosto che uno che, sul modello di quello della "Prima Repubblica", obblighi a trovare intese tra partiti e partitini per formare governi di coalizione a geometrie variabili (e non di rado forzate) dopo il voto. Sarei disposto a sacrificare un po' di rappresentatività in cambio di stabilità e governabilità. Tutto ciò deve però inserirsi in un contesto elettorale coerente. Per quanto mi riguarda doppio turno alla francese, non di certo questo papocchio chiamato Italicum con soglie insensate e Parlamento composto per più della metà da nominati. Pur essendo un sostenitore del sistema francese, preferirei una legge coerentemente proporzionale sul modello tedesco piuttosto che questo ibrido.
     
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    Sarà che se fosse per me tornerei ad un proporzionale semipuro, ma continuo a ritenere che la rappresentaza sia importante.(...) Io credo che la democrazia debba certo tutelare le maggioranze ma non può diventare la dittatura della maggioranza.

    Sono d'accordo e ci tengo a dichiararlo. Ometto il riferimento al porcellum, solo perché trovo difficile stabilire una gradutoria tra due sistemi comunque "cattivi".
    Per evitare il rischio dover
    CITAZIONE
    trovare intese tra partiti e partitini per formare governi di coalizione a geometrie variabili (e non di rado forzate) dopo il voto

    si potevano escogitare diversi correttivi, dall'elevazione delle soglie alle geometrie "anticipate" da proporre agli elettori e parecchio d'altro.
    Tanto più che il sacrificio di rapprentatività non si iscrive punto in un "contesto elettorale coerente.
    Sono invece a favore del ballottaggio, laddove il sistema sia ben articolato in tal senso.
    Salvo eccezioni si ritrovano a contendere due schieramenti connotati, sia pure meno "ideologicamente" di un tempo, e chi ha perso "voce" ha almeno modo di scegliere il meno lontano. Un teorico proporzionale oggi non potrebbe che avere una discreta soglia di sbarramento; i seguaci di un piccolo partito rischierebbero la perdita di ogni rappresentanza.
     
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    Attenzione, c'è una cosa importante da puntualizzare, sull'Italicum
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    Molti sostengono che il ballotaggio in sé sia sbagliato perché può premiare con una maggioranza parlamentare chi al primo turno ha preso magari solo il 20% dei voti ma è finito tra i primi due. Per me questa è una critica pretestuosa: il meccanismo del ballottaggio è perfettamente democratico ed è usato in Francia e anche in Italia nella (a mio avviso ottima) legge elettorale per i Comuni. Il punto è che va attuato bene: dovrebbe essere previsto se nessun partito supera il 50% al primo turno, non un insensato 40%.

    Il ballottaggio è un metodo utilizzato in tutto il mondo, ma tra persone fisiche: ci sono un candidato a) ed un candidato b), selezionati da un primo turno, che si affrontano per diventare sindaco o deputato, o altro.
    L'Italicum invece non prevede ciò, perché non è una legge maggioritaria, bensì proporzionale. In questo caso (unico al mondo) il ballottaggio è tra due simboli di partito. Certo, nella prassi, considerando l'attuale personalizzazione, l'idea è che la campagna elettorale sarebbe impostata sui candidati premier, quindi "Renzi vs Berlusconi" oppure "Renzi vs Di Maio" ma la Costituzione non è stata modificata: il Presidente della Repubblica sceglie come Presidente del Consiglio la persona che ritiene più indicata, indipendentemente dal partito che vince le elezioni...
     
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    Concordo con Marvin. L'introduzione del sistema a doppio turno che io caldeggio dovrebbe essere coerentemente accompagnata, se la si vuole attuare, da una riforma che trasformi la prassi dell'elezione diretta del capo del governo in una precisa norma costituzionale.
     
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  9. Mick3
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    Rimanendo nell'argomento ma uscendo dall'ambito della scelta tra i due sistemi, faccio un'osservazione - parte di una riflessione sull'argomento ancora in incubazione -: il progressivo prendere piede dei meccanismi maggioritari (che pure trovai positivo, al tempo del "Patto Segni") come mezzo per la governabilità, non è l'unica risposta possibile. E non mi riferisco alla imprevidibilità della fantasia umana - e quindi alla non inventariabilità dei suoi prodotti -: esiste in realtà una soluzione particolare, che è duale di quella maggioritaria; si potrebbe cioè mantenere un proporzionale puro in fase elettorale (anzi: ritornarci) e cambiare invece le tecniche di voto nel Parlamento.

    C'è da ragionarci su; ma in prima battuta l'idea di avere comunque un Parlamento rappresentativo delle idee degli italiani mi sembrerebbe apprezzabile: se a qualcosa bisogna rinunciare in nome della governabilità, potrebbe essere meglio non farlo subito.
     
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    CITAZIONE (Oskar @ 19/9/2016, 11:02) 
    Concordo con Marvin. L'introduzione del sistema a doppio turno che io caldeggio dovrebbe essere coerentemente accompagnata, se la si vuole attuare, da una riforma che trasformi la prassi dell'elezione diretta del capo del governo in una precisa norma costituzionale.

    Mi spiace, la concordanza non è reciproca: io non cambierei la Costituzione per salvare il ballottaggio tra partiti, che mi sembra proprio una cosa senza senso. Ma come, non vogliamo il maggioritario perché diciamo che non è abbastanza rappresentativo, e poi ci inventiamo un ballottaggio tra leader di partito? Ma come, non vogliamo il presidenzialismo perché lo consideriamo pericoloso per la democrazia, e poi andremmo ad eleggere il Capo del Governo con la conseguenza che, come avviene nelle Regioni, l'organo legislativo sarebbe legato a doppio filo al "leader" e sarebbe costretto ad approvare a testa chino qualsiasi proposta governativa (pena dimissioni del premier e "tutti a casa")?
    No Oskar, il "doppio turno" è la prima cosa di questa legge che, a mio personale parere, dovrebbe essere assolutamente cancellata.
     
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    Scusa Marvin, mi sono espresso male. Non volevo attribuirti un pensiero a favore dell'introduzione di un cambiamento costituzionale che vada di pari passo a un sistema elettorale a doppio turno, ma solo affermare che il sistema che io sostengo è democratico e legittimo solo se si elegge direttamente la persona, non il partito, come tu avevi giustamente ricordato.
     
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  12. manuel95
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    leggevo sui pro e contro alla riforma renzi boschi che c'è di mezzo anche l'italicum. di preciso in che modo?
     
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    CITAZIONE (manuel95 @ 19/9/2016, 15:51) 
    leggevo sui pro e contro alla riforma renzi boschi che c'è di mezzo anche l'italicum. di preciso in che modo?

    C'è di mezzo perché l'Italicum, a differenza delle leggi elettorali precedenti, è stato scritto solo per la Camera dei Deputati. Chi lo ha scritto dava per scontato che la composizione del Senato (in seguito alla riforma della Costituzione) non sarebbe più stata decisa con le elezioni politiche, bensì in altro modo, quindi se vincessero i "no" al referendum ci si troverebbe ad aver bisogno di una legge elettorale per il Senato.
    In realtà la legge elettorale per il Senato ci sarebbe già, ma è quella precedente (l'ex "porcellum") corretto dai giudici della Corte Costituzionale. Insomma una legge perfettamente legittima, ma che però prevede regole diverse rispetto all'Italicum, e porterebbe a un risultato asincrono.

    Immaginiamo che ci siano le elezioni e finiscano così:
    - PD 35%
    - 5 Stelle 30%
    - Lega/FdI 20%
    - Forza Italia 10%
    - Altri 5%

    Alla Camera, poiché nessun partito supererebbe il 40% dei voti, per assegnare il premio di maggioranza ci vorrebbe un secondo turno, che in questo caso sarebbe tra PD e Movimento 5 Stelle. Chiunque vinca tra i due riceverà il premio di maggioranza ed otterrà quindi il 55% dei seggi a Montecitorio. I restanti seggi saranno divisi tra tutti gli altri partiti.

    Al Senato invece non è previsto un premio di maggioranza, quindi il primo partito sarebbe il PD con il 35-40% dei seggi (i voti vanno calcolati su base regionale e tra "regioni rosse" e sbarramento per i partiti minori prenderebbe qualche seggio in più rispetto alla percentuale dei voti presi).

    In base a questo risultato asincrono, il partito che vince le elezioni avrebbe solo alla Camera i numeri per attribuire la fiducia ad un suo governo: al Senato non avrebbe una maggioranza sufficiente e quindi bisognerebbe varare un governo di coalizione. Ovviamente questa situazione per il PD sarebbe una beffa: per questo, qualora vincessero i "no" al referendum, probabilmente il PD riscriverà l'Italicum per poterlo applicare pure al Senato, ed essere sicuro di avere la maggioranza.
     
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    In sintesi la critica di molti verte sul fatto che il combinato disposto dell'Italicum, che funziona come illustrato e dà una maggioranza assoluta alla Camera anche a una minoranza, e della riforma costituzionale, che aumenta i poteri dell'esecutivo e depotenzia il Senato fino a non fargli votare la fiducia al governo, possa tradursi in una democrazia dai tratti autoritari nella quale chi è al governo decide praticamente tutto.
     
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    Da un punto di vista puramente politico, una Camera eletta con l'Italicum non sarebbe diversa da quella attuale eletta col Porcellum. Una maggioranza netta, che ha problemi ad imporsi solo in caso di maretta interna al partito. E l'opposizione che "dice no a tutto" sperando di marcare un punto prima o poi, ma esponendosi all'accusa di essere populista ed irresponsabile.

    In tutta sincerità mi preoccupa di più il Senato, che entrerebbe in gioco per le leggi costituzionali ed altri casi di legislazione "sulle regole". Mi preoccupa perché basta fare un censimento delle amministrazioni locali attuali per capire che di quel Senato il PD avrebbe almeno il 60-70% dei seggi. Dunque il Senato sarebbe ancora più polarizzato della Camera.
    Certo, non sarà sempre così, magari le prossime elezioni regionali e/o amministrative ridimensioneranno questo dominio. Tuttavia la presenza di aree stabilmente a controllo PD (cosiddette "regioni rosse") mi fa pensare che difficilmente il Senato potrà mai avere una maggioranza diversa.
    Ciò significa che il Senato potrà essere un facilitatore dell'azione di governo quando a governare sarà il PD (rendendo agevoli anche ulteriori modifiche costituzionali) e potrà essere invece una spina nel fianco quando a governare sarà qualcun altro...
     
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