La politica sociale nella Repubblica Romana (1849)

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    PREMESSA

    Il biennio 1848 49 fu per tutta Europa e per l' Italia un biennio rivoluzionario, anche se, come rileva la storica inglese Lucy Riall citando anche altri storici , quelle rivoluzioni non hanno avuto in genere giudizi positivi dalla storiografia “sono state spesso descritte e valutate con un tono oscillante fra il garbato dileggio ,l'aperto sarcasmo, e l'ostile disprezzo,. I movimenti politici del biennio rivoluzionario vengono considerati troppo poetici e romantici o troppo politicamente improvvisati per essere presi sul serio per essere paragonati ai ben più sostanziali eventi del 1789 e del 1917. Il fallimento delle rivoluzioni .... ha portato a mettere in ombra quelle che furono le conseguenze più a lungo termine che esse produssero nel processo di politicizzazione di quelle popolazioni .” (1)
    Continua la Riall, parlando in specifico della rivoluzione che portò alla repubblica romana , e descrive l' ampiezza del dibattito politico che accompagnò quei moti , con un ampia partecipazione popolare , prevalentemente , ma non esclusivamente borghese , con un ampia proliferazione di circoli e giornali . Il dibattito e le simpatie per l' esperimento romano si diffusero in tutta Italia per la disperazione di reazionari e moderati. Racconta sempre la Riall che nel maggio 1849 Cavour si disse felice di essere isolato nella propria dimora di campagna “qui almeno non sentirò decantare le glorie del Mazzini “. Ma passò anche i confini italiani , dopo la caduta della repubblica romana a Parigi un opera teatrale destinata nelle intenzioni ad esaltare la “liberazione “ della città eterna da parte delle truppe francesi fu sospesa perchè le salve di fischi che segnavano l'ingresso in scena dell' attore che impersonava il comandante francese Oudinot e gli uragani di applausi che salutavano l' apparizione di chi impersonava Garibaldi , che in teoria sarebbe dovuto essere ridicolizzato. (2)


    In realtà le conseguenze di questa rivoluzione furono ancora più ampie , spesso sono stati messi in luce gli echi della discussione e della definitiva approvazione della costituzione della repubblica romana nella prima parte della costituzione italiana del 1946. (3) In questa ricerca vorremmo sottolineare anche un aspetto meno noto , la politica sociale della repubblica romana , di straordinaria modernità per l' epoca , ma che può dare adito a spunti di riflessione per i giorni nostri .

    I PRODROMI : LA FUGA DEL PAPA E IL PERIODO PROVVISORIO



    Sono note le vicende che portarono alla costituzione delle Repubblica : l'elezione il 16 giugno 1846 di Giovanni Maria Mastai Ferretti al pontificato con il nome di Pio IX , malgrado lì opposizione dell' ala più conservatrice della curia e le manovre dell' Austria portò grandi speranze nell' Italia e nell' Europa liberale . Il nuovo Papa assecondò molte richieste “liberali” della popolazione romana , tra cui l' istituzione di una guardia civica e allo scoppio dei moti del marzo 1848 concesse lo “Statuto fondamentale pel governo temporale degli Stati di S. Chiesa “ che prevedeva il potere legislativo a due camere una di nomina pontificia e l' altra eletta a suffragio censitario . Sempre nel marzo autorizzò l' invio di due corpi militari a fianco dell' esercito piemontese e degli altri corpi italiani in guerra con l' Austria . Ma poco dopo non accettando di trovarsi in guerra con una potenza cattolica ordinò il rientro delle truppe (29 aprile 1848)
    La situazione a Roma iniziò a deteriorarsi i governi nominati ai sensi del nuovo statuto si succedettero l' uno dopo l' altro, sinché il Papa il 15 settembre nominò capo dell' governo Pellegrino Rossi , già ambasciatore di Francia a Roma sotto Luigi d'Orleans e fino a che quest' ultimo non cadde . Pellegrino Rossi tentò di dialogare con i patrioti romani , ma il 15 novembre fu assassinato mentre si recava in Parlamento. La folla continuò a reclamare un governo democratico, una federazione italiana e la guerra all' Austria . Il Papa spaventato nominò capo del governo Carlo Emanuele Muzzarelli , prelato gradito agli ambienti liberali e patriottici e il 24 novembre fuggi da Roma per rifugiarsi sotto la protezione delle truppe borboniche a Gaeta .

    Il 12 dicembre parlamento romano nominò una commissione provvisoria di governo con a capo sempre Monsignor Muzzarelli e indisse le elezioni .

    Il 29 dicembre è pubblicato il decreto di indizione dell' assemblea Nazionale “ con pieni poteri... oggetto della medesima è prendere tutte quelle deliberazioni che riterrà opportune per determinare i modi di di dare un regolare , compiuto e stabile ordinamento alla cosa pubblica ….”
    Le elezioni si sarebbero tenute il 21 gennaio , a suffragio universale ( maschile , era implicito) “sono elettori tutti i cittadini dello stato di anni 21 compiti, che vi risiedono da un anno, e non sono privati o sospesi dai loro diritti civici per una disposizione giudiziaria” “sono eleggibili tutti i medesimi se giungono all' età di anni 25 compiti”
    Interessante osservare che avendo esteso l' elettorato attivo e passivo senza limiti di censo fu prevista una indennità irrinunciabile “ciascun rappresentante del popolo riceverà un'indennità di scudi 2 per giorno per tutta la durata della sessione . Questa indennità non si potrà rinunciare”. (4)

    LA SITUAZIONE NELLO STATO PONTIFICIO E GLI ATTI DELLA COMMISISONE PROVVISORIA

    La commissione provvisoria , come dice Fracassi nel suo “la meravigliosa storia della repubblica dei briganti”(5) pur non avendo di certo una composizione rivoluzionaria “riusci ad esercitare i suoi poteri con efficacia e spirito riformatore”.,
    Lo stato Pontificio, ricorda lo stesso autore , rispetto al resto dell' Europa aveva condizioni molto arretrate , legislazione e giurisdizione civile e ecclesiastica erano indistricabilmente confuse, la professione della religione cattolica era un dovere civico e gli ebrei vivevano ristretti nel ghetto sottoposti a legislazione razziale .
    Ancora nel 1843 la Santa inquisizione aveva emanato minuziose disposizioni
    “nessun israelita dimorante in Ancona e Sinigallia potrà più dare alloggio né mangiare ai cristiani, né ricevere cristiani al proprio servizio , sotto pena di essere puniti a seconda dei pontifici decreti.
    Tutti gli israeliti dello Stato dovranno vendere entro il termine di tre mesi i loro beni mobili ed immobili , altrimenti saranno venduti all'incanto.
    Nessun israelita potrà dimorare in qualsiasi città senza l' autorizzazione del governo; in caso di contravvenzione i colpevoli saranno ricondotti nei loro ghetti rispettivi.
    Nessun israelita potrà passare la notte fuori dal ghetto.
    Nessun Israelita potrà avere amichevoli relazioni coi cristiani
    Gli israeliti non potranno fare commercio di ornamenti sacri né di libri di qualunque specie, sotto pena di cento scudi di multa e sette anni di carcere.
    Gli israeliti nel seppellire i loro morti non dovranno fare nessuna cerimonia. Non potranno fare uso di lumi sotto pena di confisca....”

    Alcune disposizioni , come quella della proibizione di amichevoli relazioni , verrebbe da chiedersi quale fosse il limite massimo di relazione che non sconfinasse nell' amichevole se non fossero tragiche potrebbero apparire comiche.

    Le prescrizioni in parte accantonate già nel primo periodo del pontificato di Pio IX, decaddero totalmente dopo la fuga di quest' ultimo , tanto che gli ebrei ebbero diritto di voto attivo e passivo alla costituente (6)

    La proprietà terriera era appannaggio dei di nobili ed alti prelati, i cui ruoli erano spesso intercambiabili e delle congregazioni ecclesiastiche , mentre i piccoli e medi proprietari causa il livello di tassazione erano spesso preda di usurai. La popolazione rurale viveva di bracciantato , mentre quella urbana di Roma di prostituzione (molto diffusa) accattonaggio e beneficienza.

    In realtà alla due classi sociali coloritamente descritte dal Belli (A 'ssu eccellenza, a ssu' Maestà, a ssu' Artezza, - fumi, patacche, titoli e sprennori, - a nnoantri artigiani e sservitori – er bastone, l'imbasto e capezza) (7) si stava affiancando un debole ceto medio cresciuto in maniera più o meno onesta di mercanti usurai, appaltatori , osti, caporali di manodopera, medici, avvocati... che sarà il fulcro delle rivendicazioni di riforme e libertà . Una nuova classe emergente che pur avendo avuto modo di accumulare ricchezza non aveva la possibilità di investimenti utili essendo la grn parte della proprietà immobiliare di nobili e prelati , per di più bloccata dai fidecommessi , e d'altra parte non erano uno sbocco utile la manifattura e il commercio resi asfittici da regole e tasse (8)

    Come ricorda Montanelli nel suo “Garibaldi “all'università le lezioni erano impartite solo in latino, l'economia politica era una materia bandita, quelle letterarie erano passate al setaccio da una censura che sopportava appena la divina commedia purgata....” (9)
    Le riforme della commissione provvisoria ebbero una tendenza marcatamente liberale, ma non priva di risvolti sociali : il 25 novembre ,all' indomani della fuga del Papa fu deliberata la costruzione della ferrovia da Roma al confine con il regno di Napoli, ma di più immediata rilevanza fu l'abolizione (2 gennaio 1849) della sostituzione fidecommissaria , sia per atto fra vivi che testamentaria, che rendeva inalienabili interi patrimoni .
    Il 9 gennaio fu abolito , in tutto il territorio meno che a Roma il dazio sul macinato , anche se l' applicazione non fu generalizzata. Il 12 semplificata la procedura per l' accesso ai giudizi, che era stato un ostacolo per i cittadini più poveri a richiedere giustizia , e il 29 proibito il testamento per via fiduciaria , con cui si demandava ad un terzo la possibilità di testare in propria vece. Da notare che poteva essere provato anche in via orale e di questo approfittavano molti sacerdoti senza scrupoli. Infine fu abolito l' arresto per debiti e il 31 gennaio istituiti i consigli comunali ad elezione diretta, l' abolizione della privativa , cioè il monopolio legale , normalmente concesso ai grandi proprietari terrieri , dei mulini e ridotte le tasse di cancelleria nei giudizi.(10)
    Questa della privativa sul pane era, comprensibilmente , una delle richieste più pressanti dei ceti popolari , un'avvisaglia si era già avuta a Genzano il 12 di gennaio , quando il locale circolo popolare presieduto dal repubblicano Pietro Pagliaioli promosse una petizione popolare per l' abolizione del monopolio , da sempre appannaggio delle tre famiglie dei maggiori proprietari terrieri del paese. Il 17 la petizione fu accolta. (11)
    Facoltà d economia ed agraria furono istituite in molte università ad inizaire da Roma e Bologna (12)
    I circoli popolari che nacquero ad opera di quel ceto medio di cui abbiamo parlato , si diffusero ovunque , anzi erano già sorti ai tempi del periodo “del papato liberale”, ma sottoposti a vincoli e restrizioni , proibendo letture o discussioni che riecheggiassero critiche alla religione, al governo o ai governi stranieri . Con il 1849 le restrizioni decaddero nei fatti e i circoli divennero il fulcro dell'azione locale del nuovo stato. (13)

    L'ASSEMBLEA E IL PRIMO TRIUNVIRATO

    Il 5 febbraio si riuniva la assemblea costituente ,
    Presidente Giuseppe Galletti e vicepresidenti Aurelio Saffi e Luigi Masi
    Immediatamente iniziò la discussione sul nuovo assetto istituzionale , sono note le discussioni sulla proclamazione della decadenza del potere temporale del papa, sul mantenimento della sua autorità spirituale e sulla proclamazione della repubblica. Ma iniziò già da allora la discussione se e in che maniera affidare al nuovo stato il compito di elevare la situazione delle classi più povere .
    Il deputato Bolognese Quirico Filopanti propose un progetto di decreto fondamentale che all' art 4 così suonava

    art 4 Gli sforzi della repubblica romana saranno in modo tutto speciale diretti al miglioramento morale e materiale della condizione di tutte le classi della società.


    Si decise di limitare l' oggetto del decreto fondamentale alla parte istituzionale, ma come vedremo la proposta di Filopanti sarebbe tornata in discussione . (14)

    il 9 febbraio veniva proclamata la decadenza del potere temporale del Papa e la Repubblica Romana

    Decreto fondamentale della Repubblica Romana
    Art. 1: Il papato è decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato Romano.
    Art. 2: Il Pontefice Romano avrà tutte le guarentigie necessarie per l'indipendenza nell'esercizio della sua potestà spirituale.
    Art. 3: La forma del governo dello Stato Romano sarà la democrazia pura e prenderà il glorioso nome di Repubblica Romana.
    Art. 4: La Repubblica Romana avrà col resto d'Italia le relazioni che esige la nazionalità comune. »

    Il 16 febbraio la Costituente elegge un Comitato Esecutivo. Ne fanno parte Carlo Armellini, avvocato romano 72 anni. Aurelio Saliceti nato a Teramo ha 44 anni, professore di diritto, è stato iscritto alla Carboneria e Mattia Montecchi nato a Roma, ha circa 30 anni, ex-carbonaro, è diventato un mazziniano.
    Viene nominato anche un governo responsabile verso l' assemblea presieduto da don Carlo Muzzarelli , prelato di idee liberali già a capo della commissione provvisoria

    Lo stesso giorno il Bolognese Carlo Rusconi, ministro degli esteri leggeva all'assemblea il discorso di investitura della nuova amministrazione con i punti programmatici. , in primo luogo nel rispetto della religione era necessaria “l'estirpazione … di ogni reliqua del clericale sistema “, la istruzione sarebbe stata “svincolata dalle clericali influenze”, sarebbero stati riscritti i codici superando la “farragine della giurisprudenza”, “la libertà dei culti, il rispetto delle opinioni, la tolleranza... saran da noi poste in cima di ogni studio nostro e ,a tutelar le persone e gli averi , anche in chi non sente in cose politiche come noi, volgeremo ogni cura”
    E infine definiva una visione estremamente moderna del programma economico sociale
    “La libertà che non migliora e solleva le classi numerose è libertà bastarda . Bisogna...correggere e riformare chi si impingua dello stato , chi ne spolpa le viscere, immemore o incurevole del sozzo egoismo di cui si fa consapevole … la beneficienza si convertirà così in dovere e la carità in istituzioni.”(15)

    Mazzini non era ancora presente (la sua cittadinanza era stata approvata lo stesso 12 febbraio e arriverà a Roma solo il 5 marzo ) Ma questo tema della libertà che non può essere solo formale è una costante del pensiero Mazziniano tanto che lo troveremo come punto fondamentale ne “i doveri dell' uomo”

    Ma che mai importavano i diritti riconosciuti a chi non aveva mezzo d'esercitarli? che importava la libertà d'insegnamento a chi non aveva né tempo, né mezzi per profittarne? che importava la libertà di commercio a chi non aveva cosa alcuna da porre in commercio, né capitali, né credito? La società si componeva, in tutti i paesi dove quei principi fondamentali furono proclamati, d'un piccolo numero d'individui possessori del terreno, del credito, dei capitali; e di vaste moltitudini d'uomini non aventi che le proprie braccia, forzati a darle, come arnesi di lavoro, a quei primi e a qualunque patto, per vivere : forzati a spendere in fatiche materiali e monotone l'intera giornata : cos'era per essi, costretti a combattere colla fame, la libertà, se non un'illusione, una amara ironia?(16)

    Proclamazione della repubblica e governo con un programma avanzato provocare le prime differenziazioni in Assemblea , chi aveva votato contro la repubblica ( Mamiani, De Rossi e Tranquilli) si dimisero , mentre un gruppetto si strinse intorno a Audinot formando la destra dell' assemblea per moderarne gli eccessi rivoluzionari (17)

    Il giorno dopo , il 17, si presentò l' occasione per dare concretezza a quegli impegni : da tempo la crisi di moneta circolante costringeva ad utilizzare come mezzo di pagamento i buoni del tesoro. Ma specialmente il sabato quando i lavoratori giornalieri ricevevano il salario era quasi impossibile cambiare i buoni in moneta minute per le spese di sostentamento e comunque i cambiavalute , privati, esigevano commissioni esose, fino al 22% . Il governo provvisorio istituì cambiavalute pubblici in tre quartieri popolari che cambiavano piccole somme senza nessuna commissione .(18)

    Il 28 febbraio fu promulgato un decreto che oggi chiameremmo epocale :
    “E' abolito per sempre il Tribunale del s. Offizio . Una colonna sarà eretta in Roma sulla piazza che sta innanzi all' antica casa di quel tribunale , per eternare ai posteri la memoria di quest'atto solenne”.

    In contemporanea con l' abolizione del santo uffizi veniva abolita la giurisdizione dei vescovi sulle università e ogni altra scuola , fatta eccezione naturalmente, dei seminari .

    Furono liberati i prigionieri tra cui , come da una testimonianza dell' epoca riportata da Fracassi “... alcune disgraziate donne di infima classe inebetite dal lungo soggiorno che vennero poste in libertà, due suore rinchiuse sotto l' accusa di essersi innamorate … un povero livornese venne liberato da una stretta spelonca , posta fra due ripide scale dove era stto per 18 anni dietro l' accusa di aver bestemmiato, e da un' altra grotta, così nascosta che non si potè trovarla senza una guida venne fuori l' ombra di un uomo che diceva di essere il vescovo di Egitto e che leone XII aveva condannato al carcere a vita. La lunga detenzione... gli aveva fatto perdere completamente lì' uso degli arti. “

    Le guardie civiche a fatica evitarono la distruzione dell' edificio, anche per salvaguardare l'enorme archivio dei documenti sui giudizi gli interrogatori e i sequestri , tra cui quelli di personaggi come Galileo e Campanella.
    Ovviamente i giornali papisti come il Costituzionale condannarono l' episodio riportando di miracoli ed apparizioni che testimoniavano la collera divina (19)

    Le finanze dello stato comunque , versavano in cattive condizioni e il governo repubblicano ricorse con decreto a chi aveva più possibilità di contribuire

    il 21 febbraio l' assemblea dopo un ampio dibattito approvava unanimemente un decreto “Tutti i beni ecclesiastici sono dichiarati proprietà della Repubblica . La Repubblica Romana doterà convenientemente i ministri del culto “. Erano ricompresi beni mobili e immobili, oro , monete, palazzi e l'enorme proprietà terriera; si formava così un vasto patrimonio pubblico a garanzia del debito

    Il 2 di marzo , fu emanato un decreto per istituire un prestito forzoso “sulle famiglie di più elevate fortune, sui maggiori capitalisti e commercianti , sulle società commerciali ed industriali … sui corpi morali di qualsivoglia specie”

    Si evitò così di azzerare il debito pubblico , anche per non allarmare i creditori stranieri.
    Il prestito aveva caratteristiche di progressività ed erano esentate le famiglie a basso reddito. Ci si basava su una autodichiarazione , ma commissioni locali vigilavano.(20 )


    In parallelo a provvedimenti economico sociali continuava lo smantellamento dell' apparato repressivo e le norme di privilegio.

    Veniva abolita formalmente la censura preventiva , sia per i giornali politici sia le pubblicazioni che potevano essere accusate di oscenità. Giornali di opposizione papista come il “Costituzionale” venivano regolarmente pubblicati, come quelli che accusavano il governo di moderatismo (Pallade e Don Pirlone)

    Venivano istituiti gli uffici di stato civile ( e quindi tolto il monopolio delle parrocchie sull' anagrafe) , istituito il matrimonio civile, la maggiore età a 21 anni e con il suo raggiungimento o con il matrimonio cessava la patria potestà su figli e figlie . Cessava l'esclusione delle donne e dei loro discendenti dalla successione.(21)

    IL NUOVO TRIUNVIRATO E L'EPILOGO

    La ripresa della guerra fra Piemonte e Austria aveva acceso le speranze di cancellare gran parte delle minacce militari contro la repubblica e della ripresa del processo unitario ma il 29 marzo l'Assemblea Costituente venne a conoscenza della sconfitta di Novara di sei giorni prima.
    Data la gravità della situazione fu sciolto il Comitato Esecutivo ed eletto un triumvirato costituito da Giuseppe Mazzini (132 voti), Aurelio Saffi (125 voti) e Carlo Armellini (93 voti).

    Il Nuovo triunvirato presentava il proprio programma il 5 aprile , con una serie di punti che potremmo chiamare di buona amministrazione , che tutt' oggi rappresentano un traguardo per il governo della cosa pubblica

    “Economia negli impieghi; moralità nella scelta degli impiegati; capacità, accertato dovunque si può per concorso, messa a capo di ogni ufficio, nella sfera amministrativa. Ordine e severità di censura nella sfera finanziaria; limitazione di spese, guerra a ogni prodigalità, attribuzione d'ogni denaro del paese, esigenza inviolabile d'ogni sacrificio ovunque le necessità del paese lo impongano.
    Tendenza continua al miglioramento materiale dei meno abbienti, freno a qualunque egoismo colpevole di monopolio... Poche e caute leggi ; ma vigilanza decisa nell' esecuzione” (22)



    Le promesse contro “l'egoismo del monopolio” trovarono attuazione appena 9 giorni dopo , con l' abolizione del monopolio del sale e la riduzione del dazio. Grande fu il sollievo economico per la popolazione
    Il sale veniva estratto tradizionalmente dallo stato , ma la commercializzazione era data in appalto monopolistico a grandi famiglie come i Torlonia. (23)

    Il 15 aprile il governo affrontò il tema della destinazione dell' immenso patrimonio terriero già della Chiesa e nazionalizzato con il decreto approvato dall' assemblea il 21 febbraio, e lo fece nella maniera più “rivoluzionaria”: la ripartizione “ in tante porzioni sufficienti alla coltivazione di una o più famiglie del popolo sfornite di altri mezzi , che le riceveranno in enfiteusi, libera e perpetua”

    Il provvedimento aveva il fine “di migliorare il suolo e gli uomini , con la emancipazione dell' uno e degli altri”

    Un successivo atto regolamentò i criteri di ripartizione per famiglia

    Fu una delle riforme agrarie più avanzate d' Europa , che ovviamente suscitò le ire dei moderati e liberali che con il loro giornale “la Speranza d' Europa” espresse la solita equiparazione fra provvedimenti redistributivi del reddito e liberalità , negando il compito delle istituzioni di impiegare risorse per l' elevazione sociale ed economica dei ceti più sfortunati e agitando lo spauracchio del comunismo , come si vede nihil sub sole novi “La liberalità è una bella virtù né i privati , ma nonb è l' ufficio del governo esercitarla... Che si ponga ben mente, ciò senza accorgersene né volerlo , potrebbe dar pretesto all' irruzione del socialismo e del comunismo fra noi” (24)


    Seguirono settimane molte intense caratterizzate dallo sbarco delle truppe Francesi, i primi scontri e l' inizio dell'assedio.
    Ma il governo , sia pure afflitto anche da una grave crisi finanziaria non smise di preoccuparsi di dar concretezza al programma economico e sociale

    Il 30 aprile fu destinato un grande edificio ( San Bernardo delle Terme) a casa di condanna e riabilitazione , con questa motivazione “le case di condanna sono state fino ad ora ignominiosa palestra di vizi , ove senza nessun riguardo alla qualità del cittadino e all'entità poltica del malfatto , tutti alla rinfusa erano posti a convivenza i servi della pena... mentre allora soltanto la società infligge con diritto le pene , quando al pubblico esempio unisce la correzione del reo”

    Ricordiamo che con la costituzione che era in discussione in quei gironi si abolì la pena di morte

    Il giorno successivo, furono destinati vari altri edifici pubblici ad abitazione per le famiglie bisognose e senza tetto .

    Ancora fu abolita la manoregia , ovvera la possibilità che veniva concessa ad alcuni creditori di procedere privatamente contro i propri debitori (il decreto definiva la pratica “barbaro avanzo del sistrema feudale” ), mentre il palazzo di Montaldo in Frascati , luogo di villeggiatura dei Gesuiti veniva trasformato in manicomio in modo da trasferire lì gli internati nel reclusorio del santo Spirito dove venivano trattati come “malfattori” e poter così “provvedere al salutare e comodo collocamento di quegli infelici”

    L' assedio francese si faceva sempre più soverchiante finchè iniziarono a cedere le ultime difese.

    L' Assemblea costituente continuava i suoi lavori , per lasciare alla storia la costituzione di come sarebbe potuto essere il primo stato democratico dell' Italia .
    Gli otto principi fondamentali della rebubblica delinearono lecaratteristiche di quella democrazia sognata.
    Il terzo principio doveva sancire l' impegno della repubblica verso i ceti più poveri

    Originariamente il principio aveva questo testo “la repubblica cura l'educazione di tutti i cittadini a fine di migliorare la propria condizione con l' industria , colla fatica e con l' ingegno”. I costituenti più attenti alla necessità di un impegno statale per un effettiva uguaglianza senza affidare tutto alla capacità individuale trovarano nell' emendamento Filopanti una efficace sintesi , specificando fra i compiti della Repubblica “curare il miglioramento della condizioni morali e materiali di tutti i cittadini” “per assicurare la sussistenza dei cittadini necessitosi”.

    Gli emendamenti scatenarono l'opposizione dei moderati e liberali , che tornarono ad agitare lo spettro del comunismo . Livio Mariani “vogliamo noi il socialismo e il comunismo … Io credo che no. Noi non abbiamo questa piaga e dobbiamo guardarci dal procurarla … indirettamente con questo articolo si fome3nterebbero l'inerzia e l' immoralità , se all' uomo non amante della fatica o di cuore depravato si stabilisse la certezza di essere mantenuto a spese dello stato”
    Filopanti spiegò che dal suo emendamento non derivava l' obbligo di mantenimento di ogni cittadina , ma il compito dello stato di tener conto dei bisogni del popolo.
    Finchè Audinot un moderato bolognese che man mano aveva spostato le sue posizioni suun ruolo di maggior compromesso propose il testo finale
    “La Repubblica colle leggi e con le istituzioni promuove il miglioramento della condizioni morali e materiali di tutti i cittadini” che fu approvato. (25)

    La costituzione della Repubblica Romana fu approvata il 3 luglio 1849 ,mentre le truppe francesi vinceva le ultime resistenze . Il 5 luglio l' esercito Francese entrava in Roma , ma il triunvirato non firmò nessuna resa .

    L' opera etica , giuridica , civile e sociale della repubblica rimaneva come un fondamento per le generazioni future , un compito svolto in condizioni militari proibitive , come scriveva con ironia Goffredo Mameli nella sua ultima lettera alla madre
    “Carissima madre, continuo a scrivere laconicamente, perchè,facendo la guerra a tutta Europa, comprendi bene che siamo molto occupati”

    (1) Lucy Riall “Garibaldi l'invenzione di un eroe” la Terza 2007 pag 77
    (2) Riall op cit pagg 78 – 85
    (3) Sull' influenza del repubblicanesimo e dell' esperienza del 1849 nella costituzione italiana cfr M. Viroli “Repubblicanesimo e costituzione della repubblica” in AAVV “almanacco della Repubblica “ Bruno Mondadori 2003 pagg 256 262
    (4) Stefano Tomassini “storia avventurosa della repubblica romana” pag 188
    (5) Claudio Fracassi “la meravigliosa storia della repubblica dei briganti”pag 144
    (6) Fracassi op cit pagg 263 - 264
    (7) Fracassi op cit pagg 146 – 147
    (8) Domenico Demarco Una rivoluzione sociale ESI 1992 pag 12
    (9) Montanelli Nozza Garibaldi Rizzoli 1972 pag 200
    (10) Fracassi op cit pag 144
    (11) Fracassi op cit pag 112 113
    (12) Fracassi op cit pag
    (12 ) Demarco op cit pag 27
    (13) Fracassi op cit pag 114
    (14)Fracassi op cit pag 180
    (15) Fracassi op cit pag 199
    (16) I doveri dell' uomo cap I pag 5
    (17) Demarco op cit pag 110
    (18)Fracassi op cit pag 200
    (19)Fracassi op cit pag 212 – 214
    (20)Fracassi op cit pag 214 216
    (21)Fracassi op cit pag 218
    (22) Fracassi op cit pag 258
    (23) Fracassi op cit pag 266- 267
    (24) Fracassi op cit pag 270 271
    (25) Fracassi op cit pag 428
    (26) Fracassi op cit pag 430
     
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    Da questo interessante resoconto si evince una grande voglia di cambiamento... forse è per quello che Mazzini teorizzò la "Terza Roma" (quella democratica e italiana) dopo la "Seconda" (papalina).
    (non voglio spostare il discorso sulla politica, ma mi sembra che anche oggi, ci sia una grande voglia di cambiamento).
     
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    CITAZIONE (lucrezio52 @ 8/10/2016, 18:54) 
    Il biennio 1848 49 fu per tutta Europa e per l' Italia un biennio rivoluzionario, anche se, come rileva la storica inglese Lucy Riall citando anche altri storici , quelle rivoluzioni non hanno avuto in genere giudizi positivi dalla storiografia “sono state spesso descritte e valutate con un tono oscillante fra il garbato dileggio ,l'aperto sarcasmo, e l'ostile disprezzo,.

    Non sono certo un esperto in questo campo, né in molti altri, ma ho l'impressione che in Germnia il '48 sia valutato positivamente, se non altro perché a Francoforte sul Meno venne promulgata la prima costituzione tedesca, dall'assemblea nazionale riunita nella Pauluskirche, che istituì l'Impero Germanico; l'anno dopo si ritornò alla confederazione (Deutscher Bund) .

    In questo forse certi paralleli con la Repubblica Romana
     
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    Chiedo scusa ma mi era sfuggito, ottimo Lucrezio, interessantissimo e scritto molto bene. :clapping:
     
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    Bontà sua messer Romeo, bontà sua 😀
     
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    Se passiamo dalla politica sociale a quella istituzionale qui una riflessione sui modelli repubblicani presumibilmente presenti all’attenzione dei costituenti m un video dell’Associane Mazziniana di Parma e qualche mia considerazione

    https://novefebbraio.forumfree.it/?t=751...9&st=15#newpost
     
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6 replies since 8/10/2016, 17:51   351 views
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