Il governo calabrone

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    Come è noto si dice che il calabrone non avrebbe le caratteristiche per poter volare eppure vola , non so se sia vero , ma è una frase che mi è venuta in mnte leggendo su internazionale di questa settimana un analisi sulla situazione del Portogallo che dal novembre 2015 è governato da una coalizione di sinistra molto eterogenea
    Faccio seguire un riassunto dell' articolo di CTXT (periodico spagnolo fondato da giornalisti di El Mundo, El Pays e anche Repubblica ) che purtroppo non spiega da dove sono state tratte le risorse epr le riforme , ma evidentemente se il deficit si è abbassato da qualche parte saranno venute




    Il governo monocolore guidato dal segretario generale del Partito socialista (Ps) António Costa ha il sostegno dei suoi 86 deputati, a cui si aggiungono i 19 del Bloco de esquerda (Be), i 17 del Partito comunista portoghese (Pcp), coalizzato con i Verdi, e l’unico parlamentare del partito animalista Pan. In totale fanno 123 deputati, la maggioranza assoluta del parlamento parlamento.

    Già dalle elezioni Il Pcp e il Bloco de esquerda erano disposti a sostenere un governo
    monocolore socialista. Non ne avrebbero fatto parte – una rinuncia che li avrebbe tenuti al riparo dal possibile logoramento legato all’azione di governo – ma in cambio si sarebbero impegnati, attraverso
    accordi bilaterali firmati con il Partito socialista e tra loro, ad appoggiare per tutta la legislatura, cioè ino al 2019, un programma con una serie di obiettivi minimi.
    Grazie a questo accordo il Pcp, , può restare fedele ai suoi dogmi ideologici – si batte per il socialismo e il comunismo e contro l’imperialismo,è contrario alla presenza del Portogal-lo nella Nato e a quello che chiama “assoggettamento all’euro” ed è favorevole alla nazionalizzazione delle risorse e dei settori strategici – ma allo stesso tempo non rinnega il suo tradizionale pragmatismo, puntando su scelte riformiste immediatamente applicabili, in continuità con una consolidata prassi sindacale riformista e negoziale.
    Il Bloco de esquerda, formato da forze eterogenee,comprese correnti marxiste e trotskiste, può essere considerato un partito anticapitalista e contrario alla globalizzazione. Si occupa di politiche di genere ( di questioni legate ai diritti della comunità lgtb e di altri temi di forte impatto sociale, le cosiddette questões fraturantes (questioni divisive )
    Finora, dopo quasi un anno e mezzo alla guida del paese, le tre forze della sinistra hanno dimostrato un’indiscutibile lealtà istituzionale e la volontà di mantenere gli accordi al di là delle discrepanze che sono sorte strada facendo.
    Negli accordi che hanno consentito la nascita del governo di Antonio Costa si sta concretizzando, per la prima volta, il consenso in materia di diritti e libertà individuali, doveri economici e sociali, che è alla base della costituzione democratica del 1976. Inoltre, dal marzo del 2016, l’azione
    del governo è favorita anche dalla mediazione istituzionale svolta dal presidente della repubblica, Marcelo Rebelo da Sousa, che pure è di estrazione moderata

    Le riforme approvate dal governo sono molte e hanno effetti tangibili, a cominciare da una misura sociale fondamentale: l’aumento graduale del salario minimo, che dai 557 euro issati per il 2017 dovrà raggiungere i 600 euro alla fine della legislatura.
    Il provvedimento è stato accompagnato da forti tensioni, perché i socialisti avrebbero anche voluto ridurre la quota dei contributi per il welfare a carico dei datori di lavoro, una misura che andava contro
    il programma dei due partiti alleati, Pcp e Be.
    Altre misure sociali necessarie e ben accolte sono state l’aumento delle pensioni e dei salari dei dipendenti pubblici. Questi ultimi hanno beneficiato anche del taglio dell’orario di lavoro settimanale a 35 ore, provvedimento che però non tutti vedono di buon occhio.
    Importante è stata poi la ripresa degli investimenti pubblici, molto limitati nella scorsa legislatura, soprattutto in ambito sanitario. Il Portogallo ha fatto subito un balzo in avanti nella classifica europea dei sistemi sanitari: su 35 paesi, è passato dal ventesimo posto del 2015 al quattordicesimo del 2016. Importanti progressi sono stati fatti anche nell’ambito dell’istruzione, con l’introduzione dei libri di testo gratuiti nelle scuole primarie, la decisione di non finanziare le scuole private dove già esistono istituti pubblici, la creazione di nuove borse di studio e la riduzione delle tasse universitarie.
    Il governo ha anche accordato una riduzione al 13 per cento dell’iva sui servizi di ristorazione (pur mantenendo percentuali molto alte per alcune bevande). InfineL e riforme volute dalla coalizione di governo stanno dando risultati visibili: per la prima volta da anni il deficit pubblico è diminuito,
    il tasso di disoccupazione è sceso al 10,5 per cento e la crescita economica è ripartita, nonostante un enorme debito pubblico, superiore ai 244 miliardi di euro (circa il 133 per cento del pil). Il debito rimane comunque un ostacolo allo sviluppo futuro e le misure per ridurlo, oltre ai rapporti con le istituzioni europee in merito alle finanze pubbliche, sono ancora un serio motivo di attrito tra le forze di sinistra. Per evitare uno scontro “alla greca”, che qui nessuno vuole, i politici portoghesi puntano a trattare con la Banca centrale europea e l’eurogruppo per affrontare e risolvere i problemi del debito pubblico portoghese insieme con quelli del debito italiano.
    In questo primo anno di governo della sinistra, inoltre, le cosiddette questioni divisive sono state risolte con relativa facilità.
    Oggi le coppie omosessuali possono accedere all’adozione e sono scomparse le restrizioni al diritto all’aborto che erano state introdotte dal governo di destra
    E comunque ci sono diverse questioni su cui i partiti della sinistra hanno strategie diverse: il risana-
    mento del settore bancario con fondi pubblici, la gestione della rete energetica pubblica, il potenziamento delle fonti di energia alternative, il rapporto con l’Unione europea e con l’euro, la flessibilità e la riforma del mercato del lavoro, la lotta alla disoccupazione, ancora molto elevata, e alla precarietà del lavoro, in costante crescita.
     
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    OT La diceria è che il calabrone volasse in quanto ignorante di aerodinamica non sapeva che secondo essa non avrebbe potuto volare; ma in realtà erano gli uomini ad aver fatto i calcoli sbagliati.
    FINE OT
    Bellissimo il paragone e importante e significativo l'articolo!
    Lasciando gli slogan dei principi scritti sulle bandiere, con realismo programmatico, i partiti portoghesi hanno trovato una via comune. Certo hanno capito che l'alternativa era il disastro. Un governo di salute pubblica, capace di prendere iniziative. Potrebbe essere un esempio per tanti, se sapessero, anzi volessero sentire.
     
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    Pressione fiscale in Italia 2005-2014
    42.5 42.8 42.9 43.3 43.5 44.0 44.5 44.7 44.9 42.4

    Pressione fiscale Portogallo 2005-2014
    32.1 32.8 32.5 32.2 31.9 32.2 32.3 32.6 35.2 35.0

    Parere mio personale: in Portogallo c'è una pressione fiscale sostenibile, c'è anche margine per il Governo per fare investimenti in servizi pubblici, cercando di tenere sotto controllo l'efficienza. In Italia la pressione fiscale è più pesante che in Portogallo e non si riesce a trovare le risorse per nulla. Ecco, siamo arrivati a gente che chiede di far costruire tre grattacieli sulle rive del Tevere, in una zona periferica dove attualmente Martufello pasce le capre, per poter ottenere qualche lavoro di sistemazione idrogeologica o la chiusura di qualche buca stradale. Quando avremo il livello di pressione fiscale del Portogallo potremmo permetterci di fare delle politiche di sinistra. Ma prima bisogna eliminare quel 10% di differenza che, considerando l'identico livello del debito pubblico, è il margine di lucro degli affaristi senza scrupoli e delle mafie.
     
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    boh , sei sicuro delle cifre ?

    http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/su...wTableAction.do
     
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    Lucrezio, prima di tutto vorrei avvisarti che il link non funziona.
    I dati comunque li ho presi da quella stessa fonte, una tabella dove ci sono i dati di tutti i paesi europei, io ho preso solo le righe di Italia e Portogallo per fare il confronto.
    Considerando che stiamo parlando di due paesi che hanno più o meno lo stesso assetto istituzionale (Repubblica Parlamentare; scuola pubblica, sanità pubblica ecc...) e che hanno lo stesso rapporto debito/PIL (anche l'Italia è intorno al 130%) e lo stesso problema di evasione (in Portogallo hanno appena introdotto la famosa lotteria degli scontrini l'ultimo escamotage anti evasione) evidentemente la spesa pubblica è più efficiente rispetto a quella italiana. Questo a prescindere, attenzione dal colore politico dei governi: è proprio una questione di sistema, è il risultato di politiche di lungo periodo. Da noi ci sono tante tante rendite di posizione parassitarie nelle pieghe della spesa pubblica e nessuno riesce mai a metterci le mani, purtroppo.
     
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    spero di non aver fatto troppo casino comunque questa è la pagina eurostat a cui mi riferisco e la pressione fiscale (total goverment revenue) portogose è di circa 4 punti inferiore e non di 10
     
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    Non saprei, forse era sbagliata la tabella che avevo scaricato io. Comunque i dati che si trovano in giro sono vari, guarda per esempio questi, riferiti al 2014

    su elaborazione dati Banca d'Italia
    pressione-fiscale-euro

    su elaborazione dati CGA
    Schermata-del-2016-02-24-143346

    In tutti e due i casi, il dato del Portogallo risulta intorno al 37% mentre invece nella tabella Eurostat è comunque sopra il 40. Poi se guardiamo alcuni dati parziali, come la pressione fiscale sulle imprese, il differente approccio si vede
    applelarge

    C'è poi una bella infografica del blog Linkiesta, ma qui il dato del Portogallo risulta più basso rispetto agli altri casi tasse-linkiesta-pressione-f
     
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    Sarebbe interessante sapere se in queste statistiche per quanto riguarda i cittadini, ma anche le imprese, si sia tenuto conto dei diversi sistemi per cui a quanto so in alcuni ad esempio la sanità è finanziata dai contributi dei datori di lavoro e dei lavoratori, come in Germania (circa 15% dello stipendio, non esiste quota esente, sino ad un tetto di ora 4.350 € mensili, lo stesso vale per la disoccupazione e le pensioni), in altri dagli introiti fiscali. Questo naturalmente cambia il quadro in maniera notevole.
     
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    Di solito si parla di pressione fiscale comprendendo anche i cosiddetti "oneri sociali" cioè i contributi per il sistema pensionistico e le mutue (dove esistono). Quando invece quegli elementi non vengono compresi si parla di pressione tributaria. A volte le ricerche si situano in posizioni ancora diverse e lì è difficile fare confronti.
    Comunque guardando i dati relativi all'Italia, i dati che stiamo vedendo sono sicuramente dati di "pressione fiscale".
     
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    Grazie per la risposta.
     
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    L'esperienza portoghese, al di là delle specificità dello Stato, è interessante perché mostra che essere pragmatici, costruttivi e di sinistra è possibile. Non nascondo che sarei curioso di vedere cosa porterebbe un governo politicamente simile in Italia; considerando l'inettitudine dei nostri politici di sinistra e la loro patologica incapacità di trovare accordi tra di loro, credo che ciò non avverrà mai.

    Piccolo OT: l'insetto che non dovrebbe volare ma invece vola mi risultava essere il bombo ;)
     
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