Barbari o non proprio?

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    Dalla storia sappiamo che i barbari del nord europa erano considerati: rozzi, feroci, scostumati, e privi di leggi. Questo perchè la storia la scrivono i vincitori e pertanto era usanza comune screditare il nemico per giustificarne il massacro, o l' asservimento.

    In realtà le cose non stavano proprio cosi, ad esempio Cesare fu abbastanza onesto nel descrivere usi e costumi dei galli, e ne esce un quadro ben lontano dall' immagine comune del guerriero tutto muscoli e niente cervello.

    Innanzitutto i barbari erano divisi in tribù, ma ognuna era legata alle altre spesso da parentele, amicizie, dal commercio. Infatti i galli commerciavano tra di loro, addirittura si dice che acquistassero dei prodotti dai commercianti greci che sbarcavano a Massilia, città grande e importantissima a quei tempi. Avevano moneta propria con cui acquistare. Parlavano più o meno la stessa lingua, coi dialetti locali.

    Alla testa di ogni tribù stava il concilio dei druidi che erano la massima carica. L' importanza dei druidi viene ben spiegata da Cesare in quanto dice che essi erano i depositari della cultura, delle leggi e della storia della civiltà, infatti mancando una forma di scrittura, ogni druido doveva imparare a memoria tutto ciò che era il bagaglio culturale e religioso del suo popolo. Tale apprendistato durava ben 20 anni ma in realtà un individuo non finiva mai di imparare.

    La loro importanza era tale che per ogni questione ci si rivolgeva unicamente a loro, eseguivano i sacrifici agli dei, discutevano di religione e astronomia, di filosofia. Insegnavano ai giovani concetti come l' immortalità dell' anima, la potenza degli dei, il sacro dovere di difendere la patria dai nemici. Praticavano anche sacrifici umani, è vero, ma per la maggior parte si trattava di criminali o individui già colpiti dalla pena di morte. Cosi si credeva che la divinità fosse felice, se venivano castigate persone malvagie. Sicchè, per quanto cruenti, avevano una loro funzione, non era diverso quindi dai romani quando condannavano a morte i personaggi colpevoli di gravi crimini.

    Dopo i druidi veniva il Re, che era eletto dal concilio e la cui carica durava un solo anno. In tal modo si impediva che un individuo accumulasse troppo potere e ricchezza, o portasse troppo in alto le mire del suo popolo. Infatti i barbari più di ogni cosa amavano la libertà e non avevano affatto mire espansionistiche. Non erano cioè una Roma, che inglobava i territori e i popoli vinti in guerra, ma si accontentavano del territorio natio, le guerre tra di loro erano in realtà frequenti schermaglie e razzie di modesta entità. Rare erano le battaglie campali.

    Si narra che se un grave torto era inflitto, il metodo più comune per risolvere la disputa era il duello. Non esisteva metodo più onorevole per i barbari di risolvere una contesa, se non un confronto a tu per tu con l' offensore. Questa usanza era invero comune a moltissimi popoli, quindi non c'è da nulla di cui stupirsi, ne li si possono giudicare violenti in quanto faceva parte di una cultura ben delineata attraverso le generazioni.

    Più volte infatti, quando due tribù erano in conflitto per un qualunque motivo, si decideva per il duello, anzichè fare una inutile carneficina, ognuna delle parti sceglieva l' individuo più abile e combattevano, la fazione perdente era obbligata a pagare un tributo ai vincitori, risparmiandosi cosi un bagno di sangue. I barbari quindi, come i popoli civili, ritenevano ingiusto spargere sangue se si poteva farne a meno.

    Per quanto riguarda la società, si può dire che fosse piuttosto equa, e non esisteva schiavitù, se non per quegli uomini che erano carichi di debiti ed erano obbligati ad asservirsi al creditore per ripagarlo. Tutti gli uomini infatti erano liberi dalla nascita e nulla i barbari apprezzavano più della libertà. Odiavano l' asservimento più di ogni altra cosa, specialmente a stranieri oppure ai despoti. Infatti i Re dei barbari erano eletti dal concilio dei druidi e dalle assemblee del popolo. Quindi erano per forza quegli individui più apprezzati e generosi, ma a volte anche bellicosi e pugnaci, quando il popolo era desideroso di battaglia.

    La forza guerriera, l' arte del combattimento certo era anche uno degli elementi più importanti della società barbarica, i giovani dovevano prima dimostrare il loro valore con le armi, per avere il diritto di sposarsi, di partecipare alle assemblee di guerra, di essere considerati veri uomini. I combattenti erano giudicati individualmente e non come gruppo, sicchè i maggiori onori andavano a quei singoli che davano prove di coraggio e magari avevano il corpo coperto di cicatrici. Questa mentalità faceva si che le battaglie tra di loro fossero molto rapide e puntavano tutto sull' impatto iniziale della massa di uomini che caricano con urla selvagge e sinistri canti di guerra. Uno stile di combattimento che i romani inizialmente avevano imparato a temere, e in seguito a domare.

    In effetti esisteva un certo " machismo " tra i barbari, che li portava ad attaccare a testa bassa senza pensare alle strategie, si dice che gli uomini combattessero a torso nudo anche d'inverno e alcuni totalmente nudi per dimostrare la propria forza e la devozione agli dei. C'erano anche i più disciplinati che combattevano in formazione, ma questi erano i più anziani ed esperti guerrieri, che erano troppo importanti per lanciarsi verso la morte in ordine sparso e a casaccio. Nessuno dei galli comunque considerava dignitoso restare dietro ai compagni, come a farsi scudo di essi per paura di morire quindi era raro vedere gruppi tenuti indietro come riserva.

    Non erano cosi selvaggi comunque da disdegnare corazze di ferro, elmi, spade di buona fattura, ma questi oggetti erano destinati a chi poteva permetterseli. E' vero poi che la cosidetta maglia celtica, cioè la maglia di ferro, furono proprio i galli a inventarla ed erano esperti nel lavorare il metallo, e i romani copiarono da loro questo tipo di protezione. Si dice che diversi dei nobili galli erano splendidamente adornati con armature, mantelli, complessi simboli religiosi sugli scudi, ed elmi di bronzo, quindi non da meno di un greco o un romano. Le abitazioni variavano molto, da rozze capanne di legno fino a dimore lussuose, per quanto potesse essere l' abilità degli architetti, adornate da armi e trofei di guerra, coppe d'oro e d'argento.

    Le città, almeno quelle importanti, non erano affatto sguarnite di mura, anzi racconta Cesare che le mura dei galli erano decisamente solide, di semplice costruzione, e belle al vedersi.


    Infine è necessario dire che poi esiste pure una certa contraddizione nella mentalità dei galli, che da una parte non sopportavano l' asservimento agli stranieri, dall' altra erano notoriamente affamati di oro e pertanto si facevano assumere come mercenari in lungo e in largo per tutta la terra conosciuta... era addirittura possibile trovare mercenari galli in egitto, in africa, nel ponto. La loro abilità guerriera era infatti ben pagata da chi poteva permetterseli.

    Questi insomma erano i galli, un popolo per nulla selvaggio e privo di cultura o tecnologia, sebbene ci fossero le dovute differenze tra le varie tribù ( alcuni erano veri selvaggi, come i nervii, mentre altri galli erano abbastanza civili e ben organizzati come gli edui e i sequani )

    PS: ho parlato di galli e barbari come se fosse una cosa sola. In realtà io sto parlando principalmente dei galli, che comunque hanno molto in comune con gli altri popoli del nord. Bisogna distinguere però galli e germani che sono due stirpi diverse, o almeno cosi erano considerati. I germani ( intesi come tutte quelle tribù a nord del reno e della scandinavia ) infatti erano i più selvaggi e rozzi tra tutti, ed erano considerati barbari dagli stessi galli. Principalmente la differenza era dovuta all' asprezza del clima e dei territori, i germani erano poveri e vivevano tra fitte foreste. In guerra comunque erano temuti per la grande statura e il vigore ( si dice che fossero i più grandi di tutti i barbari )
     
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    Interessante e piacevole contributo.

    Però oltre alle fonti letterarie, a cui mi pare tu ti rifaccia, vi sono per quanto riguarda i Celti non poche fonti materiali, che ci forniscono un quadro differenziato e complesso di queste popolazioni che abitavano un territorio assai ampio dall'Atlantico sino alla penisola anatolica. I Celti ebbero già molti secoli prima di Cristo contatti commerciali e culturali con le popolazioni del bacino mediterraneo, Greci ed Etruschi. Ne fanno fede i rinvenimenti delle tombe principesche sia in Francia che in Germania. I reperti conservati ad esempio, per fare solo due nomi, nei musei di Chtillon-sur-Seine e di Stoccarda ne fanno fede. Inoltre i Celti avevano raggiunto uno stadio di evoluzione alla soglia di quello che caratterizza le grandi civiltà, costruendo nuclei urbani importanti e arrivando a padroneggiare, sia pure ancora solo per scopi religiosi o rituali, la scrittura. In proposito cito, per restare nell'ambito delle pubblicazioni a me note in lingua italiana, il poderoso catalogo della mostra tenutasi nel 1991 a palazzo Grassi a Venezia, che può essere un buon punto di partenza per approfondimenti anche alla luce di scoperte più recenti:

    Sabatino Moscati (coordinatore), I Celti, Milano: Bompiani 1991, ISBN 88-452-1753-1


    Sul murus gallicus si può vedere qui.
     
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    Si, concordo. Dei galli sappiamo molto di più rispetto agli altri barbari come i germani o i traci. Ho voluto fare un modesto riassunto, senza andare a sviscerare troppo l' argomento. Si, sapevo già che i celti vivevano in molte parti dell' europa, tra cui l' italia del nord, la galazia, la celtiberia, e avevano frequenti contatti con gli altri popoli. Non sapevo che avessero una forma di scrittura, grazie per avermi corretto. Mi pareva di aver letto da qualche parte che i galli utilizzavano raramente il greco come scrittura, perlomeno quei galli che avevano contatti frequenti coi greci.
     
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    Sarebbe opportuno aggiungere, anzi lo faccio e basta, qualche descrizione anche dei barbari dell' est, della tracia, dacia e germania, e degli sciiti.

    Le fonti non sono esaustive e non ho certo letto moltissimo a riguardo. Mancando di una forma scritta gli antichi barbari non ci hanno lasciato nulla su di loro e la descrizione ci viene piuttosto dai greci e dai romani, che erano sempre incuriositi dalle usanze straniere.

    Innanzitutto le tribù barbare che abitavano nell' attuale romania e bulgaria, formavano un gruppo etnico simile, di lingua e cultura simili. I gruppi principali erano i daci e i traci, definiti dai greci come impareggiabili in ferocia e bellicosità. Erano, etnicamente, un miscuglio di celti e germani, e probabilmente in parte anche di sciiti. Poco sappiamo dei loro usi e costumi ma si presuppone non fossero molto differenti dagli altri barbari del nord. Erano bellicosissimi e in guerra si dipingevano il corpo di intricati tatuaggi, portavano i capelli lunghi e utilizzavano armi dalla forma cruenta come falci da guerra, rozzi giavellotti, spade ricurve. Le armature erano quasi sconosciute e quelle poche erano rubate dai corpi degli elleni sconfitti in battaglia. Per il resto vestivano unicamente di brache, e forse qualche indumento di pelle. Affamati di oro come del resto tutti i barbari, si offrivano come mercenari, in particolare la tribù dei bastarni, una delle più potenti, era famosa per i propri mercenari che erano molto ricercati. Infatti nessun popolo al mondo era tanto abile e feroce nel combattimento corpo a corpo quanto i bastarni, cosi almeno si diceva di loro, ed erano gagliardi in forza e statura.

    La forma di governo era quella del Re, che di solito era il guerriero più forte e carismatico. Un popolo cosi feroce infatti non poteva concepire di asservirsi ad un capo che fosse debole di corpo, o poco belligerante. Pertanto frequenti erano i duelli e le dispute su chi dovesse comandare e quale tribù fosse la più potente, e il passatempo principale era quello di farsi la guerra tra di loro, oppure a popoli confinanti. Dicevano i greci che se quelle tribù si fossero mai unite sotto un unico comando, avrebbero fatto stragi e carneficine di qualunque nemico. Veneravano sopratutto le divinità della guerra e non temevano la morte in quanto veniva insegnata loro l' immortalità dell' anima, come i galli.



    Passiamo ai germani, di cui sappiamo qualcosa grazie a Cesare, che ne descrive brevemente la società e la cultura. Vivevano nell' attuale germania, danimarca e scandinavia ed erano naturalmente divisi in tribù, e le più potenti erano di gran lunga i cimbri e i teutoni, almeno prima che Mario li sterminasse. Erano comunque numerosi e sparsi in un vasto territorio, parlavano una lingua diversa dai celti e non praticavano il commercio, ne conoscevano la lavorazione del metallo, oppure era molto limitata. Vestivano di pelli e vivevano in rozze capanne, si nutrivano di carne e latte dato che l' agricoltura non era conosciuta allora in quei luoghi. Si dice poi che fossero i più grandi di tutti i barbari ed erano considerati veri giganti ( il maschio medio doveva essere alto circa 182 cm. ) sopratutto dai romani che erano di statura modesta.

    La società era semplice ma precisa: al gradino più basso stavano i giovani che non potevano radersi la barba e i capelli fino a quando non avessero ucciso il loro primo nemico, ne avevano diritto di parola presso i guerrieri più esperti. Di qui nasce la leggenda secondo la quale i giovani germani usavano radersi barba e capelli con la stessa spada insanguinata che aveva appena ucciso l' avversario, e si infliggevano delle ferite apposta in un complesso rituale religioso. Uno dei passatempi principali era la caccia ed era motivo di vanto e prestigio portare al villaggio delle prede grandi o difficili da uccidere, in particolare si diceva che a quei tempi vivessero nelle foreste dei giganteschi tori, chiamati Urii dai romani, che erano il trofeo più ambito. Per ucciderli erano necessari diversi guerrieri e alcuni sicuramente morivano nella lotta, ma il guadagno era considerato superiore al rischio.

    A capo della tribù stava quello che potrebbe essere definito Re, anche se in realtà si trattava semplicemente dell' individuo più forte del villaggio. Infatti nella loro società la forza veniva prima di tutto ed era naturale che il più abile nelle armi diventasse anche il capo. Frequenti dovevano essere i duelli per risolvere le dispute. Non avevano un concilio di druidi come i galli e la cultura era semplicemente tramandata di generazione in generazione dagli anziani. La religione venerava principalmente il dio della guerra, Woden, o Wotan, che era il padre dell' universo e protettore dei guerrieri.

    E' risaputo poi che i germani fossero nemici dei galli e l' odio reciproco lo si può ben vedere leggendo il de bello gallico di Giulio Cesare. I germani infatti erano attirati dalla relativa ricchezza dei galli e frequenti erano le incursioni improvvise, allo scopo di far preda e rapina più che battaglia. Rare volte accadeva anche che intere tribù passassero il reno con l' obiettivo di fare proprie quelle terre che erano decisamente più fertili e ospitali delle fredde foreste della germania. Non si trattava comunque di guerre di conquista ma piuttosto una migrazione di massa per sfuggire da territori inospitali, o sotto la pressione di nemici.


    Parlo infine degli sciiti, che erano un popolo barbaro delle steppe che abitava quella che doveva essere l' estrema parte dell' europa dell' est e l' attuale sud della russia. Essi erano veri barbari tra i barbari ed erano decisamente un popolo rozzo sotto tutti gli aspetti. Erano nomadi e si spostavano in cerca di territori più ricchi di selvaggina da cacciare, vivevano in rozze capanne o tende, e si spostavano quasi sempre a cavallo. Infatti erano famosi proprio per questo motivo, il cavallo era per loro praticamente necessario alla sopravvivenza, per percorrere le lunghissime e desolate distanze dei loro territori. Avevano una classe nobile, che possedevano naturalmente i migliori cavalli e armature, e il Re era eletto dall' assemblea dei guerrieri, di solito il più forte e audace. Del resto si sa poco, al di la di alcune leggende secondo cui anche le donne combattevano assieme agli uomini, e potevano sposarsi solo dopo aver ucciso almeno un nemico in battaglia. Erano, come tutti i barbari, affamati d' oro e si vendevano spesso come mercenari, se non altro per sfuggire alla miseria della loro patria. Veneravano anche loro gli dei, come del resto tutti i popoli, anche se non mi risulta che ci fosse un ceto religioso dedicato.

    Probabilmente una parte di loro abitava zone più prospere, come quelle dell' attuale Crimea, e avevano contatti con le colonie elleniche che abitavano quelle città. Questi sciiti erano probabilmente più civilizzati degli altri.

    Edited by davemustaine_88 - 23/7/2019, 20:21
     
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    Questo è il documento più ampio di lingua gallica, un calendario scritto in alfabeto latino.

    Attenzione a non confondere i termini: la popolazione cui ti riferisci è quella degli Sciti, gli sciiti sono una delle correnti in cui si suddivise l'Islam, cioè tutt'altra cosa.
     
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    Sugli Sciti, che stenterei a definire rozzi, giudizio di valore certamente assai influenzato dal modo di considerarli dei greci e che comunque mi pare poco adeguato in un discorso storico, il lemma di Wikipedia rappresenta a mio avviso una buona introduzione; esso riporta anche i risultati di indagini genetiche.
    https://it.wikipedia.org/wiki/Sciti
     
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    Giusto anche questo, in effetti li ho descritti erroneamente... o meglio, ci sarebbe da fare una distinzione tra gli sciti che abitavano le zone del sud più civilizzate e quelli più selvaggi più a nord. Difatti alcuni nobili sciti erano splendidamente armati in battaglia con armature complete e finimenti in oro o gemme preziose.

    Non ho mai capito bene se producessero loro tale equipaggiamento, oppure acquistassero da artigiani dei popoli civili. Infatti mi pare strano che una civiltà nomade e selvaggia portasse a volte oggetti raffinatissimi che richiedevano officine specializzate.
     
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    In realtà quel che ci è giunto proviene soprattutto dalle tombe, kurgan. Se fosseroarmature davvero usate in battaglia o piuttosto oggetti di prestigio resta spesso dubbio, quando non presentano chiare tracce d'uso. Vi erano sia oggetti di importazione che di produzione locale, pur essi di fattura raffinata, come le tipiche rappresentazioni di cervidi, sia in oro che in altri materiali. La magggior raccolta di oggetti, in particolare di orificeria, sciti si trova, per quanto ne so, a San Pietroburgo, all'Ermitage.

    Purtroppo non posso indicarti una bibliografia in lingua italiana, in tedesco posseggo diversi volumi in merito, per lo più cataloghi di mostre che spesso ho anche visitato.

    Edited by dceg - 24/7/2019, 08:42
     
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