Perché nel cristianesimo, sembra esserci una repulsione verso il piacere?

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    Ho praticato yoga in una palestra anni fa, e, ogni tanto, tuttora a casa da solo.
    Oggi mi è capitato in mano l'ultimo numero di "yoga journal", rivista che ho preso qualche volta.
    Il titolo in copertina, con bella donna in posizione del loto, era "rieducati al piacere"...
    Tutti sanno che si tratta di una disciplina indiana, figlia di induismo e buddismo.
    Io sono cresciuto in una famiglia tradizionalmente cattolica, e mi hanno sempre detto che si deve invece imparare a soffrire, nella vita...
    Una volta, durante una lezione di religione, la professoressa, donna devota, fu talmente esplicita nel raccontare i patimenti di Gesù in croce, che un mio compagno, già con problemi di salute, svenne e fu necessario portarlo in infermeria.
    Sembra che la nostra fede, abbia un vero culto verso la sofferenza, e una repulsione verso il piacere...
    Perché questo, secondo voi?
    Buon proseguimento a tutti
     
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    Piacere, soprattutto ma non solo sessuale, e peccato sembrano nel cristianesimo essere associati. La sublimazione della sofferenza con aspetti erotico- estatici è tipica della religiosità barocca della controriforma, e trova ad esempio nel Bernini le sue altissime espressioni artistiche. Comunque già quanto meno dal medio evo si erano diffusi movimenti in cui la penitenza, la sofferenza venivano esaltate e il piacere visto come demoniaco.
     
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    Inoltre, ripensandoci, chi prova piacere ha bisogno di una religione, forse di una religione anche sì, ma di una chiesa? Che potere avrebbe essa su di lui?
     
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    i cattolici non sono scemi, sanno come ottenere e gestire i potere molto bee. Cosa era la confessione, instituita nella controriforma, se non una maniera d sapere cosa uno pensava davvero e poi usarla per la gestione del potere? Perchè i confessori dei regnanti e potenti erano per la maggor parte gesuiti? Cosi poi riportavano dubbi e paure del sovrano a Roma e questo aiutava la gerarchia a saper "indirizzare" il sovrano verso ciò che faceva loro comodo. L unico piacere "tollerato" dalla gerarchia cattolica e´ la gola, fino a invogliarlo per tenere a bada altre forme di piaere che potevano potenzialmente essere piu pericolose a livello sociale. Se notate infatti il peso medio dei cardinali e alto pretame vario cattolico con i loro cugini ortodossi, gli ortodossi sono molto pu magri (in media) e lo stesso con i luterani.
     
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  5. BluEmme
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    Bisogna partire dalla radice, ossia dalla cultura ebraica, che considera l'intelletto e la capacità di autocontrollo come elemento di distinzione tra l'essere umano e gli animali. Gli animali orientano ogni loro comportamento alla soddisfazione dei bisogni fondamentali, la sopravvivenza, il cibo, l'accoppiamento.
    Nell'Eden, il Signore vieta ad Adamo ed Eva di mangiare la mela proprio perché non sono animali (chiedere a un animale di non mangiare è un controsenso, l'istinto lo spingerà sempre a mangiare) ma esseri in grado di dominare il proprio istinto. In che consiste il peccato? Semplicemente nel fatto che gli esseri umani non avendo fiducia nel Signore e nelle sue regole (si parli dei dieci comandamenti, di tutti i 613 precetti ebraici, oppure dei "comandamenti dell'amore" di Gesù) scelgono di mettere da parte l'autocontrollo e lasciarsi andare all'istinto.
    Chiaramente ciascuno valuta liberamente, in base al suo spirito critico, se sia più schiavo chi sta a dieta o chi è obeso, chi ha una vita sessuale sobria o una libertina, chi si accontenta di poco o chi sgomita per fare carriera...
     
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    CITAZIONE (Paradiso perduto @ 10/7/2021, 17:57) 
    Ho praticato yoga in una palestra anni fa, e, ogni tanto, tuttora a casa da solo.
    Oggi mi è capitato in mano l'ultimo numero di "yoga journal", rivista che ho preso qualche volta.
    Il titolo in copertina, con bella donna in posizione del loto, era "rieducati al piacere"...
    Tutti sanno che si tratta di una disciplina indiana, figlia di induismo e buddismo.
    Io sono cresciuto in una famiglia tradizionalmente cattolica, e mi hanno sempre detto che si deve invece imparare a soffrire, nella vita...
    Una volta, durante una lezione di religione, la professoressa, donna devota, fu talmente esplicita nel raccontare i patimenti di Gesù in croce, che un mio compagno, già con problemi di salute, svenne e fu necessario portarlo in infermeria.
    Sembra che la nostra fede, abbia un vero culto verso la sofferenza, e una repulsione verso il piacere...
    Perché questo, secondo voi?
    Buon proseguimento a tutti

    Anche nel buddhismo il piacere è considerato un illusione e come tale va allontanato. Il piacere non è altro che sofferenza mascherata da benessere.
     
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    Non assocerei un masochistico compiacimento della sofferenza al Cristianesimo. Ciò a cui il fedele è chiamato è sì, l'"imitazione" di Cristo, seguire il suo esempio, modello ecc. ma, questo è il punto fondamentale, Cristo non ha mai cercato la sofferenza, l'agonia sulla croce come ricerca della sofferenza fine a se stessa, l'ha, cosa ben diversa, subita e accettata come passaggio necessario per la redenzione e salvezza del genere umano. Che salvezza e redenzione passino attraverso un sacrificio è certamente discutibile, personalmente è uno dei punti dottrinali che più mi lascia perplesso (sarebbe interessante aprire un'apposita discussione), ma resta il fatto che la vicenda evangelica su cui il Cristianesimo poggia, mostra come la sofferenza non sia esaltata come fine a se stessa, ma riconosciuta come mezzo per giungere a un piacere più profondo e nobile di quello che si è chiamati a sacrificare, cioè la beautitudine paradisiaca. Insomma, nel Cristianesimo non c'è una "repulsione verso il piacere", ma una repulsione verso l'assolutizzazione del piacere materiale, che comunque non è mai in realtà squalificato tout court (si pensi al Cantico delle Creature con la celebrazione della bellezza dei beni materiali creati), bensì subordinato e ricondotto a una gerarchia valoriale che vede al vertice la beatitudine spirituale (che è comunque una forma anch'essa di "piacere").

    Questo è anche il motivo per cui a mio avviso non ha senso definirsi "edonisti" intesi come fautori di una certa posizione morale contrapposta ad altre: edonisti in realtà lo siamo tutti, perché tutti gli esseri umani, a prescindere dalla fede religiosa, cercano il piacere, quello che cambia è l'oggetto specifico a cui la ricerca del piacere è riferita, esiste il piacere dei sensi come quello intellettuale, è sulla differenza di oggetto che andrebbero semmai poste le definizioni delle posizioni in campo, non sul piacere in sé.

    é vero che nella storia in campo cristiano si sono a volte incoraggiate forme di masochismo a tutti gli effetti come flagellazioni o cilici, ma si trattava di fenomeni molto elitari, e tra l'altro legate a pratiche di esercizi spirituali più attinenti al campo della mistica che della religione in senso ampio, mistica guardacaso sempre vista dalla Chiesa con un'occhio di diffidenza (come è logico supporre, l'idea di una relazione individuale tra uomo e Dio portata avanti in modo solitario tramite pratiche "fai da te" è una possibilità che squalifica la necessità, su cui poggia la ragion d'essere della Chiesa, di una mediazione clericale, con ritualità standardizzate). A maggio ragione oggi, pratiche del genere penso siano quasi del tutto sconfessate dalla Chiesa. Ricordo il pensiero di una filosofa e docente universitaria di area cattolica con cui sono in contatto, secondo la quale è del tutto assurdo pensare che l'imitazione di Cristo verso cui tutti i fedeli sono chiamati debba avvenire nelle modalità letterali della narrazione evangelica, ma sia invece qualcosa che si può benissimo portare avanti in tante forme diverse relativamente al proprio contesto quotidiano, al proprio tempo e spazio di vita: mi sembra sufficiente per dire che procurarsi intenzionalmente chiodi e croci sia qualcosa di totalmente accidentale nella ricerca spirituale del cristiano, anzi ancora più probabilmente, dovrebbe esser visto proprio dal punto di vista cristiano come peccato di superbia, la pretesa di essere in tutto e per tutto un nuovo Cristo.

    Edited by greenintro - 30/3/2022, 22:52
     
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    A me a suo tempo hanno insegnato che per la chiesa cattolica esistono i peccati mortali.
    Cioè atti che se compiuti anche una sola volta se non espiati aprono direttamente le porte dell'inferno.
    E poi ci sono i peccati veniali,atti che invece sono meno gravi e che non precludono la via del paradiso.
    Al massimo comportano una iniziale permanenza nel purgatorio.

    Ma cosa è un peccato mortale ?
    Qui forse stà il punto.
    Un omicidio senza dubbio. Peggio se infanticidio.
    Violenza sessuale ? Peggio se pedofilia o su donne indifese.
    Un grosso furto o una grossa truffa ?

    Se fosse così il 99% o quasi delle persone starebbe tranquillo,perchè per fortuna solo pochi si macchiano di quegli
    orrendi crimini.

    E qui forse stà il punto.
    Perchè forse la chiesa ha fatto il ragionamento per cui se si considerassero gravi solo le cose veramente gravi allora nessuno
    sarebbe abbastanza "timorato" dalla chiesa.
    Perchè appunto solo una piccola parte di persone commette atti così gravi come omicidi e violenze.
    Allora ecco che la chiesa ha introdotto tra i peccati mortali appunto quasi ogni cosa legata alla sessualità ed al piacere
    che non siano strettamente legate alla procreazione.
    Perchè invece la questione sessuale riguarda una bella % di persone.

    E qui per me c'è un problema della chiesa cattolica.
    Cioè io sento dire spesso che Dio non ci obbliga a nulla,che ci lascia liberi di fare ciò che vogliamo.
    Solo che però poi se non seguiamo i suoi insegnamenti e le sue regole ne dobbiamo seguire le conseguenze.
    Con la dannazione eterna.

    E qui stà il punto.
    Se la dottrina della chiesa non è cambiata un omicidio a sangue freddo ed un amplesso tra 2 fidanzati sono considerati
    equivalenti,ed entrambi precluderebbero la vita eterna.

    Solo io ci vedo una grossa sproporzione ?
     
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    È punita con l'inferno la lussuria, che è un incontrollata sessualità, un eccesso vizioso.
     
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    Boh,magari sarò io che sono rimasto indietro,però a me hanno insegnato appunto che un solo atto sessuale fuori dal matrimonio
    o anche all'interno ma non rivolto al concepimento sono appunto peccati mortali.
     
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    Non sono un esperto della materia, tutt'altro, ma mi chiedo quanto certe posizioni della Chiesa siano dettate da una repulsione verso il piacere e quanto, invece, dal desiderio di controllare la vita dei fedeli fin negli ambiti più privati.
     
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    Quindi il 99% circa sarebbe in difetto.
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    La morale sessuale della chiesa cattolica è oramai totalmente distante da quello che è il sentire ed il comportamento anche dei credenti.
     
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    Ha avuto coraggio, è da ammirare.
     
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