Dimostrazione del Plenum ius

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    Buongiorno, avrei una domanda:
    come faceva un Cittadino Romano, magari in una Provincia, a dimostrare di essere un Cittadino ed avere così il Plenum ius ? Qualora avesse viaggiato, per non dimostrare che veniva da territori non Romani, qualora "fermato" come poteva dimostrare la Cittadinanza?
     
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    Premetto che storia antica non è il mio indirizzo...
    Anche se sono state ritrovate delle tavolette assire con i dati identificativi del possessore, qualcosa di simile a un passaporto risale all'età medioevale. Più precisamente si trattava di un salvacondotto (guidaticum), in genere limitato nel tempo, per recarsi, quasi sempre per commercio, in determinati luoghi stranieri.
    Com'è noto, la piena cittadinanza romana fu estesa nel 212 d.C. da Caracalla a tutto l'impero (esclusi i dediticii https://it.wikipedia.org/wiki/Constitutio_Antoniniana).
    E tutti i cittadini civili erano registrati in apposite tavole conservate negli archivi. Per quel che so, solo i soldati stranieri integrati nell'esercito di Roma potevano esibire un "diploma", cioè una tessera nominativa di bronzo che attestava l'ottenuta cittadinanza.
    Tuttavia la celebre formula civis Romanus sum e la conoscenza del latino erano, a quanto si ricava dai testi, sufficienti ad "autocertificare" l'appartenenza all'impero.
     
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    Non credo che funzionasse davvero così, con una richiesta di documenti.

    In ogni caso presterei molta attenzione ai tempi: la questione della dimostrazione del possesso cittadinanza doveva essere un affare relativamente semplice durante la Repubblica (dovevano essere così pochi, tanto in Città quanto nelle colonie di diritto romano, che facilmente si riconoscevano fra di loro, già solo per il fatto di denominarsi con i tria nomina seguiti dalla menzione della tribù elettorale di appartenenza); comunque gli elenchi certamente esistevano (neanche a dirlo solitamente presso dei templi: mi pare a memoria -spero di non sbagliarmi- che quello particolarmente utilizzato per la conservazione delle liste dei cittadini si ritiene fosse la cosiddetta "Fonte di Giuturna" nel Foro (non dice nulla di esplicito, ma si può orientare dando una occhiata qui https://it.wikipedia.org/wiki/Fonte_di_Giuturna ), sempre se mi ricordo bene la responsabilità nell'aggiornare gli elenchi era dei Censores coadiuvati dai funzionari civili detti Centuriones, ma affare man mano più complicato nel corso del primo paio di secoli dell'impero (suggerirei di rileggere l'episodio di Paolo a Gerusalemme negli Atti degli Apostoli, 21-22 e segg.), mentre dal III sec. d.C. con la completa distruzione del sistema della cittadinanza di origine repubblicana l'iscrizione nelle liste probabilmente doveva aver assunto un livello depotenziato di blanda rilevanza censuario-fiscale fino a quasi perdere di significato e senza ricadute politico-militari.

    Militari; già, perché per ciascuna epoca c'è anche una intricata questione di collegamento fra la cittadinanza e il servizio militare, che varia nel tempo e che ha una espressione particolarmene eclatante nei primissimi secoli dell'impero per via di una particolarissima categoria di documenti talora pervenuti fino a noi: i diplomata militaria https://it.wikipedia.org/wiki/Diploma_mili..._romano)#Storia , che sono forse l'esempio che più va vicino a quello che con la tua domanda sembrerebbe tu ti aspettassi: documenti formali che dichiarano che il tale avendo completato il servizio ed essendo stato onorevolmente congedato (honesta missio) si attestava fosse stato iscritto negli elenchi ufficiali di coloro che godevano di particolari riconoscimenti (per esempio eventualmente la cittadinanza, per chi non l'avesse posseduta già da prima).
     
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    Come in altre occasioni, le risposte non sembrano per ora "recepite" dall'interessato, ma per curiosità ho fatto qualche piccola ricerca.
    Qui https://it.quora.com/Come-si-poteva-dimost...a-identit%C3%A0, senza peraltro indicazione della fonte, ho letto che:
    CITAZIONE
    In antichi documenti si fa riferimento a permessi di viaggio, o lasciapassare chiamati apostoloi, che dimostrano come fosse una prassi romana controllare i movimenti della popolazione. Chi doveva intraprendere un viaggio faceva domanda ( subscriptio) al procuratore della zona, motivando le ragioni del viaggio e il funzionario rilasciava l'autorizzazione scritta. Persino senatori e cavalieri illustri avevano bisogno di permessi imperiali o prefettizi.

    Il termine apostoloi mi è tornato in mente, in riferimento allo spostamento di merci; partendo da lì ho trovato (https://sites.unipa.it//dipstdir/pub/purpu.../Passaporti.pdf) una ricerca svolta presso l'università di Palermo che li riferisce anche a persone. Riguarda l'Egitto, ma è lecito supporre procedure simili in altre parti dell'impero. L'identità e la cittadinanza risultavano in tal modo "certificate".
    CITAZIONE
    ... un documento significativo della prassi romana del controllo della mobilità della popolazione e un esempio dell’atteggiarsi dei rapporti tra una cittadina romana,in partenza dall’Egitto nel 246 d.C., il prefetto ed il comandante del porto di Alessandria; e inoltre dell’uso disinvolto della scrittura e della subscriptio con autografia rara dello stesso prefetto Valerio Firmo

    È riportato il testo, e si deduce che la risposta sia stata consegnata alla richiedente quale documento di viaggio.
     
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    Si tratta di:
    Gianfranco Purpura, “Passaporti” romani, in AEGYPTUS 2002_ 1 (La visione dell'«altro» nell'antico Egitto. Atti del VIII Convegno Nazionale di Egittologia e Papirologia, Torino, 2003), pagg. 131-155.

    Potrebbe forse persino aiutare a spiegare qualche stranezza nell'esegesi storica del passo degli Atti degli Apostoli che già richiamavo (per esempio potrebbe aiutare a comprendere con quali modalità giuridico-amministrative in un territorio orientale sotto controllo militare Paolo, una volta facilmente riconosciuto come cittadino romano, fosse però stato tenuto in una sorta di "fermo" nel possibile intento -parrebbe- di estorcergli del denaro). Se sto intuendo giusto, c'è fortemente da dubitare che per esempio in Gallia una cosa del genere gli sarebbe potuta capitare.

    Noi di fondo non dobbiamo confondere la valenza universale del possesso dello ius civitatis (sulle cui forme di dimostrazione documentale ci stiamo interrogando) con una erronea percezione di uniformità dell'impero romano nei propri primi due o tre secoli. Se complessivamente l'impero ci risulta formato da entità geografiche che mantengono denominazioni particolari e ben differenziate fra Italia, province, prefetture, amministrazioni a gestione civile oppure militare, non dobbiamo pensare che ciò fosse per folklore (tanto più che sappiamo bene che i corrispondenti vertici erano regolati attraverso un cursus honorum romano seppure non sempre per noi prevedibile comunque con tutta l'apparenza di essere stato piuttosto pignolo anche solo quanto a separazione fra cariche equestri, cariche senatorie etc.)
    Non a caso l'Egitto (che per motivi climatici è anche il territorio del quale conosciamo un maggior numero di documenti archivistici privati e persino semi-pubblici scritti solitamente su papiro) è quanto a status un esempio particolarissimo fra le rationes imperiali (come se si trattasse di una sorta di -si sarebbe detto in altri tempi- dotazione della corona, non esattamente di imperium populi romani, checchè ne avesse propagandisticamente dichiarato Augusto nelle proprie Res Gestae).

    Ah, a proposito: ma perché in questa discussione parliamo di ius plenum (avendo direi tutti inteso nel senso di ius civitatis)?
    Lo ius Latii in una ottica repubblicana non è a propria volta a suo modo "plenum" (e forse in particolari contesti periferici da Italia pre-augustea o ancora pre-sillana persino maggiormente favorevole dal punto di vista dell'avanzamento sociale di un individuo non straordinariamente ricco nè straordinariamente povero nè straordinariamente ambizioso, ma attivamente speranzoso di migliorare la propria condizione ed il proprio prestigio all'interno della comunità)?
    La pongo come questione di autonomia locale rispetto all'accentramento del potere nella capitale.
     
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4 replies since 3/4/2023, 04:23   229 views
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