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Nel cambiamento climatico concorrono tre cicli di durata diversa, uno che si misura in centinaia di migliaia di anno, uno in decine di migliaia ed uno più breve; questi ovviamente non sono influenzati ed influenzabili dall‘uomo, e ci troviamo attualmente in una fase in cui le curve si sovrappongono provocando un cambiamento in direzione di un, almeno momentaneo, riscaldamento, come ce ne furono più volte durante le ultime migliaia di anni. A scadenza più lunga stiamo provabilmente andando verso una nuova era glaciale. A questo si aggiunge, e spiega almeno in parte l‘intensità e la frequenza dei fenomeni anomali, il riscaldamento dovuto all‘azione antropica acceleratosi drammaticamente ed esponenzialmente negli ultimi decenni. Il cambiamento, dovuto sia a cause naturali che antropiche, è comunque inarrestabile e le misure, magari anche opportune a breve termine, sono più o meno il lubrificre la serratura della porta della stalla da cui i buoi sono scappati da tempo. È inoltre impensabile che i paesi in via di sviluppo siano in grado, anche se lo volessereo, di prendere misure efficaci contro il riscaldamento, l‘emissione di CO2 e soprattutto l‘inquinamento, problema forse ancor più grave del riscaldamento. Quel che ci sarebbe da fare è prevenire e prendere misure atte a fronteggiare i cambiamenti inevitabili, sia per quanto riguarda il clima, l‘innalzamento dei livelli dei mari, l necessità di adeguare l‘agricoltura alle situazioni che cambiano. Il tentativo disperto ed ingenuo di mantenere lo status quo è tragicamente destinato a fallire.
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