Cosa è per voi la politica

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    per la politica è ascoltare la gente.. per voi cosa è?

    fatemi sapere?
     
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    La frase che hai scritto non ha senso compiuto.
    Comunque la domanda formulata nel titolo (Lo sai che esistono le maiuscole? Usarle correttamente non guasta) è vaga e generica: vuoi dire la politica in generale, come concetto, la politica di un certo periodo o di un certo paese, magari l'Italia oggi, o che altro?

    Per favore, se inizi una discussione, esponi chiaramente quel che intendi, magari esprimendo la tua opinione in merito, chiedendo anche precisazioni e non buttando soltanto lì una frase o una domanda del tutto generica.

    Sembra proprio che tu non abbia capito quale sia lo spirito di questo forum, cioè il discutere su temi storici e politici cercando nei limiti del possibile di approfondirli, di vederne i possibili diversi aspetti, magari con ogni tanto una qualche divagazione, non lo nego, così anche per alleggerire il discorso.

    Leggiti un po' delle discussioni passate e anche di quelle recenti, pensaci magari su e spero capirai cosa intendo.
     
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    Per voi cosa è la politica? Se si fugge alla risposta....
    io lo detto cosa è
     
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    Dal greco antico politikḗ ("che attiene alla pόlis", la città-stato), con sottinteso téchnē ("arte" o "tecnica"); per estensione: "arte che attiene alla città-stato"[3][4][5], talvolta parafrasato in "tecnica di governo (della società)". Dalla stessa radice (πόλις, pόlis, "città-stato") derivano anche il sostantivo polī́tēs (πολίτης, "cittadino") e l'aggettivo polītikós (πολιτικός, "politico").[6]

    Fonte wikipedia.
     
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    grazie per la risposta
     
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    Enciclopedia Treccani: www.treccani.it/enciclopedia/politica/?search=politica
     
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    ma nello specifico cosa è per te la politica?
     
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    Sono d'accordo con le definizioni che ne dà l'enciclopedia Treccani; se invece chiedi che importanza abbia per me la politica o che pensi sulla politica italiana (ma io non vivo in Italia da quasi cinquanta anni), internazionale o del paese dove vivo, è un altro discorso. Comunque ti piaccia o no come viene fatta la politica essa è un dato di fatto, ci possono essere forme diverse, ma una non-politica non esiste e ogni stato, ogni comunità ha bisogno di chi l'amministri. Non è immaginabile uno stato senza politica, come non è pensabile, ad esempio, una lingua senza norme, che possono essere diverse, ma comunque esistono e sono ad essa intrinseche; lingue diverse possono avere norme diverse, ma comunque ci sono. Non dimenticare che sono i cittadini in primo luogo a fare politica, con le loro scelte o non scelte, con il loro assumersi o non assumersi responsabilità. Ci possono essere buoni o cattivi politici, ma la politica, di per sé non ha connotati di valore.
     
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    Per me la politica dovrebbe garantire tutti i bisogni della popolazione.
    Per far questo, bisognerebbe inventare una politica personalizzabile, dove parte dei proventi delle tasse, vengono investiti a scelta del contribuente.
     
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    CITAZIONE (Baphomet @ 28/12/2023, 16:47) 
    Per far questo, bisognerebbe inventare una politica personalizzabile, dove parte dei proventi delle tasse, vengono investiti a scelta del contribuente.

    Come ti immagini si possa far questo, a parte che mi pare tu confonda i concetti di politica e stato? Ogni contribuente dispone di una fettina di bilancio di cui può disporre a sua scelta, oppure si vota per decidere come impiegare i fondi disponibili o una parte di essi o che altro?
     
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    "Politica" dovrebbe significare esclusivamente cura di interessi generali; e siccome gli interessi generali non sono omogenei ma differenziati fra i vari segmenti sociali del popolo diventa ineludibile la funzione politica dei partiti, e più generalmente delle forze sociali, che hanno un senso soltanto se operative in tal direzione nella civile dialettica politica e sociale. La crescente distanza fra le forze politiche ed i cittadini (determinata dall'espropriazione del diritto costituzionale dei cittadini-elettori di scegliere, con l'indicazione della preferenza, il proprio rappresentante) ha inevitabilmente trasformato partiti e forze sociali in associazioni di professionisti della politica, impegnati esclusivamente nella loro carriera ed a trarne i benefici e privilegi che ne discendono.
     
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    Il degrado della politica, indotto dall'esclusione della preferenza elettorale (che incide anche sul principio di sovranità/rappresentanza del popolo sovrano), ha non soltanto eliminato i necessari rapporti fra l'eletto e l'elettore ma ha anche portato al macero le ideologie politiche ed il loro necessario aggiornamento, sostituite da semplici slogan, tanto plateali quanto farlocchi. I partiti, che originariamente avevano la funzione di curare gli interessi dei vari segmenti sociali, sono diventati egoistiche e ciniche associazioni di professionisti (nel senso spregevole di carrieristi) alla ricerca esclusiva del proprio profitto individuale. Nel degrado è pure finito, per conseguenza, il sindacato, la cui essenziale funzione di tutela del lavoro e dei lavoratori è stata sostituita dall'obiettivo finalistico dei sindacalisti di "sedersi al tavolo" dei politici e del governo. Vedo però che forse qualcosa sta cambiando in alcuni sindacati (Cgil e Uil) nel senso di riconsiderazione delle finalità 'storiche' e tradizionali del sindacato e adozione delle azioni con ciò coerenti.
     
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    L’appecoronamento, di origine ‘atlantista’, alla cultura americana ha coinvolto anche la sinistra politica italiana che, nella scellerata corsa alla trasformazione dei partiti progressisti in partiti “dem”, ha del tutto abbandonato i tradizionali temi sociali per occuparsi di opinabili ‘diritti’ civili, political correct e radical chic, dei quali in Italia si occupava esclusivamente il versante radicale del liberalismo italiano. Ciò ha causato l’abbandono e il disorientamento dei ceti sociali più disagiati (un tempo indicati con il termine riassuntivo di “classe proletaria”) che, come dimostrano risultati e sondaggi elettorali, per la loro comprensibile sprovvedutezza culturale sono vittime del populismo becero e truffaldino dell’estrema destra, da sempre culturalmente povera e nemica dei proletari.
     
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