Cosa significa per voi essere di sinistra o di destra?

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    per me essere di sinistra... vuol dire onestà ... lealtà..... non offendere avversario politico

    essere di destra è amare la nazione... difendere... le proprie identità

    per voi?
     
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    L'esatto contrario.

    Poi naturalmente va riconosciuto che esistono forme distorte di sinistra (per esempio quelle socialiste) o di destra (per esempio quelle liberiste) che rendono la comprensione delle differenze un po' difficile.

    Proviamo a confrontarci con il passato: magari riesce meglio. Cavour è destra, Mazzini sinistra. Il fascismo fu una sinistra deviata, il popolarismo sturziano una destra dal volto umano.

    Ne dico un'altra: le (non di rado illuminate ed anticipatrici) battaglie radicali degli anni Settanta e Ottanta e a seguire furono battaglie di destra (e questo lo capiamo già anche solo per la sopravvalutazione dello strumento referendario rispetto a quello parlamentare).
     
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    Per me essere di sinistra significa essere idealista, stare dalla parte del popolo, dei più deboli, e non identificarsi con un leader.
    Essere cittadini del mondo e favorire la pace tra i popoli.

    Essere di destra, secondo me, significa seguire come dei pecoroni un leader.
    Significa porre il proprio interesse personale prima di tutti gli altri e fomentare la violenza e la guerra.

    Edited by Acqua blu - 11/4/2024, 11:51
     
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    Le etichette di sinistra e destra sono solo distinzioni superficiali in un panorama politico distorto. La sinistra, spesso, incarna un'illusione di solidarietà attraverso la coercizione statale, costringendo la gente a conformarsi a un modello di società utopica. D'altra parte, la destra tende a perpetuare un'illusione di libertà mentre protegge interessi elitari e promuove un sistema di privilegi per i pochi a scapito dei molti.

    Quindi, per me, essere di sinistra o di destra significa ben poco. Ciò che conta davvero è la lotta per una società senza padroni né governanti, dove ogni individuo è libero di perseguire i propri interessi senza interferenze coercitive.
     
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    Ma questa -salvo che per la coloritura classista (ah, questi -ismi!), a propria volta percepibile come distorsiva nel contesto contemporaneo- non dovrebbe essere una chiarissima e tipica istanza di destra? ;)
     
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    CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 11/4/2024, 14:44) 
    Ma questa -salvo che per la coloritura classista (ah, questi -ismi!), a propria volta percepibile come distorsiva nel contesto contemporaneo- non dovrebbe essere una chiarissima e tipica istanza di destra? ;)

    Certo, capisco il punto che sollevi. Tuttavia, vorrei chiarire che le mie critiche nei confronti della sinistra e della destra non derivano da un'adesione a una particolare ideologia politica tradizionale, ma piuttosto dall'analisi critica delle loro rispettive posizioni.

    Quando parlo di coercizione statale e di privilegi per pochi a discapito dei molti, non sto necessariamente aderendo a una visione di destra o di sinistra, ma piuttosto sto criticando le tendenze che vedo in entrambe le parti politiche tradizionali.

    Il mio obiettivo principale è quello di promuovere un'ideale di società basata sulla massima libertà individuale e sull'autodeterminazione, dove ogni individuo possa perseguire i propri interessi senza interferenze coercitive. Quindi, mentre alcune delle mie critiche potrebbero sembrare più in linea con certi aspetti della destra politica, è importante sottolineare che la mia priorità fondamentale è la libertà individuale e l'assenza di coercizione statale, indipendentemente dalle etichette politiche.
     
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    Eh, però se guardiamo alla condizione politica e sociale delle Americhe (Nord e Sud, giusto escluso il Canada) vengono un po' i brividi di fronte ad una istanza rivolta verso

    CITAZIONE (DataDrifter @ 11/4/2024, 14:24) 
    . . . una società . . . dove ogni individuo è libero di perseguire i propri interessi senza interferenze coercitive.

    Il nostro senso europeo di sinistra è invece concreto e a mio avviso strettamente legato all'idea della partecipazione del Cittadino, come uguale fra uguali ma non del tutto libero da condizionamenti purché democratici.

    Pensiamo anche alla storia della Repubblica: nella Costituente fra 1946 e 1947 il partito più a destra di tutti propugnava appunto che l'Uomo Qualunque venisse lasciato in santa pace a badare agli affari propri.
     
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    È vero che l'idea di una società dove ogni individuo è libero di perseguire i propri interessi senza interferenze coercitive può sembrare utopica, specialmente considerando le disparità di potere e le ingiustizie presenti in molti paesi dell'America Latina, d'altra parte, comprendo anche il senso europeo di sinistra, che enfatizza l'importanza della partecipazione del cittadino e il ruolo dello Stato nel garantire l'uguaglianza e il benessere sociale attraverso politiche democratiche e interventi pubblici.

    Tuttavia, credo che ci sia spazio per un approccio che combini il rispetto per l'individuo e la partecipazione democratica con la riduzione dell'intervento coercitivo dello Stato. Questo potrebbe significare favorire un sistema politico decentralizzato e basato sul consenso volontario, dove le comunità possono organizzarsi autonomamente per soddisfare le proprie esigenze senza la necessità di un controllo centralizzato.

    Quanto alla storia della Repubblica, è interessante notare come anche nel passato ci siano state voci che proponevano una visione di libertà individuale simile a quella anarchica. Tuttavia, è importante considerare anche il contesto storico e sociale di quei tempi e riflettere su come possiamo applicare i principi di libertà e partecipazione in modo costruttivo nel mondo contemporaneo.
     
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    Sì, ma in realtà l'utopia non mi dispiace come approccio per provare a ragionare. Basta non crederci troppo fideisticamente, ma mi pare utile per provare ad immaginare cosa non va del presente e cosa si vorrebbe fosse meglio nel futuro.

    Del resto ho sempre riconosciuto al pensiero anarchico una capacità di analisi sopraffina, soprattutto nell'inidividuare precocemente ingiustizie che ai più sfuggivano, salvo poi non ritrovarmi affatto quanto al tentativo di immaginare per esse una soluzione ragionevole.

    Però qui la mia piccola provocazione consisteva nel richiamare come -fuori da un approccio da pensatori dell'Ottocento- nel mondo odierno l'istanza dell'essere lasciato in pace a badare a sè autonomamente sia una tipica espressione della destra non necessariamente egualitaria, anzi nelle varie situazioni sociali di fatto piuttosto "egoista".
     
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    Capisco la tua prospettiva e condivido l'importanza di utilizzare l'utopia come strumento per esplorare criticamente la società attuale e immaginare un futuro migliore. È vero che il pensiero anarchico ha spesso offerto analisi penetranti delle ingiustizie sociali e del potere coercitivo, tuttavia, concordo sul fatto che possa essere carente nel proporre soluzioni concrete e realizzabili.

    Quando parli dell'idea di essere lasciati in pace per badare ai propri affari come un'espressione tipica della destra, comprendo la tua preoccupazione riguardo alla percezione di egoismo associata a questa visione. Tuttavia, vorrei sottolineare che l'anarco-capitalismo non si limita a difendere l'individualismo egoistico, ma cerca di promuovere una società basata sulla libertà individuale e sulla cooperazione volontaria.

    In questo contesto, le soluzioni anarchiche ai problemi sociali spesso puntano verso forme di organizzazione decentralizzata e auto-gestita, come le cooperative, le associazioni volontarie e i mercati liberi. Queste strutture consentono alle persone di agire in modo autonomo e cooperativo per affrontare le sfide comuni, senza bisogno di un intervento coercitivo esterno.

    Inoltre, l'anarco-capitalismo incoraggia la responsabilità individuale e la solidarietà volontaria, che possono contribuire a creare una società più resiliente e inclusiva. Un aspetto fondamentale di questo approccio è l'idea delle assicurazioni private come strumento per gestire i rischi e garantire la protezione individuale. Le assicurazioni private, basate su principi di volontarietà e concorrenza, possono offrire una gamma più ampia di servizi e adattarsi meglio alle esigenze individuali rispetto ai sistemi di assicurazione pubblica centralizzati.
     
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    CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 11/4/2024, 10:29) 
    Il fascismo fu una sinistra deviata

    Abbi pazienza ma per quel che ne so io il fascismo è nato per vari motivi, ma uno di questi era senz'altro contrastare il comunismo e le possibili rivolte e/o rivoluzioni popolari, a vantaggio dei benestanti e degli industriali, e ha poi messo al bando i partiti di sinistra e chiunque non la pensasse come loro

    E' vero che il comunismo russo non era una sinistra liberale, ma che il fascismo fosse una sinistra deviata è un concetto che mi riesce difficile da capire



    Per le due etichette la solita solfa basilare, chi è di sinistra è tendenzialmente più a favore del popolo e dell'inclusività, chi è di destra è tendenzialmente più a favore dello stato e delle istituzioni, poi ci sono molteplici sfaccettature e soprattutto miriadi di partiti che incassano finanziamenti

    Nella pratica da noi cambiano solo i nomi nelle vignette satiriche e la costante fissa è il malgoverno
     
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    CITAZIONE (pecche81 @ 11/4/2024, 17:17) 
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    Abbi pazienza ma per quel che ne so io il fascismo è nato per vari motivi, ma uno di questi era senz'altro contrastare il comunismo . . .

    Tra la fine degli anni Dieci e gran parte degli anni Venti (ma non escluso anche dopo) il contrasto al comunismo era esattamente la preoccupazione principale di tutte le sinistre che non fossero comuniste.
    L'eco della disavventura russa di Kerenskij bruciava parecchio e in Italia la litigiosità fra socialisti di varia osservanza aveva però come denominatore comune l'avversione nei confronti dei compagni che avevano nel '20 fatto la scissione.

    In questo clima il fascismo non ancora "di regime" era esattamente allineato (tornerà di tanto in tanto su certi atteggiamenti sociali anche successivamente e persino nella fase finale). D'altra parte cosa avesse fatto di mestiere Mussolini fino al 1914 è noto.

    Poi, certo, nelle campagne nella fase iniziale esisteva già una particolare propensione dei vari ras a prendere soldi dagli Agrari e ad esprimere precocemente una certa disinvolta attitudine alla violenza, ma anche questo secondo me è riconducibile a certe radici. Nelle grandi città invece il "gioco" era tremendamente simile a quello delle varie organizzazioni operaie, soprattutto riguardo alle istanze di lavoro da parte degli ex combattenti della Grande Guerra.

    Però diciamo pure che è una idea come un'altra.
     
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    È un punto di vista interessante, grazie
     
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    bhe ottime risposte... io però vorrei anche saper il perchè vi sentite o di destra o di sinistra

    io? bhe perchè innanzitutto son mancino hihi
    mi piace il rosso
    e mi piace onestà

    buona serata
     
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    Non voglio accusare nessuno, ma non è automatico che uno di sinistra sia anche onesto

    O che uno di destra debba essere un pecorone violento e guerrafondaio
     
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