Rivista "Conoscere la storia"

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    Qualche settimana fa mi è capitato di scorgere in edicola una rivista storica che non avevo mai visto prima: "Conoscere la storia". Incuriosito dalla novità e dall'argomento principale che trattava (un'analisi sulle capacità strategiche di Hitler nella conduzione della seconda guerra mondiale), l'ho acquistata, nonostante il prezzo non proprio economico di 5,90 euro. Leggendo l'editoriale iniziale, ho appurato che si tratta del primo numero (uscito a maggio) dell'edizione italiana della rivista inglese "All about history" che, a quanto pare, sta avendo un ottimo successo in Gran Bretagna grazie alla sua linea editoriale: parlare di storia ai semplici appassionati della materia, offrendo una ricostruzione immediata, priva di tecnicismi e accattivante di diversi eventi in ogni numero. La lettura dell'editoriale di apertura mi ha fatto subito nascere un dubbio: da un lato penso da tempo che alcuni dibattiti storiografici molto specifici possano risultare, a chi si interessa solo per passione di storia, noiosi e autoreferenziali; dall'altro, ritengo che una rivista storica che si rispetti debba avere un livello significativo di approfondimento, pena il ridursi a un surrogato di un sussidiario scolastico. La domanda che mi ponevo, prima di leggere i vari articoli del primo numero di "Conoscere la storia", era quindi più o meno questa: la rivista sarà in grado di coniugare una forte accessibilità alla materia a un indispensabile rigore storico?
    Prima di raccontare la risposta che ho maturato al termine della lettura, ci tengo a precisare che non sono né uno storico di professione né un appassionato solo saltuario della disciplina: il mio punto di vista è quello di un amante della storia, particolarmente concentrato sul periodo tra le due guerre mondiali. Chiarito questo, posso dire che "Conoscere la storia", a mio avviso, riesce solo parzialmente a connotarsi come rivista accurata e, contemporaneamente, adatta al grande pubblico. Il suo punto debole è, come avevo temuto fin dall'inizio, l'approfondimento: gli svariati temi presentati nel primo numero sono esposti in maniera abbastanza superficiale, per quanto non pessima, e senza alcuna indicazione bibliografica.
    La storia di copertina, la caratura strategico-militare di Hitler, è quella che posso analizzare meglio, in virtù delle mie letture. L'argomento, dal mio punto di vista, è trattato in maniera sostanzialmente accettabile ma, a tratti, semplicistica; in particolare i box sulle varie campagne militari della seconda guerra mondiale sono eccessivamente stringati e i "verdetti dell'esperto" su Hitler appaiono più dei luoghi comuni che le conclusioni di un'analisi articolata. Tutto il pezzo, pur non contenendo grossolani errori sui singoli passaggi storici, si fonda sull'idea che la Germania non avrebbe mai potuto vincere la guerra e che Hitler era un dilettante militare perché non se n'era reso conto fin dall'inizio: la realtà storica, inutile dirlo, è molto più complessa di così.
    Altri articoli come "La Top Ten dei Grandi Imperi" e "20 miti da sfatare", pur rivelando qua e là informazioni curiose e interessanti, sembrano più adatti alla Settimana enigmistica che a una rivista di storia. Tutto da buttare dunque? No, "Conoscere la storia" ha anche alcuni punti di forza. Si presenta bene: i disegni, le foto e l'impaginazione sono di buon livello. Inoltre, e soprattutto, mi è risultata una lettura godibile nelle parti su personalità storiche e civiltà a me poco conosciute, come Gengis Khan e i Vichinghi. In questo senso la rivista riesce abbastanza nello scopo per cui è nata e fornisce spunti stimolanti per chi volesse approfondire i temi del numero con letture più ampie e documentate (a tal proposito sarebbe opportuno indicare al lettore una qualificata bibliografia, almeno negli articoli principali).
    In definitiva "Conoscere la storia" è uno strumento divulgativo che può essere utile per avvicinare molte persone allo studio della storia e per far sorgere negli appassionati curiosità per epoche che conoscono meno, ma che risulta inadatto per chiunque cerchi ricostruzioni in profondità. Mi resta però un dubbio: ha senso nell'era di internet una rivista che offre poco di più di quanto si trova gratuitamente su wikipedia e che contiene articoli spesso meno approfonditi di quelli che si possono leggere su forum come il nostro? Ai lettori l'ardua sentenza.
     
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    Avere in mano un testo( rivista o leggo) ha per me un fascino poco paragonabile a ciò che trovo in rete.
    Il libro è mio,scrivo sottolineo evidenzio,sporco,faccio il classico orecchio,in poche parole lo vivo.viva quindi la carta stampata.
    Senza togliere importanza alla sempre più necessaria rete.
    Se trovo ancora la rivista la compro
     
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  3. Eddie1988
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    CITAZIONE (manfred.r @ 11/6/2014, 18:02) 
    Avere in mano un testo( rivista o leggo) ha per me un fascino poco paragonabile a ciò che trovo in rete.
    Il libro è mio,scrivo sottolineo evidenzio,sporco,faccio il classico orecchio,in poche parole lo vivo.viva quindi la carta stampata.
    Senza togliere importanza alla sempre più necessaria rete.
    Se trovo ancora la rivista la compro

    Guarda, io sono completamente d'accordo con te nel dire che la carta ha un fascino che la pubblicazione virtuale non raggiungerà mai(infatti mi oppongo con tutte le forze ai tentativi di mia madre di appiopparmi un lettore di e-book).

    Però, per entrare nello specifico della questione posta da Oskar, una rivista di divulgazione scientifica(perchè lo studio della Storia è una scienza) deve a mio avviso offrire una qualità di contenuti superiori a quelli recuperabili su wikipedia o analoghi strumenti online. Se si limita a fornire una semplice panoramica di un argomento, con scarso livello di approfondimento e totale assenza di riferimenti bibliografici(ne una semplice lista di letture sull'argomento), non vale la pena acquistarla.
    Altro discorso se invece offre, sempre mantenendo un'impostazione accessibile al grande pubblico(dato che si parla di divulgazione e non di ricerca), un resoconto più particolaristico di un argomento e gli strumenti necessari per sviluppare approfondimenti(riferimenti bibliografici in primis), allora ritengo che poss si valer la pena di considerarne l'acquisto.
     
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    Tengo a precisare che io adoro la carta stampata e che non sostituirò mai i miei amati libri con degli e-book. Però la penso come Eddie: le riviste storiche devono darti qualcosa in più di un sito per far sì che valga la pena acquistarle e gustarsele. "Conoscere la storia" è un po' al limite, stando all'impressione che mi ha fatto il primo numero. Se la troverai Rosaria, sarei contento di sapere la tua opinione in questo senso!
     
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    Non conosco la rivista citata, sono abbonato da anni a "Storica" e spesso mi capitano altre riviste del genere, ma meno generaliste, tipo "Medioevo" o "Archeo"
    Le compro perchè, più che informazioni esaustive su un singolo argomento, mi danno stimoli di interessamento su argomenti che conosco poco, un articolo su Riccardo Cuor di Leone o altri personaggi storici ultranoti ben fatto, su queste riviste non l'ho mai letto, a volte però trattano argomenti da me ignorati o poco conosciuti, per dire, recentemente un articolo sulle leggi accadiche, precedenti Hammurabi di secoli, insomma, servono per stimoli nuovi, che invoglino all'approfondimento.
     
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    Giusto Romeo.le riviste che si trovano di storia che si trovano in giro sono spesso piene di foto(laddove esistano) ma poco affrofondite ed il motivo ė semplice.devono vendere e strizzano l'occhio ad un lettore apparentemente desideroso di approfondire ma spesso privo di supporto e capacità adeguate.quindi rimangono spesso nel vago e semplicistico,il lettore che ha comprato è contento perché ha fatto una lettura "colta".ma temo che anche di questi lettori non ne siano rimasti tanti...ed il motivo e
    È la rete che offre qualcosa di immediato,talvolta sbagliato,ma poco importa.So chi è Carlo Magno,obiettivo raggiunto.
    Per Romeo.fammi sapere di quelle leggi,così cambio e non comincio il mio programma con il codice Hammurabi.
     
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    Le leggi accadiche e quelle sumere, precedenti e collocabili al IV / III millennio, giunte a noi in forma più ampia, ma non in un'unica stele come nel caso di Hammurabi, sono caratterizzate da una maggiore mitezza.

    E' completamente assente la legge del taglione (occhio per occhio, dente per dente), che è invece alla base della legislazione semitica del Codice di Hammurabi. Hammurabi, ad esempio, affermava che se il figlio del proprietario muore nel crollo di una casa, deve essere messo a morte il figlio del costruttore della casa.
    I Sumeri preferivano aiutare la vittima prevedendo un congruo risarcimento per il danno subito.
    Solo in alcuni casi, molto gravi, si ricorreva alla pena di morte, che non poteva essere comminata da un normale giudice, ma doveva essere decisa dal sovrano.
    All'ordalia, il giudizio divino, si ricorreva proprio quando non c'era alcun altro modo per determinare la colpevolezza dell'accusato.
    Non erano previste torture, punizioni fisiche e nemmeno il carcere.
     
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  8. Biscuso
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    Anche a me è capitato vederla in edicola ma non la potei acquistare data la mancanza monetaria, ma cercando su internet non trovo nessun sito ufficiale o cose del genere, proverò con la rivista cugina inglese.

    Edited by [SZ8-R]Biscuso - 9/4/2015, 00:14
     
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    apparte il fatto che trovo assurda e assolutamente ridicola l'ostilità verso gli ebook, e quindi il futuro (e lo dice un amante dei libri!).
    fatemi sapere se c'è qualche rivista degna di essere acquistata, magari tramite abbonamento!
     
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    Dipende dai tuoi interessi, se sei interessato alla Storia nel suo insieme, fino alla più recente, History và bene, se hai interessi più specifici ma sempre generalistici Storica o Civiltà,che si occupano della Storia antica, fino al 1800.
    Più specifiche Medioevo o Archeo, la prima è naturalmente monotematica, dalla fine dell' impero romano al rinascimento, la seconda parla solo dell'aspetto archeologico.
     
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    la versione digitale costa solo 15€ annui!! mi riferisco a BBC HISTORY. la ritieni meritevole come rivista? se mi dite che vale e non è una roba tipo Focus, sottoscrivo subito l'abbonamento.
     
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    BBC History va benissimo come rivista storica generalista, è molto varia, parla di tutta la Storia fino all'attualità, usa un linguaggio semplice che oltre ad informare risulta spesso divertente, insomma non è la rivista del "topo di biblioteca", ha uno stile giornalistico molto piacevole.
    Unico "difetto" se di difetto si tratta, è molto inglese, tratta parecchio della Storia britannica, o almeno vede ogni argomento dal punto di vista inglese, cosa ovvia, dato che praticamente è una rivista inglese tradotta.

    Ci sono anche riviste in rete gratuite:

    www.tuttostoria.net/default.aspx

    www.instoria.it/home/index.htm
     
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    Con questi due link mi hai regalato un sussulto orgasmico... Per me siti del genere sono merce preziosa! Grazie dei consigli!!
     
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  14. Herr rommel1
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    Comunque i 20 luoghi comuni da sfatare erano tutti copiati dal dossier di focus storia "100 falsi miti" certamente più approfondito

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    CITAZIONE (Herr rommel1 @ 11/1/2015, 19:50) 
    Comunque i 20 luoghi comuni da sfatare erano tutti copiati dal dossier di focus storia "100 falsi miti" certamente più approfondito

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    Non ho modo di verificare la cosa ma non stento a crederti: avevano un certo sapore da copia-incolla.
     
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