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E' attualmente in discussione in Parlamento il disegno di legge del senatore leghista Simone Pillon.
Il ddl introduce la “bigenitorialità perfetta”: in caso di separazione di una coppia, il mantenimento dei figli, il loro affido, e di conseguenza i costi e il tempo passato con loro, devono essere equamente divisi tra padre e madre.
Il ddl Pillon si propone di contrastare il fenomeno dell’alienazione genitoriale: “Nelle situazioni di crisi familiare il diritto del minore ad avere entrambi i genitori finisce frequentemente violato con la concreta esclusione di uno dei genitori (il più delle volte il padre) dalla vita dei figli e con il contestuale eccessivo rafforzamento del ruolo dell’altro genitore”, si legge all’articolo 12.
Tantissime le critiche che il ddl Pillon si è attirato, in particolare dalle donne, sia attiviste che parlamentari. Il ddl è stato da più parti accusato di essere maschilista e andare contro le donne che si trovano in situazioni più deboli, oltre che a non guardare al supremo interesse del minore.
Estratti da questo articolo, di cui consiglio la lettura integrale.
Oggi molte donne stanno manifestando in diverse città d'Italia contro il ddl Pillon. Voi cose ne pensate del disegno di legge del senatore leghista?
Io ritengo che l'idea di tutelare maggiormente il rapporto tra i padri divorziati e i figli sia di base corretta, ma che il ddl Pillon nella sua attuale formulazione rischi di ripercuotersi sul benessere dei minori. Inoltre il ddl, rendendo le separazioni più complesse e costose per le coppie con figli, potrebbe finire per penalizzare le donne che si trovano in situazioni familiari difficili, rendendole in qualche modo prigioniere del proprio matrimonio.
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Stabilire per legge che cosa sia favorevole al benessere dei figli e che cosa no, è oltremodo arduo. La proposta di dividere equamente il tempo tra i genitori sembrerebbe una soluzione salomonica, il che non vuol dire necessariamente buona. Ma solo la valutazione del caso singolo può, se davvero può, stabilite che cosa sia favorevole e che cosa no. Più facile forse dire che cosa non sia favorevole al benessere: lo stato di tensione permanente, le accuse che mai finiscono, l'usare i figli per colpire il coniuge.
La legge può fornire linee direttive di base, e così ad una prima lettura, il progetto non mi sembra tanto sbagliato, almeno in linea di principio. Inoltre è importante che i figli stessi siano sentiti e coinvolti nelle decisioni. Alcuni aspetti, il pagamento a metà ad esempio, mi paiono macchinosi e possibile fonte di ulteriori tensioni. Positiva mi pare l'obbligatorietà della mediazione (ammesso che ci siano abbastanza mediatori davvero capaci).
Se non sbaglio chi non disponga di redditi adeguati riceve già ora il patrocinio gratuito. Mantenere in piedi un rapporto non funzionante è male per tutte le persone coinvolte. La legge dovrebbe tenerne conto ed evitare che questo possa succedere. Ma sono davvero le questioni economiche, o dietro di esse ci sono altri motivi che andrebbero chiariti? In questo senso la mediazione, a scopo di chiarimento, dovrebbe iniziare molto presto, sin dall'inizio delle procedure o forse ancora prima.
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Il disegno di legge sull'affido condiviso, è «una iniziativa autonoma di Pillon», spiegano dal Carroccio. Soprattutto non ha il placet del ministro della Famiglia, il leghista Lorenzo Fontana, che aveva già dato un parere piuttosto critico al ddl, al momento in discussione in Commissione Giustizia al Senato. «A mio modo di vedere ci sono sicuramente degli aggiustamenti e delle cose da correggere», aveva detto Fontana lasciando intendere che l'iter della legge non sarà breve e dunque ci sarà il tempo di «discutere ed eventualmente rivedere la legge».
Citazione da:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/leg...ge-1599898.html
Personalmente, per esperienza "de visu" valutando i casi di persone vicine, penso che una legge simile possa essere sacrosanta, pare comunque che verrà largamente discussa e modificata.
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CITAZIONE Il ddl introduce la “bigenitorialità perfetta”: in caso di separazione di una coppia, il mantenimento dei figli, il loro affido, e di conseguenza i costi e il tempo passato con loro, devono essere equamente divisi tra padre e madre.
sono d'accordo. Anche perchè, ad oggi, nella maggior parte dei casi, il padre è obbligato a mandare il mantenimento, ma l'affido è esclusivo della madre. Mi sembra al quanto ingiusto. I padri hanno solo doveri e pochissimi diritti.
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Non ho ancora conosciuto persone che si sono ritrovate direttamente coinvolte in un divorzio, quindi conosco poco il tema trattato. Ma è certamente vero che molto, troppo, spesso si sentono storie di padri che si ritrovano a vedere pochissimo i pochi figli, oppure non riescono a rifarsi una vita proprio perché obbligati a pagare costantemente gli alimenti. Ciò non significa che debba tutto andare a favore del padre, sia chiaro, perché appunto dipende pur sempre da caso a caso. E' difficile trovare una legge che possa generalizzare tutti i casi. La mia idea utopistica resta quella di vedere un figlio che passa il 50% del proprio tempo settimanale a casa della madre, e il restante 50% a casa del padre, per quanto possa risultare possibile in ogni separazione.
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Io credo che non si possa prescindere dall'analisi dei singoli casi.
Una legge che imponga la regola della bigenitorialità perfetta è pericolosa perché dà in qualche modo per scontata l'idea che la soluzione migliore per i figli di genitori divorziati sia sempre quella di passare metà del proprio tempo con la madre e l'altra metà con il padre, quando nella realtà non è sempre così.
Personalmente nutro in generale dei dubbi sul fatto che essere sballottato continuamente da un genitore all'altro possa essere una cosa buona per un minore, ma non sono un esperto di psicologia infantile.
Il grave difetto di dimenticare la diversità delle situazioni compare anche in altri passaggi del ddl Pillon.
Citando da questo bell'articolo di cui consiglio la lettura integrale
CITAZIONE Il ddl propone soluzioni standard che non tengono conto della diversità delle situazioni, e che possono essere devastanti: il ddl introduce infatti l’obbligatorietà del ricorso un mediatore privato a pagamento nelle separazioni con figli minori, comprese quelle legate a violenza e abusi.
(...)
Funzionando su soluzioni standard, il ddl “dimentica” infatti i casi in cui le separazioni sono dovute a violenza domestica (psicologica, sessuale, economica o fisica) costringendo la vittima a negoziare con il proprio aggressore. Non definisce poi che cosa sia la «violenza» né la inserisce nell’intero iter giudiziario per la regolamentazione dei rapporti tra genitori. Il testo cita la violenza anche all’articolo 9 quando dice che il giudice può intervenire sull’affidamento in caso di «accuse di abusi e violenze fisiche e psicologiche evidentemente false»: secondo i centri antiviolenza, considerando la violenza come il prodotto di false accuse e sanzionandola, il ddl minaccia apertamente le donne che osano denunciare o anche solo parlare degli abusi che subiscono, ma anche i minori che manifestano paure. |
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Condivido quanto scrivi, Oskar.
Mi pare tu abbia dimenticato il link ll'articolo cui fai riferimento. 
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CITAZIONE (dceg @ 14/11/2018, 22:27) Condivido quanto scrivi, Oskar. Mi pare tu abbia dimenticato il link ll'articolo cui fai riferimento.
No no, basta cliccare su "questo bell'articolo" e si apre. 
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CITAZIONE (Oskar @ 14/11/2018, 22:29) No no, basta cliccare su "questo bell'articolo" e si apre.
Scusa, non vevo visto il colore diverso!
La critica espressa nell'articolo mi pare fondata e circostanziata.
Approfodendo l'argomento devo rivedere il mio parere inizialmente abbastanza positivo sul disegno di legge. Quello che mi pare l'elemento positivo (almeno in linea teorica, poi in pratica...) sarebbe il ricorso ad essa nella fare preliminare. Ma non certo come previsto.
Edited by dceg - 14/11/2018, 22:52
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Ma che bella discussione . Speriamo questo provvedimento possa passare .
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9 replies since 10/11/2018, 16:07 126 views
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