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Ho finito un paio di giorni fa la lettura di questo libro. Innanzitutto il titolo scelto da Einaudi per la prima edizione è piuttosto fuorviante e non rispecchia l'originale inglese, che è stato invece correttamente tradotto nelle edizioni successive:La brutale amicizia. Mussolini, Hitler e la caduta del fascismo italiano. In effetti, il periodo dei cosiddetti 600 giorni di Mussolini, occupa solamente l'ultimo quarto del testo. Il volume è stato una gradevole sorpresa, secondo la mia opinione, quando è uscito, all'inizio degli anni Sessanta, doveva probabilmente rappresentare lo stato dell'arte degli studi relativi alle relazioni tra Italia e Germania nel periodo che va dalla fine del '42 alla metà del '45. Il duce cercò con insistenza di portare Hitler ad una soluzione politica del conflitto a Est: una seconda Brest-Litovsk. Forse,prima che il 25 Luglio lo mettesse fuori gioco,stava pensando ad una soluzione autonoma per l'Italia. Hitler non ne volle sapere. Il duce della RSI ci appare come un' immagine senza consistenza, senza reale potere. Una lettura da non perdere. . -
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Di certo un librointeressante.
Puoi inserire i dati bibliografici completi, come facciamo solitamente?. -
Aeroplano Italiano.
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Si Mussolini tentò di attuare una sua diplomazia, ma non aveva nessun margine. . -
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Autore e titolo sono quelli riportati, editore Einaudi 1963. Si trova ancora, vedo in rete, anche usato.
L'ho letto intorno agli anni Settanta, prendendolo in una ormai dimenticata biblioteca. Non ricordavo l'avesse tradotto, in collaborazione, lo storico Renzo De Felice.
Per chi fosse interessato a una recente versione letteraria di quegli anni, consiglio il mio quasi concittadino Antonio Pennacchi: Canale Mussolini Seconda parte Ed. Mondadori. Bizzarro romanziere, l'autore ha vinto lo Strega nel 2010, con la prima. Migliore sul piano narrativo, ma il sequel offre un discreto e sapido "ripasso" storico, non solo localistico.. -
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Leggendo la presentazione di Kodiak mi sembra un libro davvero interessante. Mi piacerebbe vedere come si traducevano in lettere e appelli all'alleato i timori di Mussolini per come la guerra si stava mettendo dopo le sconfitte di El Alamein e Stalingrado e la sua crescente consapevolezza del tragico errore commesso nel legare frettolosamente le fortune sue e dell'Italia a quelle della Germania hitleriana. . -
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È interessante come la storiografia anglosassone di quegli anni, penso anche a un autore caro a Oskar, Shirer,abbia scritto pagine di grande precisione, nonostante le poche fonti allora accessibili. Mussolini aveva tentato in tutti i modi di indurre Hitler ad una pace separata con Stalin. Vista la riluttanza del fuhrer, stava già muovendosi verso uno sganciamento dell'Italia dall'Asse. Quanto alle motivazioni dell'ingresso del nostro paese in guerra, consiglio la lettura delle pagine relative nella bellissima biografia mussoliniana di Pierre Milza e il notevole "Roma tra Londra e Berlino" di Rosaria Quartararo. Questi libri contengono argomenti tali da dover rivedere quasi tutto quel che si sa circa le motivazioni di Mussolini nel giugno del '40. . -
.È interessante come la storiografia anglosassone di quegli anni, penso anche a un autore caro a Oskar, Shirer,abbia scritto pagine di grande precisione, nonostante le poche fonti allora accessibili. Mussolini aveva tentato in tutti i modi di indurre Hitler ad una pace separata con Stalin. Vista la riluttanza del fuhrer, stava già muovendosi verso uno sganciamento dell'Italia dall'Asse. Quanto alle motivazioni dell'ingresso del nostro paese in guerra, consiglio la lettura delle pagine relative nella bellissima biografia mussoliniana di Pierre Milza e il notevole "Roma tra Londra e Berlino" di Rosaria Quartararo. Questi libri contengono argomenti tali da dover rivedere quasi tutto quel che si sa circa le motivazioni di Mussolini nel giugno del '40.
Riusciresti ad anticiparci qualcosa di queste pagine? Mi hai messo curiosità.. -
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Brevemente: Milza riprende, citandolo espressamente, De Felice secondo la cui tesi l'entrata in guerra dell'Italia fu concordata con l'Inghilterra di Churchill, con il placet dei francesi. Il fatto che un autore francese dia credito a questa ipotesi, che smonta completamente la teoria della pugnalata alle spalle, già da sola fa riflettere. Nel libro della Quartararo è illustrata in maniera convincente la politica di Mussolini per quanto concerne gli obiettivi italiani nel mediterraneo e quanto, pochissimo, il duce si ritenesse legato all'Asse. Dopo la lettura di quei passi e di quel libro si fa davvero fatica ad accettare integralmente la versione oggi comunemente ritenuta valida. . -
.Brevemente: Milza riprende, citandolo espressamente, De Felice secondo la cui tesi l'entrata in guerra dell'Italia fu concordata con l'Inghilterra di Churchill, con il placet dei francesi. Il fatto che un autore francese dia credito a questa ipotesi, che smonta completamente la teoria della pugnalata alle spalle, già da sola fa riflettere. Nel libro della Quartararo è illustrata in maniera convincente la politica di Mussolini per quanto concerne gli obiettivi italiani nel mediterraneo e quanto, pochissimo, il duce si ritenesse legato all'Asse. Dopo la lettura di quei passi e di quel libro si fa davvero fatica ad accettare integralmente la versione oggi comunemente ritenuta valida.
Messa così mi sembra una dietrologia infondata, ma dovrei leggere il libro per formarmi un'idea compiuta.
In ogni caso se davvero l'entrata in guerra dell'Italia mussoliniana fosse stata concordata con l'Inghilterra si farebbe fatica a comprendere perché il regime fascista non sia riuscito a smarcarsi mai dalla Germania nazista, affondando con essa.
Le evidenze storiche raccontano che Mussolini, impaziente di saltare sul carro del vincitore per prendersi una parte del bottino, trascinò l'Italia in una guerra per la quale non era pronta e in cui le sue sorti sarebbero dipese integralmente dalle fortune dell'esercito tedesco.. -
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In questo il libro di cui ho riferito qui presenta un quadro completamente diverso. I contatti tra rappresentanti del governo britannico e di quello italiano, volti a evitare l'entrata in guerra dell'Italia, evidenziarono la volontà italiana di partecipare attivamente al conflitto, e non quella, auspicata dai britannici, di fungere da mediatori alla ricerca di una soluzione di pace. . -
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Le evidenze storiche sulle quali ho formato la mia opinione sono concordi circa il fatto che l'Italia, dopo l'Etiopia e la Spagna, non era assolutamente preparata per una guerra che durasse più di qualche mese. Al tempo stesso mi è chiarissimo che Mussolini non aveva alcuna intenzione di legare le sorti del nostro paese a quelle della Germania. Partì con l'idea di condurre una sua guerra, parallela, nel teatro del mediterraneo e solo obtorto collo dovette piegarsi ad accettare l'aiuto tedesco. Questo risulta, senza ombra di dubbio, anche dalla lettura di Deakin. Sarebbe interessante poter conoscere gli appunti di De Felice. . -
.Le evidenze storiche sulle quali ho formato la mia opinione sono concordi circa il fatto che l'Italia, dopo l'Etiopia e la Spagna, non era assolutamente preparata per una guerra che durasse più di qualche mese. Al tempo stesso mi è chiarissimo che Mussolini non aveva alcuna intenzione di legare le sorti del nostro paese a quelle della Germania. Partì con l'idea di condurre una sua guerra, parallela, nel teatro del mediterraneo e solo obtorto collo dovette piegarsi ad accettare l'aiuto tedesco. Questo risulta, senza ombra di dubbio, anche dalla lettura di Deakin. Sarebbe interessante poter conoscere gli appunti di De Felice.
Sicuramente l'Italia non era pronta alla guerra. Sono anche convinto che Mussolini inizialmente non intendesse legare le proprie fortune alla Germania nazista, se non altro perché era persuaso che la Germania avesse già sostanzialmente vinto la guerra sul continente con il crollo della Francia.
Ciò che non mi torna è l'idea che l'entrata in guerra dell'Italia sia stata in qualche modo concordata con il Regno Unito. A mio avviso fu un errore di valutazione di Mussolini, fatto per il timore di non potersi sedere al tavolo delle trattative di pace come uno dei vincitori del conflitto.. -
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Credo anche io che fu una decisione estemporanea di Mussolini, credo che nepure la Germania, che avava gia vinto sulla Francia, avesse interesse ad un'entrata in guerra di un'Italia militarmente impreparata ma che potenzialmente poteva conservare almeno sulla carta una notevole valenza di minaccia e di interdizione nel Mediterraneo e poteva essere mediatrice tra le parti.
Con la "furbata" della "pugnalata alla schiena" il duce giocò alla roulette tutto ciò che aveva, e perse.. -
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La cosa curiosa è che leggendo il volume della biografia defeliciana del duce, relativo all'entrata in guerra dell' Italia, se ne ricava l'impressione che nel giugno del'40 il titubante fosse Mussolini e che se non avesse dichiarato la guerra, si avrebbe avuto un 25 luglio anticipato e di senso opposto. . -
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Mi sono riletto il diario di Ciano soprattutto in riferimento al Maggio 1940, mi pare chiaro, stando almeno al ministro degli esteri, contrario alla guerra, che la decisione fu di Mussolini, si parla anche della minaccia al papato ed al re, in caso di opposizione, l'unico fervente interventista pro Germania è Grandi, i militari, a cominciare da Badoglio sono contrari per evidenti carenze di mezzi, cito alcuni passi:
6 MAGGIO – Firma Reale. Sua Maestà parla oggi
senza alcun partito preso antigermanico, ma con un
senso di molta moderazione: a suo dire, la macchina
militare ancora debolissima consiglia di andare piano.
Per questo il Re raccomanda di rimanere nell'attuale
posizione di attesa e di preparazione il più a lungo
possibile. Si è deciso a dare il Collare a Göring, ma
molto a denti stretti. Mussolini, che ha con Lui conferito
in merito, ha dovuto dirgli: "Maestà, è forse un limone
che dovete ingoiare, ma tutto consiglia in questo
momento un simile gesto"
12 Maggio
I telegrammi del Papa ai Sovrani dei
tre Stati invasi hanno indignato Mussolini che vorrebbe
mettere un alto là al Vaticano, disposto com'è di
giungere alle estreme conseguenze
In questi giorni
ripete spesso che il Papato è il cancro che rode la nostra
vita nazionale, e che lui intende – se necessario –
liquidare questo problema una volta per tutte. Ha
aggiunto: "Non creda il Papa di cercare alleanza nella
Monarchia, perché sono pronto a far saltare le due cose
insieme. Bastano le sette città della Romagna per fare
fuori contemporaneamente Re e Papa
13 Maggio
Purtroppo ormai, nessuna azione per trattenere
ulteriormente il Duce può venire da me svolta. Ha
deciso di agire e agirà. Crede nel successo tedesco e
nella rapidità del successo. Soltanto una nuova piega
degli avvenimenti militari può indurlo a rivedere la sua
decisione, ma per ora le cose buttano tanto male per gli
alleati che non si vede speranza
Alfieri ha parlato col Papa. Farà un rapporto scritto,
ma intanto sottolinea che ha trovato una precisa
intransigenza sull'atteggiamento della Chiesa nel
conflitto. Il Papa ha detto che è "pronto anche ad essere
deportato in un campo di concentramento, ma non a fare
alcunché contro coscienza
14 Maggio
Il Duce mi informa che Soddu ha parlato al Re della
questione del Comando Supremo che Mussolini vuole
assumere di persona. Pare che S. M. abbia notevolmente
resistito invocando anche il suo diritto in base allo
Statuto. Poi avrebbe finito con l'annuire, attraverso una
formula di compromesso, cioè una delega di poteri.
Mussolini manifestava irritazione. Ha detto chiaramente
che, a guerra vinta, intende sbarazzarsi di una
Monarchia che non ama e della quale non riesce più a
sopportare il peso
Edited by Romeottavio - 22/12/2018, 11:08.