Brasile: la legge Muwaji

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    In Brasile si parla da anni di approvare la legge Muwaji.
    Questa legge mira ad impedire l'infanticidio tra gli indios. Piccola premessa: la pratica di infanticidio tra gli indios è molto rara, una ventina di tribù su 300 la pratica, e dal 1988 agli indios viene riconosciuto il principio di autodeterminazione dei popoli.

    Adesso per impedire l'infanticidio si vogliono adottare misure drastiche che violerebbero quel principio di diritto: obbligo di denuncia di gravidanze sospette, se la tribù in passato ha permesso infanticidi i bambini possono essere dati in affido al momento della nascita indipendentemente dalle intenzioni dei genitori di accoglierlo o meno (questo punto è ancora in discussione).

    Gli evangelici soprattutto spingono per farla approvare, l'infanticidio tra gli indios viene utilizzato pretestuosamente talvolta per legittimare la loro "estinzione culturale" da parte della popolazione e gli unici che si oppongono sono gli antropologi. Una frase mi ha colpito di Rita Laura Segato nell'opporsi al progetto di legge: "Che ogni popolo intrecci i fili della propria storia".

    La legittimazione dell'infanticidio da un punto di vista bioetico segue sempre le stesse dinamiche:
    1- quando è vita
    2- spersonalizzazione
    3- non riconoscimento di diritti

    Alla fine trattasi di "aborto post-natale", ovvero quel neonato non è persona (gli indios credono che la vita entri con il latte materno, per cui finchè non viene allattato non è persona e non viene riconosciuto dalla madre e dalla comunità) e quindi spetta alla madre decidere cosa farne. C'è da dire anche che per quei popoli la disabilità oltre ad essere un disagio (sono nomadi perlopiù che vivono in ambiente ostile in mezzo alla foresta) spaventa, per alcuni la faccia del bambino con sindrome di down è il volto di un demone, è uno spirito maligno.

    Dopo quanto detto, a chi spetta stabilire la legge: ai popoli ancestrali che da sempre sono lì o ai coloni per difendere la vita di un essere umano?

    Attenzione: in Italia l'infanticidio è reato (art. 578 c.p.) ed è reato anche l'apologia di reato, ovvero condotta consistente nella difesa o nell'esaltazione di fatti o comportamenti illeciti o comunque contraria alle leggi (art.414 comma 3).
     
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  2. BluEmme
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    La tutela della vita e dell'incolumità di una persona è un principio universale, e credo che il reato di infanticidio (come reato specifico o nell'ambito del più complessivo reato di omicidio) sia presente in tutti gli ordinamenti giuridici del mondo. Non dovremmo quindi domandarci se prevalga "la legge dei coloni o quella degli indigeni" ma piuttosto se un popolo indigeno può dotarsi, nel nome della propria condizione di scollegamento dalla civiltà contemporanea, di leggi difformi rispetto ai diritti umani stabiliti a livello mondiale. E' più importante tutelare un individuo dalla morte oppure una cultura dall'estinzione?
    Magari non è necessaria una scelta di campo così netta, perché non è detto che stabilire delle forme di monitoraggio e di tutela significhi strappare sistematicamente i figli ai genitori come accadeva per esempio in Australia a danno degli aborigeni...
     
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    Potrebbe dirsi lo stesso dell'aborto in generale: non è una persona, non è omicidio.

    In base al punto del processo in divenire dell'essere umano in cui stabiliamo che da lì in poi è persona potremmo parlare di inviolabilità della vita.

    Per me cattolica il feto è persona, per qualcun altro no solo un "potenziale essere umano" e per gli indios e non solo loro anche il neonato è solo un "potenziale essere umano".

    La legge, che lo accettiamo o meno, forma il nostro pensiero e per questo il neonato è persona, ma tale assunto non è scontato, così come non lo è che lo sia il feto.

    Insomma prima di parlare di incolumità della persona bisognerebbe definire chi è persona. È solo questione di cultura? Siamo sicuri?
     
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  4. BluEmme
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    Ok, però la differenza che c'è nel caso di un feto e un neonato, al di là di tutte le valutazioni etiche che possiamo fare, è pratica: il neonato è staccato dal corpo della madre, e nel caso specifico la legge pare preveda la possibilità che venga distolto dai suoi genitori naturali (per affidarlo allo Stato oppure ad altre famiglie) quando sussiste un concreto rischio di infanticidio; il feto non è staccato dal corpo della madre, e quindi la questione è più complessa, è difficile pensare di tutelare la vita del nascituro contro la volontà dell'individuo adulto che lo porta in grembo.
    A livello etico, una corrispondenza tra aborto, infanticidio ed omicidio appare audace, ma è stata per esempio oggetto del racconto di Philip Dick (visionario autore di fantascienza, noto soprattutto perché da uno dei suoi racconti è stato sviluppato il celebre film Blade Runner) "Le pre-persone". In questo controverso racconto si descrive una società dove, per ragioni di declino economico, è legale la soppressione dei bambini fino all'età di 12 anni. Prima di quella età sono considerati appunto "pre-persone" usando in particolare come parametro "scientifico" la capacità di compiere calcoli matematici di una certa complessità.

    CITAZIONE
    È solo questione di cultura?

    E' anche una questione politica. Non mi sfugge che attualmente il Brasile è coinvolto in polemiche con l'estero e che fra le varie accuse che vengono rivolte agli odierni governanti brasiliani c'è anche quella di essere ostili ed aggressivi nei confronti degli indios. Sicuramente gli indios vanno tutelati affinché le loro lingue e peculiarità culturali non finiscano dell'oblio, ma non possiamo essere estremisti su questo.
     
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    CITAZIONE (BluEmme @ 3/12/2019, 21:29) 
    Ok, però la differenza che c'è nel caso di un feto e un neonato, al di là di tutte le valutazioni etiche che possiamo fare, è pratica: il neonato è staccato dal corpo della madre, e nel caso specifico la legge pare preveda la possibilità che venga distolto dai suoi genitori naturali (per affidarlo allo Stato oppure ad altre famiglie) quando sussiste un concreto rischio di infanticidio; il feto non è staccato dal corpo della madre, e quindi la questione è più complessa, è difficile pensare di tutelare la vita del nascituro contro la volontà dell'individuo adulto che lo porta in grembo.

    Le restrizioni sarebbero le stesse. Entrambe le donne incinte sarebbero tenute sotto osservazione e fatte partorire supervisionate da qualcuno. Una sarebbe costretta che lo voglia o no a dare via suo figlio (la presunta infanticida) e l'altra a farlo nascere.
    Se si considerasse il feto persona, "il corpo è mio e ci faccio quello che io voglio" verrebbe assai limitato perchè tra due individui di cui uno che non può difendersi ed ha diritto alla vita (diritto fondamentale dell'essere umano) ed un altro che con il suo agire ha una responsabilità sulla situazione del primo, la legge dovrebbe proteggere il più debole. Se io faccio un'azione che ha conseguenze su altre persone inermi, io ho una responsabilità su di esse. Questo è il motivo per cui nel diritto marittimo il capitano deve essere l'ultimo a dover lasciare la nave che affonda, egli è responsabile con il suo agire di altri.

    Il problema di diritto di questa legge è cosa si persegue, l'intenzione? L'indios, finchè il bambino non è nato, non ha intenzione di lasciar morire nessuno (i neonati muoiono molte volte perchè abbandonati nella foresta). Nel caso in cui la morte sopraggiunga per abbandono, piuttosto che una legge da sequestro di persona che mira a togliere un figlio ai genitori a prescindere per il solo sospetto che si possa configurare un reato, si potrebbe creare un luogo dove queste donne possono "abbandonare" questi piccoli in totale sicurezza.

    Bisognerebbe prima lavorare sulla testa delle persone e poi pensare con termini coercitivi di far fare loro quello che vogliamo noi.

    CITAZIONE (BluEmme @ 3/12/2019, 21:29) 
    A livello etico, una corrispondenza tra aborto, infanticidio ed omicidio appare audace, ma è stata per esempio oggetto del racconto di Philip Dick (visionario autore di fantascienza, noto soprattutto perché da uno dei suoi racconti è stato sviluppato il celebre film Blade Runner) "Le pre-persone". In questo controverso racconto si descrive una società dove, per ragioni di declino economico, è legale la soppressione dei bambini fino all'età di 12 anni. Prima di quella età sono considerati appunto "pre-persone" usando in particolare come parametro "scientifico" la capacità di compiere calcoli matematici di una certa complessità.

    Appare audace a noi che viviamo in un contesto dove la permissione dell'aborto non ha creato in noi una struttura di pensiero tale da farci riconoscere chi è cosa, ma già Tertulliano nel III sec d.C. diceva: "A noi cristiani l’omicidio è espressamente vietato, e quindi non ci è permesso neppure di sopprimere il feto nell’utero materno. Impedire la nascita è un omicidio anticipato. Nulla importa che si sopprima una vita già nata o la si stronchi sul nascere: è già essere umano quello che sta per nascere. Ogni frutto è già nel suo seme" (Apologetico, cap.IX).

    Comunque di aborto post-natale se n'è parlato anche recentemente in una ricerca sul Journal medical Ethics condotta da Alberto Gibilini (esperto di filosofia e bioetica dell'Università di Milano) e da Francesca Minerva dell'Università di Melbourne, Australia.

    A prescindere da tutto, i racconti di fantascienza molto spesso fanno riflettere su temi etici molto importanti, le "pre-persone" purtroppo non sono cose da banalizzare.

    CITAZIONE (BluEmme @ 3/12/2019, 21:29) 
    E' anche una questione politica. Non mi sfugge che attualmente il Brasile è coinvolto in polemiche con l'estero e che fra le varie accuse che vengono rivolte agli odierni governanti brasiliani c'è anche quella di essere ostili ed aggressivi nei confronti degli indios. Sicuramente gli indios vanno tutelati affinché le loro lingue e peculiarità culturali non finiscano dell'oblio, ma non possiamo essere estremisti su questo.

    Beh le criticità di tale legge penso che siano 3:
    1- ci potrebbe essere un'alternativa meno coercitiva ed efficace per evitare l'infanticidio (come ho già accennato sopra)
    2- una comunità/stato autonomo non è tenuto a sottostare a leggi di paesi esteri (la Repubblica di San Marino che non fa parte dell'Italia non è tenuta a rispettare le sue leggi e l'Italia non può imporgliele)
    3- non si possono perseguire intenzioni nemmeno formulate, non si può perseguire una donna perchè forse vuole uccidere il marito, ci dev'essere una volontà almeno espressa.

    Edited by nonmite - 4/12/2019, 07:25
     
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  6. BluEmme
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    Se si considerasse il feto persona, "il corpo è mio e ci faccio quello che io voglio" verrebbe assai limitato perchè tra due individui di cui uno che non può difendersi ed ha diritto alla vita (diritto fondamentale dell'essere umano) ed un altro che con il suo agire ha una responsabilità sulla situazione del primo, la legge dovrebbe proteggere il più debole. Se io faccio un'azione che ha conseguenze su altre persone inermi, io ho una responsabilità su di esse. Questo è il motivo per cui nel diritto marittimo il capitano deve essere l'ultimo a dover lasciare la nave che affonda, egli è responsabile con il suo agire di altri.

    Se si considerasse il feto persona, allora bisognerebbe registrarlo all'anagrafe prima della nascita, magari al momento in cui viene accertato lo stato di gravidanza. A quel punto il nascituro sarebbe già cittadino e titolare di diritti. Un cambio di paradigma che però non so quanto sarebbe attuabile a livello pratico...

    CITAZIONE
    1- ci potrebbe essere un'alternativa meno coercitiva ed efficace per evitare l'infanticidio (come ho già accennato sopra)

    E' quello che auspico pure io, come ho scritto il "modello australiano" è odioso e non andrebbe applicato.

    CITAZIONE
    2- una comunità/stato autonomo non è tenuto a sottostare a leggi di paesi esteri (la Repubblica di San Marino che non fa parte dell'Italia non è tenuta a rispettare le sue leggi e l'Italia non può imporgliele)

    Il tuo paragone non è corretto, S. Marino è uno stato indipendente. Gli indios al massimo vivono in aree che hanno più o meno lo status di un parco nazionale, in modo da proteggere le loro usanze, ma le leggi generali dello stato brasiliano devono rispettarle.

    CITAZIONE
    3- non si possono perseguire intenzioni nemmeno formulate, non si può perseguire una donna perchè forse vuole uccidere il marito, ci dev'essere una volontà almeno espressa.

    Ok, però non credo che la legge preveda di arrestare e condannare persone sulla base del sospetto che possano commettere un reato: la legge prevede provvedimenti di tutela preventiva per i bambini, poi al limite si potrebbe correggere precisando che quelle forme di tutela debbano essere tenui e temporanee, e che se i genitori hanno intenzione di crescere i loro figli devono poterlo fare.
     
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    CITAZIONE (BluEmme @ 4/12/2019, 12:14) 
    Se si considerasse il feto persona, allora bisognerebbe registrarlo all'anagrafe prima della nascita, magari al momento in cui viene accertato lo stato di gravidanza. A quel punto il nascituro sarebbe già cittadino e titolare di diritti. Un cambio di paradigma che però non so quanto sarebbe attuabile a livello pratico...

    Gli apolidi sono persone. L'essere non cambia con il riconoscimento o meno dell'essere.
    CITAZIONE (BluEmme @ 4/12/2019, 12:14) 
    CITAZIONE
    2- una comunità/stato autonomo non è tenuto a sottostare a leggi di paesi esteri (la Repubblica di San Marino che non fa parte dell'Italia non è tenuta a rispettare le sue leggi e l'Italia non può imporgliele)

    Il tuo paragone non è corretto, S. Marino è uno stato indipendente. Gli indios al massimo vivono in aree che hanno più o meno lo status di un parco nazionale, in modo da proteggere le loro usanze, ma le leggi generali dello stato brasiliano devono rispettarle.

    Vivono alcuni in luoghi molto isolati e non tutti sono stati contattati dal mondo civile.

    Il loro status è dovuto ad una debolezza militare e politica, ma i padroni dovrebbero essere loro perchè vivono lì da prima dei coloni.

    Quel che dici è vero, ma chiunque sia debole potrebbe finire a casa propria in una "riserva" e dover sottostare alle leggi di chi li ha invasi.
    CITAZIONE (BluEmme @ 4/12/2019, 12:14) 
    CITAZIONE
    3- non si possono perseguire intenzioni nemmeno formulate, non si può perseguire una donna perchè forse vuole uccidere il marito, ci dev'essere una volontà almeno espressa.

    Ok, però non credo che la legge preveda di arrestare e condannare persone sulla base del sospetto che possano commettere un reato: la legge prevede provvedimenti di tutela preventiva per i bambini, poi al limite si potrebbe correggere precisando che quelle forme di tutela debbano essere tenui e temporanee, e che se i genitori hanno intenzione di crescere i loro figli devono poterlo fare.

    Viene sottratto cautelativamente il minore in funzione del sospetto. È una legge molto fumosa e discrezionale.

    Non è come da noi che si condanna l'infanticidio, per cui hai l'oggettività fattuale di un reato, lì sono le intenzioni a discettare il provvedimento e l'arbitrio del giudice l'allontanamento definitivo.
     
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    Ho letto il dibattito che si è sviluppato con grande interesse. Ho visto però che la la legge Muwaji è sostanzialmente una bozza ferma da anni in una sorta di limbo. Ci sono stati sviluppi negli ultimi tempi che possano far pensare che stia tornando di attualità?
     
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    CITAZIONE (Oskar @ 6/12/2019, 19:41) 
    Ho letto il dibattito che si è sviluppato con grande interesse. Ho visto però che la la legge Muwaji è sostanzialmente una bozza ferma da anni in una sorta di limbo. Ci sono stati sviluppi negli ultimi tempi che possano far pensare che stia tornando di attualità?

    È in attesa di essere approvata in Senato dal 2015, se ne riparla perchè si spera che con Bolsonaro possa concretizzarsi.

    Secondo me proprio per via di Bolsonaro rimarrà dov'è perchè altrimenti potrebbe passare per razzista come legge, già qualcuno ha avanzato l'accusa. Però penso anche che presto o tardi passerà. Onestamente credevo che già in occasione delle paraolimpiadi avrebbero approvato la legge.
     
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