Curiosità sul XIV secolo: misurazione del tempo, istruzione per i contadini

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    Ciao, sono nuova del forum. Devo fare una ricerca sulla seconda metà del XIV secolo ma non riesco a trovare alcune informazioni.

    1 all'epoca le contadine avevano il capo scoperto mostrando i capelli? Era socialmente accettato farsi vedere i capelli per strada per loro?

    2 all'equinozio di primavera, la nostra attuale mezzanotte, a che ora corrispondeva? ho visto alcuni articoli su ore canoniche ma non ci ho capito nulla, e tali ore venivano scandite dalle campane delle chiese?

    3 un'istruzione basica era prevista in qualche caso per i contadini o nei centri rurali? In caso le donne erano più svantaggiate nell'accesso?

    Grazie mille per l'aiuto

    Gaia
     
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    Benvenuta.
    Domande insidiosette.
    Di che territorio stiamo parlando?
     
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    Grazie per l'accoglienza.
    Vorrei concentrarmi soprattutto sulla Romagna intorno alla seconda metà del XIV secolo.
     
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    Troppo diffficile per me, non ci arrivo a questo livello di precisione.
    Diciamo Italia, magari Italia peninsulare.

    1) Credo che le contadine avessero ampiamente l'abitudine di coprisi il capo. Anche gli uomini secondo me lo facevano, ma forse le donne più rigorosamente. Presumo che oltre a molte altre considerazioni ci fosse quella non di poca rilevanza pratica di tenere in ordine i capelli.
    Non credo invece che ci fosse in quel momento un sottinteso di ordine morale particolarmente forte, per quanto nei contesti religiosi le donne già allora si coprivano il capo mentre gli uomini se lo scoprivano.
    Se il tuo orizzonte è la seconda metà del XIV sec. andar a vedere qualche opera di Giotto forse sarebbe troppo tardi; anche l'allegoria del Buono e del cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti è di qualche anno prima (circa 1338) però mi sembra utile citarla perché ad occhio e croce nella rappresentazione del governo buono le donne sono a capo coperto, mentre nel cattivo almeno alcune no, controllare però https://it.wikipedia.org/wiki/Allegoria_ed...Cattivo_Governo consideriamo comunque che il contesto è di città.
    Mi andrei a guardare anche qualcosa di Bartolo di Fredi, per esempio il passaggio del Mar Rosso www.flickr.com/photos/94185526@N04/33183993655 dove credo che il contesto rappresentativo sia più simile a quello che tu cerchi e dove mi pare che le donne siano più o meno casualmente alcune coperte ed altre scoperte. Ancora nel dipinto di Bartolo di Fredi che rappresenta Abramo che si separa da Lot le donne sono parte coperte (quella più anziana) e parte scoperte (le più giovani) https://it.wikipedia.org/wiki/File:Abramo_...ot,_bartolo.jpg .

    2) Qui mi pare sia spiegato bene: https://books.google.it/books?id=Zw7oVRF21...epage&q&f=false pagg. 73-ss; non sono sicuro, ma le campane -quando c'erano ed in un'epoca del genere non lo darei ancora per scontato, soprattutto in campagna- secondo me non suonavano a tutte le ore ma forse a gruppi di tre, oltre naturalmente in corrispondenza delle funzioni religiose.

    3) Temo che maschi e femmine fossero messi ugualmente male in quel contesto storico e sociale, però ci si potrebbe ragionare meglio.
     
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    Grazie per tutte le informazioni e i siti che mi hai dato.
    Per le ore proprio non ci capisco nulla. Avevo trovato informazioni simili ma non riesco a capire a che ora potesse corrispondere la mezzanotte nel 1370 in Romagna. Non sono brava con i numeri e i calcoli.
    Per le campane delle ore intendevo in qualche borgo con con tanto di castello, avrebbero suonato di notte secondo te?

    Grazie per la tua gentilezza.
     
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    Boh, butterei là che potrebbe essere la sesta, ma forse non c'è un granché da calcolare, la mezzanotte è la mezzanotte.
    CITAZIONE (Gaia Terra @ 6/4/2020, 20:19) 
    Per le campane delle ore intendevo in qualche borgo con con tanto di castello, avrebbero suonato di notte secondo te?

    Non saprei dove trovare una informazione del genere per quel preciso orizzonte cronologico. Però mi pare che nella tradizione successiva giunta fin sulla soglia della modernità le campane comunque non suonassero in piena notte (tranne che per solennità o circostanze particolari).
     
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    Grazie, sei davvero molto gentile e disponibile.

    Per l'orario io ero riuscita a calcolare la terza ora, ma evidentemente ho fatto un errore gravissimo,
     
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    Se riguardi il link che ho proposto prima, lì dovrebbe essere spiegato per bene, ma ad occhio e croce terza ora mi suona male, anche se credo di aver capito il ragionamento che hai fatto. Comunque non fidarti della mia impressione: studiati il criterio, individua il sistema specifico al quale riferirti, e intanto vediamo se qualcun altro partcecipa alla discussione. Alla brutta considera che il termine mezzanotte comunque dovrebbe avere senso anche in un contesto di quel genere; controlla, ma ho buone speranze.
    Una occhiata anche qui forse può aiutare: https://it.wikipedia.org/wiki/Liturgia_delle_ore

    Anche per l'iconografia: non accontentarti della mia impressione di primo acchito, piuttosto usa il metodo che ti ho proposto ed analizza tu stessa un po' di opere pittoriche (tra l'altro mi viene in mente ora che nel Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti c'è anche una famosissima scena di campagna con contadini impegnati in vari lavori, devi assolutamente guardare anche quella).

    Sulla istruzione di base nelle campagne non mi viene proprio in mente nulla che giustifichi una differenziazione fra maschi e femmine in quel momento e in quel contesto (tra l'altro in una epoca anteriore ai subbugli sulla percezione della alfabetizzazione rurale scatenati nel mondo cattolico per reazione al protestantesimo e in un'area non mi pare interessata da movimenti religiosi particolari come il Valdismo etc. come invece alcune zone dell'estremo NordItalia) ma magari qui sul Forum passa qualcuno che è più fresco di me di studi sulla storia della pedagogia.
     
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    Qui ad ogni modo c'è una paginetta scolastica piuttosto chiara sull'evoluzione dell'insegnamento scolastico in Italia fra XIII e XIV sec. relativamente alle città www.skuola.net/pedagogia/rinnovame...i-xiii-xiv.html

    Come già dicevo, secondo me la situazione nelle campagne doveva essere assai più triste e probabilmente ancora legata ad iniziative clericali locali immagino -ma la sto proprio buttando là- particolarmente nei periodi stagionali nei quali le attività agricole erano più o meno ferme ed i bambini non dovevano presumibilmente avere pressoché nessun lavoro da fare.
     
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    Ho letto quelle pagine e in più anche diversi articoli sulla liturgia delle ore, ma è davvero difficile per me comprenderli. Ho contato la terza ora perché, da quello che ho capito (e ti prego dimmi se ho preso una cantonata) il giorno ripartiva da capo al termine della giornata lavorativa, più o meno verso il tramonto. Siccome andavano a gruppi di ore, prima due e poi tre, ho calcolato approssivamente la terza.
    Sì lo so... la matematica non è il mio forte.

    Per l'istruzione grazie per il link, forse proprio da quell'epoca i figli (e spero anche le figlie) di contadini iniziarono a non essere completamente analfabeti? Ma a quanto tu ne sappia per i nobili, le donne avevano accesso all'istruzione come i maschi o erano per lo più analfabete?

    Mi sta molto a cuore la discriminazione femminile nella storia, di qualsiasi classe sociale.
     
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    CITAZIONE (Gaia Terra @ 7/4/2020, 10:36) 
    . . . forse proprio da quell'epoca i figli (e spero anche le figlie) di contadini iniziarono a non essere completamente analfabeti? Ma a quanto tu ne sappia per i nobili, le donne avevano accesso all'istruzione come i maschi o erano per lo più analfabete?

    Non sono la persona più adatta per rispondere, credo che su questo Forum ci sarebbe chi è più competente.
    Però da reminiscenze confuse dei miei vecchissimi studi di storia della pedagogia quello dei primi secoli del secondo millennio è un momento un po' di svolta nel quale si verificano differenziazioni strane: sviluppo in città fra i ceti della grande e piccola borghesia, anche ad un certo punto con una sorta di parziale "laicizzazione" dell'insegnamento di base, inizio d'altra parte di una fase di arretramento in campagna (che si aggraverà notevolmente nelle aree a prevalenza cattolica nell'immediatezza della riforma luterana per il "sospetto" che l'alfabetizzazione in quel momento porterà con sè, quale potenziale strumento individuale per la lettura delle Scritture, salvo poi andare verso una normalizzazione in epoca ancora successiva).
    Parliamo di Italia peninsulare, eh!
    La vecchia "nobiltà" in quella fase è più o meno in corso di estinzione in quel contesto geografico, mentre la piccola e grande borghesia hanno in comune una idea di prestigio della cultura vuoi come mezzo per gli affari grandi o piccoli, privati o istituzionali che fossero, o vuoi come esibizione di status: e questo direi che potesse valere grossomodo sia per l'istruzione dei bambini maschi che per le femmine. E' appena di qualche anno precedente al periodo che ti interessa, ma potrebbe essere carino -per le città- andare a vedere la biografia di Cola di Rienzo o addirittura imbarcarsi nella lettura di quanto ne scrive l'"Anonimo Romano" (sul web si trova gratuitamente il testo). Però secondo me la campagna era un altro discorso in quello stesso momento.
    Complessivamente a parte il sempre attivo e potente canale di istruzione finalizzato alla formazione e selezione del futuro clero, sottili differenze in relazione al genere sicuramente ce ne saranno anche state (non ci giureri che il "far di conto" o un minimo di geometria fosse prerogativa comune agli stessi livelli), ma quanto alla alfabetizzazione di base non mi vengono in mente indizi per supporre una particolare differenza.
    Però potrei sbagliarmi e non escludo che ci possano essere sull'argomento magari anche importanti studi pubblicati negli ultimi quattro decenni che io semplicemente non conosco.
     
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    Sei stato davvero gentilissimo a prenderti a cuore la mia piccola ricerca. Mi hai dato informazioni e spunti davvero molto interessanti. Grazie di cuore.
     
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    Ottima sintesi e ricchissima bibliografia: M.Ferrari, F.Piseri Scolarizzazione e alfabetizzazione nel Medioevo italiano , Reti Medievali Rivista, 14, 1 (2013)
    www.rmojs.unina.it/index.php/rm/article/view/4837/5427
    www.rmojs.unina.it/index.php/rm/article/view/4837
     
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    Me lo divoro subito. Grazie.
     
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    A proposito di “ore” e “campane”………

    Dante, Purgatorio, Canto XV, 1-6 (incontro con Angelo della Misericordia)
    Quanto tra l’ultimar de l’ora terza
    e ’l principio del dì par de la spera
    che sempre a guisa di fanciullo scherza,
    tanto pareva già inver’ la sera
    essere al sol del suo corso rimaso;
    vespero là, e qui mezza notte era.

    (Quanto cammino deve percorrere il sole tra l’inizio del giorno e la fine dell’ora terza (NdR. circa fra le 6,30 e le 9,30), altrettanto sembrava essergli rimasto da percorrere da lì fino al tramonto; in Purgatorio era il vespro e in Italia era mezzanotte.)

    Dante, Paradiso, canto XV, 97-99 ( è Cangrande che rievoca la vecchia Firenze)
    Fiorenza dentro da la cerchia antica,
    ond’ ella toglie ancora e terza e nona,
    si stava in pace, sobria e pudica

    (Firenze era ancora racchiusa dentro le antiche mura da dove sente ancora le ore canoniche (NdR. delle campane della chiesa di Badia) e se ne stava in pace, sobria e morigerata.)

    Dante, Paradiso, canto X, 141-144 (dopo incontro con S. Tommaso)
    Indi, come orologio che ne chiami
    ne l’ora che la sposa di Dio surge
    a mattinar lo sposo perché l’ami,
    che l’una parte e l’altra tira e urge,
    tin tin sonando con sì dolce nota,
    che ’l ben disposto spirto d’amor turge;

    (Come un orologio che, nell’ora in cui la Chiesa si leva, la chiama a recitare il Mattutino a Cristo affinchè egli la ami ancora, in cui una parte tira e l’altra spinge (Nd.R le ruote dentate dell’orologio) tintinnando in modo così dolce che riempie d’amore lo spirito ben disposto).

    Dante usa normalmente le “ore canoniche” antiche (o temporali o giudaiche o diseguali).
    Da tener presente che il “viaggio” di Dante si svolge fra il 20-25 marzo o i primi di aprile del 1300 e quindi in corrispondenza con l’equinozio di Primavera: l’equinozio è l’unico giorno in cui la durata della luce coincide con quella del buio per cui è l’unica situazione in cui le ore canoniche coincidono, come durata, alle nostre attuali
    Dimostra però di conoscere anche gli orologi meccanici

    Ora vediamo qualcosa di Boccaccio

    Boccaccio – Delle donne illustri (1361 circa) - Valdruda duchessa di Loreno
    Di poi fondò una bella chiesa e vi costituì un ordine di donne Canonichesse per fare il servigio di Dio e cantar l’ore canoniche e, in quel collegio che ancor oggidì è in piedi non possono entrare se non figliuole di Signori gran gentiluomini….

    Boccaccio – Decamerone (1348-1352) – I, Introduzione
    Qui son giardini, qui son pratelli, qui altri luoghi dilettevoli assai, per li quali ciascun sollazzando si vada, e come terza suona, ciascun qui sia, accio chè per lo fresco si mangi

    ….e dove non vi piacesse, ciascuno infino all’ora del vespro, quello faccia che più gli piaccia.

    Boccaccio – Decamerone – VIII, 7
    Lo scolare allora cominciò a ridere; e veggendo che la terza era di buon ora passata, rispose: ……

    Idem – VIII, 8
    Io voglio che tu dichi a Spinelloccio che domattina in su l’ora della terza egli trovi qualche cagione di partirsi da me………

    Idem – III, 4
    ….ed essere appresso al vespro nella chiesa e quivi dire certe orazioni che io ti darò scritte, senza le quali non si può fare; e poi in su la compieta ritornare al modo detto.

    Idem – I, 1
    Ser Ciappelletto poco appresso si comunicò, e peggiorando senza modo, ebbe l’ultima unzione; e poco passato vespro, quel dì stesso che la buona confessione fatta avea, si morì.

    Sono solo alcuni dei molti passi del Decamerone in cui Boccaccio si riferisce alle “ore canoniche”.
    Non sembra avere alcun dubbio e, a differenza di Dante, non sembra conoscere gli orologi meccanici ad ore uguali

    -segue-
     
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