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Sto facendo una ricerca riguardo la legge sulla protezione del fanciullo in Italia negli anni '30: pedofilia, età minima di matrimonio, ...
Ho trovato che nel '35 ci si poteva sposare a non meno di 16 anni solo con il consenso dei genitori, per motivi importanti e se si dimostrava di avere una certa maturità psico-fisica.
Molti giustificano Indro Montanelli, che ha comprato una ragazzina di dodici anni per poterci avere rapporti sessuali, con una mentalità del tempo, ma in Italia, in quel periodo, avere rapporti sessuali e contrarre matrimonio con minori under 16 era una pratica così tollerata?
Sicuramente in Africa ieri come oggi è una pratica permessa, ma lo era anche nell'Italia degli anni '30?
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Si trattava quindi di pratica diffusa, tollerata e sembrerebbe non tale da infrangere leggi. Tra l'essere un "contratto pubblico" non illegale, diffuso, tollerato ed essere un atto eticamente giusto, a mio avviso, ce ne corre.
Vabbe', Montanelli non mi è mai stato simpatico. Non sono riuscito a leggere neppure più di qualche pagina dei suoi libri di storia.
CITAZIONE (dceg @ 3/1/2017, 17:22) Sto leggendo la Storia di Roma di Montanelli; non l'avevo amai fatto e ho sempre avuto una personale antipatia per montanelli, più viscerale che dovuta a vera diretta conoscenza dei suoi scritti. Devo dire che la lettura della Storia di Roma non fa che confermale la mia antipatia: per me Montanelli è un campione di saccenteria e presunzione. Non è quel che dice, ma come lo dice che mi disturba. E insopportabile è il suo uso di anacronismi (l'aspirina greca, ad esempio), fondamentalmente anti storico e anti scientifico. Divulgazione non vuol dire banalizzazione. |
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La mia domanda riguardava la legislazione italiana, quel che mi è apparso di capire del madamato è che erano nozze per mercede socialmente accettate dagli autoctoni, cioè si pagava per avere dei "servizi" ed in cambio dovevano provvedere ad esse, un contratto culturalmente accettato per gli africani ed una via più sicura per soddisfare i propri appetiti per l'esercito italiano.
Mi serve conoscere la legislazione in Italia perchè molti difendono la memoria di Montanelli sostenendo che fosse mentalità del suo tempo. Se in Italia era una pratica "normale", come lo era dare in sposa al proprio stupratore la ragazza stuprata, allora si, fu figlio di quel periodo, se era condannato anche allora in Europa lo sposalizio per mercede e la baby prostituzione, sarebbe come se un uomo italiano oggi prendesse per moglie una ragazzina di 11 anni in India, in Bangladesh o nell'Africa sudsahariana, dove per cultura è una pratica accettata. Anche oggi esiste il turismo sessuale e la ricerca di prostitute sempre più baby in posti come Phuket, etc., ma non posso imputarla alla "mentalità del nostro tempo" che non condanna i rapporti sessuali con minorenni.
Insomma vorrei inquadrare meglio il periodo per capire quanto effettivamente ci fosse di "mentalità del periodo" e quanto di onnipresente "appetito" moralmente condannato in patria, ma accettato dalle popolazioni locali.
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Se ho ben capito vigevano due pesi e due misure in Italia era reato, in Africa a certe condizioni no.
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Guardate che l'aspetto sessuale pur essendo caso per caso senz'altro possibile non era nè necessario nè principale in quella pratica, che soprattutto serviva ad aggirare le norme militari sul personale civile e a mettere il cuore in pace alle famiglie indigene: anzi ritengo che l'eventualità che la scelta ricadesse su bambine poteva (proprio solo poteva, ma dobbiamo tenerne conto) essere funzionale a rendere meno chiacchierabile la situazione. Non ho fonti purtroppo, ma certe esperienze personali ancora si raccontavano fino a pochi decenni fa; sottovoce ma si raccontavano.
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Codice civile italiano dal 1865 al 1942.
Art. 55
Non possono contrarre matrimonio l'uomo prima che abbia compiuto gli anni diciotto, la donna prima che abbia compiuto gli anni quindici.
Art. 63
Il figlio che non ha compiuto gli anni venticinque, la figlia che non ha compiuto gli anni ventuno non possono contrarre matrimonio senza il consenso del padre e della madre. Se i genitori sono discordi, è sufficiente il consenso del padre.
Art. 68
Il re, quando concorrano gravi motivi, può dispensare dagli impedimenti indicati nei numeri 2 e 3 dell'articolo 59. art. 59 In linea collaterale il matrimonio è vietato I.° tra le sorelle e i fratelli legittimi o naturali, 2.° tra gli affini del medesimo grado, 3.° tra lo zio e la nipote, la zia ed il nipote.)
Può anche dispensare dall'impedimento di età, ed ammettere al matrimonio l'uomo che ha compiuto gli anni quattordici e la donna che ha compiuto gli anni dodici.
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Esattamente quel che cercavo, grazie  .
E riguardo la prostituzione minorile? Era consentita in quel periodo?
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Sono di corsa e non riesco a guardarci, ma penso che in questa storica raccolta normativa potresti trovare il bandolo della matassa http://augusto.agid.gov.it/gazzette/index/...d/id/1888176_PM controlla in particolare (a pag. 4199 del cartaceo, pag. 3 del digitale) i rimandi alle leggi civili e penali contenuti nell'Art. 22 del R.D. 176/1888.
Edited by LAVORI ARCHEOLOGICI - 15/6/2020, 14:52
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Montanelli stesso, nell‘articolo riportato nel mio secondo link afferma che il contratto concluso con il padre della ragazza non era un contratto di matrimonio, ma, usando un termine attuale, lo definisce come leasing. Diciamo quindi una forma di schiavitù con annessi e connessi. Da quanto scrive sembrerebbe quasi che sia Montanelli a sentirsi vittima del puzzo di sego e dell’infibulazione.
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 15/6/2020, 13:41) Sono di corsa e non riesco a guardarci, ma penso che in questa storica raccolta normativa potresti trovare il bandolo della matassa http://augusto.agid.gov.it/gazzette/index/...d/id/1888176_PM controlla in particolare (a pag. 4199 del cartaceo, pag. 3 del digitale) i rimandi alle leggi civili e penali contenuti nell'Art. 22 del R.D. 176/1888.
Addirittura venivano chiuse le case di prostituzione se vi esercitavano minori di anni 21, questo mi ha sorpreso! Grazie
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CITAZIONE (dceg @ 15/6/2020, 13:42) . . . una forma di schiavitù con annessi e connessi. Da quanto scrive sembrerebbe quasi che sia Montanelli a sentirsi vittima . . .
Ovviamente ci vorrebbe oggi una straordinaria faccia tosta per cercare di far passare per vittima chi era parte integrante -seppure giovanissimo e con ruoli secondarissimi- di un sistema coloniale altamente indifferente al benessere degli indigeni e in particolare dei loro minori.
Però secondo me un punto da tenere in considerazione è che a quei giovani ufficiali (pressoché sempre di complemento) ai quali era capitata la pagliuzza corta di un comando non accasermato senza i privilegi (ignobili privilegi, ma che a tutti gli altri pari grado venivano regolarmente corrisposti) altrove consistenti nel disporre di un attendente militare, un servizio speciale di mensa e compagnia bella, erano le gerarchie stesse che dicevano di provvedere autonomamente in questo modo per i pasti, il vestiario, il riordino dell'equipaggiamento e simili cose. La prostituzione minorile non c'entra proprio nulla, anche se a noi oggi fa giustamente una impressione incompromettibilmente negativa (per tanti motivi legati alla tutela dell'infanzia e non da ultimo anche per possibili rischi in quel senso lì) l'idea di mettere una bambina a servizio personale di un estraneo, per di più in un regime tradizionale locale molto molto più somigliante alla semischiavitù che alla figura di una ragazza alla pari.
L'abolizione democratica della figura dell'attendente è stata una lunga e faticosa questione che si è trascinata per decenni persino nell'esercito repubblicano e ha continuato per lungo tempo a generare malumori e rivendicazioni soprattutto da parte degli ufficiali inferiori in quanto impegnati in un servizio con pochi tempi liberi, frequente contatto diretto con li militari di truppa e però allo stesso tempo elevati sottintesi di cura formale, che hanno serpeggiato fino a tempi recenti.
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Quel che mi piace poco non è tanto il Montanelli ventiseienne, il cui comportamento era quanto meno consono ai canoni politico-militari dell'epoca, ma il Montanelli del 2000, che non mostra alcun ripensamento critico del suo operato. Proprio Montanelli, che avrebbe dovuto avere spirito ed intelletto coisì critici ed acuti, e per il quale la libertà, quanto meno la sua, era tanto importante.
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Vero, ma questo era proprio lui: un personaggio troppo preso nella narrazione (e a maggior ragione dalla autonarrazione) e dal gusto dell'accentuazione per riuscire veramente a sviscerare questioni profonde o arrivare a proporre il ripensamento anche individuale.
Però va detto che intanto in questo come in tanti altri casi lui ne ha parlato apertamente -e solo per questo noi oggi ne parliamo- altri no (o se sì molto molto sottovoce).
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38 replies since 14/6/2020, 11:39 1581 views
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