I due corpi del Re, di Hernst Kantorowicz

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    70
    Reputation
    +17
    Location
    Vicenza, Veneto

    Status
    Anonymous
    Einaudi,ISBN-10 8806211552

    Avevo già discusso di quest'opera in una discussione in cui chiedevo consigli, ma mi sembrava ingiusto nei confronti di questa monumentale opera relegarla ad un trafiletto al termine dell'altra, nel caso sia un problema copierò il messaggio dall'altra parte.


    In questa bellissima quanto vasta ricerca il Kantorowicz, celebre anche e soprattutto per la sua leggendaria biografia di Federico II e per la sua partecipazione alla protesta contro il Maccartismo all'università di Berkeley, ci accompagna alla scoperta delle incredibili diramazioni e sviluppi assunti dalle dottrine corporative e dal diritto inglese per quanto riguarda il potere regio.
    Sostanzialmente il saggio ci presenta appunto il problema dei due corpi del Re, dottrina descritta dai giuristi Tudor che presentano il Re come composto da due "corpi" distinti eppure legati assieme. Uno di questi è quello mortale, che si avvia al decadimento ed è proprio del re inteso come individuo. L'altro immortale, il "corpo" politico si tramanda al successore e compensa a tutte le debolezze e mancanze di quello naturale rendendo il re il "Re" per così dire.
    Una volta presentato il problema ed avendocene illustrato esempi pratici nelle opere di Shakespeare prosegue con il narrare la genesi di questa finzione giuridica, illustrandoci le varie concezioni della regalità che hanno attraversato i secoli nell'Occidente medioevale.
    Inizia grosso modo dal periodo degli Ottoni in cui il sovrano era tale per la Grazia riflessa in Terra di Dio fino appunto alla nascita della finzione che dà titolo all'opera.

    Il testo risulta affascinante, scorrevole tranne in alcune fasi (soprattutto quando tratta della regalità cristocentrica e dantesca) e le fonti a cui attinge l'autore sono innumerevoli e di varia natura, dagli scritti dei giuristi a monete e iconografiche, e di tutte queste vi è una rigorosa notazione a piè di pagina che spesso contiene spunti di dibattito interessanti.

    Principalmente analizza gli scritti lasciati da canonisti, civilisti, teologi e filosofi per ricercare le origini di tale finzione e nel farlo ci mostra l'evoluzione del diritto lungo tutto il medioevo fino all'età moderna, come di volta in volta le filosofie riscoperte o le opinioni dei canonisti o ancora le consuetudini ecclesiastiche plasmassero la sfera secolare e viceversa, permettendoci veramente di comprendere quali meccanismi regolavano la convivenza ordinata e cosa nel concreto passasse per la testa di potenti e colti dell'epoca. Credo che insieme alle ricerche di Bloch e a qualche eventuale studio sul potere medioevale possa mostrare al lettore una prospettiva tutta nuova su quell'epoca così affascinante, ed eventualmente comprendere meglio anche la nascita di stati nazionali e dell'assolutismo.

    Nonostante le mie impressioni siano entusiastiche non è esente da difetti: in primis l'apparente continuità tra una prima parte e il resto della ricerca, ma credo si spieghi con la curiosa genesi dell'opera che si trova anche nella prefazione dell'autore.
    In secondo luogo come in più di un capitolo ho percepito che l'autore si dilungasse in dettagli non così fondamentali per comprendere l'oggetto della ricerca o che comunque si potrebbero riassumere in metà pagine. Ad esempio quando si dilunga su discussioni teologiche nell'epoca degli Ottoni o quando analizza molto approfonditamente i rituali che seguono la morte del sovrano in Francia, nonostante questo dei due corpi sia un fenomeno tipico dell'Inghilterra ancora l'ampio spazio dedicato a Dante quando poteva essere liquidato in una manciata di pagine. Non che queste analisi siano completamente inutili o siano noiose, semplicemente però danno la sensazione di esulare dall'argomento principale.

    Ad ogni modo il libro risulta ben strutturato e tutto sommato comprensibile e l'abuso di termini latini che avevo rilevato all'inizio va via via scemando, tranne ovviamente per quanto riguarda le doverose formule di diritto canonico o romano.
    In conclusione è un testo veramente incredibile ed è assolutamente consigliato a chi si interessi di storia del diritto, del potere o semplicemente voglia approfondire sfaccettature diverse del Medioevo.
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    19,439
    Reputation
    +1,838
    Location
    Germania

    Status
    Offline
    Bellissima recensione! Grazie! :clapping:

    La correzione automatica aveva trasformato la recensione in eversione!

    Edited by dceg - 4/9/2020, 18:40
     
    Top
    .
  3.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    15,461
    Reputation
    +1,463
    Location
    Verona

    Status
    Offline
    Bel sunto, complimenti.
    Di fondo mi pare di capire che la tesi alla base del saggio ti convinca. Una domanda: il testo si sofferma anche su casi in cui la successione monarchica viene interrotta a causa della fine del regime monarchico, ad esempio a causa di una rivoluzione? Che fine fa, in quei contesti, il "corpo immortale" del re?
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    70
    Reputation
    +17
    Location
    Vicenza, Veneto

    Status
    Anonymous
    Si diciamo che più che convincere di qualche tesi Kantorowicz presenta una finzione giuridica e la spiega, l'unica tesi è un breve passo di alcune pagine nell'epilogo in cui si chiede se di questa dottrina ci siano tracce nell'epoca classica o se è un problema "cristiano", seppur influenzato da altre correnti che vanno da Averroè ad Aristotele, concludendo come sia un prodotto possibile soltanto in una società nedioevale e che non ha quasi nulla di classico.

    Detto questo ottima domanda!

    Allora la risposta è meno difficile di quanto non sia spiegarla.
    Prima di tutto cito Shakespeare, come fa lo stesso autore parlando del Riccardo II. Sostanzialmente il corpo naturale del re si mette contro il corpo politico o in altri termini persegue fini personali attentando alla corona e quindi è come se venisse spogliato della sua regalità che viene rimessa a Dio e poi al suo successore. In realtà questa eventualità non è troppo diversa dalla morte naturale del re e quindi all'inizio del regno del figlio ad esempio, è semplicemente più traumatica da un punto di vista pratico, in quanto ovviamente una guerra civile tra il sovrano e il suo parlamento.
    Tutto questo è riassumibile nello slogan contro il re per il Re, in cui quindi ci si rivolta contro l'individuo (re) che ha tradito il regno, identificato con il corpo politico.

    La cosa difficile qui da capire è capire cosa sia il Re, perché il corpo politico non è come potrebbe sembra detta così assimilabile al genio degli imperatori romani, ma è per certi versi un misto delle dottrine corporative dell'Inghilterra del tempo e della dignitas.

    In parole povere re e parlamento costituivano una sorta di corpo mistico in cui il parlamento costituiva le membra, mentre il Re era la testa. A sua volta però il sovrano era una corporation sole, cioè di un solo uomo, ovvero il già citato corpo mortale e quello immortale che non invecchia mai, non muore mai ed elimina le sue debolezze, e alla morte so tramanda al successore, in questo senso possiamo distinguere quindi tra il re come individuo e appunto questa finzione. Distinti certo, ma uniti fino alla morte del suovrano o più correttamente alla sua demise. Credo che in termini più moderni si possa dire che lo trasforma in un superuomo.

    Il problema nello spiegare questa cosa è la sovrapposizione, lo scambio e la mala interpretazione di più idee, la vecchia concezione di popolo (membra) e re (testa) che formano un'unica entità, quella di corona identificabile con l'amministrazione del regno di cui il re è tutore e la dignitas, ossia quella sorta di virtù di cui il re diviene strumento e che forma una sorta di corporazione tra il re vivente, i predecessori e i successori, giustificando così la successione stessa.

    Sinceramente consiglio di leggere l'opera o quanto meno di cercare un riassunto, perché nonostante abbia il concetto chiaro in mente non sono in grado di esprimerlo in maniera soddisfacente
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    15,461
    Reputation
    +1,463
    Location
    Verona

    Status
    Offline
    Grazie della risposta; per quanto il concetto sia complesso mi sembra tu abbia reso l'idea.
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    70
    Reputation
    +17
    Location
    Vicenza, Veneto

    Status
    Anonymous
    Recentemente mi è capitato per le mani il volume "I misteri dello Stato" Marinetti isbn 978821194399.

    Sostanzialmente una raccolta di brevi saggi sempre del Kantorowicz che in parte ripeccore tematiche che poi espanderà di più appunto nei due corpi del re.
    Credo valga la pena per chi voglia intraprenderne la lettura di iniziare con questo volumetto, perché al di là di alcuni esempi e qualche altro dettaglio sul contesto permette di familiarizzare già (è scritto molto più semplice) con i concetti che svilupperà in maniera più concreta nell'opera che da titolo alla discussione.
     
    Top
    .
5 replies since 4/9/2020, 01:13   602 views
  Share  
.