Referendum e digitalizzazione

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    Apro questa discussione al solo scopo di creare un dibattito e per "tastare" le opinioni in merito a questo fenomeno della raccolta delle firme online per i Referendum.

    Contando tutti i referendum per cui in questi mesi varie associazioni e partiti politici si sono spesi per raccogliere le firme, dovremmo essere arrivati a 9 (tra quelli più importanti e pubblicizzati): i 6 referendum sulla giustizia, quello sull'eutanasia, la "legalizzazione" della cannabis e l'abolizione della caccia. I primi 8 hanno già raggiunto le 500.000 firme stabilite in Costituzione, quello sulla caccia no (dovrebbe essere intorno le 200.000 firme). Il tutto entro il 30 Settembre 2021. Dopodiché, come vuole la prassi, si dovranno effettuare i dovuti controlli da parte della Corte di Cassazione prima (che dovrà effettuare un controllo sulle firme) e la Corte Costituzionale dopo (che dovrà effettuare un controllo sostanziale sui quesiti proposti) e una volta superati toccherà al Governo stabilire una data per tenersi questi referendum; data che dovrà essere decisa in un periodo che (se non erro) va dal 15 Ottobre al 15 Giugno.
    Immaginando quindi che tutti i quesiti vengano considerati validi, noi potremmo ritrovarci con 8 schede in mano il giorno del referendum.

    Togliendo adesso tutte le questioni giuridiche di cui sopra, l'argomento principale del topic riguarda la digitalizzazione della raccolta firme.
    Per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana (almeno io non ricordo se precedentemente sia mai successo) 2 dei 9 quesiti referendari di cui si sono raccolte le firme questa estate si sono tenute su internet: il quesito sull'eutanasia e quello sulla cannabis.
    Soprattutto l'ultimo ha raccolto un vastissimo consenso online arrivando a contare 500.000 firme in meno di una settimana.

    La firma online si può apporre in due modi:
    - attraverso lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), cioè un applicazione che si può scaricare anche su cellulare che ti consente di accedere ai siti delle varie amministrazioni pubbliche attraverso la tua identità digitale senza bisogno di doversi registrare e ricordarsi password e altre perdite di tempo;
    - tramite firma digitale, strumento che però è più facile che venga utilizzato da liberi professionisti o imprenditori.

    Questo nuovo modo di raccogliere le firme ha fatto in modo che la raccolta firme per il referendum sulla cannabis si tenesse esclusivamente online, senza bisogno di attivisti e banchetti nelle piazze italiane o raccolta firme presso gli uffici elettorali dei comuni.

    Alla luce di tutto ciò, cosa ne pensate voi di questo nuovo modo di raccogliere le firme per proporre un referendum?

    Io faccio le mie considerazioni

    Come ogni novità questa porta aspetti positivi e negativi da tenere in considerazione.
    Raccogliere firme online potrebbe portare a maggior coinvolgimento nella proposizione dei referendum poiché il cittadino non dovrà recarsi fisicamente al comune o al banchetto in piazza per firmare e dare i propri dati: tutto si può svolgere comodamente da casa.
    Tutto ciò, almeno in questa fase, potrebbe spingere i promotori ad utilizzare più spesso lo strumento del referendum, che se da un alto è positivo (la democrazia diretta secondo me in buona parte dei casi potrebbe essere la soluzione a determinati problemi) dall'altro potrebbero svilire lo strumento del referendum se questo cominciasse ad essere utilizzato in maniera impropria (magari per chiedere di abrogare leggi del tutto inutili o che non se ne senta il bisogno di abrogare).
    Su un altro fronte c'è chi sostiene che questo modo di raccogliere firme online porterebbe, in un mondo digitalizzato come quello che stiamo vivendo, a superare con facilità le 500.000 firme inserite come paletti nella Costituzione e quindi propone di aumentare il limite minimo: da un lato per evitare questo "problema" appena sottolineato e dall'altro per adeguarlo all'aumento della popolazione. Su questa direzione si è mosso Giovanni Maria Flick, costituzionalista ex presidente della Consulta, commentando il referendum sulla cannabis.
    Su questo potrei essere d'accordo, aumentare il limite delle firme sul referendum in proporzione all'aumento della popolazione: se nel 1946-48 gli italiani erano 45 milioni circa e il limite posto era di 500.000, adesso che la popolazione è stimata a meno di 60 milioni il limite dovrebbe essere intorno le 650.000 firme. Ma non di più: perché se si stabilisce un limite più alto, a mio parere, sarebbe come se si volesse penalizzare l'elettorato per arrivare sempre meno al limite garantito.

    Ma proprio il referendum sulla cannabis ha centrato in pieno il punto: grazie al fatto che adesso le firme si possono raccogliere online, questa esplosione di adesioni ha lanciato un grande segnale alla politica e soprattutto al Parlamento, spesso immobile, incapace di assumersi la responsabilità e il rischio di sciogliere questioni cruciali per la vita politica di questo paese. I referendum sono lo sfogo di alcuni cittadini nel proporre temi che la politica non tocca per mancanza di voglia o di coraggio, e la digitalizzazione delle firme non farà altro che portare benefici a questa causa e spingere, pungere e stuzzicare i partiti politici e i parlamentari di qualunque schieramento, a rendersi conto di quali sono le questioni per cui il Parlamento per troppo tempo ha procrastinato.

    A voi la parola.

    P.S. qui sullo spoiler vi scrivo il link per poter firmare online il quesito sulla canapa e ricevere le informazioni su cosa verte il referendum


    Edited by DorianGray10 - 18/9/2021, 16:09
     
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    Così su due piedi butterei là a sentimento una risposta sintetica per ciascuna delle due questioni:

    - molto bene, anzi benissimo, che sia iniziato a semplificare proceduralmente il metodo di raccolta e autenticazione firme per la presentazione del quesito referendario, più è semplice da realizzare e certo nelle verifiche a posteriori quel metodo e meglio è per il funzionamento democratico del sistema repubblicano;

    - molto male se dopo aver rimosso uno storico malfunzionamento legato alla macchinosità della raccolta firme si volesse fare una strana compensazione azzoppando quel potere popolare (uno dei pochi esercitabile direttamente) aumentando il numero delle firme necessarie; ricordiamoci che si tratta di un potere costituzionale abrogativo e non legiferativo (al massimo mi porrei il problema per le raccote di firme riguardo a proposte di legge di iniziativa popolare, ma anche lì visto che poi c'è il contrappeso del passaggio parlamentare, probabilmente la cosa più appropriata sarebbe lasciare i numeri esattamente come sono e semplicemente sforzarci gradualmente di rendere tutte queste procedure più efficienti possibile a parità di sicurezza e senza aggravio di costi).

    Piuttosto bisognerebbe accertarci -onestamente ignoro come stia funzionando al momento- che il Cittadino abbia sempre la possibilità di riscontrare con la massima facilità (fermo restando un minimo di riservatezza, ma delle due la riservatezza mi sembra in questi casi di esercizio di poteri politici la minor preoccupazione, anzi)) che risulta fra i firmatari di questo o di quello: non dico il messaggio sms sul cellulare come quando si dispone un bonifico bancario, ma comunque qualcosa di molto facile ed evidente all'interessato.
     
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    Credo che la raccolta digitale delle firme per i referendum abrogativi sia necessaria nel mondo attuale, che fa della digitalizzazione un elemento ormai imprescindibile delle nostre vite.
    Non sono contrario all'idea di aumentare il totale di firme necessario per indire una consultazione referendaria adeguandolo al numero attuale di cittadini italiani, a patto però che a questo cambiamento si accompagni una revisione del quorum. Se proprio non vogliamo abolire la soglia del 50% +1 degli aventi diritto per rendere valida la consultazione, dovremmo almeno trasformarla nel 50% +1 di coloro che hanno votato alle più recenti elezioni politiche. In questo modo non daremmo a coloro che vogliono bocciare il quesito referendario tramite il non raggiungimento del quorum quel 15% di vantaggio circa dovuto all'astensione di chi non va mai a votare per principio.
     
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    Segnalo questo articolo molto interessante



    Un po' lungo ma rende l'idea
     
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    L'articolo "Con le firme digitali è troppo facile organizzare i referendum?" è in effetti molto interessante e significativo dello stato del dibattito, grazie!

    Aggiungo l'osservazione forse non abbastanza sottolineata nemmeno nell'articolo che la Costituzione non ha mai detto che raccogliere le firme per il Referendum abrogativo dovesse essere difficile, semmai erano una serie di norme venute dopo, variamente arzigogolate e più o meno rese necessarie dalla preoccupazione di impedire abusi, che di fatto ed accidentalmente rendevano la raccolta difficile.
    La Costituzione ha previsto che ci volesse un certo numero di Cittadini che facessero propria la richiesta, non che il procedimento fosse farraginoso allo scopo di impedire che lo strumento venisse esercitato spesso.

    Rendere la raccolta facile è semplicemente un modo per dare la migliore attuazione alla Costituzione, a parità di firme necessarie.

    Se poi in questo modo, nonostante la cerbera sorveglianza della Corte Costituzionale (che deve occhiutamente garantire che i quesiti da ammettere al voto siano sempre solo abrogativi e mai innovativi), viene a crearsi una tendenza alla effettiva celebrazione di un maggior numero di Referendum abrogativi (con un incremento di costi di organizzazione), allora la soluzione ovvia deve essere quella di rendere altrettanto semplice ed amministrativamente economica anche l'espressione del voto referendario abrogativo.

    Le leggi continuerà a farle sempre il Parlamento, ma il Popolo vedrà attuarsi effettivamente quel potere di contrappeso fino ad ora esercitato sporadicissimamente, consistente nel cancellare quelle che non piacciono.

    Vedrei bene per l'espressione del voto referendario abrogativo una modalità più snella della invece opportuna liturgia (con tutti i suoi articolati passaggi ed i suoi simboli) del voto elettorale o di quello confermativo.
     
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    In un mondo ideale il referendum dovrebbe essere uno strumento a cui si ricorre sporadicamente, perché quando andiamo a votare, dovremmo delegare persone che rappresentano il nostro pensiero.

    Naturalmente non sarò mai d'accordo in toto con chi voto e quindi può accadere che un congruo numero di persone possa chiedere l'abrogazione di una data legge.

    Alcuni referendum, come quello sulla cannabis, ci danno il polso del sentire della società civile e se sono un bravo politico, mi interrogo e dovrei cercare di evitare di far spendere soldi ai contribuenti e fare una legislazione che vada incontro a più parti possibili e sia completa.

    Nella mia mente c'è il ricordo di un referendum sull'abrogazione totale del proporzionale, che non raggiunse il quorum e che vedeva, in quel momento, un Parlamento con una maggioranza ampia a favore dell'eliminazione del proporzionale.
    Nonostante ciò si spesero soldi per un referendum, sapendo che in pochi sarebbero andati a votare, perché c'era una certa stanchezza verso le continue ondate referendarie.

    Penso che il referendum sia l'ultima spiaggia e quindi un aumento delle firme può essere una buona idea perché non ce ne sia un abuso, specialmente ora che è più facile raccogliere firme.
     
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    Anche il referendum sulla canapa è stato bocciato

    Referendum canapa non ammissibile
     
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    Testo cancellato in quanto contario al regolamento. Il comportamento citato è una violazione delle leggi vigenti.

    Richiamo l'utente al rispetto del regolamento.

    Edited by dceg - 17/2/2022, 15:00
     
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7 replies since 18/9/2021, 11:21   210 views
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