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Raoul Pupo, è stato professore di storia contemporanea all'università di Trieste si è dedicato particolarmente alla storia dell'area del nord-est adriatico e nel libro in questione tratta delle vicende, spesso drammatiche e sanguinose, di quella zona in un periodo che va dall'epoca antecedente alla prima guerra mondiale al secondo dopoguerra. Si tratta di un territorio in cui si sono incontrate, e spesso purtroppo scontrate, etnie ed ideologie politiche e sociali diverse e non di rado etnia ed ideologia si sono, e sono state, confuse con conseguenze drammatiche.
Tanto più che si tratta della terra in cui io ritrovo ancor oggi, pur avendola lasciata da oltre mezzo secolo, le mie radici, famigliari ma anche culturali, ho trovato il libro di grandissimo interesse e non posso che raccomandarne la lettura.
Raoul Pupo, Adriatico amarissimo, Gius. Laterza & Figli Spa, Bari-Roma 2021, ISBN: 9788858147085
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La Serenissima intratteneva una serie di citttà/colonie lungo la costa orientale dell'Adriatico, situate alla distanza di una giornata di navigazione l'una dell'altra. In esse si parlava un dialetto veneto coloniale. Più complessi i rapporti con Ragusa, talora rivale, talora alleata. L'Istria era per Venezia una delle fonti di legname per la costruzione delle navi e la cura delle foreste era importante; buona parte della pietra utilizzaza per la costruzione di Venezia è detta Pietra d'Istria e proveniva spesso da Orsera. Rapporti culturali tra l'Italia e la sponda orientale adriatica ci furono: la famiglia dei Polo era forse di origine originaria dalmata. Dall'area zaratina proveniva Francesco Laurana e non va dimenticato il dalmata Niccolò Tommaseo.
In Molise vi sono ancora comunità croate lì rifugiatesi da secoli, come gli Albanesi in Calabria e Sicilia.
Si tratta però di un argomento del tutto diverso da quello del libro in questione, che tratta dei rapporti tra le etnie e gli stati della regione, non di quelli interregionali.
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