Orsi in Trentino

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    Dopo la morte di un runner dovuta ad un orso si parla di abbattimenti massicci:
    www.ansa.it/trentino/notizie/2023/...a5b82cb024.html

    Cosa ne dite ?
     
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    penso che la strada per l'inferno sia lastricata dalle buone intenzioni
    ...gli orsi erano spariti,non che fosse giusto,ma era dato certo...così qualcuno lo ha voluto ricollocare ma un innocente ci ha lasciato le penne
     
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    È presto per trarre conclusioni. Si tratta di un episodio certo tragico, ma va analizzato e valutato adeguatamente. Bisogna considerare le condizioni in cui esso è successo e non reagire solo d'impulso.

    Sembrerebbe, ma dico sembrerebbe, che in Trentino, nella zona in cui è avvenuta l'aggressione, gli orsi siano la progenie di due unici maschi importati dalla Slovenia. Va quindi valutato se una possibile consanguineità possa influire sul comportamento degli animali. Va inoltre, e questo è il punto fondamentale, valutato se la proporzione tra orsi e territorio, considerando naturalmente le sue caratteristiche morfologiche, abitative ecc., sia tale da rendere troppo frequenti i possibili incontri tra umani e orsi. Infine vi potrebbe essere anche un disgraziatissimo caso, per cui il comportamento della vittima, comprensibile ma inadeguato alla situazione, ha innescato la reazione dell'animale, che, non dimentichiamolo, per dimensioni e forza supera qualunque uomo.

    Anche in Friuli-Venezia Giulia ci sono orsi, ma sinora non si sarebbero verificate situazioni di pericolo. A quanto leggevo, gli orsi del Friuli-Venezia Giulia provengono, liberamente non introdotti artificialmente, dalla confinante Slovenia, sono in numero ridotto e soli maschi (le femmine tendono a rimanere nel territorio di origine, i maschi si spostano) assai meno pericolosi delle femmine che diventano aggressive quando hanno i cuccioli che difendono anche aggredendo.

    In Slovenia vivono, a quanto letto, circa mille orsi: essendo però a loro disposizione ampie zone non si creano particolari problemi. Generalmente una cinquantina di orsi vengono annualmente cacciati (nel 2022 però furono credo oltre 200, a causa di un aumento della popolazione) e la Slovenia è l'unico paese dell'EU in cui la carne di orso viene, limitatamente, posta in vendita e offerta anche in alcuni ristoranti. Per esperienza personale, fatta nel settembre dell'anno scorso, devo dire che è ottima.

    Provabilmente sarà necessario riconsiderare la situazione del Trentino, riducendo il numero di orsi presenti, ma al momento, come osservavo all'inizio, mi pare troppo presto per trarre conclusioni da questo, pur tragico, episodio.
     
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    Il discorso sugli orsi in Trentino andrebbe a mio avviso inserito in un discorso più ampio riguardante la reintroduzione di specie animali laddove erano scomparse. Al di là di posizioni ideologiche nell'uno o nell'altro senso i fatti vanno valutati considerando i molti aspetti diversi. Laddove gli animali introdotti per loro natura non presentino rischi per le persone e per gli allevamenti, come ad esempio nel caso di grandi uccelli che si cibano di carogne, non vedo problema alcuno. Diverso è il discorso quando, come nel caso dei lupi, essi potenzialmente, e non solo, possano produrre danni e costi anche rilevanti per gli allevamenti, soprattutto di ovini. Va detto che, anticipando quanto esporrò in seguito, gli ovini, il cui allevamento non di rado è poco redditizio, possono essere importanti per il mantenimento di un ecosistema di origine antropica come quello di molte zone montuose. Diverso ancora è il caso degli orsi, che presentano potenzialmente anche un pericolo per le persone.

    Tra i fattori che bisogna considerare ci sono le mutate condizioni ambientali, dovute sia all'estensione degli abitati che al cambiamento del clima. Zone che un tempo venivano sfruttate per il pascolo degli animali o per ricavarne foraggio vengono attualmente, non essendo queste forme di allevamento remunerative, abbandonate e tendono a ritornare al loro stato originario, cioè quello boschivo (buona parte del paesaggio alpino, che noi vediamo come "natura", è in realtà di origine antropica). Per mantenere tale paesaggio può essere utile sovvenzionare l'allevamento in particolare degli ovini, che mangiando i cespugli, gli arbusti e gli alberi ne limitano la crescita e mantengono liberi, e ricchi di varietà di piante, i parti di montagna. In passato le zone boschive nei pressi degli abitati erano molto più ridotte di oggi, in quanto il legname, anche se di scarsa qualità e poco adatto alle costruzioni, era utilizzato come combustibile domestico ed anche per diverse industrie. L'avvicinarsi dei boschi agli abitati, il diminuire degli spazi aperti, aumenta naturalmente la possibilità che animali selvatici vengano a contatto con l'uomo e i suoi animali.
    Il cambiamento climatico ha portato da un lato all'innalzamento delle quote sino alle quali gli alberi crescono, dall'altro a una minor durata, se non alla scomparsa, del letargo per certe specie come appunto gli orsi.

    Un ulteriore discorso è se, al di là delle ideologie, la reintroduzione di specie come l'orso o anche il lupo, dove esse erano scomparse (parlo di reintroduzione, non di diffusione naturale, che è ben altra cosa) abbia davvero un vantaggio sul piano dell'equilibrio ecologico. Contribuisce ad esempio alla riduzione di specie nocive, come certi roditori, mantenendo un migliore equilibro. Questo avviene ad esempio nel caso della lince, che non presenta rischi apprezzabili per gli allevamenti e tanto meno per le persone. O l'introduzione di tali animali provoca invece uno scompenso dell'equilibrio che li rende potenzialmente pericolosi, come nel caso dei cinghiali?

    Trovare risposte non è certo facile, ma diventa, al di là di risposte contingenti, necessario.
     
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    Copio e integro un po' il post che ho scritto ieri, nella sezione scienze dove c'è un thread sulla clonazione degli animali estinti.

    L'uomo ucciso da un orso in Val di Sole, Trentino, è Andrea Papi, 26 anni, runner esperto dei boschi della zona.
    Qui la notizia www.ansa.it/trentino/notizie/2023/...8fd5a5943d.html . Evento purtroppo non inaspettato per i residenti
    CITAZIONE
    Gli abitanti di Caldes in val di Sole hanno dato da subito per scontata l'aggressione da parte di un orso. Da tempo si parla di avvistamenti in zona. Solo un mese fa era avvenuta l'aggressione in valle di Rabbi di un escursionista da parte dell'esemplare Mj5. "Vi sono state aggressioni ad animali di allevamento nell'ultimo mese, tra cui una pecora sbranata a margine dell'abitato di Caldes lo scorso 19 marzo", raccontano in paese ai cronisti. "Ci sono state diverse aggressioni nella zona. Bisognava solo attendere la morte di una persona", questo il commento amari

    La mia opinione è sfavorevole all'inserimento di animali affini di altra provenienza nelle zone in cui sono scomparsi quelli originari. Scomparsi perché, è il caso di ribadirlo, le attività umane hanno reso ostile/disadatto il loro abitat , che tale rimane. E scegliendone un altro, prossimo o simile, quasi sempre si creano problemi, in quanto zone non antropizzate e sufficienti alla loro sopravvivenza di fatto non ce ne sono più. In rari casi, come la lince citata da dceg, possono forse risultare utili, ma di solito arrecano danno, come lupi e cinghiali.
    Anche quelli graziosi e "innocenti", come per es. i daini. Introdotti alcuni anni fa nel parco del Circeo, un bosco misto naturale, l'hanno in pratica desertificato, perché brucano i germogli delle piante che dovrebbero sostituire quelle vecchie cadute. Tra le iniziative per porre riparo, gli ambientalisti -contrari agli abbattimenti controllati- hanno proposto la campagna "Adotta un daino"!
    Tornando agli orsi trentini, neppure ritengo giovino al turismo, come affermato da alcuni media. Trascorro da anni buona parte dell'estate in quelle zone, gli abitanti non furono interpellati intorno al progetto di introdurre orsi sloveni e lo hanno sempre ritenuto pericoloso. Anche a causa delle omesse cautele
    CITAZIONE
    ...prevenzione zero; non si cambiano i bidoni delle immondizie, non si usano sistemi di interdizione di luoghi dove gli orsi sono presenti con le cucciolate (...) oppure mettendo le mangiatoie per attirare caprioli a cui sparare poi come cacciatori vicini ai centri abitati; mangiatoie che, oltre alla selvaggina a cui sparare, attirano inevitabilmente gli orsi (da Il fatto quotidiano)

    I "rimedi" ora allo studio, oltre all'uccisione dei soggetti aggressivi (quasi fossero umani responsabili di delitti, questa sì una "bestialità") prevederebbero una sorta di grandissimo recinto in cui mostrare gli animali, che -contrariamente alle aspettative- non si sono sparsi nell'area dedicata, insomma un mega zoo. Non sarebbe stato meglio rassegnarsi alla scomparsa degli orsi autoctoni?
     
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    CITAZIONE (virelle @ 9/4/2023, 19:35) 
    Non sarebbe stato meglio rassegnarsi alla scomparsa degli orsi autoctoni?

    Di certo sì, ma questo è espressione di un delirio di onnipotenza che caratterizza la nostra epoca. Ricordate „L‘apprendista stregone“, la ballata di di Goethe?
     
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    Il tema mi è molto caro. Dal mio punto di vista la cosa più importante è agire con coerenza: se si decide di reintrodurre una specie come l'orso in un'area da cui era scomparsa come il Trentino in nome della valorizzazione della biodiversità occorre farlo mettendo in campo gli strumenti necessari per costruire una positiva convivenza tra le persone e gli animali. Al contrario negli ultimi anni la Provincia autonoma di Trento ha trascurato tutte le misure necessarie per prevenire possibili incontri spiacevoli tra uomini e orsi, dalla formazione e informazione dei cittadini fino alle azioni strutturali indispensabili per tenere i pantigradi lontani dai centri abitati. Oggi il presidente trentino Fugatti ha trovato negli orsi un comodo nemico per la sua campagna elettorale e gli ultimi fatti lo hanno portato a parlare solo di abbattimenti, nella realtà difficilissimi da realizzare oltre che moralmente discutibili, invece che a un doveroso mea culpa.
    Detto questo, vorrei anche che riflettessimo su alcuni dati di fatto (e qui cito quanto ho scritto sul mio forum dedicato agli orsi): si tratta della prima aggressione mortale di un orso a un uomo in Italia nell'ultimo secolo. In nome di questa e di pochi altri attacchi avvenuti negli ultimi anni, tutti risoltisi in grandi spaventi ma fortunatamente in conseguenze modeste, si invoca una mattanza di orsi. Da quanto sono riuscito a trovare, quella ai danni di Andrea Papi è stata la nona aggressione di un orso a un uomo dal 2014 a oggi. Parliamo di una media di un attacco all'anno. Solo nel 2022 in Italia ci sono stati 1489 decessi per incidenti stradali e 1090 morti sul lavoro eppure oggi sembra che i grandi predatori siano la più terribile minaccia che abbiamo di fronte.
    Occorre anche far presente che la totalità di questi episodi è avvenuta nei boschi e ha riguardato persone avventuratesi in montagna in zone notoriamente abitate da grandi predatori senza alcuna misura di prevenzione. Non siamo di fronte ad orsi che invadono i centri abitati assetati di sangue, siamo davanti ad animali che, colti di sprovvista nel loro ambiente naturale, istintivamente si difendono.
     
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    Dato che sto vedendo persone che addirittura chiedono di processare per omicidio colposo chi ha voluto la reintroduzione dell'orso in Trentino, sostenendo che prima della ricomparsa dei plantigradi i boschi erano luoghi sicuri, vorrei far presente che ogni anno si registrano circa 300 morsi di vipera con una vittima e migliaia di punture di calabroni con circa 20 morti, quasi tutti nei boschi in montagna.
    È assolutamente legittimo essere contrari alla presenza dell'orso nei boschi trentini ma bisognerebbe evitare argomentazioni poco sensate.
     
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    Concordo. Come ho già scritto, i rischi della reintroduzione di animali affini -in un abitat in cui si sono "estinti" gli autoctoni perché non più favorevole- sono palesi, mentre la necessità di farlo non lo è altrettanto. E poco convince comparare il danno a quello arrecato da altre specie che lì si trovano naturaliter.
    Nel suo blog Oskar cita l'intervista al veterinario Guglielmi (https://www.ladige.it/cronaca/2023/03/13/i...racce-1.3446780) il quale, dopo aver chiarito le difficoltà di catturare l'orso, fornisce alcune indicazioni poco in linea con le tesi tranquillizzanti.
    CITAZIONE
    «Le indicherò dei dati: in Europa negli ultimi anni sono aumentati del 10% rispetto soltanto a qualche anno fa gli attacchi dell'orso all'uomo. Questo perché ci sono sempre più orsi e tantissima gente va nei boschi impreparata».

    Ok, anch'io giro nei boschi trentini. Come devo comportarmi?
    CITAZIONE
    ] «La presenza del cane è già un azzardo, nei nostri boschi di determinate zone. Dopodiché Cicolini (un aggredito) è fuggito. Comprensibile, certo, ma sbagliato. Perché l'orso attacca solo adulti, robusti e soli? Perché non fanno rumore e vengono visti come una minaccia. Ma nessuno sta facendo formazione per spiegare che se si va nel bosco si deve fare rumore - basta anche rompere qualche bastoncino a terra ogni tanto, fare un colpo di tosse, non servono campanelli - e se si vede un orso ci si deve accucciare o sdraiare a terra a faccia in giù. L'orso capisce che quella cosa è solo un elemento di disturbo ma non una minaccia. E se ne va.

    Il cane quindi lo lascio a casa, poverino. Ma avrei la freddezza di starmene come descritto mentre il bestione mi annusa? Insomma, si può pretendere -a quale scopo rimane "fumoso"- che abitanti e turisti siano esposti a tutto ciò?
    Ripeto comunque di essere contraria all'uccisione dell'orso. È un animale predatore, non un "assassino", e noi abbiamo giustamente abolito la pena di morte anche per quelli umani!
     
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    CITAZIONE (Oskar @ 11/4/2023, 14:53) 
    . . . persone che addirittura chiedono di processare per omicidio colposo chi ha voluto la reintroduzione dell'orso . . .

    Però, attenzione: sforziamoci per un attimo di uscire dal giudizio sul caso specifico, sulla finalità dell'iniziativa che storicamente ci sta a monte, sulla simpatia o meno che la tal specie animale può suscitare rispetto a qualche altra (magari per un attimo volgiamo il pensiero alla eventualità dei ratti di fogna, che sono un caso sul quale mi risulta ci sia un po di giurisprudenza, per citare alcuni dei presumibilmente antipatici oppure degli ungulati per parlare dei presumibilmente simpatici).

    Nel nostro ordinamento gli animali non sono res nullius, sono pur sempre di qualcuno -tanto che rappresentino dei commoda quanto degli incommoda- e quel qualcuno ne è responsabile.
    Non è una disgrazia inevitabile se saltando giù dal pendio di traverso alla strada il daino ti investe sfondandoti la fiancata mentre stai viaggiando in automobile: ci sarà sempre la possibilità di valutare se il proprietario del daino ha tenuto un comportamento di negligenza, imprudenza, imperizia, inosservanza di leggi o regolamenti nel lasciare che il suo animale circolasse liberamente in prossimità di area stradale o se al contrario magari l'aveva adeguatamente segnalato e il negligente sei stato tu automobilista a fregartene dei cartelli. Se poi nella circostanza qualche essere umano perde la vita, questo accertamento di responsabilità è secondo me proceduralmente obbligatorio.

    A memoria mi risulta -ma sarebbe da controllare meglio- che in anni non lontani è stato persino invocato in capo al responsabile della presenza di animali addirittura l'Art.674 del C.P. (getto pericoloso di cose, ma che nella circostanza specifica si è inteso nel senso di "rilascio").

    Quando ci scappa il morto, certi passaggi giudiziari sono alquanto dovuti (poi naturalmente la Giustizia fa il suo corso, si spera nella maniera più equilibrata possibile, dalla politica ci si augurerebbe altrettanto).

    Se per pura ipotesi alla fine degli accertamenti d'indagine risultasse una sproporzione esagerata fra il rischio rappresentato dal tal animale nel tal contesto e la possibilità di dare al passante un aiuto a cavarsela, allora forse approfondire la questione se non vi sia una responsabilità colposa da parte di chi l'animale lo ha introdotto in quell'ambiente potrebbe essere a propria volta oggetto di una ulteriore e finale valutazione giudiziaria, secondo me (tanto più che si tratterebbe nell'ipotesi non semplicemente di non averlo sufficientemente segregato o di non aver tentato di rimuovero da dove esso fosse stato naturale, ma di averlo proprio "gettato"/rilasciato in quel contesto).
    A quel punto probabilmente -trattandosi di Provincia Autonoma, ovvero qualora si trattasse di Regioni- potrebbe porsi una questione sulla insindacabilità degli organismi elettivi, ma arrivare a quel livello di accertamento non sarebbe privo di significato.
     
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    Rapporto grandi carnivori in Trentino del 2021: https://drive.google.com/file/d/1U-__krRDT...rj-wiW7gDF/view
    Interessante, con grafici e belle foto. Dà stabili gli orsi e in forte incremento i lupi. Le altre due specie sono la lince e lo sciacallo dorato.

    Quanto alle opinioni "illustri", eccone due a contrasto
    CITAZIONE
    Il “re degli 8.000” Reinhold Messner si schiera con il presidente della Provincia Fugatti e il suo predecessore Ugo Rossi: “Il numero dei grandi carnivori va limitato, anche gli animalisti devono capirlo, non è più accettabile che ci siano persone che non vanno nel bosco perché hanno paura per la propria incolumità”. Per l’alpinista persino il modello di turismo del Trentino-Alto Adige “che funziona molto bene” non sarebbe compatibile con la presenza di questi animali

    CITAZIONE
    "Gli animali, l'orso in questo caso, non sono amichevoli, non sono buoni e non sono cattivi, ma sono animali". Queste le parole a Il Dolomiti è Mario Tozzi, primo ricercatore del Cnr, divulgatore scientifico, scrittore e conduttore televisivo. "E' una situazione molto anomala causata da un evento imprevedibile: le aggressioni dei plantigradi sono poche e sono ritenute un evento eccezionale. La volontà di intervenire in modo massivo per ridurre il numero degli esemplari? Una reazione di questo tipo è dettata dalla scarsa conoscenza e dalla poca competenza del mondo animale e del mondo naturale".
     
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    Uno degli animali più letali per l'uomo in Africa, è, incredibile a dirsi, l'ippopotamo!
    I combattimenti tra i maschi sono, molto probabilmente, i più violenti tra i mammiferi.
    Noi occidentali abbiamo sempre utilizzato "Pippo" come "il simpaticone" della savana, dai cartoni animati agli spot pubblicitari.
    Ci siamo dimenticati, purtroppo, che gli animali agiscono, spesso, con estrema aggressività, e che il dottor Doulitte, è solo una favola!
     
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    Bisogna distinguere tra animali che spontaneamente si trovano o si spostano in una certa zona, come gli ippopotami in Africa o gli sciacalli dorati e anche gli orsi nelle zone al confine con la Slovenia in Italia e animali che sono stati artificialmente reintrodotti laddove, certo anche per azione dell'uomo, erano scomparsi da lungo tempo, come appunto gli orsi e in parte i lupi.
     
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    Poi c'è anche il caso degli animali importati in cattività e ad un dato momento sconsideratamente rilasciati (come le nutrie in area padana e non solo e francamente non ci metterei la mano sul fuoco se in Italia ci siano più incidenti gravi che coinvolgono orsi e lupi oppure le nutrie).
     
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    Verissimo che ci sia un incremento della loro presenza e verissimo che ci sia un allarme diffuso fra la gente nelle zone interessate.

    Però questa riguardante l'allarme nei confronti dei lupi mi dà l'aria di essere in larga misura una questione di diffuso pregiudizio culturale (o una amplificazione per via di altre questioni collegate).

    Purtroppo non ho dati, ma al netto degli orsi mi sorge forte il sospetto che spannometricamente in Italia facciano molte, ma molte, più vittime (qualche volta anche mortali come conseguenza di interazioni improvvise con la viabilità stradale o comunque con danni anche seri) le nutrie che non i lupi!

    Giusto per estendere ulteriormente il ragionamento, mi risulta -ma non solo a chiacchiere, è una cosa che in giro per lavoro mi capita di tanto in tanto di vedere con i miei occhi- che in Appennino la ripopolazione degli ungulati stia compromettendo o quantomeno rallentando i tentativi di rimboschimento o anche solo di rilancio della coltivazione del bosco ceduo (perché si mangiano le matricine).

    Edited by LAVORI ARCHEOLOGICI - 13/4/2023, 09:44
     
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