Come affrontare discorsi di attualità con i giovani?

Ed è il caso di aspettare le loro domande, o iniziare noi?

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    Avevo già raccontato questo episodio nella discussione "quando i vostri genitori vi hanno parlato per la prima volta di cronaca?", Avevo il vecchio nome; "paradiso perduto"!
    Il 20 aprile 1999, questo, allora 14 enne, fu informato dal nonno materno che due ragazzi, non tanto più giovani di me, avevano compiuto una strage a Columbine.
    Me ne parlò, probabilmente, perché pure io ero un "ragazzo difficile", con difficoltà relazionali, dovute al bullismo...
    La nostra è stata chiamata anche la "Columbine generation", visto anche il dibattito che si scatenò negli anni successivi, e, purtroppo, i numerosi imitatori che si sono ispirati ai due killers.
    Ora, che ho un età "da padre", anche se non lo sono, mi domando come si potrebbe affrontare certi argomenti con le nuove generazioni, visto che, purtroppo, gli argomenti non mancano, e sono pure più tragici...
    Dite pure la vostra opinione personale!
    Buon proseguimento di giornata a tutti voi
     
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    Visto il fuso orario, credo proprio che mio nonno mi fece quel discorso la mattina del 21 aprile del '99, e non la sera del 20.
    Per chi non ricordasse l'episodio, ecco un documentario:



    Buon proseguimento di giornata a tutti voi
     
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    E' un agomento tanto interessante quanto complesso. Credo (ma non sono padre e ho pochi contatti con i giovanissimi quindi non ho esperienza diretta) che la cosa migliore sia stimolare l'intelligenza critica e la riflessione nei più giovani e poi rispondere alle loro domande trattandoli da persone pensanti, evitando di edulcorare la relatà o di rivolgersi a loro come se fossero degli sciocchi solo perché sono inevitabilmente ingenui e immaturi.
     
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    Pochi giorni fa, ero in centro storico con una mia conoscente, accompagnato dal nipotino di 5 anni...
    Era da tanto tempo che non avevo a che fare con un bambino così piccolo, e mi è tornata in mente questa discussione...
    Mi sono immaginato, ora che molti bar hanno la televisione, spesso accesa su rai news 24, mentre siamo seduti per un caffè (cosa che è effettivamente avvenuta, ma lo schermo era su una rete che trasmetteva videoclip), che passi l'ultim'ora, e che il bimbo ci "sommerge" di domande sull'argomento.
    "Nonna, perché?"
    Sicuramente, non possiamo dirgli che "stiamo partecipando ad un gioco, dove in palio vi è un carro armato"!
     
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    Cosa dire a un bambino quando vede scene di guerra, intendi? La verità, in forma adatta, anche se non è semplice.
    Ecco dei suggerimenti di due note organizzazioni:
    https://www.savethechildren.it/blog-notizi...gata-ai-bambini
    https://www.emergency.it/blog/pace-e-dirit...i-e-ai-ragazzi/
    Non ce n'erano in rete, credo, quando un nostro nipotino si trovò ad assistere in diretta al crollo delle torri gemelle. Guardava i cartoni animati, interrotti di colpo, e si spaventò.Ce la cavammo, quanto a spiegazioni -reperite di corsa- e a conforto, perché non diede in seguito segnali di stress. Lo ha confermato da adolescente e da adulto.
     
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    Anche solo semplice cronaca!
    L'estate scorsa, ricorderete, ci fu il delitto dei due fratelli, qui a Verona.
    Nei bar della zona, che è anche la mia, per giorni non si è parlato d'altro, visto che il fratello maggiore, era un frequentatore abituale.
    Potevano esserci anche dei minori, a sentire...

    Edited by Oskar - 1/10/2023, 12:33
     
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    Ecco un esempio pratico di quello che intendevo dire:
    Avrete sicuramente sentito del incendio avvenuto in Spagna, in quella discoteca, dove vi sono, fin ora, 13 vittime accertate.
    Ricordo che, da ragazzino (estate 2000, 15 anni), la prima volta che io, e i miei compagni di classe, parlammo di cronaca, fu per un avvenimento abbastanza simile.
    Visto che eravamo tutti appassionati di musica, ed alcuni effettivamente suonavano in gruppi, giravano "sotto banco" varie riviste tipo "rock sound" e "metal Hammer".
    Era riportata la notizia della strage avvenuta il 30 giugno, durante un concerto dei Pearl Jam, in un festival danese.
    Le vittime furono 9 ragazzi, di poco più grandi di noi.
    Fu causata dalla calca, come è avvenuto di recente alla "love parade" in Germania.
    Ognuno commentò l'episodio, con l'ingenuità di quell'età, però ne parlammo.
    Immagino che, anche in famiglia, avranno commentato l'accaduto (io no, i miei non erano felici dei miei gusti musicali, quindi sorvolai).
    Effettivamente, molti ragazzi vanno in discoteca, e posso capire l'apprensione di molti genitori, nel sentire certe notizie, sebbene avvenute in un altra nazione.
     
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    Oggi ero a casa della mia collega, ed era presente anche il nipotino...
    Stava guardando un film per bambini: "la tela di Carlotta".
    Quindi niente TG, almeno per ora.
    È strano, per me, aver a che fare con un bambino, che, tecnicamente, potrebbe essere mio figlio: l'avrei avuto a 33 anni, visto che ne ha 5.
     
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    Ecco, un esempio pratico:
    Poche ore fa, vi è stata l'ennesima sparatoria in un università americana.
    A Belgrado, a maggio, un ragazzino, ha fatto una strage nella scuola che frequentava.
    Episodi simili, con scuole sotto attacco, sono avvenuti in Giappone, in Scozia, in Thailandia.
    Il mio giovanissimo amico, è un allievo delle elementari.
    Quindi, una situazione che conosce, in cui, tra non molto, potrebbe anche rispecchiarsi.
    Ovviamente, la guerra la vedrà in televisione, ma non credo che potrà mai immedesimarsi più di tanto.
    Questo, intendevo dire...
    Non è un caso che mio nonno, mi disse che i ragazzi di Columbine, avevano mirato ai membri della squadra di football del liceo.
    Io, da perfetto nerd, avevo ostilità verso i giocatori di calcio, della scuola, quindi, avrà fatto "due più due"!
    Credo volesse dirmi: "vedi cosa può avvenire, quando manca il dialogo, e il rispetto reciproco?"
     
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    Sinceramente non ricordo quale può essere stato il primo fatto di cronaca della quale mi hanno parlato i miei genitori, probabilmente il disastro di Chernobyl, cosa che comunque capivo poco e che, per fortuna, non ha condizionato troppo la vita qua da noi

    Mi ricordo invece molto bene del conflitto del golfo di inizio anni '90, ma avendo già studiato qualcosina a scuola sapevo, anche se in minima parte, cosa era la guerra e cosa poteva comportare

    Poi da piccolo ero incredibilmente affascinato dalle armi e dagli eserciti, quindi la cosa mi interessava anche e la seguivo per quel che mi era concesso

    Adesso le cose sono molto diverse perchè i social/media ci bombardano di notizie a ripetizione ed in tempo reale, è quindi molto più facile che arrivino anche ai giovani che lo si voglia o meno, credo che sarebbe giusto quindi affrontare l'argomento cercando di rispondere nei limiti del possibile, sempre però in relazione all'età del soggetto
     
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    Giusto... Infatti, è per questo, che mi troverei più a mio agio nel parlare di guerre, comunque lontane, piuttosto di un atto criminoso, o di un omicidio, avvenuto, magari nella nostra stessa città.
    Vorrei anche evitare di creare nella testa del bimbo, già dei pregiudizi personali, evitando di dividere nettamente il bene dal male.
     
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